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Il Natale è servito
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E-book119 pagine1 ora

Il Natale è servito

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Info su questo ebook

L’antologia “Il Natale è servito” è nata dall’incontro di sedici allievi che frequentano i laboratori di scrittura creativa di Rossana Carturan. Racconti dal noir al fantasy, dalla favola alla fantascienza, dalla seduzione alla narrazione introspettiva. Ironia, comicità e buoni sentimenti.
LinguaItaliano
Data di uscita3 dic 2020
ISBN9791280184375
Il Natale è servito

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    Anteprima del libro

    Il Natale è servito - Collettivo Creativo Latina

    capitone

    Colophon

    isbn 9791280184375

    © 2020 by All Around srl

    I edizione dicembre 2020

    redazione@edizioniallaround.it

    www.edizioniallaround.it

    Prefazione

    di Rossana Carturan

    L’antologia Il Natale è servito è nata dall’incontro di alcuni miei allievi dei laboratori di scrittura creativa. Età diverse, estrazioni diverse e culture diverse, come sarà facile notare dai loro racconti. La diversità anagrafica, come le altre differenze, non ha limitato la creatività tantomeno il desiderio di farne parte. L’esperienza di lavoro collettivo è stato un arricchimento. Seguirli e scoprire come il senso comune dello scrivere, delle emozioni, abbia affinato la loro penna e la loro conoscenza ha gratificato oltremodo il mio lavoro.

    Stili diversi e gusti letterari diversi non hanno compromesso la loro reciproca collaborazione. Si sono aiutati, sostenuti, e se qualcuno era lì per mollare l’altro lo riacciuffava affinché non si perdesse. Alcuni hanno scelto di cimentarsi in narrazioni lontane dal loro genere, rendendo questa raccolta ancora più interessante.

    Apre l’antologia Luca Albanese, il mio allievo noir, capace di allacciare il lettore dall’inizio alla fine, e stupirlo con finali mai scontati, in un vago richiamo gotico; a seguire Alessia Bulgarelli, autrice dalla scrittura ponderata, equilibrata, una matematica delle parole, qui con una storia nella storia; Rebecca Caggiari, una ragazza di diciotto anni che ho avuto la fortuna di avere con me già all’età di quattordici, dalla padronanza narrativa di una vera professionista; Marianna Campo, una ragazzina di soli quindici anni che nel suo singolare e maturo scrivere incanta ogni volta con incredulità; Sabrina Cardullo, una rivelazione, si è avvicinata al corso per gioco e ora domina la narrazione con sapienza, ironia e descrizioni molto accattivanti; Laura Cianfarani, autrice delicata, giusta, composta, mai banale, sa offrire con armonia immagini esatte del quotidiano; Nicole De Cinti, la discola, nonostante il temperamento imprevedibile riesce a regalare sempre piccoli gioielli; Barbara Fabrizio, una giovane donna - a cui va anche un mio particolare ringraziamento per avermi aiutata nella correzione dei testi - usa la penna a suo piacimento, passando dai gialli alla fantascienza, dalle storie di vita al fantastico, con una naturalezza e capacità che sorprendono; Martina Ficarola, una fanciulla arrivata poco più di un anno fa con molte incertezze e che oggi si muove con precisione e stile, nel genere fantasy che tanto l’appassiona; Eugenia Olimpio, dalla sensibilità spiccata, anche qui ampiamente dimostrata, spinge il suo racconto su emozioni delicate di cui sa essere capace; Barbara Mirarchi, scrittrice di fiabe, non poteva che inserire nella sua narrazione una perla dal sapore buono e fiducioso; Francesca Montagner, una delle allieve arrivate da poco ma che nonostante ciò rivela un talento innato, giocando con le parole e le sue infinite sfumature; Alessandro Reale, autore di fantascienza, qui sorprende con una storia del tutto diversa, tenue e commovente; Ghada Soliman, autrice di origini egiziane, regala a tutti noi un racconto doloroso, contemporaneo, che ha saputo rendere con grazia e stile; Sara Taffoni, l’artista del gruppo, dipinge storie e personaggi famosi, con esattezza di intenzioni e suggestioni, umanizzandoli tanto da sentirli vicini di casa; Simonetta Zago, l’ultima per cognome, anche in ordine di arrivo ai miei corsi, di sicuro però una penna molto promettente che con sagacia e gusto narrativo chiude l’antologia donandoci, infine, una preziosa prelibatezza.

    A tutti loro va il mio grazie per questa raccolta, augurando che sia l’inizio di una lunga storia d’amore con la scrittura e un grazie particolare a Christian Mastrillo per la bella copertina.

    Buona lettura.

    L’agnello ritrovato

    di Luca Albanese

    La lama cadde a peso morto, tranciando il petto tra le costole, facendo un tonfo che rimbombò tra le quattro mura della stanza. L’uomo vide aprirsi la carne davanti ai suoi occhi e sorrise. Senza pensarci risollevò la mannaia e la guidò un’altra volta sul corpo inanimato. Al secondo colpo provò maggiore piacere, soddisfatto della precisione del lavoro per cui era stato pagato.

    New York

    24 dicembre 1960

    Ore 9 p.m.

