Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

La stirpe della notte
La stirpe della notte
La stirpe della notte
E-book304 pagine3 ore

La stirpe della notte

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

In quanto figlia di una strega, Sarah non è estranea alla magia. In seguito all'incontro con un immortale però, si renderà presto conto che niente può essere paragonato alla magia di essere amata da un vampiro.
Facendo parte di una potente famiglia di streghe da più generazioni, l'unica cosa che Sarah abbia mai desiderato è quella di avere una vita normale; ma una vita normale non fa parte del suo destino. E' una delle sorelle immortali e il suo è un destino fatto di oscurità. In questa oscurità tuttavia, scoprirà presto un amore che non avrebbe mai potuto immaginare.
Mentre Nicole e i Cercatori di Luce si mettono alla ricerca delle due sorelle scomparse, Sarah se la deve cavare da sola e non sa di essere il bersaglio di un vampiro antico e potente... un vampiro che la vuole morta.
Darrien è un vampiro freddo e spietato. Uccide senza provare rimorso ed è l'assassino perfetto per sbarazzarsi delle sorelle a favore degli antichi, ma quando guarda negli occhi di Sarah è consumato  da una passione travolgente sulla quale nemmeno la sua sete di sangue può prevalere.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita13 apr 2016
ISBN9781507137673
La stirpe della notte

Correlato a La stirpe della notte

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su La stirpe della notte

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    La stirpe della notte - Lorraine Kennedy

    Capitolo Uno

    Quando inspirò, il calore le bruciò i polmoni e la pelle sottile della gola. Le fiamme lambivano il tessuto spesso della gonna che indossava.

    Presto i vestiti avrebbero preso fuoco e avrebbero cominciato a bruciare la pelle sotto il tessuto. Poteva già sentirne il calore, ma si rifiutò di gridare. Fissando la folla riunita attorno a lei, maledisse mentalmente tutti i presenti. I loro occhi assetati di sangue guardavano nella sua direzione, aspettando l'istante in cui avrebbe esalato il suo ultimo respiro.

    Lui se ne stava lontano dalla folla, nascosto nell'ombra. Lei non aveva bisogno di vederlo, sapeva chi fosse. Anche adesso, riusciva a sentirlo mentre le sussurrava cupamente promesse di immortalità se avesse accettato il suo bacio velenoso.

    La gonna prese fuoco. La pelle delle gambe sfrigolava e si riempiva di vesciche; il dolore straziante stava rapidamente scacciando la sua voglia di vivere.

    Brucia, strega... brucia! La folla recitava in continuazione.

    Che Dio abbia misericordia della tua anima. La voce del pastore era debole, soffocata dalla rabbia della folla implacabile.

    Senza fiato, Sarah spalancò gli occhi. Aveva le coperte attorcigliate alle gambe e per un breve istante fu presa dal panico, credendo di essere ancora legata al palo in legno. Si liberò freneticamente dalle coperte in modo da poter esaminare le gambe alla ricerca di ustioni, ma non c’era alcun segno delle vesciche che aveva visto nel suo incubo.

    Facendo un respiro profondo, ricadde sul cuscino e chiuse gli occhi.

    Era lo stress.

    Era troppo stressata. L'ultima settimana del secondo semestre era stata un inferno e ora lo stress si stava facendo sentire.

    Con quel pensiero in mente, Sarah cercò di appisolarsi di nuovo. Proprio quando stava cominciando a rilassarsi, la doppia finestra si spalancò e un vento forte soffiò nella stanza. Si sedette e fissò in direzione delle finestre. Il vento artigliava le tende color lavanda, facendo a brandelli il tendaggio e strappandolo quasi via dall’asta. 

    Scivolando fuori dalle coperte, Sarah andò alla finestra. La luna piena era oscurata dalle nuvole temporalesche che si erano raccolte sopra il mare.

    Saraaah chiamò dal buio una voce flebile.

    Sarah trattenne il respiro, aspettando di vedere se avesse sentito ancora la voce.

    Era stata la sua immaginazione?

    Saraaah. La leggera voce maschile sembrava essere trasportata dal vento.

    Sporgendosi dalla finestra, Sarah scrutò nell’oscurità sottostante, ma non vide nessuno. Niente sembrava fuori posto nei giardini perfettamente curati di sua zia. Un'altra raffica di vento la spinse lontano dalla finestra.

