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Marionetta
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E-book84 pagine44 minuti

Marionetta

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Ricordate quali erano le paure e gli interrogativi che vi attanagliavano la mente quando eravate ragazzi?

Wynaël è alle soglie dell’età adulta, ma non ha mai potuto liberarsi dai dubbi che l’hanno spinto gradualmente fuori dalla normalità imposta dalla società.

Non si sente responsabile delle sue scelte e non smette di avere la sensazione di essere solo una marionetta controllata da un’entità superiore.

Nel momento in cui la vita inizia a infrangere la speranza di capire lo scopo della sua presenza sulla Terra, abbandona quello che ha sempre conosciuto alla ricerca di una verità che non è sicuro di trovare.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita12 apr 2020
ISBN9781071541500
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    Anteprima del libro

    Marionetta - Jae Akahone

    I

    Vi siete mai chiesti se fossimo solo delle semplici marionette manovrate da qualcosa di molto più potente rispetto a ciò che crediamo?

    Certo, non voglio parlare del caso in cui abbiate un capo che vi tratti come una nullità, solo perché venite pagati.

    Non parlo neanche del fatto che alcuni, credenti in Dio, pensino che sia lui a guidare tutte le nostre vite.

    No, ovviamente, la vedo diversamente.

    Per esempio, quando un bambino gioca con una casa delle bambole: inventa per loro una vita, le dirige, ne fa ciò che vuole.

    Ne è responsabile.

    Fatevi questa domanda.

    E se fossimo solo delle semplici pedine mosse da qualcuno che ci considera solo delle bambole, come reagireste?

    Forse vi sembrerei paranoico o completamente folle, ma non me la prenderei se pensaste questo di me.

    Visto che tutti lo pensano ed è proprio per questo che ora mi ritrovo in un ospedale psichiatrico.

    No, ma sinceramente, fatevela questa domanda.

    Come reagireste?

    Lo lascereste accadere?

    Oppure, vi opporreste di vostra spontanea volontà?

    Ho sempre avuto dentro di me l’impressione di non essere libero di muovermi, di non essere libero nel modo di concepire il mio destino come voglio io.

    ––––––––

    «Sai, Wynaël, il tuo destino era segnato molto prima della tua nascita. Non potrai cambiarlo.»

    ––––––––

    Queste erano le parole che mi ripeteva instancabilmente mia nonna, quando ero piccolo.

    Eppure... Dato che facciamo quello che vogliamo, possiamo cambiare il nostro destino. Non è vero?

    Il mio dottore dice che la domanda che mi faccio deriva da una paura infantile, paragonabile al fatto che da bambini non immaginiamo di morire e che quando cerchiamo di immaginarlo ci coglie un sentimento di paura.

    Si tratta di una paura ingiustificata che tutti affronteremo prima o poi.

    Ma non riesco a capire perché la sensazione di essere controllato come una marionetta da un’entità superiore sia simile alla paura di morire.

    Ovviamente, gliel’ho detto e lui mi ha risposto semplicemente che questa sensazione che provavo era dovuta al fatto che i miei genitori erano troppo iperprotettivi nei miei confronti da bambino, dettandomi come mi dovevo comportare.

    Perciò gli ho risposto che non capivo perché avevo sempre avuto quella forte sensazione, dato che i miei genitori erano morti entrambi da molti anni in un incidente aereo e che, di conseguenza, non c’erano più da un sacco di tempo per impormi la condotta da mantenere.

    E ha sospirato, guardandomi come un caso disperato che avrebbe finito la vita ricoverato nel reparto per i «disturbi mentali» di questo ospedale.

    Non sono stupido, tutt’altro, visti i risultati del QI che ho ottenuto all’ingresso di quest’ospedale.

    Non capisco il bisogno che hanno i dottori di voler sempre dare una definizione a questo o a quel comportamento.

    È così vitale per loro quanto lo è per me il voler provare che quello che sento non è dovuto a questo o a quel disturbo psichico.

    Ieri, alla fine ho avuto una specie di risposta che forse potrebbe aiutarmi in ciò che mi tormenta, come me lo ricorda spesso quello che vorrebbe essere il mio dottore; quando gli fa comodo, ovviamente.

    Qualche giorno fa, sono andato per l’ennesima volta di notte sulla chat di un forum che un po’ soddisfa le mie aspettative, - un forum di invasati come direbbe mia nonna - ; quando ero il solo in linea, è comparso un messaggio.

    ––––––––

    «Non sei stufo di avere le mani e i piedi legati ai fili di una struttura che secondo alcuni è immaginaria?»

    ––––––––

    Mi ricordo che ci ho messo un po’ a rendermi conto di quella frase, tanto più che qualche attimo dopo si sono connesse delle altre persone e si sono messe a parlare di un argomento che non aveva

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