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Centro di prima accoglienza
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E-book111 pagine1 ora

Centro di prima accoglienza

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Info su questo ebook

Ironici e graffianti, questi due testi teatrali di Salvatore Romano rappresentano temi che restano molto attuali, ma che non sono certo solamente del mondo di oggi. Il primo tema, nella pièce “Centro di prima accoglienza” è per l’appunto l’accoglienza degli immigrati, dei “diversi da noi”, con tutta l’ipocrisia e la brutalità della società presso la quale un popolo di disperati cerca un aiuto per sopravvivere: giornalisti, uomini di Chiesa, politici, gente comune… nessuno si salva. Con una conclusione originale, e un richiamo storico tragicamente noto. Il secondo tema, nella pièce “L’idiota innamorato”, è quello del femminicidio, della brutalità e della violenza maschile nei confronti della donna: ma anche qui, nessuno è veramente innocente, perché ci vengono proposti due diversi finali dove, anche se il protagonista maschile è e rimane un idiota, nemmeno la donna è del tutto vittima innocente.
LinguaItaliano
Data di uscita21 giu 2020
ISBN9788855390729
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    Anteprima del libro

    Centro di prima accoglienza - Salvatore Romano

    CENTRO DI PRIMA ACCOGLIENZA

    (da trittico letterario, un’idea teatrale tratta dal romanzo

    Vengo dal mare)

    Tre atti di Salvatore Romano

    Salvatore Romano, Centro di prima accoglienza, seguito da L’Idiota innamorato

    © EEE - Edizioni Tripla E, 2020

    ISBN: 9788855390729

    Collana Fuoridallequinte, n. 12

    Prima edizione

    EEE - Edizioni Tripla E di Piera Rossotti

    www.edizionitriplae.it

    Tutti i diritti riservati, per tutti i Paesi.

    Cover: credits to Canstockphoto.com. 

    I personaggi sono frutto della fantasia dell'autore. Eventuali riferimenti a partiti, movimenti politici o persone realmente esistenti o esistite sono assolutamente casuali.

    Il teatro è un sipario aperto sulla vita. Le parole puoi modificarle, assemblarle e, a seconda dei suoni, possono diventare poesia o romanzo ma per renderle vive devi sporcarle con la polvere del palcoscenico.

    PERSONAGGI

    1° INSERVIENTE

    2° INSERVIENTE

    3° INSERVIENTE

    AUTISTA

    PRELATO

    CODAZZO

    GIORNALISTA

    CAMERAMAN

    TECNICO DEL SUONO

    BASEL

    VOCE FUORI CAMPO

    AZHAR

    AMIRA

    AMIR

    DEPUTATO

    PORTABORSE

    ANNEGATO

    UOMO CON BARBA, TUNICA E CAPELLI LUNGHI

    SCAFISTA

    CEFALO

    1° SPETTATORE

    2° SPETTATORE

    ALTRI SPETTATORI

    VOCE ALTOPARLANTE

    1° VIAGGIATORE

    2° VIAGGIATORE

    VARI VIAGGIATORI STIPATI

    HUSSEIN

    FAAROOQ

    DAL MOLIN/1430

    LORENZON/1220

    TREVISAN/1110

    FURLAN/1500

    ZANETTI/1001

    SIMIONATO/7200

    MUNEER

    MAHMOUD

    UOMO BARBUTO

    ATTO I

    Scenografia scarna come si conviene.

    La scena potrebbe raffigurare un molo oppure una rimessa di barche.

    O anche un capannone.

    Qua e là un gommone sgonfio e rattoppato.

    L’elica di una nave.

    Vestiti e qualche giocattolo semidistrutto.

    Entra, da un lato, un inserviente che trasporta un cadavere a guisa di un cane al guinzaglio, facendolo cozzare contro qualche oggetto.

    Dall’altro lato entra un altro inserviente che, all’interno di una carriola, trasporta un paio di corpi inanimati.

    Tutti e due gli inservienti lasciano cadere i cadaveri a terra, uno sull’altro, assieme ad altri corpi, a formare una raccapricciante pira.

    Diversi inservienti, in una silenziosa processione, trascinano ulteriori corpi e li accatastano senza pietas, togliendo loro le infradito che, poco distante dai corpi, formeranno una macabra ricordanza d’altri tempi.

    Passa un furgoncino della nettezza urbana e li scaraventa all’interno del cassone per portarli via.

    1° INSERVIENTE: Un po’ di educazione. Stai caricando dei corpi e non dei sacchi di patate.

