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Storie di donne tra narrazione e realtà
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E-book256 pagine2 ore

Storie di donne tra narrazione e realtà

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Info su questo ebook

Ogni storia è preceduta da una poesia di due valenti poeti, che si alternano, rendendo ancora più emozionante il racconto. Sei donne sono i personaggi del nuovo libro di Caterina Condoluci, Storie di donne tra narrazione e realtà, in sette racconti di cui uno lungo. Margherita, protagonista e narrante, coinvolgente e discreta, le segue con attenzione, raccontando le loro storie, varie e ricche di vicissitudini, che ci portano in punta di piedi ma con fermezza a scoprire, attraverso le loro esistenze, situazioni problematiche e urgenti. Il libro si divide in due parti: nella prima ci sono sei racconti più uno, finale, originale per forma e contenuto. La seconda parte comprende interventi di emeriti esperti, che scrivono su ogni tematica emersa nei racconti, dal punto di vista scientifico o testimoniando la loro esperienza in tale contesto. Nella seconda parte, interviene anche un giornalista cinematografico con una scheda filmica di qualità che aiuta a guardare con completezza le situazioni descritte. Il libro, alla fine, risulta avvincente e proficuo.
LinguaItaliano
Data di uscita31 lug 2020
ISBN9788835871194
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    Anteprima del libro

    Storie di donne tra narrazione e realtà - Caterina Condoluci

    STORIE DI DONNE TRA NARRAZIONE E REALTÀ

    di Caterina Condoluci

    Gli avvenimenti nella narrazione sono frutto della fantasia dell’autrice. 

    I personaggi e i loro nomi sono inventati, anche se verosimili.

    In copertina serigrafia (1977) dell’artista Dino Nicoletti.

    Prima edizione: maggio 2020

    Tutti i diritti riservati 2020 BERTONI EDITORE

    Via Giuseppe Di Vittorio 104 - 06073 Chiugiana          

                     Bertoni Editore 

    www.bertonieditore.com

    info@bertonieditore.com          

    È vietata la riproduzione anche parziale e con qualsiasi 

    mezzo effettuata, compresa la copia fotostatica se non autorizzata.

    Caterina Condoluci

    STORIE DI DONNE

    TRA NARRAZIONE 

    E REALTÀ

    PREFAZIONE 

    di Gemma Bracco

    Caterina Condoluci, scrittrice veneta di adozione ma calabrese di nascita, ci ha dilettato con l’idea di scrivere un libro raccontando di donne, in tutte le loro varie sfaccettature.

    L’autrice, con il nuovo lavoro Storie di donne tra narrazione e realtà (Bertoni Editore, Perugia) dedica un intero libro a questo tema, ma l’argomento donna è ricorrente e artisticamente decisivo negli scritti della Condoluci, con sentimento poetico oltre che realistico. Ricordo, a proposito, il racconto storico Una vita al femminile che narra l’esistenza di una donna trevigiana del Novecento, dalla seconda guerra mondiale, fino all’inizio del 2000 e il romanzo Uomini e donne oltre la siepe, uno spaccato sulla nostra società contemporanea. In altre sue opere aveva, però, già ampiamente dimostrato la grande sensibilità di animo e l’interesse per temi importanti come la crisi dei valori e l’ecologia, con attività continua e coerente. Ricordiamo a proposito il romanzo dal sapore di giallo Ritorno a Pellekinos e FuturaMente (a cura di), entrambi pubblicati da Bertoni Editore.

    Con la narrazione sulla donna, in particolare, la Condoluci lascia una testimonianza importante nell’evoluzione femminile dei nostri giorni, nella sua crescita, con la sua grandezza e i suoi problemi e con i tentativi per raggiungere una reale emancipazione che ancora non è stata, per l’autrice raggiunta.

    Caterina Condoluci, pur non tralasciando le problematiche che la donna affronta in una società, la nostra, così complessa, lascia sempre spazio alla speranza e alla gioia necessarie per poter fare ancora sogni ad occhi aperti e riuscire a realizzare cambiamenti positivi per la situazione femminile e, quindi, per la società intera.

    Non soltanto per l’amicizia che mi lega a lei ma soprattutto per la stima, mi onoro di scrivere la prefazione alla sua opera.

    L’universo femminile, pur essendo complementare a quello maschile, ha peculiarità e sfaccettature ben definite che nel racconto della Condoluci si evidenziano molto bene, anche se romanzate, fantasiose, ma descritte attraverso attratti realisticamente veri.

    I Personaggi femminili raccontati sono calati in contesti geografici distinti e in momenti di vita diversi, per età, ceto e problematicità inerenti al loro modo di vivere e di essere femminili.

