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Parla con te: Come imparare a comunicare con se stessi
Parla con te: Come imparare a comunicare con se stessi
Parla con te: Come imparare a comunicare con se stessi
E-book126 pagine1 ora

Parla con te: Come imparare a comunicare con se stessi

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Info su questo ebook

Perché imparare a comunicare con noi stessi? Questo libro propone una visione della comunicazione unica e molto avanzata, un approccio che prende spunto dalla fisica dei quanti e si allarga a macchia d’olio creando un parallelismo tra la comunicazione verbale umana e l’energia, dando origine a un ponte di consapevolezza e unicità. Un’opera dove le classiche tecniche di comunicazione vengono spazzate via da un approccio nuovo, basato sulla conoscenza dell’energia del corpo, dell’energia delle parole, di come i pensieri che creiamo possono modificare i nostri stati d’animo e di come fare a spegnere la mente gestendo le nostre paure. Così il saper comunicare con se stessi diventa l’unica strada possibile per la conoscenza di sé che ne fa da trampolino di lancio per affrontare e raggiungere lo stile di vita che desideriamo.
LinguaItaliano
Data di uscita10 set 2023
ISBN9788855393263
Parla con te: Come imparare a comunicare con se stessi

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    Anteprima del libro

    Parla con te - Giorgio Boccaccio

    CAPITOLO PRIMO

    Un inizio fondamentale

    Un granello di senape è più grande del Regno dei Cieli.

    Gesù

    Non avevo mai parlato della mia storia personale e del bambino che sono stato. Non l’ho mai fatto, in nessuno dei miei libri e nemmeno durante le mie infinite conferenze che ho tenuto in giro per l’Italia. Ma quando mi sono approcciato per scrivere questa nuova opera, mi è arrivata una forte sensazione che dovevo raccontarvi qualcosa di me di più specifico per dare un senso più esteso alla trattazione.

    Forse parto da molto lontano, ma credo che la lettura di questa prima parte del libro sia doverosa per comprendere che cosa vuol dire comunicare con se stessi.

    Sono stato uno dei primi formatori italiani. Oggi questa figura si chiama coach, facilitatore, peak performance coach, e via dicendo.

    Ho incominciato molto presto ad aiutare le persone e capire come facilitarle a mettere a fuoco le loro vite e a fare chiarezza dentro di loro, per far sì che potessero raggiungere quel tipo di vita che da sempre desideravano. Certo, forse sono già nato formatore, ma la vita mi ha indirizzato poi, verso quello che semplicemente sono sempre stato. Per molti anni mi sono sempre fatto le solite domande, chiedendomi come avrei mai potuto insegnare tutto della vita agli altri se prima non l’avessi sperimentata su di me. E allora ho collaudato ogni tecnica, ho percorso ogni strada, ho studiato e ho verificato ogni consapevolezza per poi trasmetterla agli altri.

    Sono nato in una splendida giornata di agosto del 1961 con il frenulo alla lingua. In poche parole, sono venuto al mondo con la punta della lingua collegata alla base dei miei incisivi. Questa cosa mi ha impedito di muovere la lingua correttamente e quindi di non riuscire a pronunciare bene le parole per parecchi anni. A sei anni, trovando per caso una chitarra in casa, ho imparato a suonare da solo cercando anche di cantare come potevo con la mia r che a quel tempo era molto accentuata e molto francese, non riuscendoci.

    Verso gli otto anni mi operarono del frenulo alla lingua, ma la mia r non andò via del tutto. Fu proprio in quel momento che ho incominciato a farmi molte domande sulla comunicazione umana e lo sforzo che facevo per farmi capire dai miei amici ogni volta che parlavo con loro era veramente grande, perché spesso non capivano che cosa gli stessi dicendo.

