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L'UOMO DI FERRO (Racconti di Boxe)
L'UOMO DI FERRO (Racconti di Boxe)
L'UOMO DI FERRO (Racconti di Boxe)
E-book210 pagine2 ore

L'UOMO DI FERRO (Racconti di Boxe)

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Info su questo ebook

Conosciuto in Italia unicamente per essere il creatore del personaggio di Conan il Barbaro, Robert E. Howard (1906-1936) ha invece scritto tantissima narrativa di generi diversi, dalla fantasy al giallo, dal fantastico al poliziesco, sino a racconti dedicati allo sport e nello specifico, il pugilato.

“L’Uomo di Ferro” è una raccolta di tre storie di boxe, tradotte per la prima volta in Italia che non mancherà di incuriosire e affascinare i lettori.

In esse non mancano le caratteristiche di ogni opera di Howard: la forza, il coraggio, l’ignoto.
LinguaItaliano
Data di uscita30 lug 2020
ISBN9788831686334
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    Anteprima del libro

    L'UOMO DI FERRO (Racconti di Boxe) - Carmine Pescatore (a cura di)

    Pescatore

    L’UOMO DI FERRO

    Capitolo 1

    Un colpo di cannone nel sinistro ed un fulmine nel destro! Una mascella di granito e un corpo di gelido acciaio! La ferocia di una tigre e il più grande cuore da combattimento che potesse battere in un torace fatto da costole di ferro! Quello era Mike Brennon, concorrente dei pesi massimi.

    Molto prima che i giornalisti sportivi avessero mai sentito il suo nome, aveva fatto una sosta nel tendone atletico di un parco divertimenti allestito in un piccolo centro commerciale del Nevada, ridendo alle buffonate dell'imbonitore, che offriva loquacemente cinquanta dollari a chi potesse resistere quattro round con Young Firpo, il killer californiano, campione di Los Angeles e delle Indie Orientali!

    Young Firpo, un individuo enorme e irsuto, con muscoli gonfi da sollevatore di pesi e il cui vero nome era Leary, stava in piedi mostrando un'espressione annoiata e incurante sulle sue grandi qualità. Un suo vecchio trucco.

    Ora amici gridò l'imbonitore, c’è qui un giovane che vuole rischiare la vita su questo ring? Però ricordi: la direzione non è responsabile per la vita e i danni! Se qualcuno vuole entrare qui dentro è a suo rischio.

    Vidi un tizio con l'aria rozza alzarsi, naturalmente uno dei soliti pali segretamente complici con lo spettacolo, ma in quel momento la folla cominciò a gridare Brennon! Brennon! Dai Mike!

    Alla fine, un giovane si sollevò dal suo sedile, e con un sorriso imbarazzato, scavalcò le corde. Il palo esitò, Young Firpo mostrò qualche interesse, e alla maniera di un falco, l’imbonitore guardò il nuovo venuto e dal ruggito della folla, si comprese che era pulito, in altre parole, un ragazzo del posto.

    Sei un pugile professionista? chiese l'imbonitore.

    Ho combattuto qui e in altri posti rispose Brennon, ma lei ha detto che non frena nessuno.

    Noi no grugnì lo showman, facendo attenzione alla differenza di dimensioni dei combattenti.

    Mentre proseguiva la solita cantilena dell’esibizione, mi meravigliai come i giostranti avessero l'intenzione di salvare i loro soldi se il ragazzo fosse stato troppo in gamba per il loro uomo. Il ring era al centro del tendone; gli spogliatoi erano in un'altra parte: non c'era nessuna tenda fra il retro e il ring dove il combattente locale poteva ricevere una colpo di bastone da un complice dietro la tenda.

    Brennon, dopo una piccola sosta nello spogliatoio, si arrampicò sul ring ricevendo un’ovazione selvaggia. Era un giovane ben formato, sei piedi d’altezza (¹) dalla vita sottile e dalle membra affusolate, con spalle ampie braccia forti. Scuro, con piccoli occhi grigi, ed una massa di capelli neri che cadevano su una bassa e ampia fronte. La sua era una vera faccia da combattimento dagli zigomi, alle labbra sottili sino alla mascella ferma. I suo lunghi muscoli levigati lo facevano muovere con la facilità di una enorme tigre. Young Firpo, di fronte, lo guardava indolente come una scimmia.

    Fu annunciato il loro peso: Brennon 189 libbre (²), Young Firpo 191 (3). La folla sibilava; qualcuno aveva visto che il pugile del Luna Park ne pesava almeno 210 (4).