    La Condoluci riesce sempre a crearci un quadro di verismo, a rappresentare i suoi racconti attraverso le descrizioni, anche colorite, come in questa opera, evocative e pertinenti, molto ancorate al contesto sociale nel quale nascono.

    Le donne che racconta Caterina Condoluci hanno tutte vissuto storie complesse, che le portano ad interrogarsi sulla natura stessa e sull’essenza stessa della vita umana, del percorso terreno.

    Nel secondo decennio del III millennio la figura femminile in Italia e nel mondo ha attraversato dei cambiamenti epocali e oggi più che mai rivendica il suo ruolo di presenza anche all’interno di percorsi decisionali che prima le erano negati.

    I racconti di Caterina si innestano nelle sfere della quotidianità pacifica della vita di tutti giorni.

    Le donne sono le protagoniste di ogni suo racconto e ci fanno ricordare molte persone incontrate veramente nella nostra vita, sia direttamente che nei racconti dei nostri avi.

    Sono sei le storie di donne narrate da Margherita, la voce narrante del libro, che vivono, nei racconti della Condoluci, sei problematiche di oggi importanti e comuni a molte persone. rendendo le protagoniste eroine ricche di umanità. Attorno alla storia, poi, si sviluppano tante vicissitudini. Anche questa volta l’autrice dimostra nella sua scrittura interesse per le problematiche sociali.

    Ogni racconto è anticipato dalle poesie di due poeti che si alternano, Maria Calcaterra e Bruno Mohorovich, che contribuiscono a rendere più emozionanti le storie con i loro versi. Il settimo racconto, che conclude la prima parte del libro, si caratterizza per la forma originale di boccaccesca memoria. Margherita decide di incontrare le protagoniste del suo libro in un ameno luogo di villeggiatura e, ogni mattina, ognuna di loro espone un argomento di grande attualità che riguarda la donna e, quindi la società intera. 

    Nella seconda parte del libro, figure di esperti delle problematiche che emergono dai racconti della Condoluci, delineano tali tematiche con le loro stimabili competenze e testimonianze. Questi sono: dott.ssa Lucia Borgia, docente dal 2015 presso il Master in Neuropsicologia Clinica dell’Università di Padova, esperta in malattia neurologica, Croce Rossa Milano, referente per la problematica di Azzardopatia, dott.ssa Manuela Rusconi, dott.ssa Laura Dalla Ragione, Psichiatra e Psicoterapeuta, ha fondato e dirige la Rete per i Disturbi del Comportamento Alimentare della USL 1 dell’Umbria. Docente al Campus Biomedico di Roma, come titolare del Corso sui Disturbi del Comportamento Alimentare, Maria Gabriella Sartori, Psicologa, Psicoterapeuta, Psicologa sociale, autrice di diversi libri di saggistica, si sofferma sull’importanza del ricordo, riportando la sua testimonianza, dott.ssa Alessandra Vendrame, giornalista del quotidiano Il Gazzettino di Treviso, scrive sul fenomeno della fuga dei cervelli all’estero, dottor Andrea Wehrenfennig, presidente di Legambiente Trieste, autore in FuturaMente e di numerosi interventi su problematiche ambientali, scrive sul problema dei cambiamenti climatici.  

    Nella seconda parte del libro, interviene anche Antonio Falcone, giornalista pubblicista e critico cinematografico, che cura una scheda filmica per ogni problematica emersa nel libro, contribuendo a guardare con completezza le situazioni descritte.

    Il libro, alla fine, risulta emozionante, utile, divulgativo.

    La realtà che ci circonda fotografa un quadro molto critico per ciò che concerne la condizione femminile, poiché la struggente scelta tra maternità e lavoro è ancora in prima linea nella quotidianità di moltissime donne, che indipendentemente dalla volontà e dalle capacità si vedono costrette a rinunciare alle proprie aspirazioni per seguire canoni antichi di impossibilità a conciliare maternità e lavoro anche in figure femminili ambiziose che avrebbero tutte le capacità per arrivare a risultati importanti.

    Le ragazze nel nostro Paese si laureano con i voti più alti e sono più brave, più diligenti e egualmente intelligenti dei ragazzi, poi fanno delle scelte universitarie che le portano ad innestarsi nel mondo del lavoro che non sempre permette loro di inserirsi nella ricerca di indipendenza. Lo spartiacque, le vere differenze sorgono intorno ai 25/27 anni, laddove i maschi optano per un lavoro e per il master, le donne invece si fermano e se decidono di avere una famiglia si bloccano letteralmente.

