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Tra erbe e terra
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Tra erbe e terra
E-book100 pagine24 minuti

Tra erbe e terra

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Info su questo ebook

Queste due raccolte di poesie riguardano un unico luogo, la Via Cantarana, una via di campagna del mio paese: Gravellona Toce.

Nella prima raccolta “Erbario stagionale” le poesie rappresentano la natura di questa via, che mi ha riempito gli occhi di meraviglia e di splendore durante la mia infanzia.

Nella seconda raccolta “Terra di sotto” invece sono rappresentanti gli abitanti di questa via, i miei famigliari e tutte le persone che sono presto mancate dal palcoscenico della vita, perché non avevano l’aggressività per resistere ai colpi violenti dell’esistenza.

In appendice, alcuni testi commissionatimi dal maestro Paolo Gavelli, un oratorio civile intitolato “Angelus sine voce” per voci e fujara: i testi riprendono il tema della violenza, della forza che si abbatte sull’esistenza umana.
LinguaItaliano
Data di uscita5 feb 2019
ISBN9788827864128
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    Anteprima del libro

    Tra erbe e terra - Lorenza Baruffaldi

    )

    Erbario stagionale

    Poesie 1986- 1996

    nota introduttiva.

    Ogni anno, tra il 1986 e il 1996, mi è capitato di regalare ad amici e familiari un calendario da me compilato, .ciascun calendario era composto da dodici poesie affiancate ad altrettante immagini.

    Questa raccolta riunisce alcune delle poesie appartenenti a quei calendari, quelle che a mio parere hanno resistito di più all’usura del tempo.

    Primavera

    Piogge

    Vedi il mondo risorgere piano

    dentro il cielo sereno

    le acque sono già presto riprese nell’azzurro

    di fioriture umide

    si aprono le zolle.

    Vedessi d’intorno le ampie affrescature

    e più in alto, alte pareti di roccia.

    Ma qui è sempre un piegarsi di fronde

    che credo respiri, la notte:

    un tono di erbe fradice

    Un blu che mai si è squarciato.

    A Osip Mendelstam

    ( una mattina di maggio, in treno)

    Grasse influorescenze

    divelgono l’asfalto brunito dai campi,

    come forze antiche:

    e al mattino, come da saturo sonno,

    ti spingono ad uscire:

    rieccoti maggio

    devasta la chiara alba

    e le acacie sementi , solite e amene.

    E ti alzi ferito,

    di nostra piegata canzone

    Maggio, severo per te

    Maggio d’alzate visioni

    riecco le verdi zaffire

    e l’alto piagato vento antestino.

    Visionaria

    Non cantiamo più le albe

    né i tramonti:

    il vento gonfia le vele dei nostri bastimenti

    che mai corsero il mar così veloci

    neanche al tempo del guantaio di Stratford.

    Siamo materia del tempo

    siamo, saremo e siamo stati

    arcobaleni screziati

    nelle pupille di animali acquattati

    lucide gocce di pioggia

    cadenti dal lembo lustrale

    di foreste primordiali.

    E adesso, profumo di muschio

    e statiche luci dentro il tuo occhio e sogni,

    sogni in paludi affondate.

    Rose cadunt

    Rose cadute al carico del giorno

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