    La battaglia fu breve, furiosa, strabiliante e con un finale da manicomio. Al gong Brennon saltò dal suo angolo, avanzò a braccia aperte come un attaccabrighe da bar. Young Firpo gli venne incontro con un duro gancio sinistro al mento, fermando i suoi passi. Brennon barcollò e il pugile da fiera fece ruotare il suo destro dritto alla mascella, un colpo terrificante che stranamente, come gli altri, non sembrò preoccupare troppo Brennon. Egli scosse la testa e balzò avanti di nuovo, ma appena lo fece, il suo avversario tirò un sinistro mortale che si schiantò ancora una volta sulla sua mascella. Brennon si lasciò cadere come un tronco riverso. La folla era scatenata. L’imbonitore, che era anche l’arbitro, cominciò a contare rapidamente, Young Firpo era in piedi direttamente sul guerriero caduto.

    Al Cinque! Brennon non si mosse. Al Sette! si mosse con movimenti senza scopo. All’Otto! si girò sulle ginocchia e i suoi occhi storditi ed arrossati si fissarono entrambi sul suo avversario. Immediatamente bruciarono della furia di un assassino. Come l'imbonitore aprì bocca per dire dieci! Brennon sbalordì il pubblico turbinando un colpo di tale ferocia da mozzare il fiato.

    Anche Young Firpo sembrava stordito. Bianco in viso, cominciò una brusca ritirata. Ma Brennon con lui fu una tigre sanguinaria e prima che l’avversario del Luna Park potesse opporsi, un sinistro si infranse sotto il suo cuore e un ampio destro trovò il suo mento schiantandolo a faccia in giù sul tappeto con una forza che fece sobbalzare il ring.

    L’imbonitore sbalordito cominciò a contare meccanicamente, ma Brennon, muovendosi come in trance, lo spinse via e chinandosi, squarciò il guantone della mano sinistra di Young Firpo. Rimosse qualcosa da esso e lo mostrò al pubblico. Era un pesante oggetto metallico, rassomigliava a delle nocche di ottone, ed era conosciuto nel gergo del ring come pugno di ferro.

    Rimasi senza fiato.

    Nessuna meraviglia che Young Firpo fosse nervoso quando la sua vittima si rialzò! Quel guantone carico di ferro due volte contro la mascella di Brennon avrebbe dovuto fracassare l'osso, eppure lui fu capace di rialzarsi in dieci secondi e finire il suo uomo con due colpi!

    Tutto divenne una bolgia. L’imbonitore provò ad afferrare il pugno di ferro da Brennon, ed uno dei secondi di Young Firpo salì in fretta sul il ring e colpì il vincitore. La folla, osservando l'ingiustizia al loro favorito, fece ondeggiare il ring con l'intenzione dichiarata di demolire lo spettacolo!

    Come presi la strada per l’uscita vicina vidi un cittadino infuriato alzare una sedia per colpire l’ancora stordito Young Firpo. Brennon balzò in avanti e prese il colpo sulla sua spalla finendo in ginocchio sotto di lui; quando fui fuori e andavo via ridacchiando, sentivo ancora il tumulto e le grida dei poliziotti.

    Qualche tempo più tardi vidi Brennon combattere di nuovo, in un piccolo club sulla costa occidentale. Il suo avversario era una mezza cartuccia chiamata Mulcahy. Durante l’incontro il mio vecchio interesse per Brennon si rinnovò. Con una resistenza incredibile, con un pugno terrificante come mai ne avevo visti, ma era evidente che la sua una debolezza era l’assoluta mancanza di tecnica. Mulcahy, sebbene forte e tenace, era un semplice imbranato, eppure fu in vantaggio su Brennon per quasi due riprese, e lo colpiva con tutta la forza che aveva, sebbene i suoi colpi migliori causassero appena un fremito nelle sopracciglia scure del giovane. A mezzo minuto dalla fine del secondo round, una delle sventole di Brennon giunse a bersaglio e l’incontro terminò.

    Pensavo fra me: quel ragazzo assomiglia ad una campione, sebbene lotti come uno scaricatore, ma non darò troppa importanza a questo. Spesso un pugile inciampa nella vita e non impara nulla, semplicemente a causa di un manager ignorante o negligente.

    Andai nello spogliatoio di Brennon e gli parlai.

    Il mio nome è Steve Amber. L’ho vista boxare un paio di volte.

    Ho sentito di lei rispose, Cosa vuole?.

    Non tenendo conto dei suoi modi bruschi gli chiesi: Chi è il suo manager?.

    Nessuno.

    Come preferirebbe essere gestito?

    Preferirei te come un altro, rispose seccamente, ma questo era il mio ultimo combattimento. Sono stufo di farmi pestare in club di quart’ordine.

    Si leghi a me. Forse otterrò dei match migliori.

    Non se ne fa niente. Ho avuto la mia chance due volte. Una volta contro Sailor Slade; una altra contro Johnny Varella. Ho fallito. No, non cominciamo a discutere. Non ce l’ho con te o qualcuno. Sono stanco e voglio andare a letto.

    Faccia pure risposi. io non ho mai forzato nessuno ma questo è il mio biglietto da visita. Se cambiasse idea, mi chiami.