    Impensabile tutto questo 20 anni fa!

    Nessuno avrebbe mai pensato alla fine del secolo scorso che il III millennio avrebbe portato tanta barbarie, perché il termine giusto da usare è questo se ancora una giovane donna è costretta a scegliere se lavorare o crescere i figli, non si può che chiamare barbarie. L’effetto perverso e dirompente di tutto ciò è che l’Italia oggi è il Paese con la più bassa natalità in Europa, poco più alta dell’1% pro capite, un trend che, se continuerà così, determinerà che la popolazione si svuoterà di 10/15 milioni di abitanti in 20 anni, nel totale silenzio istituzionale. Oggi il tasso di natalità è lo stesso del 1860, un livello bassissimo, tragico direi, quasi da portare via il futuro di un’intera Nazione. Mi doleva l’obbligo di descrivere in modo puntuale e vero la situazione italiana, ma ciò non inficia in alcun modo la bellezza dell’opera della Condoluci, la brillantezza delle sue donne, la positività e anche il messaggio di speranza che lei dà in tutte le pagine dei suoi racconti, per questo ancora la ringrazio per l’opportunità che mi hai dato.

    Gemma Paola Bracco

    Avvocata esperta in tutela delle vittime di violenza di genere già Consigliera di parità della Provincia di Perugia dal 2010 al 2019.

    PREMESSA

    Ringrazio, innanzitutto, le lettrici e i lettori per aver scelto questo libro.

    Ritengo utile, prima di inoltrarsi nella lettura, sapere chi è Margherita e qual è il suo ruolo in questo mio nuovo lavoro.  A dire il vero lei è una vecchia conoscenza, già attiva in due miei romanzi: Uomini e donne oltre la siepe e Ritorno a Pellekinos e, in Storie di donne tra narrazione e realtà, si mantiene personaggio sensibile, vivace, curioso, tenace.  

    Margherita è protagonista e narrante, dentro e fuori le storie, coinvolgente ma discreta e segue con attenzione e con fermezza  i personaggi  delle varie storie che scoprirete nel libro.

    Buona lettura.

    Caterina Condoluci

    PRIMA PARTE

    Racconti  di Caterina Condoluci

     con poesie di  Maria Calcaterra e Bruno Mohorovich

    NON MI DIRE QUANDO

    Non mi dire quando...

    lo saprò una mattina

    svegliandomi

    con le ossa di gelo

    gli occhi arrossati

    la gola arida

    incapace di muovermi

    di parlare

    di....

    Non mi dire quando...

    verrà quella mattina

    scuotendomi

    all’alba di giorni

    sottratti al mio avvenire.

    Nel sopra e nel sotto

    del mio cuore

    attingerò, solo,

    al lume della luna

    sbiadito,

    alla fonte dei ricordi;

    aquila disorientata

    non sfiderò il sole

    brancolando tra cirri e nembi

    scriverò con l’ali spiegate,

    di te

    d’altri ieri

    levando grida laceranti.

    Non mi dire quando....

    sarà la notte a dirmelo

    mentre andrà spegnendosi

    la stella. 

    (Bruno Mohorovich)

    CLAUDIA, LA SUA STORIA, LE SUE RIFLESSIONI: 

    E NOI DONNE DOVE ANDREMO?

    Avevo messo la valigia accanto al tavolo ed ero pronta per una breve vacanza a Londra. Mi avrebbe accompagnato all’aeroporto la mia amica Rosalba che, in quel momento, stava telefonandomi: Margherita, sei pronta? Ti sto aspettando! Veloce o rischi di perdere l’aereo!. La raggiunsi senza perdere tempo ed entrai nella sua macchina. Riuscirai ad incontrare la mia Claudia? È da molto tempo che non torna a casa e ci manca tanto, disse. La rassicurai, in realtà ne dubitavo, anche se lo desideravo, sapevo che lei era impegnatissima con i suoi studi e il suo lavoro e incontrarla non era facile. Conosco Claudia fin dalla sua nascita e le sono affezionata. Mi piacerebbe rivederla.

    Sapevo che quel periodo era intenso per lei.

    Abbracciai la mia amica e mi avviai velocemente verso l’entrata dell’aeroporto.

    Durante il viaggio pensavo a Claudia: Dove si trovava in quel periodo?.

    Mi disse, in seguito che, in realtà, in quel momento si stava recando a colazione in un locale che le piaceva particolarmente...

    Un profumo misto di odori accattivanti e rassicuranti la avvolse non appena varcò la soglia del suo locale preferito, in Upper Street, a Londra, nel cuore di Islington.

