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Energy Island
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E-book91 pagine1 ora

Energy Island

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Fantascienza - romanzo breve (58 pagine) - Quando le risorse della Terra sono sfruttate senza alcun ritegno, la fame di energia diventa un malessere inguaribile.


Tutti cercano nuove risorse tentando di saziare la propria fame che sembra crescere in maniera patologica, ma come spesso accade, chi è in grado di soddisfare le richieste è in grado di governare le masse. Chi sarà in grado di governare l'energia, governerà il mondo. Lo scopriranno a loro spese Enea e Stefano, approdati per una vacanza sull'innovativa Energy Island. Un resort avveniristico, progettato secondo i canoni dell'ecosostenibilità e dell’autosufficienza, ma un luogo come questo nasconde più di un segreto.


Trentino doc, nato per puro caso sulle sponde del lago Maggiore, Marco Ischia si diletta con la scrittura da un tempo che ormai ha dimenticato. Ha visto alcuni suoi racconti premiati, ha visto qualcuno emozionarsi leggendo ciò che scrive. Ha incontrato libri, ha incontrato scrittori. Ha sperimentato ideando e conducendo una trasmissione radiofonica, ha sperimentato scrivendo apocrifi, fumetti, enigmistica, ma la sua passione è il giallo. Oggi continua a vedere, incontrare, sperimentare e scrivere, e anche per questo che ha creato C-Side Writer, il blog che cerca a suo modo di svelare l'altro lato della scrittura, quel lato C che ancora nessuno ha saputo svelare.

LinguaItaliano
Data di uscita19 ott 2021
ISBN9788825417852
Energy Island

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    Anteprima del libro

    Energy Island - Marco Ischia

    Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.

    Antoine–Laurent de Lavoisier

    Introduzione

    L'Unione Europea non esiste più, l'Italia fa parte del patto a cinque con Francia, Germania, Spagna e Grecia. I paesi scandinavi sono compatti nella loro politica economica, mentre il resto del mondo ha scatenato quella che sembra essere la più grande crisi energetica da quando l'umanità ha iniziato a sfruttare senza ritegno le risorse della Terra.

    L'America del sud si è chiusa su sé stessa nel tentativo di diventare auto sostenibile e gli Stati Uniti d'America si contrappongono alle potenze asiatiche. L’Africa rimane la culla di guerre intestine e resiste all'invasione economica estera con la popolazione che continua a soffrire la fame. Le lobby economiche dettano le regole a governi fantoccio e a governanti impotenti o corrotti.

    L'economia ha bisogno di persone che facciano la richiesta di mercato. In un equilibrio impari che è diventato la normalità, la gente comune continua a fare sacrifici e a sperare in un futuro migliore.

    Perché se togli la speranza allora non rimane più niente.

    1.

    – Perché non chiamarla con il suo nome?

    – Senti Enea, puoi chiamarla come ti pare. Energy Island, isola di Santo Stefano, non cambia nulla.

    – Ma non potevamo fare come tutti e andarcene a Ventotene?

    – Certo che potevamo, ma vuoi mettere essere i primi a soggiornare in questo nuovo resort? Già dalla prossima settimana i prezzi saliranno alle stelle, e non ti dico chi ho dovuto scomodare per riuscire ad avere una stanza.

    – Ecco non dirmelo, che tanto è come per il nome dell'isola, non cambia nulla.

    Stefano mi guarda prima con sufficienza e poi con comprensione. Lo sa benissimo che di questa storia dell'isola autosufficiente non me ne importa un fico secco. Con quello che sta succedendo nel mondo forse dovrei essere più sensibile, ma è più forte di me, non riesco a provare il suo stesso entusiasmo. Energia eolica, energia solare, energia presa dalle onde del mare, sono tutte cose che non mi sono mai interessate molto. Il buco nell'ozono e il surriscaldamento globale, sono balle utili solo alla propaganda energetica mondiale. La verità è che le materie prime diminuiscono, mentre le richieste aumentano, e intanto ci riempiono la testa di assurdità per darci il contentino. Sono mesi che sento parlare della sopraelevazione del MOSE, come se rialzare le paratie di altri cinque metri possa salvare Venezia dall'inevitabile, per non parlare della trovata d'incartare i ghiacciai per evitare che si sciolgano. A cosa possono servire se nelle città scorrazzano ancora mezzi a benzina e le industrie bruciano tonnellate di idrocarburi? Le auto elettriche sono solo per i ricchi, mentre alla gente chiedono di fare la raccolta differenziata, bel nome gli hanno trovato, come se fare la differenziata potesse fare davvero la differenza.

    Al contrario di me Stefano è un fissato, è uno che ci crede davvero. Lui e i suoi amici ecologisti convinti hanno esultato quando hanno iniziato a commercializzare il packaging scomponibile, dove un pezzetto lo butti nel secco, un pezzetto nella carta e un pezzetto nella plastica. Se fossimo in Scandinavia potrei credere alla validità dell’impresa, per quanto faticosa da gestire, ma siamo cresciuti assieme in uno dei quartieri satellite del termovalorizzatore energetico, sappiamo bene che una volta raccolti mettono tutti i pezzetti assieme e li gettano nell’inceneritore.

    Devo ammettere però che il traghetto con il motore elettrico è una figata, si sente solo un ronzio leggero e lo sciabordio delle onde formate dalla prua che fende il mare placido. La giornata è stupenda, cielo limpido e calma piatta, la temperatura è gradevole, l'unica nota stonata è che il tragitto da Ventotene a Santo Stefano dura troppo poco. Per fare un chilometro e mezzo ci si mette di più a partire e ad attraccare che a percorrere la distanza che separa le due isole.

    – Certo che hanno fatto le cose in grande qui. – Mi guardo attorno stupito.

    – Si parla di oltre cinquanta milioni d'investimento.

    – Cinquanta?

    – L'ecologia costa Enea, ma se non vogliamo fottere il mondo non abbiamo molta altra scelta…

    Lascio sfumare le parole di Stefano mentre poggio un piede sulla terra ferma. Sento a malapena la retorica degli uomini che sfruttano le risorse della Terra, quel tanto da riuscire a fare qualche cenno di assenso e poi mi blocco di fronte al nano.

    Per poco non mi scappa da ridere, e temo che il piccoletto se ne sia accorto. Mi giro rapido verso Stefano e faccio finta di allacciarmi una scarpa.

    – Benvenuti a Energy Island!

    Mi chiedo se a parlare sia stato il nano oppure qualcun altro. Guardo Stefano, che rimane assolutamente indifferente nella sua felicità ecosostenibile, poi mi accodo agli altri ospiti che sono sbarcati con noi sull'isola. Lasciamo i bagagli a cui provvedono dei ragazzi in una divisa immacolata e superiamo una piccola costruzione con delle guardie, anche queste con una divisa immacolata. Appena oltre l’ingresso, subito dietro il vecchio carcere Borbonico rimesso a nuovo, intravedo la sagoma scintillante di un gigantesco cubo di vetro e acciaio che sbuca dal terreno.

    Devo avvicinarmi per accorgermi che in realtà il vetro è formato da una serie di pannelli fotovoltaici che ricoprono la costruzione.

    Pare che siamo davvero in uno di quei posti di lusso, anzi, di super lusso.

    Veniamo condotti verso un gazebo in cui ci aspetta un aperitivo di benvenuto con buffet degno di un pascià.

    Alla faccia dell'ecosostenibilità. Cosa ne faranno di tutta la roba che avanza o dei rifiuti in un’isola piccola come questa? Inconsciamente cado

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