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Figli di sarcoma: Hijos de sarcoma
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E-book64 pagine23 minuti

Figli di sarcoma: Hijos de sarcoma

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Info su questo ebook

«C’è una sola vita, ecco il punto: ma è declinata in molte vite, diverse nelle esperienze e nel linguaggio. […] L’infermità di un poeta accelera il bisogno di comunicare, e di comunicare il bisogno di comunicare [...]» (dall’Introduzione di Massimo Sannelli)
I versi della poetessa spagnola Natalia Fernández Díaz-Cabal coniugano con travolgente potenza espressiva la forza e la determinazione della lotta contro la malattia – ripercorsa con sguardo lucido e inclemente –, all’impeto inesauribile di un rinnovato amore per la vita. Come un naufrago che osservi con nitida consapevolezza la scampata tempesta, riscoprendo con ardente stupore le travolgenti sfumature dell’esistenza, fin nei più consueti dettagli della quotidianità, l’autrice accompagna il lettore in un percorso intimo e personale, che rivela il suo respiro universale attraverso il potere unificante della poesia.
LinguaItaliano
EditoreNOR
Data di uscita3 ott 2017
ISBN9788833090122
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    Figli di sarcoma - Natalia Fernández Díaz-Cabal

    Natalia Fernández Díaz-Cabal

    Figli di sarcoma

    (Hijos de sarcoma)

    Poesie

    ISBN 978-88-3309-016-0

    traduzione di Gianni Mascia

    NOR

    Indice

    Introduzione

    Figli di sarcoma

    Figli di sarcoma

    Quaderno dissotterrato

    Penelope

    Delfi

    Punto di fuga

    Sakura

    Mele

    Alchimia

    Astrolabio

    Sotto il filo nero

    C'è primavera nei petali

    Da un ospedale

    La mano mozzata non è generosa

    Silenzi

    Hijos de sarcoma

    Hijos de sarcoma

    Cuaderno desenterrado

    Penélope

    Delfos

    Punto de fuga

    Sakura

    Manzanas

    Alquimia

    Astrolabio

    Debajo el hilo negro

    Hay primavera en los pétalos

    Desde un hospital

    La mano tronchada no es generosa

    Silencios

    Autrice e Traduttore

    Colophon

    Introduzione

    C’è una frase di Flaubert: «La vie n’est tolérable que quand on l’escamote». Daniel Auteuil la cita nelle Confessioni di Roberto Andò, in questa traduzione italiana che dilata un po’ il francese: ‘La vita mi sembra tollerabile solo se si riesce a schivarla’. Nel testo di Flaubert non c’è traccia di un pronome: non è la mia vita o quello che mi sembra, è la vita in generale, come se si trattasse della vita di tutti.

    O no?

    Prendiamo l’oro, nominato in questo libro: «Non c’è formula per arrivare a essere oro / si nasce oro».

    Poi prendiamo la parola brutta: sarcoma. La vita non è uguale per tutti e neanche il sarcoma è per tutti, perché è un tumore raro. Anche l’oro è oro, e tutto è quello che è.

    Natalia Fernández Díaz ha avuto un sarcoma e ne ha scritto in versi – questo libro di poesie – e in prosa, nel libro Polifemo y la mujer barbuda. Crónica (des) enfadada de un cáncer atípico¹. Polifemo si apre con una domanda di Mishima Yukio, «Non è possibile che l’infermità sia, in definitiva, un’accelerazione della vita?». E allora, che fare di questa vita? Deve essere schivata o presa? L’infermità accelera la vita. Va bene: ma perché sempre la vita? Perché un aforisma

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