Vicissitudini di un pozzallese DOC

Di Giovanni Iacono

Questa autobiografia, scritta a ottanta tre anni SUONATI narra della mia vita dall'età di cinque anni ad oggi. Infanzia rubata, in pieno periodo della seconda guerra mondiale. Con fame bombe ecc. A dodici anni a CATTOLICA e CARRARA PER STUDIO. 1950 Ritorno a POZZALLO e inizio a lavorare a quindici anni, non ancora compiuti. 1960 Assunzione all'AGIP. con addestramento a CORTEMAGGIORE. trasferito per lavoro a GELA. Matrimonio e figli. 1968 trasferimento a RAVENNA, nascita del figlio Romagnolo. Pensionamento a cinquanta un anno. Inizio consulenze varie ,ITALIA ed ESTERO. RAVENNA, TERNI, ANGOLA, ALGERIA. Su piattaforme, centrali a terra e nel deserto. Metano, petrolio, termo valorizzatori, collaudi e costruzione piattaforme per il CONGO e i mari del nord (NORVEGIA). Rientro alla mia POZZALLO, per il giusto riposo del GUERRIERO.........

• Lingua: Italiano
• Editore: Youcanprint
• Data di uscita: 21 nov 2019
• ISBN: 9788831636131

Anteprima del libro

Indice

PREFAZIONE

FOTO AUTORE

CAPITOLO 1° POZZALLO

CAPITOLO 2° CATTOLICA

CAPITOLO 3° CARRARA

CAPITOLO 4°LAVORO

CAPITOLO 5° CORTEMAGGIORE

CAPITOLO 6° GELA

CAPITOLO 7° RAVENNA

GIOVANNI IACONO

Vicissitudini

di un pozzallese doc

Youcanprint Self-Publishing

Titolo | Vicissitudini di un pozzallese doc

Autore | Giovanni Iacono

ISBN | 9788831636131

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PREFAZIONE

QUESTA AUTOBIOGRAFIA, NON HA PRETESA ALCUNA, TRANNE QUELLA DI RICORDI PERSONALI E TESTI-MONIANZA PER LE GENERAZIONI FUTURE. SONO ALTRESI' CONVINTO CHE STORIE COME QUESTE, CE NE SIANO TANTE, MA PENSO ANCHE CHE QUESTA MIA VITA VISSUTA, SIA STATA CONDIZIONATA DA FATTORI AMBIENTALI E STORICI CHE HANNO CONTRIBUITO A RAFFORZARE IL MIO CARATTERE E CHE MI HANNO CONVINTO MAGGIORMENTE CHE NELLA VITA, AVREI DOVUTO CAVARMELA DA SOLO, ANCHE PERCHE' I MIEI GENITORI NON AVEVANO TANTO TEMPO DA DEDICARE AI FIGLI, IMPEGNATI COM'ERANO A PENSARE COME SBARCARE IL LUNARIO, PER POTER SFAMARE I FIGLI. IN FAMIGLIA ERAVAMO CINQUE FIGLI PIU' I GENITORI E IN QUEL TEMPO, SI ASPETTAVA LA CRESCITA DEI FIGLI MASCHI PER POTERLI MANDARE A LAVORARE MAGARI NEI CAMPI A ZAPPARE. NON SO ANCORA SE PORTERO ' A FINE QUESTO IMPEGNO, IN CASO C'E' SEMPRE IL CESTINO PRONTO. APPROFITTO PER EVIDENZIARE CHE SECONDO ME, NON E' USUALE CHE SI ESORDISCA IN VESTE D'AUTORE ALLA VENERANDA ETA' DI 83 ANNI SUONATI. DICIAMO CHE IL CASO SIA PIU' VICINO AI GUINNESS DEI PRIMATI!.

DEDICATO AI MIE GENITORI, CHE HANNO FATTO I SALTI MORTALI (ANCHE SALTANDO I PASTI) PER AMORE DEI FIGLI, ALLE MIE FAMIGLIE, A MIA MOGLIE PER TUTTA LA PAZIENZA CHE HA AVUTO AI MIEI FIGLI, AI MIEI NIPOTI CHE POSSANO RICORDARSI DEL NONNO E TUTTI GLI AMICI SPECIE QUELLI CHE NON CI SONO PIU'.

CON AFFETTO

VS VANNUZZU U LISCIU

FOTO AUTORE

CAPITOLO 1° POZZALLO

I MIEI PRIMI RICORDI, SONO SIMILI A QUELLI DEI MIEI COETANEI IN QUEL CONTESTO STORICO (ERA IN CORSO LA SECONDA GUERRA MONDIALE) E SONO RICORDI NITIDI MALGRADO FOSSERO TRASCORSI CIRCA 75 ANNI. ABITAVAMO A POZZALLO (RG) IN VIA STOVIGLIARI INGRESSO DA VIA MAZZINI ALL'INIZIO SUBITO DOPO QUANDO LA STRADINA SI ALLARGA PER DIVENTARE CORTILE. PIENO CENTRO STORICO.

