Il nano, la strega e la principessa: Con il pipistrello dagli occhialini neri
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Info su questo ebook
- Mamma, mi porti – riprese fiato e col naso fece una pernacchia inspirando aria- il gioco dei mostri volanti quando esci?
- Non chiamarmi mamma, sai che non lo sono.- Ritornò in piedi in una frazione di secondo e gli parlò sovrastandolo dall’alto come un gigante. Quella parola la fece tornare fredda, gelida e inumana. - Ti tengo perché altrimenti non ti prende nessuno.
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Anteprima del libro
Il nano, la strega e la principessa - Chiara Taioli
IL NANO, LA STREGA E LA PRINCIPESSA
Con il pipistrello dagli occhialini neri
Di Chiara Taioli
Anno 2020
Facebook Fiabe, Favole e Fantasia
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Il nano, la strega e la principessa
Di Chiara Taioli
Ed. Novembre 2020
Copyright. Diritti riservati all’autrice
Chiara Taioli
Leana, una giovane ragazza, girava e girava per conto proprio, sino a quando trovò un castello buio, oscuro e con un grande portone. Udì una voce.
- Ti stavamo aspettando. La tua stanza è pronta- le disse la voce, che era una voce di donna, soave, femminile e dolce, con una stonatura stridula sull’ultima sillaba, a cui non diede importanza.
Era titubante ma cedette ed entrò. Il portone si chiuse alle sue spalle con un potente boato. Era sola e smarrita; ebbe paura e volle riaprirlo ma non ci riuscì. Proseguì davanti a sé salendo le scale ingiallite, strette ed alte, sino a trovarsi in un vecchio, decadente, imbrattato, polveroso, vuoto, spoglio, freddo, incolore, cupo, atrio di un antico castello. Si aprì un’altra porta ed entrò rispettosa e titubante in una stanza dove venne accolta da una dolce figura di donna, dall’aspetto giovanile. Era una strega. Lo capì dalle vesti lunghe e scintillanti, dai lunghi e folti capelli argentati e dagli occhi piccoli, freddi e spietati. La strega accennò un sorriso che scavava le fossette sulle guance. Prese la sacca a Leana quasi strappandogliela dalle mani e la condusse nella stanza destinata a lei.
Leana rimase taciturna e la seguì. Si domandò come faceva a sapere che stava passando da lì’ e come mai aspettava lei, ma non si arrischiò a chiederlo.
- Puoi dormire qui- La strega mollò la sacca a terra- Il tuo nome?
- Leana, piacere- Leana le allungò la mano cortesemente ma la strega la ignorò, si girò ed andò via a passi pesanti, rumorosi, e rapidi come martellate sull’incudine.
Leana era frastornata.
- E’ un vecchio castello, un poco freddo, buio e decadente, ma non avevo una casa prima e per ora mi va bene.- Sedette sul letto: un ammasso di maleodoranti sacchi di iuta riempiti di lana ingiallita che sbordava dalle aperture dei sacchi. Ne uscirono dei vermiciattoli e dei ragni, infastiditi e schiacciati dal peso di lei, e la guardarono come se fosse una intrusa in casa loro.
- Oh, scusate non volevo disturbarvi il sonno- rispose delicatamente Leana che si rialzò di scatto dal letto. In piedi, stordita, vide le pareti ingiallite della stanza spoglia e dall’odore di legno fradicio e di aria chiusa, stantia. Oltre al letto c’erano un armadio con una sola anta, staccata e pericolante verso l’esterno, ed un orologio appeso. Si avvicinò all’orologio e vide che non aveva lancette, era un orologio tondo, con il bordo in legno spesso e dorato: era un orologio senza tempo. Lo fissò avvicinandosi e sembrava caderci dentro, non riusciva a distogliere lo sguardo.
- Non ha orario, sembra fermo a – disse prima che i passi rumorosi e rapidi si avvicinarono alla stanza.
- Vieni che ti presento- La strega entrò impetuosa in stanza. Dietro di lei avanzò un nano: aveva la testa tonda e grande, con lineamenti da bambino, sproporzionata rispetto al corpo che invece era corto e ristretto.
- Chi è strega? E’ la nuova principessa?- Chiese in modo impertinente e scocciato, perché lo aveva interrotto dal suo trastullo. Si avvicinò a Leana