    Affrontando il vento fortissimo, Sarah riuscì a chiudere la finestra. Rinunciando a dormire, s’infilò la vestaglia. Forse se avesse letto un po’, sarebbe riuscita a rilassarsi abbastanza da addormentarsi.

    Proprio quando arrivò alla conclusione di non aver sentito effettivamente nulla, le finestre si spalancarono di nuovo.

    Saraaah. Il sussurro sembrava essere un tutt’uno con il vento.

    Avvicinandosi alla finestra, Sarah trasalì nel vedere una figura che si aggirava nell'ombra. L'uomo era in piedi vicino al labirinto di siepi, non in piena vista, ma nemmeno del tutto nascosto. La fissava con il viso all’insù, una strana luce gli bruciava negli occhi.

    Era bello, ma tenebroso. Anche dalla sua posizione dietro alla finestra riusciva a sentire il pericolo. Un senso di inquietudine la avvolse come un pesante mantello. Il primo pensiero di Sarah fu quello che fosse arrivato il suo momento e che l’angelo della morte fosse venuto a prenderla. Poi pensò che potesse essere uno spettro oscuro, un'anima persa alla ricerca della luce.

    Ancora prima che questo pensiero le si formasse completamente in testa, poté avvertire il divertimento dell’uomo di fronte alle sue congetture. Non era un angelo di nessun tipo, ma era lì per lei. Il sesto senso di Sarah lo intuì in maniera così forte da toglierle il respiro. Provò ad allontanarsi dalla finestra, ma le gambe avevano volontà propria e lei non riusciva a muoverle.

    Poi non stava più osservando il giardino. Stava vedendo il suo volto che la fissava: arrabbiato, eppure sembrava la stesse implorando. Sarah era sdraiata su un letto, avvolta tra le sue braccia. La stava implorando di fare qualcosa; qualcosa che lei non si sentiva proprio di fare. La visione era più simile ad un ricordo che lei non riusciva a cogliere del tutto. Per un breve istante, si sentì obbligata ad andare da lui, a toccarlo.

    Non appena il pensiero le invase la mente, Sarah lo scacciò, chiudendogli davanti una porta, come se l'idea fosse troppo terrificante da prendere in considerazione. La figura scura fece un inchino e poi scomparve nell’oscurità.

    * * *

    Darrien si allontanò.

    Sarebbe stato facile salire oltre il vento e prenderla dalla finestra, rubarle l'ultimo respiro ed estrarre la forza vitale che le scorreva nelle vene, ma non poteva farlo. Non ancora.

    Vederla in piedi davanti alla finestra lo tentava. Il modo in cui il vento le soffiava tra i lunghi capelli castano ramato e la camicia da notte di seta che svolazzava dietro di lei come le ali di un angelo avevano suscitato in lui un desiderio profondo. La scena era incantevole e infiammava la sua fame, la sua brama di sangue e la sua brama di qualcosa di più. Avrebbe potuto prenderla in quel momento, se non fosse stato per l'intrusione dei ricordi; ricordi che aveva bandito dalla sua mente molto tempo prima. Il dolore di quei ricordi tornò ad essere fresco e riportò in superficie il tormento che gli avvelenava l’anima.

    Ma perché?

    Perché stava pensando a lei proprio in quel momento?

    Aveva un lavoro da fare.

    Darrien aveva scoperto molto tempo prima che per un vampiro niente che non fosse il presente aveva importanza, almeno se non voleva diventare pazzo. 

    I suoi pensieri tornarono alla ragazza. Aveva resistito alla sua chiamata, ma non l’avrebbe fatto a lungo.

    * * *

    Sarah scese la lunga scala a chiocciola fino al primo piano. Il profumo della colazione le fece brontolare lo stomaco. Quando entrò in cucina, zia Jeanie era in piedi davanti ai fornelli a girare i pancakes.

    Come al solito, la zia portava i capelli rossi in una crocchia sopra la testa e indossava un vestito nero che le stava largo. Spero che tu abbia fame. Ti ho preparato una colazione abbondante.

    Grazie, zietta. Sarah le baciò la guancia.