TANTA POVERTA' CHE SI POTEVA TAGLIARE CON IL COLTELLO. MA ANCHE TANTA DIGNITA', SOLIDARIETA' E GIOIA DI VIVERE. PIU' CHE VICINI DI CASA, SEMBRAVAMO UNA FAMIGLIA. UN ESEMPIO? SI MANGIAVA INSIEME QUELLO CHE C'ERA, LE PORTE ESTERNE DELLE CASE. SI CHIUDEVANO CON LE CHIAVI UNIVERSALI DEGLI INFISSI INTERNI DI OGGI. OGNI FAMIGLIA

NE AVEVA SEMPRE QUALCUNA DA USARE. IN CASO DI BISOGNO E NEL CASO DI ASSENZA DELL'AMICO. PERICOLI DI FURTI ZERO (NON C'ERA NIENTE DA RUBARE).

IL QUARTIERE, ERA PRIVO DI RETE FOGNARA, PERCHE' SIA LA RETE DI VIA MAZZINI CHE QUELLA DI VIA RAPISARDI, ERANO PIU'ALTE DI QUELLA DEL QUARTIERE. PER CUI, NON ERA POSSIBILE COLLEGARLA A QUESTI COLLETTORI. SOLO NEI PRIMI ANNI '50. COSTRUISCONO LA STAZIONE DI POMPAGGIO ALL'ANGOLO VIA RAPISARDI LUNGOMARE PIETRE NERE. PER CUI PER I BISOGNI SI USAVA UN VASO A CILINDRO CAPOVOLTO. CHIAMATO U CATUSU (ORA LI VENDONO COME SOUVENIR DELLA CERAMICA DI CALTAGIRONE). QUESTO SI TENEVA IN CASA TUTTO IL GIORNO CON UN COPERCHIO IN LEGNO. DI NOTTE PASSAVA UN CARRO, CON UNA BOTTE R CON UN IMBUTO SOPRA. PER SVUOTARLI.

IO PER TUTTI ERO VANNUZZU U LISCIU. NOMIGNOLO CHE MI AVEVANO APPIOPPATO PERCHE' NE COMBINAVO PIU' DI PIERINO. IN QUESTO CORTILE, OLTRE A NOI ABITAVANO: U ZU NZULU TAPPINA. VENDEVA IL CARBONE. PER QUESTO ERA SEMPRE SPORCO E NERO COME CALIMERO. A ZA GNAZIA RO PANI E SUA FIGLIA A ZA VANNINA. CHIAMATE COSI PERCHE’ AVEVANO UN FORNO A LEGNA E FACEVANO IL PANE DA VENDERE. CHI AVEVA QUALCOSA DA INFORARE ANDAVANO DA LORO A PROPOSITO DI PANE, IN QUEL PERIODO SI USAVA FARLO O COMPRARLO PER UNA SETTIMANA. MIO PAPA' AVEVA PIANTATATO AL MURO IN ALTO UN CARNACUOPU. GROSSO CHIODO, PER APPENDERE LA CESTA DEL PANE DI MODO CHE I FIGLI AFFAMATI NON POTESSERO ARRIVARCI, ALTRIMENTI NON SAREBBE BASTATO PER TUTTI. (C'ERA IL RAZIONAMENTO E SI PRENDEVA TUTTO CON LA TESSERA). DI FRONTE A NOI, ABITAVA U MASSA NELI U MILARU PERCHE' AVEVA LE API. ALL'INGRESSO DELLA VIA ABITAVONO I NONNI DI FERNANDO, UCCIO E CONCETTA VINDIGNI CHE FACEVANO DA AFFITTACAMERE. UN ALBERGHETTO CHE SUCCESSIVAMENTE E' STATO REQUISITO DAI TEDESCHI. PER QUESTO E' STATO BOMBARDATO DAGLI AMERICANI.

( FOTO SIGNORA CIUZZA ,MAMMA DEI VINDIGNI )

DIFRONTE, LA SIGNORINA FILICETTA CON LA SUA FAMIGLIA, LA FAMIGLIA AMORE, SOPRANOME A PEPPI L'UOURU (LA CIECA). C'ERA U TRAPPITU RA ZA GNUZZA A GIARDINA.

SCENDENDO, C'ERA LA SIGNORA CICCINA AGOSTA, MOGLIE DI FLORIDIA DETTO U BARUNIEDDU.APPENA QUINDICENNE, FACEVA DOPOSCUOLA CON LA QUINTA ELEMENTARE, E IO, SONO STATO PREPARATO PER PRESENTARMI DIRETTAMENTE IN SECONDA

ELEMENTARE RISPARMIANDO COSI' UN ANNO.

