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Torneranno i sogni?: Globalizzazione, nascita e declino
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E-book101 pagine1 ora

Torneranno i sogni?: Globalizzazione, nascita e declino

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Info su questo ebook

La logica di massimizzazione estrema dei profitti avulsa da obiettivi sociali è stata alla base del processo di globalizzazione senza regole, che ha distrutto buona parte della nostra manifattura e del terziario.
Così, dopo la crisi economica iniziata nel 2008, il quotidiano di tanti si è deteriorato, i sogni di molti sono scomparsi.
È scomparsa la mobilità sociale, essenziale per definire percorsi di vita, per raggiungere obiettivi, quelli che potremmo semplicemente  chiamare sogni.
La formulazione di una visione su ciò che ha contribuito a determinare il disegno sottointeso all’economia globalizzata, il cui unico fine è stato quello di massimizzare i profitti, è la parte centrale di questo lavoro.
Una narrazione non condizionata, libera, che può aiutare a capire il passato e, se vogliamo, può contribuire a immaginare il futuro.
LinguaItaliano
Data di uscita24 lug 2020
ISBN9788835868736
Torneranno i sogni?: Globalizzazione, nascita e declino

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    Anteprima del libro

    Torneranno i sogni? - Donatello D'Agostino

    cover-ebook_1875x2500.jpg

    Torneranno i sogni? - Versione integrale

    Copyright © 2020 Donatello D’Agostino

    Immagine di copertina di Zhao Jiankang

    Libro realizzato in self-publishing con il supporto di Scrivere un Libro

    Questo volume è acquistabile anche in versione cartacea, sia on-line che ordinabile nella maggior parte delle librerie fisiche

    I diritti di riproduzione e traduzione sono riservati.

    Nessuna parte di questo libro può essere utilizzata, riprodotta o diffusa con qualsiasi mezzo senza autorizzazione scritta dell’Autore.

    Copia singola non cedibile a terzi. La riproduzione, anche parziale, è vietata.

    Dedicato a tutti quelli

    a cui l’era globalizzata

    ha rubato la propria storia

    e i percorsi di vita passati,

    penalizzato e cambiato il presente,

    annebbiato il futuro.

    A tutti l’augurio di trovare

    nuove strade per raggiungere

    nuovi obiettivi.

    Che il futuro ristabilisca condizioni

    per cui l’esperienza passata

    diventi il tesoro

    da conservare nello scrigno

    della memoria.

    Questo lavoro è il racconto, condizionato dall’individualità che appartiene a ciascuno di noi, della mia esperienza nel mondo globale, nel tempo vissuto e attraversato.

    Condizionato certamente dal percorso educativo e formativo affrontato, dall’esperienza professionale maturata, dall’inserimento nel contesto sociale e territoriale di riferimento. Si tratta quindi della narrazione di un’esperienza vissuta da un preciso angolo visuale, senza riferimenti ideologici.

    Per questo motivo, non ho citato alcun testo o libro di riferimento di economia, in generale, o sugli argomenti trattati, di cui c’è ampia, anzi ampissima letteratura, per tutti i gusti, per tutte le teste e per tutte le anime.

    È una narrazione non condizionata, ma libera, che può aiutare a capire il passato e a immaginare il futuro.

    Premessa

    L’era globalizzata ha cantato le sue sirene e in molti, troppi, sono naufragati attratti e abbagliati da un richiamo ingannevole.

    Circa 1.400 suicidi per cause riconducibili alla crisi economica, un dato sottostimato considerato che circa i 2/3 restano non classificati.

    Sul versante famiglie, negli ultimi 10 anni di crisi si è registrato un incremento notevole di fallimenti con circa due milioni di nuclei finiti in fallimento tecnico. Negli ultimi otto anni sono state vendute all’asta circa 530 unità.

    A settembre 2017 i crediti finanziari deteriorati ammontavano in Europa a 760 miliardi, e l’Italia, con 297 miliardi, si è attestato come terzo Paese dell’eurozona per rapporto tra NPL (crediti deteriorati) su totale crediti. Oggi il volume di esposizioni non performing ha intrapreso un percorso di riduzione, tanto da attestarsi a 180 miliardi di euro a fine 2018. Una situazione conseguente alla crisi che, dal 2008 al 2015, ha portato l’ammontare complessivo di posizioni deteriorate a quadruplicarsi, da 87 a 341 miliardi.

    Queste sono solo alcune cifre della crisi economica iniziata nel 2008, che ha sancito l’esplosione dell’era globalizzata, quella della materialità.

