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Alza gli occhi verso il cielo
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E-book131 pagine1 ora

Alza gli occhi verso il cielo

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Info su questo ebook

Salve! Ecco a voi il sunto più dettagliato possibile del racconto di un giovane ragazzo che perde improvvisamente il padre stravolgendo la propria vita. Lasciatevi dire una cosa: non esiste punto buio dove prima non vi sia stata luce.
LinguaItaliano
Data di uscita13 mar 2019
ISBN9788831608732
Alza gli occhi verso il cielo

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    Anteprima del libro

    Alza gli occhi verso il cielo - Mario Carmeni

    GRAZIE.

    PREFAZIONE

    Non avrei mai immaginato in tutta la mia vita di poter scrivere una prefazione, soprattutto ad una figura così importante nella mia vita. In realtà non avevo proprio pensato che avrebbe scritto un libro. Lui, una persona riservata ed introversa. Il mio compagno di vita, il mio Mario. Ricordo ancora quando venne a dirmelo. Pensai: cosa? Un libro?. Proprio così. Ci è riuscito e d io ne sono fiera.

    Questa autobiografia descrive la storia di un semplice ragazzo siciliano, che seppur giovane ha dovuto affrontare una perdita familiare. Suo padre.

    Lui e Montagna, così come lo chiama lui, avevano un rapporto da amici fraterni, una complicità unica. Io sin dall’inizio della mia storia con Mario sono stato un membro della famiglia. Ero più piccola allora, noi due giocavamo molto e spesso mi diceva che per lui ero la figlia femmina mai avuta. Tra me e lui c’era un forte legame che potevamo capire solo noi.

    Mario ha sempre avuto un carattere forte e non facilmente mostrava le sue debolezze, quello che è accaduto lo ha scosso notevolmente e sicuramente lo ha cambiato.

    Sono passati otto mesi dalla ripresa di Mario. Si è migliorato in un modo fantastico. Potrà essere banale ma tutto è iniziato da un libro smettila di incasinarti di Roberto Re. Il libro di per sé non fa miracoli, ma certamente in quel momento della sua vita avrà scosso un qualche neurone che ha dato l’input alla sua voglia di tornare a vivere e sorridere. Mi sembrava un miracolo all’inizio. Il mio Mario, il mio Amore si stava rialzando. È stato grandioso poter assistere a questo. Nel periodo in cui stava davvero male neanche io sapevo più cosa fare, lo ascoltavo, gli stavo vicino, ma questo non bastava e anche per me iniziava ad essere difficile perché mi ritrovavo davanti un muro che non voleva sentirne di ascoltarmi. Quando ci riuscivo era bellissimo, riuscivo a strappargli un sorriso. Un’ora dopo nuovamente a pezzi come prima. Addirittura a volte fingeva di stare bene, per evitare un dolore a me, ci credevo pure.

    Per fortuna la sua voglia di volontà e un altro punto di vista lo hanno tirato su. La sua voglia di approfondire l’argomento è stato un susseguirsi di emancipazione fisica e mentale.

    Questo testo a mio modo di vedere ha come intento quello di aiutare a migliorarsi. Espone un punto di vista di chi vi ha vissuto intensamente e toccato con mano i sentimenti più profondi.

    Con poco, ricorda di avere sempre la forza di volontà per sperare in un mondo migliore.

    Trovo calzante il modo in cui Mario esprime la sua storia. Lascio a voi il piacere di lasciarvi trascinare da queste pagine.

    Roberta Amantia

    INTRODUZIONE

    Da bambino sono sempre stato incuriosito dal dolce risveglio soleggiato del mattino, che con la sua luce oltrepassava con una leggera, scia di luce le fessure degli infissi all’interno della mia stanza.

    Mi portava a mille pensieri con un tocco di soave spensieratezza. Quando affacciandomi dalla finestra che dava su di un’ampia strada mi soffermavo, quasi incantato ad osservare l’infinito azzurro del cielo, mi chiedevo se un giorno per mezzo dei miei sogni sarei riuscito a fare lo stesso e così a poter ancora fluttuare quell’infinito con tanta soddisfazione quanta ne avevo a quel tempo. Spesso da solo o in compagnia di qualche amici buttavo giù alcune pagine di storie vissute oppure scrivevo storie di altri per poi portarle alla mia immaginazione facendole così finire in felicità. Ricordo bene di una volta in cui insieme ad un amico all’età di quattordici anni scrivemmo una canzone. Intenti quanto mai a modificarla di giorno in giorno, per poi magari canticchiarla ad altri amici facendo crescere il nostro ego.