    Danny

    Il Natale era importante a Little Italy, di sicuro il giorno più sentito dell’anno per Vinny Genovese che era stato educato cristianamente da Donna Assunta, sua madre e titolare del ristorante La bella paesana. Fin da piccolo, Vinny preferiva quella festività ancor più del suo compleanno e ora che aveva superato i sessant’anni, non voleva tristezza intorno a sé. Suo fratello minore Danny era invece l’opposto ed era così evidente che lo chiamavano Danny il Grinch. Malgrado Vinny gli avesse vietato di commettere illeciti durante le feste natalizie, lui dopo una furente lite si era recato a Brooklyn per sistemare un affare personale: due ladruncoli gli avevano rubato un borsello. Il gesto lo aveva ferito nel suo orgoglio di gangster. Fu l’ultimo pensiero prima di voltare l’angolo in un vicolo chiuso lungo Pacific Street e venir stordito da un oggetto contundente. Quando riprese i sensi aveva la faccia a terra, le mani e i piedi legati e un sapore dolciastro in bocca. Sputò il sangue sul pavimento impolverato che sembrava appartenere a un vecchio capannone ormai in disuso. Intorno a lui quattro uomini. Dopo qualche secondo di comprensibile confusione, avvertì il rumore di una macchina. Il motore si spense e una portiera si aprì.

    «Baciamo le mani don Ciccio» disse uno dei quattro, per poi voltarsi verso Danny e sferrargli un calcio in faccia, lasciandolo inerme.

    24 dicembre 1960

    Ore 9 p.m.

    La Famiglia

    Donna Assunta telefonò al suo macellaio di fiducia, lamentandosi di non aver ricevuto l’agnello da fare al forno con le patate. La sua ricetta dell’ Agneddu arrustutu era famosa in tutta New York, il suo segreto era ben custodito in cassaforte su un foglietto, lasciatole da sua nonna Imma, soprannominata L’italiana per la sua tendenza a parlare la lingua in un falso modo corretto pieno di strafalcioni.

    Costernato per l’accaduto, il macellaio le disse che avrebbe provveduto subito, consegnandolo di persona entro mezz’ora. Quando mise giù il telefono, Donna Assunta ebbe un cattivo presagio ma lo tenne per sé. Salì nell’appartamento che aveva sopra al ristorante, entrò in camera da letto d aprì la cassaforte. Tirò fuori la ricetta e lesse:

    Prendere un quarto d’agnello e condirlo con uogliu sali pepe e aceto. Io lo accarezzo con un bastone di rosmarinu è meglio, teni la carne più bona. Con lu cutieddu lo punzichi, lasciandolo nel guazzo qualche ora. ‘nfornalu dopo averlo massaggiato per dieci minuti con le mani di rosmarinu, sali e aglio trito. Tagliare le patate e nu pipi virdi a strisci e metti nella teglia. Il forno ha da essere caldo, molto caldo. Dopo dieci minuti, che è rosolato bene bene, aggiungere mezzo litro di vinu russu. Chiudere il forno ed aspettare la cottura.

    Si emozionò come ogni Natale su quelle parole, sapeva che il segreto del rosmarino, sale e aglio tritati insieme rendeva l’agnello delizioso, creando una crosticina che manteneva ogni sapore al suo interno. Era il suo rito natalizio. Guardò l’orologio, era passata un’ora, il macellaio era in notevole ritardo, rischiava di dover festeggiare senza il piatto tipico, rompendo così la tradizione.

    In ansia scese al pianterreno e chiamò Vinny.

    New York

    24 dicembre 1960

    Ore 10 p.m.

    Danny

    Quando Danny si svegliò era legato a un tavolo, una luce intensa sopra di lui gli impediva di vedere le persone intorno, sentiva solo le voci. Una gli parve familiare.

    «Denny, Denny, non te lo hanno insegnato che non bisogna invadere i territori altrui?».

    Era don Ciccio Caponata, boss del clan rivale. Il ragazzo sapeva di aver sconfinato nel loro territorio, la sua arroganza lo aveva spesso messo in situazioni imbarazzanti ma quasi sempre ne era uscito per il rotto della cuffia.

    «Don Ciccio, vi assicuro che non me ne sono accorto, stavo seguendo due scugnizzi che mi hanno scippato il borsello e mi sono ritrovato in questo vicolo».

    L’uomo davanti a lui rise, seguito da tutti gli altri.

    «Vedi picciotto, tu mi sei simpatico, ma ci sono sgarri che io non posso permettere. Che ne penserebbero i miei uomini? Che sono diventato un pappamolla come tuo fratello che si sente più buono sotto le feste natalizie?».

    «Mio fratello è un sentimentale, Don Ciccio, lasciamolo fuori da questa storia. Liberatemi e dimentichiamo tutto. Come si dice? Nemici come prima».

    «Ti rendi conto che non sei nella condizione di fare richieste? Sei legato a un tavolo e al mio fianco c’è Sonny Vucceri, lo sai per cosa è famoso, vero picciotto?».

    Danny cominciò a sudare freddo, deglutì ma la sua gola rifiutava qualsiasi cosa. Sapeva che urlare non avrebbe risolto nulla, chiuse gli occhi e pensò che Natale fosse un giorno di merda

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