    Anch’io ho attraversato il mondo lavorativo e di vita dell’era globalizzata, dopo un lungo viaggio iniziato da giovanissimo, fatto solo di una irrefrenabile corsa, quella che, in un percorso di crescita, di studio e lavorativo, condiviso da tantissimi della mia generazione, mi aveva portato al remo.

    Ho vissuto la schiavitù del remo, a bordo di una galena chiamata progresso, al meglio delle condizioni, ma pur sempre immerso in una condizione complessiva, fisica e mentale, in cui l’io è scomparso.

    E in questo remare, nell’affrontare gli innumerevoli luoghi vissuti, non c’è tempo per pensare, per comprendere, tutto è più o meno prestabilito, non ti accorgi della tempesta che arriva e può farti naufragare in qualsiasi momento, i percorsi lavorativi sono inquadrati in una logica più ampia, il cui disegno non è di facile comprensione per chi non dispone di informazioni qualificate, ad ampio raggio.

    Ma il disegno sottinteso all’economia globalizzata, che è la parte centrale di questo lavoro, è sfuggito ai più, anche se collocati socialmente in alto, anche se accreditati nelle competenze.

    Certo, esiste sempre la via di mezzo, ma il tempo passato, l’era dell’esplosione della globalizzazione, molto spesso ha configurato operatività e stili di vita, più compatibili con gli estremi, soprattutto nel settore privato; ritmi di vita spesso subiti, non frutto di una scelta.

    Questo contributo è figlio innanzitutto della riacquisizione, senza meriti, del bene più prezioso che abbiamo, il tempo, una conquista non derivata da una scelta volontaria, rinunciare infatti alla quotidianità lavorativa, anche frenetica, ma connessa a benefici materiali, è cosa difficile. Siamo inseriti in un contesto sociale non più abituato a un’idea di vita in cui siamo padroni del nostro tempo, abbiamo dimenticato tanto di quello che era il mondo di prima, prima dell’avvento dell’era materiale e finanziaria.

    La maturazione e la riflessione delle esperienze vissute, si è riversata in questo lavoro in cui spero di aver offerto una chiave di lettura per analizzare le scelte passate, un tentativo di costruire un riferimento teorico in cui collocare i tratti caratteristici di una fase storica, un aiuto per comprendere le ragioni di tanti che si trovano oggi in una condizione non solo di difficoltà materiale, ma che vivono la sofferenza dell’oblio e dell’indifferenza, incapaci di darsi ragione delle conseguenze dei comportamenti propri, unicamente alimentati dalla spinta positiva al miglioramento e dal desiderio di fare, di costruire, di concretizzare un obiettivo, un sogno.

    Ma intanto il bene più prezioso, l’esperienza, la portiamo dentro e non solo diventa il patrimonio più importante, la ricchezza da cui ripartire perché aiuta a configurare nuovi stili di vita e contribuisce ad un futuro più consapevole, ma, soprattutto, si può offrire in dono con la testimonianza.

    Per far comprendere a chi ancora non ha iniziato o ha appena iniziato il suo percorso, che la schiavitù del remo nella galena destinata al solo bene materiale, può farci naufragare in qualsiasi momento e che esiste sempre una via di mezzo, in grado di assicurare un modo di vita più completo e più equilibrato.

    Donatello D’Agostino

    Pescara, ottobre 2019

    PARTE I

    IL MONDO PASSATO: GLOBALIZZAZIONE. NASCITA E DECLINO

    ECONOMIA

    Appunti di Economia in forma di lettera a Guido e Edoardo *

    Lavoro scritto nel 2017 e successivamente perfezionato

    1. torneranno i sogni?

    Cari Guido e Edoardo¹,

    grazie per quello che ci avete raccontato, per averlo fatto in modo sobrio, volutamente non pesante, grazie per la Vostra testimonianza, per la speranza che alla fine emerge, uno spiraglio di luce in grado di illuminare il viaggio di ciascuno di noi verso il futuro, ma soprattutto, una speranza per le prossime generazioni.

    Grazie soprattutto perché tutto non ci avete detto o meglio, almeno questo ho percepito, non avete voluto, almeno in questa occasione, trasferirci in pieno la profondità di un vissuto che ha visto, pian piano, deteriorarsi il quotidiano di tanti, morire i sogni di molti. Fino a farli scomparire, fino a toglierceli.

    Perché? Quale può essere il ragionamento di fondo che ha portato a questo?

    Avete ricordato aspetti meravigliosi della

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