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L'Effetto Gazza Ladra
L'Effetto Gazza Ladra
L'Effetto Gazza Ladra
E-book233 pagine2 ore

L'Effetto Gazza Ladra

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Info su questo ebook

Attenzione, nuova notifica! Potresti essere invischiato in una perdita di tempo ed energie dovuta a una battaglia quotidiana impossibile da vincere.

Prove sempre più evidenti mostrano che la maggior parte di noi insegue inconsciamente la propria realizzazione (fiducia in sé stessi, conferme, legami, obiettivi e quant’altro) in un luogo in cui ironicamente non la troverà mai: i social media. Beffa ancora più grande? Dipendiamo sempre più da suddetto inseguimento e la nostra cultura ci rende ciechi nei confronti di quanto sia dannosa tale futile ricerca. Se usati in modo sano, i media possono migliorarci la vita in un’infinità di modi positivi. Tuttavia, la maggior parte di noi abusa di essi inconsapevolmente e in maniera malsana, rendendoli vantaggiosi quanto lo può essere un virus.

E la malattia più pericolosa è proprio quella che ti convince di non essere affatto ammalato... Perciò, mentre molti credono che non esistano neppure dei problemi di cui discutere, Damien Massias sta già ingegnandosi per una cura. Primo ingrediente: la consapevolezza. Massias è un life coach e un osservatore professionista. Ti parlerà in modo diretto, senza indorarti la pillola, ma sempre con tanta genuina gentilezza.

Il presente libro è un guida per navigare (e schivare) i pericoli dei social media, in modo da poter continuare a utilizzarli in modo sano. Funge da campanello d'allarme per osservare, esaminare e rivalutare la nostra relazione coi social e ricalibrare la bussola verso la vera realizzazione. Il manuale esamina reali casi di studio al fine di illustrare come una cosa che riteniamo piccola e innocua possa avere un effetto colossale sulle nostre vite: l’Effetto Gazza Ladra.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita3 giu 2020
ISBN9781071543603
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    Anteprima del libro

    L'Effetto Gazza Ladra - Damien Massias

    L’Effetto Gazza Ladra

    Guida completa ed esaustiva per sopravvivere

    e apprezzare la contorta era dei social media.

    #UnsocialMedia

    ––––––––

    Damien Massias

    INTRODUZIONE

    CAPITOLO 1

    Prima le Buone Notizie

    CAPITOLO 2

    E Adesso le Notizie Cattive

    CAPITOLO 3

    Niente Giochi da Ragazzi (né da Adulti) —

    Il Pericolo Comincia da Giovani

    CAPITOLO 4

    Il Prezzo dei Social Media: Lo Scotto della Salute Mentale

    CAPITOLO 5

    In Gran Parte Non È Neppure Reale

    CAPITOLO 6

    E Tu Sei Ancora Reale?

    CAPITOLO 7

    L’Illusione della Separazione

    CAPITOLO 8

    Vivere la Vita di un Altro

    CAPITOLO 9

    Una Società Incentrata su Sé Stessa è Ancora una Società?

    CAPITOLO 10

    Ultrasessualizzati e Sminuti

    CAPITOLO 11

    Il Terzo Incomodo

    CAPITOLO 12

    FOMO—Più che un Hashtag

    CAPITOLO 13

    Una Perdita di Tempo (Virtuale)

    CONCLUSIONI

    Il Corvo e La Volpe

    di Jean de La Fontaine

    Sen stava messer Corvo sopra un albero

    Con un bel pezzo di formaggio in becco,

    Quando la Volpe tratta al dolce lecco

    Di quel boccon a dirgli cominciò:

    "Salve, messer del Corvo, io non conosco

    Uccel di voi più vago in tutto il bosco.

    Se è ver quel che si dice

    Che il vostro canto è bel come son belle

    Queste penne, voi siete una Fenice."

    A questo dir non sta più nella pelle

    Il Corvo vanitoso:

    E volendo alla Volpe dare un saggio

    Del suo canto famoso,

    Spalanca il becco e uscir lascia il formaggio.

    La Volpe il piglia e dice: "Ecco, mio caro,

    Chi dell’adulator paga le spese.

    Fanne tuo pro’ che forse

    La mia lezione vale il tuo formaggio."

    Il Corvo sciocco intese

    E (un po’ tardi) giurò d’esser più saggio.*

    *da Favole di Jean de La Fontaine – Newton Compton Editori S.r.L. Roma 1994

    Traduzione dal francese di Emilio De Marchi

    Perché Effetto Gazza Ladra?

