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La storia fantastica di Primo Volo
La storia fantastica di Primo Volo
La storia fantastica di Primo Volo
E-book76 pagine1 ora

La storia fantastica di Primo Volo

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Info su questo ebook

Sviluppando uno spunto narrativo assolutamente originale, con un sapiente equilibrio tra realtà e fantasia e passando da momenti di puro gioco e tenerezza, a momenti di grande suspense, il racconto autobiografico del protagonista adolescente Primo Volo, scorre via leggero ed avvincente sino al suo fantastico epilogo.
  Le straordinarie capacità uditive di cui Primo è dotato sin dalla nascita, grazie alle quali egli non solo riesce a riconoscere il canto degli uccelli, ma anche a comprenderne il linguaggio e a farseli addirittura amici, unite ad una altrettanto straordinaria sensibilità d’animo, lo portano a vivere in un rapporto quasi simbiotico con la Natura (Non a caso Primo dà un nome proprio a ciascuno dei suoi amici pennuti e riporta puntigliosamente con l’iniziale maiuscola il nome delle specie animali e vegetali che compaiono nel racconto!).
  Assorbito dalla sua passione per il birdwatching, Primo vive piuttosto isolato, ma non è un misantropo e non rifugge dal mondo dei suoi coetanei.
LinguaItaliano
Data di uscita8 ott 2019
ISBN9788869244506
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    Anteprima del libro

    La storia fantastica di Primo Volo - Vittorio Toffanetti

    La storia fantastica

    di Primo Volo

    R o m a n z o

    d i

    V i t t o r i o T o f f a n e t t i

    LA STORIA FANTASTICA DI PRIMO VOLO

    EDIZIONI SIMPLE

    Collana SIMPLeBOOK

    Via Trento, 14

    62100 Macerata

    info@edizionisimple.it / www.edizionisimple.it

    ISBN: 9788869244506

    Realizzato da: WWW.STAMPALIBRI.IT - Book on Demand

    Via Trento, 14 - 62100 Macerata

    Tutti i diritti sui testi presentati sono e restano dell’autore.

    Ogni riproduzione anche parziale non preventivamente autorizzata costituisce violazione del diritto d’autore.

    Prima edizione: Ottobre 2019

    Copyright © Vittorio Toffanetti

    Diritti di traduzione, riproduzione e adattamento totale o parziale e con qualsiasi mezzo, riservati per tutti i paesi.

    La copertina è un dipinto di Gabriella Govoni, pittrice in Cento

    Indice

    Prefazione

    Capitolo Primo

    Capitolo Secondo

    Capitolo Terzo

    Capitolo Quarto

    Capitolo Quinto

    Capitolo Sesto

    Capitolo Settimo

    Capitolo Ottavo

    Capitolo Nono

    Prefazione

    Sviluppando uno spunto narrativo assolutamente originale, con un sapiente equilibrio tra realtà e fantasia e passando da momenti di puro gioco e tenerezza, a momenti di grande suspense, il racconto autobiografico del protagonista adolescente Primo Volo, scorre via leggero ed avvincente sino al suo fantastico epilogo.

    Le straordinarie capacità uditive di cui Primo è dotato sin dalla nascita, grazie alle quali egli non solo riesce a riconoscere il canto degli uccelli, ma anche a comprenderne il linguaggio e a farseli addirittura amici, unite ad una altrettanto straordinaria sensibilità d’animo, lo portano a vivere in un rapporto quasi simbiotico con la Natura (Non a caso Primo dà un nome proprio a ciascuno dei suoi amici pennuti e riporta puntigliosamente con l’iniziale maiuscola il nome delle specie animali e vegetali che compaiono nel racconto!).

    Assorbito dalla sua passione per il birdwatching, Primo vive piuttosto isolato, ma non è un misantropo e non rifugge dal mondo dei suoi coetanei.

    Semplicemente ne rifiuta lo stile di vita, quando, come succede ormai nella maggior parte dei casi, esso consiste nel giocare ore ed ore al computer con i videogames o la playstation, o nel costruirsi una realtà virtuale con Facebok, Second Life, My Space e simili, perché sono insoddisfatti della realtà vera in cui vivono; oppure nel rimanere incollati alla TV con la testa all’ammasso, a sorbirsi dosi massicce di film o partite di calcio; oppure ancora nel giocherellare ogni giorno col telefonino per inviare decine di SMS, senza avere nulla di serio da comunicare, illudendosi di far parte di una tribù (che non esiste) e vivendo invece ognuno in una propria bolla di solitudine, dalla quale fatica ad uscire.

    E’ questo modo di vivere vacuo, conformista e alienante, indotto nei ragazzi da una pubblicità stupida e martellante, che Primo rinnega e a cui contrappone e preferisce la semplicità e l’autenticità della Natura e del mondo animale, nel quale egli trova affetto e conforto per affrontare le difficili prove della vita.

    Così come nei suoi studi approfonditi sul linguaggio degli uccelli e sul misterioso senso di orientamento dei colombi viaggiatori (homing), egli spera di trovare un giorno l’occasione del proprio riscatto personale e sociale.

    Pur con le dovute cautele per gli accostamenti letterari, si può affermare che questo geniale e commovente racconto di Primo Volo ricrea la stessa atmosfera di leggerezza e trasmette al lettore le stesse suggestioni di incanto e di magia del Piccolo Principe di Antoine de Saint Exupery.

    C.F.

    Capitolo primo

    Mi chiamo Primo Volo, ho quattordici anni, da grande farò l’ornitologo e credo nella predestinazione.

    Oltre che già scritta nel nome, la mia passione per il fantastico mondo dei volatili era lì ad attendermi al momento della mia nascita, per non dire all’atto stesso del mio concepimento.

    Infatti la stanza dove mia madre Anna mi ha concepito (credo) e dove, una splendida mattina di Settembre mi ha partorito di parto naturale, dopo una gravidanza difficile in età avanzata, che l’aveva costretta a letto, immobile per quattro mesi, si affacciava sulle Farnie maestose del nostro giardino, popolate giorno e notte da decine di uccelli.

    Durante tutta la Primavera e l’Estate di quell’anno, quindi, ho percepito le onde sonore di quei continui cinguettii, trilli, zirli e pigolii, fischi, gorgheggi e altro, quando ero ancora soltanto un fagottino informe nel grembo di mia madre e le cellule staminali hanno modellato e, direi proprio, modulato sul canto degli uccelli il mio apparato uditivo.

    Mio padre era pilota di aviazione e fu lui a volermi chiamare Primo, forse per commemorare il suo battesimo dell’aria. Purtroppo è morto due anni fa in un incidente aereo e quando vado a trovarlo con mamma al cimitero, dentro di me non manco mai di fargli un bonario rimprovero per avermi chiamato a quel modo.

    Ad essere sincero il rimprovero più grande che gli muovo è quello di aver abbandonato la mamma e me, quando avevo appena tre anni, per una hostess molto più giovane di lei, ma non più bella, almeno ai miei occhi.

    Da allora l’ho frequentato soltanto per brevi periodi, durante le mie vacanze scolastiche, d’estate, per Natale e Pasqua, anche perché era sempre in giro per il mondo con il suo Boeing 737.

    Con lui quindi non ho avuto un grande rapporto, ma ho sofferto molto lo stesso per la sua scomparsa, perché negli ultimi tempi ero quasi riuscito

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