    Sarah si guardò intorno nella grande cucina, come se la stesse vedendo per la prima volta. Aveva alloggiato in università per la maggior parte dell'anno e la cosa che le era mancata di più di casa era stata la cucina di zia Jeanie. Le grandi finestre della cucina lasciavano entrare la luce del sole mattutino in abbondanza. Durante i mesi più caldi, facevano spesso colazione con le finestre aperte in modo da potere godere dell'aria frizzante del mare.

    Siediti. Jeanie mise sul tavolo un piatto pieno di pancakes.

    Sarah si sedette e ne prese un morso. Anche se il cibo era delizioso, lo assaggiò appena. Finalmente Jeanie sistemò la sua grande stazza sulla sedia di fronte a Sarah.

    Cosa ti passa per la mente, Sarah? È più il cibo che stai girando nel piatto di quello che stai mangiando.

    C'era un uomo... o qualcosa del genere... in giardino ieri sera.

    Zia Jeanie aggrottò le sopracciglia. Che cosa vuoi dire con ’o qualcosa del genere’?

    Non penso fosse umano. Sarah appoggiò la forchetta sul piatto. Non sarebbe riuscita a mandare giù un altro boccone fino a quando non fosse riuscita a capire chi o che cosa l'aveva chiamata alla finestra nel bel mezzo della notte.

    Non lo so. Quasi non sembrava reale e i suoi occhi avevano questa... strana luce, ma non credo nemmeno che fosse un fantasma.

    Zia Jeanie la fissò, un’espressione di stupore le si stava diffondendo su tutto il viso. Una luce negli occhi, hai detto?

    Sarah annuì. Chiunque fosse, c'era qualcosa di oscuro in lui.

    Mmm, beh... stai lontana da lui.

    È reale... o qualcos'altro? chiese Sarah.

    Essendo cresciuta a casa di zia Jeanie, si era abituata all’esistenza di cose un po’ strane. La famiglia Fabre praticava la stregoneria da secoli e zia Jeanie non era diversa. Sarah era stata in grado di vedere gli spiriti fin da bambina, ma solitamente era in grado di capire se la persona che le stava di fronte fosse viva o morta.

    Oh, probabilmente è reale disse Jeanie mentre si alzava e iniziava a ripulire il tavolo dalla colazione.

    Allora? Sarah voleva che sua zia continuasse, ma sembrava che Jeanie avesse detto tutto ciò che aveva intenzione di dire sulla questione.

    Questo mese c’è il solstizio d’estate. Jeanie le fece l’occhiolino. Forse riprenderemo questa conversazione dopo che sarà passato.

    Sarah si appoggiò allo schienale della sedia e incrociò le braccia. Non sono così sicura che ci andrò.

    Oh, fesserie! Certo che ci andrai. Jeanie scacciò il suggerimento con un gesto della mano, come se fosse la cosa più assurda che avesse mai sentito. È probabile che tu sia una delle donne Fabre più talentuose da generazioni. Perché non ti unisci a noi?

    Forse voglio solo una vita normale! Non ho mai avuto una vita normale finché non sono andata all’università. Tutti in questa città pensano che siamo delle tipe strane. Le streghe di Sutter Point! disse Sarah con tono arrabbiato.

    La normalità è fin troppo sopravvalutata le assicurò Jeanie.

    Sarah decise che fosse meglio lasciar perdere l'argomento per il momento. Più tardi avrebbe parlato con la zia riguardo all’idea di trasferirsi definitivamente a Portland. C'era tempo. Aveva ancora un paio di anni prima di prendere la laurea.

    * * *

    Sarah era sotto il portico che circondava la casa, intenta a fissare l’oceano di fronte a sé. Il suono delle onde che s’infrangevano contro le rocce la calmava e inebriava al tempo stesso. Se si fosse trasferita, le sarebbe mancato svegliarsi al mattino e ascoltare il mare appena fuori dalla finestra della sua camera da letto. Ma sarebbe riuscita a sopravvivere se non l'avesse fatto? 

    Sutter Point era un'ombra scura che aleggiava sopra la sua vita, ma quando era andata a Portland per frequentare l'università, quell’ombra si era ritirata. Non era colpa di zia Jeanie. Jeanie era la zia più dolce del mondo. No, il motivo era che a Portland nessuno la conosceva; nessuno sapeva delle streghe Fabre.