    Insomma mi piaceva proprio tanto scrivere, avere sempre con me un sunto della mia vita che un giorno avrei fatto conoscere al mondo intero. Una delle cose che più mi bloccava era la mia riservatezza. Non davo mai molto adito alle parole quando dialogavo con gli altri e non parlavo mai di me. Ero uno di quei ragazzini che amavano spesso starsene in disparte senza dare molta confidenza, parlavo poco di me e non pensavo mai che i miei sogni potessero realizzarsi, in questo ho sempre creduto poco. Osservavo spesso il mondo dei grandi come qualcosa di difficile o almeno così credevo. Mi rappresentavo immagini che si allontanavano di gran lunga a quelli che erano i miei sogni.

    Per un ragazzino di tenera età con in mano una matita e un taccuino che viveva ai margini della città, in una modesta casa popolare con poche stanze disponibili, dove per dormire condivideva un divano letto con suo fratello maggiore, situato nel salone della casa, che prendeva i mezzi pubblici per andare a scuola,che pesava qualche chilo di troppo e che viveva allontanandosi dalla società poteva davvero essere facile raggiungere il proprio sogno? Con tutto quello poi che sentivo ripetere alle persone adulte su discorsi di individui che per essere importanti o preso in merito a qualcosa, dovevi avere diplomi, lauree, fare concorsi. Io che già in terza media non volevo più frequentare la scuola.

    Eppure vi dirò una cosa. Non ho mai smesso di alzare gli occhi verso l’azzurro del cielo. A portarmi qui, conducendo questo meraviglioso viaggio è stata la storia che più mi ha sconvolto in vita mia e che radicalmente mi ha cambiato. Una delle mie più grandi certezze che adesso mi abbraccia da un altro mondo appena dopo la distesa di azzurro che abbiamo tutti sopra i nostri occhi. La perdita di mio padre.

    Mi chiamo Mario Carmeni e ho ventiquattro anni, vivo a Mascalucia un paesino pieno di negozi e molto popolato vicino alla città di Catania in Sicilia. Sono un normalissimo ragazzo che vive la sua età, capelli castani come gli occhi,altezza medio alta. Mi guadagno da vivere lavorando in supermercato, posseggo un’auto di colore nero e condivido la casa con mio fratello maggiore Gaetano e a mia madre Giusy in una casa molto carina in un paesino in provincia di Catania. Ho la fortuna di avere accanto a me Roberta, una ragazza meravigliosa che mi accompagna nella vita di tutti i giorni come fidanzata da sette anni regalandomi gioie infinite.

    Condurrò insieme a voi questo viaggio nella speranza che i sogni all’interno possano realizzarsi poiché tutti siamo sognatori sin dalla nascita. Addirittura c’è chi sostiene che i nostri sogni sono ben radicati in noi già dall’età dell’apprendimento, intorno ai sei anni, dove decidiamo chi saremo e cosa vorremo essere.

    Sarà forse che nel tempo abbiamo nascosto troppo di noi?

    Dobbiamo darci una bella scrollata allora e far riemergere ciò che per troppo tempo abbiamo nascosto dentro noi. La mia storia spero vi sarà d’aiuto.

    PARTE PRIMA

    UN DURO COLPO

    I

    LA SVEGLIA

    "Tutto ciò che allarga la sfera degli umani

    poteri, che mostra all’uomo ciò che

    sapeva di non poter fare, è prezioso."

    Ben Jonson

    Era il mattino del ventotto dicembre duemilatredici. Abitavo insieme alla mia famiglia nella casa di un piccolo paesino di provincia che dista circa venti minuti in auto dalla città di Catania, meta molto conosciuta dai turisti grazie al suo meraviglioso clima e mare.

    Come ogni mattina Gaetano, mio fratello maggiore, con un distacco di quasi quattro anni, occhi chiari come il cielo d’estate, media altezza, fisico tipico da palestrato, sorriso sempre in volto e parecchio estroverso, si alzava dal letto pronto a fare una delle sue solite colazioni che avrebbero sfamato almeno tre giovani della sua età, per poi andare repentinamente al suo lavoro.

    Io, un po’ più pigro per alzarmi ero rimasto a letto nell’attesa che suonasse la mia sveglia che mi avrebbe dato il via per prepararmi ad andare a lavoro. Proprio in quelle prime ore del mattino ero solito a rigirarmi nel letto come un cane che nelle prime ore del mattino vuole le coccole dal proprio padrone e mi godevo i raggi di sole che penetravano all’interno della stanza tramite le ante semi aperte della finestra che stava alla mia sinistra.

    Avevamo da poco trascorso le feste natalizie nelle quali eravamo soliti trascorrere le serate insieme riunendoci in famiglia, invitando qualche caro amico e allestendo tavolate piene di antipasti, primi secondi piatti, che per la loro abbondanza ci avrebbero accompagnato nei giorni a seguire. Questo è tipico nelle città del sud Italia. Per tradizione tutte queste rimpatriate ci portavano dopo cena, a lunghe giocate a carte che persistevano fino alle

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