Itinerario
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Anteprima del libro
Itinerario - Donato Patricelli
Donato Patricelli
Itinerario
Silloge poetica
Copyright© 2020 Edizioni del Faro
Gruppo Editoriale Tangram Srl
Via dei Casai, 6 – 38123 Trento
www.edizionidelfaro.it
info@edizionidelfaro.it
Prima edizione digitale: aprile 2020
ISBN 978-88-6537-562-4 (Print)
ISBN 978-88-6537-775-8 (ePub)
ISBN 978-88-6537-776-5 (mobi)
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Il libro
Itinerario
, un percorso poetico che va dalla tentazione lirica
e la vibrazione linguistica alla frantumazione del verso e dell’architettura sintattica, passando per registri diversi. C’è un preludio e ci sono due intermezzi come interruzioni, pause che variano il registro espressivo delle raccolte.
Itinerario
Itinerario, un percorso poetico che va dalla
tentazione lirica" e la vibrazione linguistica alla frantumazione del verso e dell’architettura sintattica, passando per registri diversi. C’è un preludio e ci sono due intermezzi come interruzioni, pause che variano il registro espressivo delle raccolte. Le note inserite tra una raccolta e l’altra chiariscono temi, contenuti e stile delle raccolte, mentre la nota iniziale a ogni testo chiarisce gli stessi in relazione al testo.
Registro espressivo denso e atmosfera sospesa, qualcosa di lontano nello spazio e nel tempo, un incedere nel mistero. Quindi realtà sfuggente, sempre in fuga verso il confine del sogno. Non descrizione oggettiva ma nemmeno deformazione. Suggestività dell’indeterminato, misteriosità questo sì.
PRELUDIO
Dopo la luce pallida
delle regioni a nord,
ritrovarsi nel luogo dove abitava l’uomo¹
prima che mangiasse dell’albero².
La luce che cola sugli occhi
e nidifica nell’intrico dei rami,
gemiti del silenzio, un’eco
nell’indolenza dell’aria;
tra bagliori vibrazioni assonnate
che pigramente danzano.
Camminando vacillò accecato,
come l’otaria che riaffiora
dalla profondità in superficie,
quando si levò da un’acacia
uno zampillo di passeri³
e ad un volo più rapido
l’aria oscillò in un sussulto.
Divinità del canto sottovoce⁴,
ondulato e dolcissimo,
uno spazio ampio di sussurri
dove si nascondeva l’ombra.
In un angolo c’erano i mughetti.
Spuntavano da un tappeto di muschio
e non c’erano pruni, né cardi
soltanto verdissime felci.
Inganni ai confini dell’ombra
e la lusinga del tempo imperfetto⁵.
Metamorfosi lente si scioglievano
in dissolvenze liquide.
Era dunque nel cerchio del presagio?
il rifugio di occhi stupiti
in fondo a una chimera infantile.
Un luogo come perso e ritrovato,
forse attraversato in bilico
tra le brume d’un sogno.
SUPERFICI ORIENTABILI
Tema dell’individuo e la società.
Nella prima sotto-raccolta l’attenzione si fissa sull’individualità, sulla relazione dell’uomo con se stesso, le sue pulsioni e inibizioni, gli atteggiamenti di fronte all’affanno esistenziale. Emergono motivi quali la precarietà dell’esistenza, l’incertezza e i dubbi di fronte alle scelte che il futuro ci prospetta, l’imponderabilità d’una sorte cieca e tirannica, lo spazio-incognito come minaccia che inquieta.
Nella seconda sotto-raccolta i motivi sono ancora gli stessi, ma la rappresentazione si allarga alla trama dei rapporti sociali, alle relazioni dell’individuo con la società, al suo tentativo di realizzarsi, di affermarsi in essa.
Nell’ultima sotto-raccolta, il quadro si amplia in aspetti quali la disparità delle classi sociali, il clamore d’una società composita, i bagliori
dell’intrattenimento televisivo e le velleità artistiche nel mondo dello spettacolo, la voluttà del superfluo e dell’apparire.
L’INDIVIDUO
La cecità della sorte, i dubbi di fronte alle scelte che il futuro ci impone, il pensiero che si scontra con l’azione.
Lo scricchiolio del tarlo
La definizione dei limiti,
le disparità del futuro che entra
dopo l’estrazione e la conta
degli eletti, dei chiamati e gli esclusi.
Qualcuno entra nei meandri del dubbio
e sa che per carenza d’impeto
ci si può arenare nelle prime torsioni.
Il posto non è per niente piacevole.
Si passa tra strette pareti e
cunicoli in cui bisogna strisciare.
In fondo a una via
s’incontra un muro di mattoni:
è un vicolo cieco!
Non è dato sapere le sentenze
che il destino prepara.
Possiamo soltanto affidarci
ai filamenti che danzano
nella sfera di sibille bugiarde.
Ignora l’ombra che ti segue,
guardati da te stesso, amico mio,
dall’inquilino che ti dimora dentro.
Anticipare il destino e scriverlo
di nostra mano? Agire senza indugi
o rifugiarsi in oziosi quesiti,
come quel principe che sulla torre merlata
interrogava se stesso e il mondo
sulle scelte che la vita ti impone?
Lo spazio-incognito come minaccia che