    Chiudendo gli occhi, Sarah pensò al giorno in cui era andata vivere a Sutter Point. Nonostante fosse passato molto tempo, riusciva ancora a ricordarlo come se fosse il giorno prima. Gli occhi verdi di sua madre, velati di lacrime, e il modo in cui si era inginocchiata per dire addio a Sarah.

    Tornerò presto, piccolina aveva detto Beth, baciando sua figlia sulla fronte.

    Sarah aveva scosso la testa. Mamma, voglio venire con te! Non lasciarmi!

    La zia Jeanie ti piacerà le aveva assicurato Beth. Io e Jeanie... ci divertivamo così tanto da ragazze. Nel bel mezzo della notte prendevamo di nascosto dei dolcetti e andavamo a sederci sulla spiaggia. Trascorrevamo ore a parlare. Jeanie era la mia migliore amica... e sarà anche la tua migliore amica.

    Ma mamma, voglio stare con te e basta! aveva piagnucolato Sarah.

    Beth aveva sorriso. Lo so, tesoro. Ma dove sto andando sarebbe troppo pericoloso per una bambina.

    Sua madre non era mai tornata a prenderla. Zia Jeanie aveva fatto del suo meglio per alleviare il dolore e la rabbia di Sarah per essere stata abbandonata dalla madre, ma il dolore non era mai scomparso del tutto.

    Giorno dopo giorno, Sarah aveva chiesto di sua madre, ma zia Jeanie non aveva mai avuto nessuna risposta. Si era accorta che per sua zia era quasi doloroso quanto lo era per lei, così alla fine Sarah aveva smesso di chiedere. Voleva bene alla zia Jeanie e non volevo farla star male, ma Sarah continuava a covare quel dolore.

    Perché sua madre non era tornata a prenderla?

    Sarah aprì gli occhi, decisa a scacciare via quel ricordo. 

    Dietro di sé, sentì zia Jeanie che si schiariva la voce. Sarah si voltò per guardarla.

    "Stai bene, tesoro?

    Sarah si sforzò di sorridere. Sì, sto bene, zietta.

    Ok, allora. Jeanie non sembrava convinta. Ti va di andare a cercare delle vongole per cena?

    Va bene. Mi metto subito al lavoro promise Sarah.

    Jeanie fissò il sole che tramontava. Fai in fretta, però. Meglio che tu non stia fuori dopo il tramonto.

    * * *

    Con lo sguardo fisso sullo schermo del computer, Ethan faceva tamburellare le dita sulla scrivania. Nicole alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo.

    Ethan, stai davvero rendendo difficile concentrarsi. Cosa ti passa per la testa?

    È solo che non posso credere che ci siamo sbagliati riguardo a quella ragazza della costa! disse scuotendo la testa. Ero così sicuro che fosse una di loro.

    Nicole non poteva non essere d’accordo. Cassie sembrava corrispondere al profilo e si diceva che la sua famiglia fosse stata coinvolta in qualche modo nel mondo dei vampiri, ma si era trattato solo di dicerie. La ragazza e la sua famiglia erano estremamente normali.

    Beh... pensi ancora che la ragazza che stiamo cercando sia sulla costa?

    Ethan annuì. Secondo la mia fonte.

    Beh, perché questa fonte non esce allo scoperto e ci dice chi è la ragazza e dove si trova?

    Non credo che lo sappia per certo e non può interferire troppo con gli immortali, altrimenti rischia una guerra tra la sua specie e la nostra.

    Nicole si morse il labbro inferiore. Se Omar la trovasse prima di noi... Sarah smise di parlare quando Dash varcò la porta aperta dell’ufficio.

    Dash si sedette davanti alla scrivania di Nicole. Che cosa... state parlando di quelle misteriose sorelle che sono sparite?

    Nicole annuì. Stavi origliando? gli chiese con un mezzo sorriso.

    Dash portò l’indice vicino al pollice. Beh, forse un pochino.

    Nicole alzò gli occhi al cielo.

    Ho sentito che Omar ne ha trovata una e che ha mandato un assassino a occuparsi di lei. Almeno questo è quello che si bisbiglia tra i vampiri disse loro.