    Una volta ero con mio padre alla sua casa di campagna francese nel mezzo del nulla, quando avvistammo una gazza ladra, uccello indigeno di quella zona. Lui mi disse che le gazze amano tutto ciò che luccica e che vengono considerate uno dei volatili più intelligenti, in quanto uniche tra le specie non mammifere a possedere l’abilità di riconoscere sé stesse al test dello specchio.

    Quando ho deciso di scrivere il libro, l’immagine di quella gazza mi è subito tornata alla mente, realizzando che noi utilizzatori di social media ricordiamo in qualche modo quel genere di uccelli. Siamo attratti da dispositivi luccicanti, da applicazioni che sfavillano sui nostri schermi, da account e persone brillanti e tutto ciò che vi è dietro. Per giunta, siamo più rapidi che mai a identificare, ossessionarci e condividere le nostre riflessioni su suddetti media. Una ricerca su Google rimanderebbe a un significato di ‘effetto gazza ladra’ del tutto differente, ma per quanto riguarda me, per questo libro, si tratta essenzialmente del modo in cui restiamo abbagliati dagli sfavillanti social network che ci circondano.

    Vi auguro un’ottima lettura.

    Introduzione

    Alcuni sono appassionati di sport. Conoscono ogni squadra, statistica e regola così bene da predire vittorie e sconfitte, e intravedere nessi e andamenti durante le stagioni. La mia passione? Le persone. E se vi occorresse catalogare le molteplici caratteristiche del comportamento umano in squadre, statistiche e regole, io sarei uno di quelli che saprebbe elencarvele tutte.

    Mi chiamo Damien Massias. Sono un life coach specializzato in due aree: approccio mentale e autostima, e relazioni e rapporti interpersonali. Negli ultimi 15 anni ho vissuto la mia vita professionale come una sorta di moderno filosofo: ponendomi costantemente delle domande, analizzando e dissezionando gli schemi della società e delle persone, le abitudini, gli obiettivi, le sconfitte e via discorrendo.

    Mio padre stesso faceva da coach ai disoccupati: li aiutava ad acquisire la fiducia necessaria per i colloqui di lavoro e le altre opportunità di cambiare vita.

    Grazie ai quasi 10.000 libri della sua libreria con cui sono cresciuto, dovrei chiamare ‘filosofo’ anche lui.

    La mia matrigna era un’esperta di comportamento infantile, perciò sono vissuto in una famiglia di persone che si interrogavano costantemente su... beh, altre persone. Mio padre mi ha instillato la curiosità di scoprire i perché e i percome di ciò che ci accade intorno. Da bambino mi è capitato di ascoltare tantissime conversazioni che riguardavano i clienti dei miei genitori, i loro comuni denominatori e le caratteristiche ricorrenti, nonostante sulla carta quelle persone sembrassero del tutto differenti.

    Fidatevi, quando sei piccolo non sono cose affatto divertenti! O forse dovrei dire: non mi colpivano per importanza o attrattiva. Da giovane non vedi il quadro generale. Ciò che dicono i tuoi ti entra da un orecchio ed esce dall’altro! In ogni caso, credo che senza rendermene conto, crescere in tale ambiente abbia avuto su di me un impatto indelebile. Quando sono cresciuto, ho maturato a mia volta un forte interesse a scoprire, sostenere, comparare e risolvere i ‘rompicapi della vita’. Pertanto, quando è arrivato il momento di avviare il mio percorso professionale, sono partito dalle ricerche di tutta una vita, ricche di curiosità, di consapevolezza, di amore genuino e sentito per le persone, di una collezione in continua crescita di strumenti nonché di una reale sete di comprensione.

    La presente introduzione non vuole essere un curriculum. Non ho intenzione di elencare le mie qualifiche perché voi, saggi lettori, mi consideriate sufficientemente ‘preparato’ da indurvi alla lettura del libro. In ogni caso, credo che per voi possa essere interessante conoscere qualcuno degli aspetti della mia vita che hanno contribuito con preziose intuizioni alle conclusioni riportate in questo testo. E tali esperienze non le trovereste comunque in un CV, nonostante siano proprio quelle che reputo essere state le più influenti di tutte.