(

(FOTO. SIGN. CICCINA AGOSTA FLORIDIA)

ALLORA LA PRIMA COMUNIONE, SI FACEVA A CINQUE ANNI E NON POTEVA MANCARE LA FOTO RICORDO CON GIGLIO IN MANO, FIORI E QUADRETTO RICORDO, SCATTATA DAL FOTOGRAFO ASSENZA NONNO E IL FATIDICO FLASH AL MAGNESIO.

DA PICCOLO SIA IO CHE MIA MAMMA ABBIAMO AVUTO LA MALARIA. C'E' STATA UNA EPIDEMIA A POZZALLO CHE HA PROVOCATO DIVERSI MORTI. NOI SIAMO STATI FORTUNATI CI SIAMO CURATI IN TEMPO CON IL CHININO.

OTTOBRE 1940 1°GIORNO DI SCUOLA. SI VARCA LA SOGLIA DELLA SCUOLA (ORA CENTRALE, ALLORA UNICA SCUOLA DEL PAESE). TUTTI FELICI ED EMOZIONATI. ERAVAMO IN PIENO CONFLITTO BELLICO QUINDI NELL'ARCO DELLA GIORNATA. POTEVA CAPITARE CHE CI FOSSERO DELLE INCURSIONI DI AEREI NEMICI, PER BOMBARDARE. E QUANDO SUONAVA LA SIRENA DI ALLARME AEREO, NOI, INCOSCIENTI E FELICI. PERCHE' SI SOSPENDEVANO LE LEZIONI PER RECARSI AL RIFUGIO. IL RIFUGIO AVEVA UN INGRESSO NEL MARCIAPIEDI DEL CORSO DI FRONTE AL FOTOGRAFO ASSENZA. L'ALTRO ERA DIFRONTE LA MADONNINA DOVE ORA C'E' IL CHIOSCO.

(FOTO. NOTARE INGRESSO RIFUGIO IN BASSO A DESTRA TIPO METRO')

DENTRO IL RIFUGIO ERA BUIO E CI SI FACEVA LUCE ACCENDENTO

DELLA CELLULOIDI DEI CACCIA ABBATTUTI NELLA ZONA. UN FUMO TERRIBILMENTE TOSSICO. MENO MALE CHE GLI INGRESSI DEL RIFUGIO ERANO SENZA INFISSI. COSI' SI FORMAVA UNA CORRENTE D'ARIA, CHE SPAZZAVA VIA IL FUMO. IL SABATO NON C'ERA SCUOLA. MA C'ERA L'OBBLIGO DI PARTECIPARE ALLA SFILATA DEL SABATO FASCISTA. DALLA SCUOLA AL MONUMENTO AI CADUTi. TUTTI RIGOROSAMENTE IN DIVISA. E MARCIANDO TIPO MILITARE. IO ERO VESTITO DA FIGLIO DELLA LUPA. SI VESTITO!. PERCHE’ CHISSA' CON LA DIVISA. SI E LE SCARPE NO. SICCOME IO NON AVEVO SCARPE MA ZOCCOLI. SFILAVO CON GLI ZOCCOLI. COME E’ DI MODA, PER I RAGAZZI DI OGGI. ANCHE ALLORA QUALCHE VOLTA SI MARINAVA LA SCUOLA. SPECIE SE ERANO BELLE GIORNATE. E SI FACEVANO I TUFFI DAL PONTILE DI FERRO.

(FOTO. U CARICATURI. SERVIVA PER CARICARE I VELIERI DI ALLORA).

OPPURE DA PUNTIDDA DOVE ORA C'E' IL LIIDO L'AVANA E IL MARE ERA PROFONDO CIRCA DUE METRI. QUANDO C'ERANO LE ALGHE ALTE. FACEVAMO LE TRINCEE PER GIOCARE ALLA GUERRA.

PER RECARCI A SCUOLA, ANDAVAMO DAL CORSO, DAI MARCIAPIEDI ALTI DEI MAGAZZINI DEL SALE. (ORA SCUOLA ROGASI). QUANDO C'ERA VENTO E PIOGGIA, SALTEVAMO CON L'OMBRELLINO COME PARACADUTE. CHE SI ROMPEVA IRRIMEDIABILMENTE. QUANDO ARRIVAVI A CASA GIU' BOTTE!.

A TURNO, DOVEVAMO FARE LA GUARDIA NELLA SCALA DELLA SCUOLA INGRESSO DI VIA STUDI. SEMPRE IN DIVISA E CON MOSCHETTO FINTO. QUANDO PASSAVANO I MAESTRI, DOVEVAMO FARE IL PRESENTARMI.