    Oh, no! Nicole sentì il cuore avere un sussulto. Hai sentito dire dov'è? chiese.

    No.

    Ecco perché sarebbe stato meglio se Alec non avesse reso manifesta la sua opposizione a Omar. Avrebbe potuto ottenere queste informazioni.

    Beh, non ha avuto molto scelta Nicole ricordò a Ethan.

    Comunque, dov'è il tuo tenebroso e sadico amante? le chiese Dash, una chiara nota di divertimento nella voce. Dash non perdeva mai occasione di farle sapere quanto fosse strano che il suo amante fosse un vampiro.

    A Nicole non importava. Alec era la luce nella sua anima, non importava ciò che pensavano gli altri. Pensare ad Alec le faceva bramare il suo tocco. Le mancava davvero sentire il suono della sua voce, soprattutto quando si sentiva giù. Ogni momento lontano da lui era come un'eternità.

    In Romania disse a Dash, tentando di spostare i suoi pensieri in un'altra direzione. Pensare ad Alec era troppo difficile quando lui era così lontano.

    Sei seria? Ti ha davvero lasciata qui da sola?

    Nicole sorrise. Sapeva che tu ed Ethan vi sareste presi cura di me. E non dimentichiamoci dello sguardo sempre vigile di mio padre.

    Ma la Romania! È una cosa un po’ all’antica, no?

    C'è un antico manoscritto che è stato nascosto e che presumibilmente racconta la storia della nostra specie. Alec lo sta cercando gli spiegò Ethan.

    Tuo padre sa già queste cose. Perché stiamo cercando vecchi manoscritti? le chiese Dash con gli occhi a fessura.

    Forse è così, ma pensa che non siamo pronti a sentir parlare di questi segreti. Non sa che Alec è andato a cercare questo libro.

    Dash fischiò, scuotendo la testa. Voi due farete proprio incazzare tuo padre!

    Nicole sorrise. Suo padre era stato furioso quando Alec era ritornato a New Orleans e si era adirato ancora di più quando Nicole aveva messo le cose in chiaro. Aveva detto a suo padre che a meno che lui non avesse accettato la sua relazione con Alec, se ne sarebbe andata con lui e non sarebbe mai più tornata. Donovan si era arreso a malincuore, ma non senza farsi promettere da Alec che avrebbe sempre messo la sicurezza di Nicole prima di tutto.

    Mio padre crede che la verità sarebbe troppo distruttiva... per tutte le specie sulla terra.

    Dash scosse la testa. È un vampiro. Non lo sa che non è suo dovere preoccuparsi per la sorte della popolazione della Terra?

    Nicole alzò le spalle. Abbiamo altre cose di cui preoccuparci in questo momento, ad esempio come riuscire a trovare mia sorella. Nicole rabbrividì al pensiero di cosa avrebbe potuto succedere se questo assassino avesse trovato sua sorella prima di loro.

    Capitolo Due

    Sarah avvertì la sua presenza. Percepì il suo sguardo su di lei prima ancora di alzare gli occhi dalla sabbia bagnata e di vederlo in piedi vicino alle buie scogliere grigie dietro di lei. La brezza giocava con i suoi ondulati capelli castani, soffiandoglieli sul viso e nascondendogli gli occhi, quegli strani occhi seducenti.

    Era stata così assorbita nei suoi pensieri mentre estraeva le vongole dalla sabbia che non si era accorta di quanto fosse calato il sole. Ora non era che un frammento rosso sopra le acque scure del Pacifico. Sarah raccolse in fretta il secchio contenente le vongole e la paletta che aveva usato per raccoglierle. Si alzò in piedi e si diresse verso il percorso che si snodava attorno alle ripide scogliere. La casa della zia si trovava in cima a quelle scogliere. L'imponente struttura sembrava fare da sentinella, di guardia sopra il mare.

    Sarah diede una sbirciatina all'uomo con la coda dell’occhio. Vide che era ancora vicino alle scogliere, ancora intento a fissarla. Stava rimanendo nell’ombra. Ogni tanto dava un’occhiata al sole e poi tornava a guardare in direzione di Sarah. Sarah cercò di camminare più veloce, ma non sarebbe riuscita ad arrivare al sentiero prima che il sole fosse completamente svanito dall'orizzonte.