    2° INSERVIENTE: E parli tu che non li hai nemmeno divisi per etnia. Lì hai messi l’uno sull’altro come fossero pacchi di pasta nello scaffale del supermercato.

    3° INSERVIENTE: Smettetela di dirvi su. Questi sono come le cavallette. Fanno razzia di tutto quello che si trova lungo il loro cammino. Se fossero restati nel ridente e ameno paesello di provenienza, sarebbe stato meglio per tutti. Io, a raccogliere la monnezza dei miei compaesani, non ho niente in contrario: è il mio lavoro e lo faccio con dignità e competenza. Non mi va. Proprio non mi va di dovermi spaccare la schiena per questa gente foresta. Non sono un razzista e sono un buon cristiano ma questi… questi vengono a portarci via il lavoro.

    4° INSERVIENTE: Santa Paletta del Lambro! Mi stai dicendo che questi ci porteranno via il lavoro? Cioè, domani mi sveglio e uno di questi, zac, mi trascina al cimitero? No, no. Il mio corpo non lo do.

    AUTISTA DEL FURGONCINO: Tacete, balordi. Questi, semmai vi toglieranno il lavoro, lo faranno perché siete degli incompetenti. Me li avete ammassati tutti senza differenziarli. Cosa dico alla vigilanza degli inceneritori? Me li han dati così quei dilettanti? Non posso, perché anch’io sto partecipando a questo dilettantismo monnezzaro. Mi tocca barare, comprarli o chissà che. Lo sapete o no che c’è del materiale che va diviso perché non sta bene assieme agli altri? Quelli dell’Africa Occidentale son più duri e spesso restano incombusti e non vanno mischiati con quelli dell’Africa subsahariana, né tantomeno con quelli dell’Africa settentrionale.

    Ma che ignoranza! Vi portano via il lavoro? Per forza… non studiate e siete indolenti. Su, su, i prossimi cenci li voglio portare ben differenziati, anche riposti nei sacchetti se ci riuscite.

    (Va via).

    1° INSERVIENTE: Diamoci da fare. I prossimi depositi li faremo formando mucchi diversi e rispettando la provenienza. Ma nei sacchetti no… non lo prevede nessun contratto e noi non siamo i benefattori della manodopera.

    2° INSERVIENTE: Mi fa specie formare una catasta di corpi. Perché non lasciamo che siano loro stessi a trasportarsi. Che so? Prima di annegarsi e di procurarsi la morte potremmo costringerli quantomeno a scavarsi una fossa comune o a infilarsi da soli direttamente negli inceneritori. Ci vuole creanza e pensare pure a noi poveri cristi. Egoisti all’inverosimile. Sono diversi. Sono proprio diversi.

    Lavorando senza dannarsi più di tanto e soffermandosi ogni decina di secondi. Si asciugano un sudore che non hanno e lamentano una fatica eccessiva.

    I corpi dei morti annegati, uno alla volta, a testa bassa, si spostano da soli e, in silenzio, vanno a depositarsi formando mucchietti ordinati.

    1° INSERVIENTE: Quando vogliono sanno essere educati.

    2° INSERVIENTE: Sanno di aver creato fastidio e disturbi.

    1° INSERVIENTE: In fondo sono quasi come noi. È che ognuno dovrebbe starsene a casa sua e non oltrepassare i confini. Come si fa a mantenerli tutti? Guarda, senza offesa, io sono un bravo cattolico. Mi confesso almeno una volta alla settimana e mi comunico spesso. Faccio la carità e do l’obolo. Do una mano come volontario alle opere parrocchiali. Faccio tutto quello che Santa Romana Chiesa prescrive. Vado oltre le norme e spesso mando del vestiario alla Caritas… ma questi… questi sono troppi. Invadono i nostri giardini. Fanno la pipì e la pupù per strada. E fanno baccano. Tanto, troppo baccano. Anche da morti lo fanno (ride).

    2° INSERVIENTE: Dici bene (ride anche lui). Ieri sera, in TV, hanno praticamente occupato ogni trasmissione e non c’è stato verso, dopo una giornata di duro lavoro, di distrarsi con un talk show.

    Profughi di qua e di là, sparsi persino tra una pubblicità e l’altra come se esistessero solo i loro problemi. Amico mio ma questi scribacchini che fanno le comparsate televisive hanno mai alzato uno di questi cadaveri? Guarda qui le mie povere mani come sono ridotte! Dice – ma hai i guanti – e certo che li ho ma i guanti non mi trattengono il peso e la fatica.

    1° INSERVIENTE: Già, per loro è facile. Hanno da sollevare pochi grammi che ad ogni scrittura diminuisce pure di peso. Anche se, a onor del

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