PER MERENDA. QUELLI COME ME AVEVANO LE CARRUBBE. I FIGLI DELLA BORGHESIA AVEVANO IL PANE BIANCO. NOI FACEVAMO LA VOGLIA AL PANE E I BAMBINI FIGLI DELL'ALTA BORGHESIA POZZALLESE, FACEVANO LA VOGLIA ALLE CARRUBBE. PERCHE' A DETTA DAI SUOI, LE CARRUBBE LI MANGIAVANO I CAVALLI. NOI ABBIAMO TROVATO IL SISTEMA DI FARE IL BARATTO SCAMBIANDOCI LE MERENDINE.

QUANDO LE SCUOLE ERANO CHIUSE. ANDAVAMO IN SPIAGGIA A VEDERE ARRIVARE LE PARANZE. BARCHE PIENE DI PESCE. SICCOME OGNUNO DI NOI AVEVA UN PARENTE PESCATORE. QUESTO QUANDO CI VEDEVA FRA LA FOLLA DICEVA: MA NIPU' (MIO NIPOTE) APPARA U FAZZALETTU CA TI RUGNU 'MPUOCU RI PISCI. NOI TUTTI FELICI LO PORTAVAMO AI GENITORI PER CUCINARLO.

A MIO PAPA' PIACEVA LAVORARE I CAMPI. SOPRATUTTO QUELLI VERGINI E INCOLTI, INSIEME A UN SUO COGNATO PREDILETTO U ZU NINU. ANDAVANO IN CERCA DI QUESTI (ALLORA CE NE ERANO MOLTI). COMINCIANDO DA MARZA, MARINA, VALLETTA I LUPI. GLI ULTIMI ANNI (ERANO GIA' ANZIANI) AVEVANO PRESO UN TERRENO A S. MARIA DEL FOCALLO. DOVE SI RECAVANO AL MATTINO PRESTO. SPIAGGIA SPIAGGIA A LAVORARE QUESTI. ALLORA C'ERA UN GRANDE ANALFABITISMO I RAGAZZI PIU' GRANDI DEL QUARTIERE, PARTIVANO PER IL SERVIZIO DI LEVA. E SICCOME NON ESISTEVANO I CELLULARI, SI DAVANO NOTIZIE TRA FAMIGLIE E MILITARI, TRAMITE LETTERE POSTALI. SOLO CHE, SIA I RAGAZZI MILITARI CHE I LORO FAMIGLIARI, NON SAPEVANO NE LEGGERE NE SCRIVERE, CHIAMAVANO ME PER RISPONDERE ALLE LETTERE. SUGGERENDOMI COSA SCRIVERE (QUASI SEMPRE RICHIESTE DI SOLDI DA PARTE DEI GENITORI AI FIGLI MILITARI). CHE IO MI PREMURAVO DI OMETTERE. SAPENDO CHE LA PAGA DEI MILITARI ERA BASSISSIMA. PER NON DISPIACERE AI FIGLI. QUANDO ARRIVAVANO LE LETTERE AI GENITORI. MI CHIAMAVANO PER LEGGERLE, OVVIAMENTE, IO OMETTEVO CIO' CHE DICEVA MAGARI CHE STAVANO MALE O ERANO RICOVERATI IN OSPEDALE.

IO NEL QUARTIERE, ERO UN PO LA MASCOTTE. SICCOME NELLA CASA DEL MILARU SI CUCINAVA TUTTI I GIORNI, LE FIGLIE MI CHIDEVANO SE AVEVO MANGIATO. IO DICEVO NO ALLORA LA MANGI UN PO DI PASTA COL SUGO DI MAIALE? CAPIRAI LA RISPOSTA NON POTEVA ESSERE CHE SI. QUESTO SUCCEDEVA SPESSO. E' VENUTA A SAPERLO MIA MAMMA. MI HA MESSO IN GUARDIA DAL MANGIARE DALLE PERSONE. COSI RA GENTE NUN TI NA PIGGHIARI. DOPO QUALCHE GIORNO. MI CHIEDONO SE VOLEVO UN PO’ DI PASTA COL SUGO DI MAIALE. IO FACCIO UN SALTO DA CASA MIA E MI TROVO A CASA LORO. TROVO UN PIATTINO FONDO CON BORDI BLU. MI SIEDO E IN POCHI ATTIMI FACCIO FUORI LA PASTA. VISTO LA SVELTEZZA DI COME HO MANGIATO LA PASTA, HANNO PENSATO: CHISSA' CHE FAME AVRA’. ALLORA SI RIVOLGONO A ME DICENDO VANNUZZU NI VUOI ANCORA? IO PREMUROSO E INGENUAMENTE RISPONDO: NO. MI RISSI MA MADRI CA COSI RA GENTI NUN MI NA GIA PIGGHIARI" E SCAPPO VERSO CASA MIA. CON LORO CHE MI SEGUIVANO DICENDO: PRIMA SI MANGIAU A PASTA, PUOI DICI CA COSI RA GENTE NUN