    Un momento prima l’uomo era nell'ombra e quello successivo le stava bloccando la strada. Si era mosso così in fretta che Sarah aveva avuto a malapena il tempo di sbattere le palpebre.

    Sarah si fermò e alzò gli occhi per guardarlo in viso. Ora che si trovava così vicina, la sua presenza era travolgente. Era così bello, così incantevole che stargli vicino le faceva mancare il respiro.

    Mi scusi mormorò Sarah quando riuscì finalmente a trovare la voce.

    Lui non si muoveva, ma continuava a fissarla. Sarah dovette distogliere lo sguardo per evitare di annegare in quegli occhi affascinanti.

    Sarah aspettò, ma lui non la lasciava passare. Cercò di aggirarlo facendo un passo di lato, ma lui le bloccò di nuovo il passaggio.

    Le dispiace? Sarah cominciava a ribollire di rabbia. Finché fosse riuscita ad aggrapparsi a quella rabbia e a non guardarlo negli occhi, sarebbe andato tutto bene.

    Sarah... ti chiami così? le chiese con una voce profonda e vellutata.

    Che cosa vuoi?

    Non avrebbe alzato gli occhi per guardarlo in faccia, né avrebbe risposto alla sua domanda.

    Solo parlare... tutto qui. Le sollevò il mento con le dita e la costrinse a guardarlo.

    I suoi occhi castani ardevano di fame: una fame che le pervadeva i sensi e le colmava il cuore di paura.  Sarah fece un passo indietro.

    Per un attimo, i suoi occhi furono invasi dalla confusione e persero il potere che avevano su di lei. Sarah colse l'occasione per scappare, ma la sabbia la faceva avanzare lentamente, troppo lentamente.

    Poi lui fu di nuovo lì e la fece cadere. Il secchio le sfuggì di mano e le vongole si sparpagliarono sulla sabbia. Era sopra di lei, il volto a pochi centimetri dal suo. Ancora una volta venne attirata dai suoi occhi. Sarah lottò per liberarsi dalla sua presa, ma i suoi sforzi erano vani. Era troppo forte.

    I suoi occhi brillavano di una luce interiore che la attirava e terrorizzava allo stesso tempo. Ritrasse le labbra a rivelare le lunghe zanne bianche. Sarah fu presa dal panico, la mente che urlava l’incredibile verità che non si trattasse affatto di un uomo, ma di un vampiro. Sarebbe morta per mano di una creatura della notte.

    Strizzò forte gli occhi e aspettò che i suoi denti le perforassero l'arteria del collo, ma i secondi passarono e non sentì niente, nessun dolore. Sarah aprì gli occhi. La stava ancora fissando, ma i suoi occhi avevano perso lo sguardo famelico di poco prima e le zanne non erano più visibili.

    Lo sguardo nei suoi occhi era calmo, quasi strano. Sarah fu sorpresa quando sentì le sue labbra fredde contro le sue e fu ancora più sorpresa nel sentire il proprio corpo rispondere al suo tocco. Aveva la sua lingua in bocca e lui la stava baciando, ma era un bacio così esigente, così vorace da essere spaventoso. Nonostante la paura, voleva che la baciasse. Il cuore di Sarah agognava un suo bacio, la sua anima conosceva il suo tocco.

    Sarah gli avvolse le braccia attorno al collo, ricambiando il bacio con uguale passione. Quando si ritrasse per guardarla, Sarah vide nei suoi occhi un dolore profondo che le strinse il cuore.

    Lui si alzò in piedi e iniziò ad allontanarsi. L’avrebbe lasciata lì sulla sabbia a bramare il suo tocco.

    Aspetta un attimo! lo richiamò Sarah. Chi sei?

    Continuò a camminare, rifiutandosi di voltarsi e guardarla.

    Sarah si rialzò e gli corse dietro. Chi sei? Cos'è che vuoi?" gli chiese, senza fiato dopo aver corso per raggiungerlo.

    Il vampiro rallentò il passo e la guardò. Sono venuto qui per ucciderti.

    Sarah si fermò di colpo, fissandolo in un silenzio attonito.

    Sembrava aspettare che lei dicesse qualcosa, ma Sarah non riusciva a trovare le parole.

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1