    Quando ho incominciato a studiare la comunicazione umana, la prima cosa che ho fatto è stata proprio – prima di ogni altra cosa – sviluppare la comprensione di me stesso. Ho dovuto imparare a non giudicarmi, a non fare considerazioni, a eliminare la paura che avevo degli altri e di me stesso, lasciando sempre che l’energia dentro di me fluisse liberamente come un fiume in piena e una sorgente calda e libera, senza preoccuparmi di cosa gli altri avrebbero potuto pensare di me, senza ascoltare più di tanto i commenti che ricevevo come di colui che non sapeva parlare, ma tenendoli sempre in giusta considerazione. Capii da solo come superare la paura della critica.

    Mi resi conto nell’adolescenza che il modo in cui si nasce ti può segnare per tutta la vita. Del resto come si nasce, poi si vive, dicono gli esperti.

    In questo momento mi piacerebbe che questo libro fosse in mano a psicologi, psichiatri, ostetriche, perché, anche se conoscono benissimo questo aspetto, sarei felice potessero sorridere e annuire nello scorrere queste righe, dicendo: Ha proprio ragione.

    Ho sempre considerato il momento della nascita come una metafora della nostra vita.

    È un aspetto interessante da affrontare perché nella mia esperienza personale, chi normalmente nasce in fretta, senza taglio cesareo e immediatamente urla, poi avrà una vita veloce, di corsa. Sarà un soggetto ambizioso che farà sport, non necessariamente a livello agonistico ma comunque si muoverà molto. Sarà una persona che capirà subito i concetti, ma soprattutto preferirà metterli in pratica a velocità della luce. Sarà una persona solare e con molta energia propositiva. Ho altresì notato, che chi invece nasce con taglio cesareo, o addirittura non vuole uscire dal ventre della madre, avrà una vita più lenta e a volte faticosa. Questo non significa che non raggiungerà nessun risultato, ma ci metterà senza dubbio molto tempo. La sua modalità di espressione sarà misurata, a volte assente. Molte persone nate in questo modo spesso tacciono e molte volte non ascoltano nemmeno o almeno sembra così. Sono persone a volte caparbie e spesso molto uditive. Ho riscontrato in alcuni casi che la persona arriva alla sua realizzazione in età avanzata al contrario invece dei nati subito. In effetti l’utero materno è il luogo dove siamo rimasti per circa nove mesi e quando arriva il momento di uscire sappiamo noi come dobbiamo fare. In effetti non esiste un è meglio o è peggio, ma esiste semplicemente un approccio alla vita diverso che poi in età adulta si riscontra in maniera molto visibile. I nati dopo, faticano anche a prendere le decisioni e hanno bisogno di avere accanto un nato subito, per bilanciare la relazione. In termini relazionali però due persone così diverse non possono far altro che equilibrarsi. Anche perché, come diceva Lao Tzu: Se due persone sono uguali, una è di troppo.

    Ma tornando a noi, quando sono nato urlavo talmente tanto che ho svegliato tutti gli altri bambini nella nursery. Sono venuto alla luce senza taglio cesareo, ma a quel tempo molti bambini nascevano in modo naturale. In ogni caso mia mamma si sarebbe sicuramente opposta al taglio cesareo perché, per lei, il partorire era una cosa naturale e il bambino doveva essere lui a uscire da solo. Lei diceva sempre che una donna doveva solo seguire il flusso quando doveva partorire e tutto sarebbe venuto da sé. Secondo me aveva ragione. Si deve nascere da soli, non deve essere un altro a farti uscire perché poi nella vita ti succederà la stessa cosa e tu non riuscirai mai a decidere nulla fino in fondo e avrai sempre bisogno di qualcuno che dovrà decidere per te.

    Sin da piccolo il mio sogno era quello di fare una professione artistica, di scrivere, dipingere, suonare, ma essendo nato in una famiglia patriarcale, dove solo i miei bisnonni, che non ho mai conosciuto, suonavano ognuno uno strumento e facevano parte di orchestre, è stato un po’ difficile trovare la

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