L'olivastro

Di Marta Zura-Puntaroni

Ecco a voi Elettra: una serie in cui le figlie raccontano i padri. Proprio come nelle serie che spesso guardiamo sulle piattaforme, Elettra si propone di raccontare, un episodio dopo l'altro, la figura paterna nello sguardo delle figlie. Nell'epoca che viviamo le nuove consapevolezze cresciute con il femminismo ci danno modo di riconoscere in modo sempre più chiaro la natura patriarcale della nostra società, eppure ancora la figura paterna, nella letteratura, non è stata esplorata in tutte le sue sfaccettature. Ecco perché Elettra, figura celebre di un mito ben saldo nel nostro immaginario, ci conduce alla ricerca di nuove forme, nel tentativo di rappresentare autenticamente non solo la figura paterna, ma l'identità femminile in chiave antipatriarcale. Autrici, dunque, più e meno note, ma dalla voce sempre orginale e inconfondibile, diventeranno di episodio in episodio molteplici Elettre, con un obiettivo preciso: liberare non solo sé stesse, ma anche tutti gli altri dall’imposizione dei ruoli di genere. Ogni uscita sarà la tessera d’un mosaico che, componendo e scomponendo il volto del Padre e dei padri, proverà e inseguirne le tracce, nell’intento di raccontare l’evoluzione di un rapporto archetipico che ha ancora molto da dire.
Questo è il primo episodio

• Lingua: Italiano
• Editore: effequ
• Data di uscita: 21 giu 2023
• ISBN: 9791280263926

Anteprima del libro

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Indice

Elettra. Una premessa di Olga campofreda ed Eloisa Morra

Marta Zura-Puntaroni. L’olivastro

E01

Marta Zura-Puntaroni

L’olivastro

Elettra, episodio 1

L’olivastro

isbn

9791280263926

Prima edizione digitale: giugno 2023

© 2023 effequ

www.effequ.it

Facebook: effequ | Twitter: @effequ | Instagram: @_effequ_

Editing

Olga Campofreda, Silvia Costantino, Eloisa Morra, Francesco Quatraro

Redazione

Silvia Costantino, Francesco Quatraro

Conversione digitale e grafiche interne

Francesco Quatraro

Ufficio stampa

Silvia Costantino

Ufficio commerciale

Federico Quatraro

Immagine di copertina

Carla Indipendente

Attenzione: la riproduzione di questo testo, integrale o parziale, è vietata con qualsiasi mezzo e in qualsiasi forma senza l’autorizzazione scritta dell’editore – fatta eccezione per brevi citazioni in articoli o saggi.

E ancora: i personaggi, i nomi e i soprannomi di questo libro sono immaginari, pertanto ogni riferimento a persone realmente esistenti o esistite è puramente casuale. I fatti storici e gli eventi narrati, nonché i marchi e le aziende citati hanno il solo scopo di conferire veridicità alla narrazione.

Questo è un libro indipendente, perché sgomita tra i colossi e prova a dire che c’è.

Vogliategli bene.

Elettra. Una premessa

di Olga campofreda ed Eloisa Morra

Padre, padrone, padrino. Padre spirituale, Santo Padre. Patria, antichi padri, Paternità. Patriarca, patriarcato. Quante parole da una singola radice, eppure una sola dinamica: quella di subordinazione a qualcosa di più grande, più sacro, più autorevole (perfino nella morte, o forse proprio per questo). All’ombra di questa presunta superiorità della figura paterna si sviluppa il mito di Elettra: un amore che è anche e soprattutto devozione verso un uomo-dio cui la figlia deve la sua stessa vita, e con il quale desidera idealmente ricongiungersi. Quello di Elettra è un mitologema che si ramifica nei secoli, di riscrittura in riscrittura; tuttavia, senza la canonizzazione di Freud e Jung – che ne segna di fatto l’entrata nella modernità – non sarebbe possibile immaginare alcune tra le migliori pagine del Novecento, illuminate da riflessi di padri desiderati eppure distanti. 

Il ‘complesso di Elettra’ sembra non voler scomparire, tanto più in un paese come l’Italia, da sempre pervaso da una cultura patriarcale: dalla protagonista senza nome di Una donna di Sibilla Aleramo alla Cosima di Grazia Deledda alla Natalia di Lessico famigliare, la galassia degli scritti d’autrice è affollata di Elettre più o meno consapevoli. Ma in parallelo al padre-dio che tutto sorveglia, la società contemporanea ha sviluppato un contromito: quello del padre assente. Non occupandosi in modo attivo dei propri figli, affidati alle cure materne, i padri letterari dal dopoguerra a oggi rimangono figure frammentarie, della cui vita si sa sempre troppo poco. Personaggi più simili a figli fragili che a invincibili dei. L’archetipo del padre invisibile rappresenta l’altro volto di una società che tende a inibire l’espressione dei mondi interiori in