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Le tecniche di microfonazione stereofonica: Un vademecum per il fonico in erba
Le tecniche di microfonazione stereofonica: Un vademecum per il fonico in erba
Le tecniche di microfonazione stereofonica: Un vademecum per il fonico in erba
E-book36 pagine16 minuti

Le tecniche di microfonazione stereofonica: Un vademecum per il fonico in erba

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Info su questo ebook

Il libro si pone come una sorta di vademecum per fonici di registrazione. Nello specifico, dopo alcuni cenni sul sistema di percezione del nostro apparato uditivo e sulle caratteristiche tecniche e di funzionamento delle differenti tipologie di microfoni, vengono analizzate le principali metodologie di microfonazione stereofonica, rivolgendo particolare attenzione all'analisi dei pro e contro di ognuna di esse. 
LinguaItaliano
Data di uscita15 lug 2020
ISBN9788835864769
Le tecniche di microfonazione stereofonica: Un vademecum per il fonico in erba

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    Anteprima del libro

    Le tecniche di microfonazione stereofonica - Andrea Di Lorenzo

    distanziate

    CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE SULLA PERCEZIONE STEREOFONICA

    Prima di parlare delle differenti tecniche di ripresa stereofonica è di fondamentale importanza analizzare, seppur a grandi linee, alcuni concetti relativi alla nostra percezione sonora.

    Il sistema percettivo umano si basa su un tipo di ascolto binaurale, cioè un sistema che prevede l’utilizzo contemporaneo di entrambi i canali uditivi. In questo modo, siamo in grado di confrontare le caratteristiche del suono che arriva ad un padiglione auricolare con quelle del suono che arriva all’altro padiglione auricolare. Da tale confronto il nostro cervello può ricavare importanti informazioni, prima tra tutte quella relativa alla posizione della sorgente sonora che stiamo ascoltando.

    Questo fenomeno si basa su due principi fisici fondamentali: quello di ITD (" Interaural Time Difference ) e quello di IID ( Interaural Intensity Difference "). Il primo (ITD) riguarda la differenza dei tempi di arrivo di un suono tra un orecchio e l’altro. Tale differenza viene calcolata dividendo la distanza tra le due orecchie per la velocità del suono nell’aria ed è facile intuire come si tratti di un valore estremamente piccolo. Tuttavia, il nostro sistema di percezione uditiva è in grado di cogliere variazioni davvero minime nel valore di ITD e dunque calcolare anche queste minuscole sfumature nei tempi di ritardo.

    Il secondo principio (IID) si riferisce invece alla differente intensità del suono che arriva alle nostre orecchie. Questo avviene perché l’orecchio più lontano dalla sorgente sonora si trova nella cosiddetta zona d’ombra

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