    1. Ho fatto il guardaspiaggia.

    Il mio primo impiego in assoluto è stato da bagnino estivo nel sud della Francia. Ero più giovane degli altri di circa 25 anni, e sebbene la paga non fosse granché, mi sono rapidamente arricchito di intelligenza emotiva ascoltando le storie dei miei colleghi di gran lunga più vecchi. Ho imparato tutto sui loro rapporti, rimpianti, dubbi, paure e conquiste. Discutevamo di cose di cui i ragazzi della mia età avrebbero senz’altro parlato solo dopo anni. Quell’estate, attecchì in me un seme: il profondo rispetto per le persone più grandi e la deferenza per qualunque cosa potessi apprendere dalle loro esperienze.

    In seguito ho fatto il bagnino a Disneyland Paris, per circa un anno e mezzo — cosa che mi fece uscire, da grosso pesce quale ormai ero, fuori dal piccolo stagno a cui ero abituato. Da quel momento ebbi accesso a una rete ben più vasta di storie da ascoltare, provenienti da turisti e colleghi di diversi paesi, culture, età, generi e percorsi di vita. Da salva-vite a educatore di vita, ne ho viste di tutte. E paradossalmente, ‘salvo’ più vite adesso di quanto facessi a bordo vasca.

    ––––––––

    2. Mi sono trasferito nel Regno Unito.

    E poi mi sono trasferito dalla Francia al Regno Unito. Vi siete mai ritrovati immersi in un nuovo paese e una nuova cultura di cui parlate a stento la lingua? Non è troppo diverso dall’esperienza che fanno i bambini per imparare a diventare... esseri umani. Grazie alla mia predisposizione caratteriale, ho utilizzato lo spirito di osservazione più di quanto avessi fatto in tutta la vita. Nell’acquisire il modo di adattarmi in età adulta a quella nuova cultura, ho appreso ulteriori nozioni sulla natura e il comportamento umani, molto più che in precedenza.

    ––––––––

    3. Per otto anni ho fatto parte del personale di bordo della British Airways.

    Questa è stata l’esperienza cruciale che ha nutrito e rimodellato la mia identità di coach, filosofo e osservatore. Lavorando per la British Airways, ho viaggiato per il mondo. Grazie a quell’impiego, ho letteralmente volato con migliaia di persone (equipaggio e passeggeri) e non potrebbe esistere commistione più variegata. Sebbene per loro fossi un estraneo, le persone con me sembravano aprirsi volentieri. La mia teoria è che ciò accadesse perché la maggior parte della gente non ha tante occasioni di parlare di sé a coloro che hanno una sincera voglia di ascoltare. Intuendo che il mio interesse e la curiosità per le loro vite fossero genuini, si profondevano in confidenze. Ho ascoltato di tutto: paure, dubbi, problemi, vite sessuali, questioni di soldi, difficoltà, successi, gioie, vittorie, hobby, rapporti positivi e negativi, la lista è infinita. Per me è stata una benedizione. In aria avevo tutta la pazienza e il tempo, più gli strumenti e la consapevolezza con cui ero stato allevato, per analizzare i problemi delle persone e aiutarle davvero.

    ––––––––

    4. Ho insegnato sci e snowboard.

    Curioso. Ti dedichi all’insegnamento per aiutare gli altri ad apprendere, ma in quanto insegnante impari tu stesso un mucchio di cose. Negli ultimi quattordici anni ho insegnato saltuariamente sci e snowboard, durante i giorni di ferie, le vacanze e a volte anche full-time. Abito in un posto in Inghilterra chiamato Milton Keynes, in cui si trova un impianto sciistico al coperto detto Snowzone, con della ‘vera’ neve, in modo che si possa sciare e fare snowboard tutto l’anno. Ho insegnato a migliaia di persone, negli anni. A volte, in una giornata impegnativa, mi capita di fare lezione a quasi un centinaio di allievi in tutto. Anche in questo caso, il lavoro mi ha offerto l’opportunità unica di venire in contatto a livello personale con un’enorme varietà di sconosciuti. Ed essendo un contesto di sport estremi, la gente veniva da me con dei dubbi sulle proprie capacità, il timore di farsi male o quello di sembrare sciocca davanti a tutti - il che significava che in realtà stavo impartendo ben più che delle semplici istruzioni tecniche sportive. Dovevo fare anche un po’ da motivatore a ogni persona con cui lavoravo, per far sì che le incertezze e le paure non rovinassero la sua esperienza.

    ––––––––

    5. E quindi?

    Il filo conduttore di tutte queste esperienze può essere instillato in un comune denominatore. Non importa quale divisa stessi indossando, in realtà facevo sempre il medesimo lavoro: studiare il comportamento umano e utilizzare le mie conclusioni per ispirare un cambiamento positivo nella vita delle persone.

