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Asino e Campione
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E-book97 pagine1 ora

Asino e Campione

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Info su questo ebook

Un giovane asinello, ribelle e intraprendente, decide di non assoggettarsi alle regole precostituite che i suoi genitori vogliono imporgli. Un giorno decide di partire per cercare un nuovo ruolo nel mondo. Durante il suo lungo viaggio vive avventure straordinarie, aiuta i bisognosi e dimostra grande coraggio e saggezza. Alla fine, tornerà al luogo natio, ma anche qui dovrà attingere al suo coraggio, all’astuzia e alla perspicacia per risanare una situazione che sembra ormai perduta.
LinguaItaliano
Data di uscita3 set 2019
ISBN9788831638135
Asino e Campione

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    Asino e Campione - Giorgia Whistler

    Chesterton

    1

    In un villaggio lontano, tanto tempo fa, viveva un ricco signore di nome Marsiero che aveva la passione dei cavalli da corsa. Nella sua scuderia vi erano più di quaranta esemplari, tutti purosangue di alta genealogia. Aveva anche altri animali: da cortile, come oche, galline e conigli; da tiro, come cavalli e buoi e da soma, come asini e muli. Gli animali da tiro e da soma venivano utilizzati per trasportare carri e carichi pesanti.

    Un giorno vennero alla luce un grazioso asinello a cui il signorotto diede il nome di Mestarello e un puledrino di razza cui venne imposto il nome di Campione. Ma, mentre Mestarello venne ben presto avviato ai lavori pesanti, Campione venne trattato con tutti i riguardi. I suoi genitori, Poker d’Assi e Regina Vittoria, erano i cavalli più belli della scuderia, quelli che in assoluto avevano vinto il maggior numero di premi in diverse gare e concorsi.

    Anche le due nascite vennero celebrate in modo assai diverso: qualche complimento spiccio per Mestarello, uno sfarzoso ricevimento per Campione.

    «Non ho mai visto un puledro così bello!» esclamò Marsiero sollevando il calice davanti ai numerosi invitati. «Propongo un brindisi per Campione, dunque e che il suo nome sia di buon auspicio per la sua e la mia carriera!»

    Gli ospiti alzarono a loro volta i calici unendosi in coro all’augurio appena espresso.

    Dopo il sontuoso banchetto, cominciarono le danze che proseguirono tutta la notte. Ma proprio al culmine della festa, si presentò un ometto, magro, con due baffetti grigi spelacchiati, gli occhi neri, piccoli, vivacissimi e un basco di lana in testa.

    Era Grandoro, il veterinario.

    «Bella festa, Marsiero» esordì l’uomo in tono burbero. «Ma non ti sembra d’aver esagerato?»

    «Esagerato?» gli rispose l’altro stupito. «E perché mai? Tu stesso, quando l’hai visto nascere, hai detto che si tratta di un fuoriclasse. Il più bel puledro che tu abbia mai visto in vita tua!»

    «Già. Ma ho detto la stessa cosa anche di Mestarello. Eppure, non mi pare tu abbia organizzato una grande festa per lui.»

    «Ma Grandoro! Gli ho preparato un bel rinfresco! Del resto non è un purosangue, ma un asino.»

    «Il più bell’asinello che sia mai nato, Marsiero. Lo hai detto anche tu, perbacco!»

    «Ma sì, certo, l’asinello più grazioso che abbia mai visto. Ma non per questo devo festeggiarne la nascita in pompa magna!»

    «E perché no?»

    «Oh, bella! Perché è un asino!»

    «E con questo? Non merita forse anche lui l’onore della ribalta?»

    «Grandoro, vecchio mio! Da quando in qua si festeggia la nascita di un somaro?»

    «Ogni animale della tua fattoria meriterebbe d’essere festeggiato. A maggior ragione un asino!»

    «E perché mai? Un somaro non corre, non partecipa alle gare, non vince premi! È un animale senza gloria!»

    «Un somaro lavora, Marsiero, portando a spasso tutto il giorno il peso della tua vanità!»

    «Ma che dici? Non ti capisco!»

    «Quei poveri animali sopportano quotidianamente la fatica di un duro lavoro senza mai ricevere neppure un grazie da te. Chi trasporta il tuo fieno? Chi fa ruotare le macine del tuo frantoio? E chi traina i tuoi pesanti carri? Cavalli, buoi e asini! Dovresti avere più rispetto per loro, se non gratitudine!»

    «Hanno un rifugio caldo, la tua continua assistenza e cibo in abbondanza! Cosa dovrei dar loro di più?»

    L’ometto guardò burbero il vecchio amico, poi si diresse verso l’uscita a passi svelti.

    «Grandoro!» gli gridò Marsiero cercando di fermarlo. «Ma dove vai! Aspetta! Aspetta un momento!»

    Il veterinario uscì senza voltarsi lasciando Marsiero e i suoi ospiti allibiti.

    Tuttavia, poco dopo ripresero le danze come se nulla fosse accaduto e tutti, ben presto, dimenticarono l’incidente.

    2

    Passò un po’ di tempo.

    Campione e Mestarello divennero subito buoni amici.

    Appena ebbero entrambi le zampe sufficientemente robuste, cominciarono a giocare e a rincorrersi negli ampi recinti dedicati ai puledri di razza. Di norma non accadeva mai che un asino o un qualunque altro animale potesse entrare in quei luoghi, ma per Mestarello il signorotto aveva fatto un’eccezione in nome dell’amico Grandoro a cui aveva fatto, nel frattempo, la promessa di trattare con rispetto tutti gli animali. Tuttavia, non appena terminò il periodo dello svezzamento, le cose cambiarono bruscamente: Mestarello fu confinato nella stalla insieme ai genitori e alle bestie da lavoro e gli fu proibito di entrare nel recinto dei purosangue.

    «Ma perché?» chiese Mestarello alla madre. «Perché vengo punito in questo modo? Non ho fatto nulla di male, non ho combinato alcuna marachella!»

    «Figlio mio» gli rispose Valdormina, la madre. «Non è colpa tua. È la vita. Tu sei nato asino, lui cavallo di razza. Ognuno ha il suo ruolo e lo deve rispettare.»

    «E chi li ha decisi questi ruoli?»

    «Non saprei. È così da sempre.»

    «Non mi piace questa risposta. Ce ne dev’essere un’altra!»

    «Non c’è, Mestarello. Non c’è.»

    «Beh, allora non fa per me!»

    «E cosa vorresti fare?» chiese allarmata la madre.

    «Voglio provare a cambiare le regole. Qualcuno lo dovrà pur fare, no?»

    «Ma cosa dici, figlio mio! È impossibile!»

    «Nulla è impossibile, se lo si crede davvero!»

    «Sarà bene che ti abitui alla tua condizione, invece» lo rimproverò il padre in tono grave. «E alla svelta. Appena diventerai bello robusto, dovrai cominciare a trasportare pesi anche tu. Come tutti noi.»

    «Io non voglio passare la mia vita a portare pesi!»

    «Che tu lo voglia o no, questo è il tuo destino. E devi rispettarlo, come lo abbiamo rispettato tutti noi.»

    «Papà, non ti è mai venuto il dubbio che tutto quello che avete fatto finora sia sbagliato?»

    «Sbagliato? Come può essere sbagliato? È sempre stato così! La Natura ci ha creati

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