    Aveva immaginato di aspettare in fila il suo turno, ma in quel momento, vista l’ora tarda, l’attesa per sedersi al lungo tavolo bianco, occupato prevalentemente da giovani donne belle ed eleganti, era solamente di pochi minuti, per fortuna, al contrario degli altri giorni. Nel frattempo osservava le prelibatezze esposte che presagivano una festa per il palato.

    Si era attardata, prima, alla Whitechapel Gallery per visitare la mostra Is This Tomorrow? Le era stata consigliata da un amico scultore che vi partecipava con artisti e designer da tutto il mondo. Ne era rimasta impressionata.

    Che inquietante! Questi artisti rappresentano un passato morto, un presente incerto e un futuro traballante! I temi delle loro opere sono angoscianti e urgenti! Le migrazioni, la privacy, il nostro rapporto con la tecnologia, il cambiamento climatico, le trivellazioni del terreno… un immaginario distopico impressionante ma verosimile… uno scenario pessimista!, pensò preoccupata, quando la sua attenzione fu attratta da un’istallazione, in realtà un’area meditativa, dal titolo Sorgerà la Fenice, dove la luce proveniva dall’alto e si rifletteva su uno spazio vario e multicolore. Opera di due autrici che non conosceva ma che apprezzò molto.

    Respirò sollevata da questa nuova speranza.

    Poi lasciò la Galleria e si recò in St. James’s Park, come sempre pieno di animali. Si lasciò incantare dagli scoiattoli che si muovevano liberi e tranquilli in attesa di cibo e dagli innumerevoli uccelli. Lì trascorreva un po’ di tempo le rare volte che era libera, perché aveva la sensazione di essere immersa nella natura, pur trovandosi nel centro di Londra. Si era soffermata a osservare il lago come se lo avesse visto per la prima volta così com’era veramente, calmo e indescrivibilmente bello, e la Duck Island con la sua riserva spettacolare. 

    Lì, inaspettatamente, vide anche rondini, attratti probabilmente dall’aria tiepida, cosa inusuale in quel periodo e in quel luogo, e pensò agli sconvolgimenti climatici che, ormai, impongono, spesso improvvisamente, belle e brutte sorprese.

    Le osservò nutrirsi sorvolando radenti una piccola pozza d’acqua, senza posarsi e, poi, librarsi nuovamente in volo. Osservandole mentre si allontanavano nel cielo, si immaginò augure, tentando, sorridendo scherzosamente, di predire il proprio futuro, ipotizzando entusiasta diverse situazioni che la riguardavano. Chissà, chissà…, pensò speranzosa, canticchiando sottovoce.

    Claudia si recava rare volte in quella pasticceria- ristorante, era un lusso che si concedeva quando le capitava qualcosa d’importante. E quel giorno le era stato comunicato di aver vinto una borsa di studio per un dottorato in Ingegneria biomedica, Elettrica e dei sistemi che le avrebbe permesso di sviluppare una ricerca importante. Il suo sogno era contribuire a portare il mondo verso un reale benessere.

    Rosalba, la mamma, a dire il vero, durante la sua adolescenza, avrebbe voluto che si dedicasse di più ai lavori femminili. Smettila di studiare così tanto, perderai la vista!, le gridava a tarda sera notando la luce della sua camera ancora accesa e tentando inutilmente di spegnerla. Capì ben presto che moltissime ragazze decidevano di realizzarsi in campi come quello scientifico ed economico che per la sua generazione erano stati sconsigliati, quasi proibiti. Le donne, infatti, ai tempi della sua giovinezza, erano ancora ritenute incapaci di intraprendere studi scientifici o, comunque, impegnativi, erano destinate alla cura della casa e rese, in tal modo, socialmente deboli.

    Claudia, fin da piccola, era brillante negli studi. Deve continuare a studiare… è dotata… ha talento… non deve smettere… sarebbe un peccato…, ripetevano quelli che avevano modo di verificare le sue capacità. Così, incoraggiata dal padre, dagli insegnanti e dagli amici di famiglia, si dedicò appassionatamente allo studio. Anche la madre, a dire il vero, desiderava che lei si realizzasse seguendo la propria indole, ma da donna attenta, intelligente e madre affettuosa, aveva capito che ciò avrebbe significato la lontananza della figlia, forse per sempre. I figli non sono nostri! Devono trovare la loro strada e decidere dove vivere e con chi! E noi genitori dobbiamo aiutarli a scegliere e a realizzarsi!, le dicevano tutti! Sì…va bene… ma cosa significa?, si ripeteva

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