    A queste esperienze sono seguiti numerosi corsi e conseguimenti nel campo del life coaching, più diversi anni di pratica proficua. Ma ritengo ancora che la maggior parte di ciò che ho appreso provenga dall’esperienza ‘in campo’ — intendendo per ‘campo’ la vita stessa.

    Non pretendo di conoscere tutto o di essere il massimo esperto di modelli comportamentali umani e di opinioni. Ma la regola di Malcolm Gladwell sostiene che 10.000 ore di pratica volontaria in qualunque disciplina ti rende un virtuoso. E nel loro bestseller, Peak Performance, Brad Stulberg e Steve Magness si spingono oltre asserendo che tale regola non vale se la pratica non è intenzionale e finalizzata. Beh, io ho contato ben più di 10.000 ore di suddetta pratica corretta: parlando con degli sconosciuti, compilando ricerche, prendendo nota degli andamenti e degli schemi, testando le mie scoperte e le ipotesi ancora e ancora e ancora. Come sempre nella vita, se impieghiamo migliaia di ore a fare qualcosa, acquisiamo padronanza di suddetta cosa — soprattutto rispetto a coloro che non vi hanno mai dedicato un solo pensiero.

    Questo libro si fonda soprattutto su prove, osservazioni e studi, più una piccola percentuale di opinioni qui e là. Non è per persone dalla mentalità chiusa. Cerco di condividere idee stimolanti per incoraggiare il prossimo a vedere la vita e la società attraverso una lente diversa. Secondo uno studio del 2015 dell’agenzia di influencer marketing Mediakix, in media una persona nel corso della propria esistenza trascorre più di cinque anni e quattro mesi sui social media¹. E la stima negli ultimi tempi è verosimilmente soltanto aumentata. Si tratta di un’abitudine radicata in noi, a questo punto, e un comportamento consolidato è la cosa più difficile da cambiare senza che ci sentiamo sulla difensiva o attaccati. Quindi, se vi sentite assaliti, unitevi al club! Siamo tutti qui insieme a voi, perché suddetta abitudine ha messo radici in ciascuno di noi. Fondamentale è ciò che accadrà dopo che vi sarete sentiti sulla difensiva: continuerete a leggere, aprirete la vostra mente e utilizzerete questi dati in modo costruttivo? O vi chiuderete e continuerete a vivere nella negazione? Se siete davvero motivati a cambiare gli aspetti della vita di cui non siete soddisfatti, riflettete sulle informazioni qui presentate e considerate semplicemente di modificare il vostro rapporto con i social. Prendete ciò che ritenete pertinente e utile, lasciate il resto. Da coach, il mio unico obiettivo è sempre stato quello di fornire assistenza, e per quanto sentimentale possa sembrare, se questo libro ne fornirà a chicchessia, allora avrò svolto il mio lavoro. La conoscenza è potere, e io voglio darvi questo potere.

    _________________________________

    ¹How Much Time Do We Spend on Social Media? Mediakix.com, consultato il 20 maggio 2018,

    http://mediakix.com/2016/12/how-much-time-is-spent-on-social-media-lifetime/#gs.jryzpdk.

    Vi state ancora chiedendo ‘chi diavolo è questo tizio’? Anch’io. Ma, in fondo tutti cerchiamo di scoprire chi siamo... giusto? Una cosa, però, la so per certa: non sono un nemico, soltanto un messaggero! Vi prego, non sparate! Niente di ciò che scrivo è mirato a deridere, denigrare o screditare chicchessia. Sono colpevole quanto voi riguardo a certi aspetti dei social media, e provo soltanto a essere d’aiuto. Siamo tutti sulla stessa barca. E sebbene alcuni argomenti possano non valere nel vostro caso, state certi che le mie ricerche ed esperienze provano che valgono per altre persone, e per voi potrebbe comunque essere utile apprendere come i social influiscano sugli altri in modo differente dal vostro.

    Cosa ancora più importante, vi invito ad accogliere ed esplorare qualunque riluttanza potreste avere a leggere il presente testo, perché se ho imparato una cosa, è proprio che la resistenza indica una verità risonante... forse proprio quella che non volete ascoltare. Un alcolista per difendersi giurerebbe di non avere alcun problema perché... il problema ce l’ha eccome! Sullo stesso piano, ho dei clienti che giurano che la sovrabbondanza di selfie che

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