    Capitolo 2

    Fiutando la preda

    Le settimane divennero mesi. Ma Mike Brennon non era un uomo di cui dimenticarsi facilmente. Quando sognavo, come tutti i fan e i manager di pugili sognano, un super pugile, la forma di Mike Brennon sorgeva spontanea: una figura scura, pensierosa, carica della abissale furia combattente di un uomo primitivo.

    Poi un giorno Brennon arrivò non in un sogno a occhi aperti, ma di persona. In piedi, nell’ufficio della mia palestra con un cappello spiegazzato in mano, una smorfia ansiosa sulla faccia scura, era un uomo molto diverso dal giovane cupo e imbronciato con cui avevo parlato prima.

    Sig. Amber disse diretto, se mi vuole ancora, mi piacerebbe avere lei come manager.

    Eccellente, gli risposi.

    Brennon mi apparve nervoso.

    Può organizzarmi subito un match? chiese. Ho bisogno di soldi.

    Non così presto dissi. Posso anticiparti qualcosa se hai dei debiti.

    Fece un gesto impaziente. Non è che può farmi avere un incontro questa settimana?

    Sei in forma? Da quanto tempo non sali su un ring?

    Non come l’ultima volta, ma sono sempre ben messo

    Presi Brennon per il mio ring all’aperto quando Spike Ganlon, un bravo peso medio, stava impartendo lezioni in pochi veloci round. Brennon era abbastanza ansioso, e fui stupito di vederlo boxare bene, alla pari contro l’astuto Ganlon. Certo, era fuori passo e surclassato, ma doveva essere aspettato. Ganlon era una figura di buon livello nel mondo pugilistico. Però non mi piaceva il modo in cui Mike portava i colpi. Mancava la sua vecchia forza da maglio, ed era lento rispetto a come lo ricordavo. Comunque, quando lo informai della buona borsa in palio lui tornò alla forma migliore brillantemente, bruciando i tempi, decisi che sarebbe stato lui a tirare pugni contro Ganlon.

    I giorni che seguirono furono pieni di energico lavoro e di allenamenti accurati. Brennon ascoltava attentamente quello che io e Ganlon gli dicevamo, ma il risultato era lontano dal soddisfarmi.

    Era intelligente, ma non sembrava mettere in pratica le cose che aveva facilmente capito nella teoria.

    All’inizio non mi aspettavo troppo. Lavorai pazientemente con lui per diverse settimane, prendendo un peso massimo esperto come sparring partner. La prima volta che lo lasciai andare davvero, fui stupito e deluso. Mike girava e si agitava goffamente con colpi futili, deboli. Quando un improvviso diretto sul naso lo colpì, smise di boxare e ritornò al suo vecchio stile ciondolante, selvatico e privo di scopo. Però i suoi vecchi movimenti erano poderosi e la sua bizzarra velocità ritornò. Subito lo chiamai da parte.

    Ho sbagliato dissi. Ho provato a fare di te un mago del pugilato contro la tua volontà. Tu sei un picchiatore naturale, sebbene sembri avere poco dell’attitudine di chi lo è. Hai imparato qualcosa con la tua esperienza sul ring.

    "Bene, allora voglio farti diventare un picchiatore come Dempsey, Sullivan e McGovern (5). Io so chi ha l’istinto del picchiatore. Può boxare correttamente con un amico quando lo fa per divertimento, ma quando è sul ring o qualcuno lo stuzzica, dimentica tutto tranne il suo stile naturale. Non è un disonore per l’impostazione di un uomo. Dempsey era un pugile intelligente quando si allenava, ma non sul ring. Lui si muoveva come fai tu, fino a quando DeForest (6) gli insegnò a colpire bene.

    E ancora, per il tuo bene Mike, te lo dirò francamente sino ad essere crudo: Dempsey mostrava più attitudine al movimento di te. Dempsey, Ketchell (7) e McGovern, anche quando erano agli inizi usavano istintivamente il gioco di gambe e giravano intorno ai loro avversari. Loro schivavano, si muovevano e colpivano con precisione. Tu puoi andare liscio e scoperto e un cieco può scansare i tuoi movimenti. hai una velocità inusuale, ma non sai usarla. Ma adesso so che quando faccio un errore devo cambiare tattica.

    Per un po’ mi parve che i miei sogni diventassero realtà, che Mike fosse il secondo Dempsey. Malgrado la sua insistenza di trovargli un match. Lo mantenni in attesa per tre mesi, senza incontri. Ogni giorno, per ore, gli feci praticare il sacco con colpi corti per raddrizzare i suoi pugni ed eliminare il suo movimento senza scopo. Non voleva imparare a mettere forza in un pugno diretto, ma io intendevo fare di lui una vecchia volpe alla Dempsey. Provai ad insegnargli l’insinuarsi di quel vecchio maestro e il trucco per colpire protetto da una barriera di guantoni e gomiti sino a chiudersi e i fondamentali del gioco di gambe e le finte. Non fu

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