Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Una ragazza e il Suo Panda: Amici Animali, #2
Una ragazza e il Suo Panda: Amici Animali, #2
Una ragazza e il Suo Panda: Amici Animali, #2
E-book170 pagine2 ore

Una ragazza e il Suo Panda: Amici Animali, #2

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Lihua non avrebbe mai pensato che la nascita del suo fratellino le avesse cambiato la vita.

Cresciuta in un povero villaggio di campagna, Lihua pregava che i suoi genitori avessero un figlio maschio per portare pace e serenità alla famiglia. Ma non poteva immaginare che vivere in tale povertà avesse potuto costringere i suoi genitori a compiere una scelta terribile che le sarebbe costata tantissimo.

Scacciata all'improvviso di casa, Lihua inizia un pericoloso viaggio da sola. Dopo aver subito un attacco durante il suo primo giorno per strada, il più improbabile degli eroi arriva in suo soccorso: un panda femmina che Lihua chiamerà Panpan.

Unite dall'affetto reciproco e dal bisogno di sopravvivere, Lihua e Panpan viaggiano insieme tra le montagne e le foreste della Cina Occidentale mentre Lihua combatte per cercare un nuovo posto nel mondo.


Lihua & PanPan- Una ragazza e il suo panda è un libro della collana Amici Animali, una collana di storie autoconclusive con nuovi personaggi e nuove avventure in ogni libro.

 

LinguaItaliano
Data di uscita20 giu 2020
ISBN9781071553084
Una ragazza e il Suo Panda: Amici Animali, #2

Correlato a Una ragazza e il Suo Panda

Titoli di questa serie (1)

Visualizza altri

Ebook correlati

Azione e avventura per bambini per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Una ragazza e il Suo Panda

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Una ragazza e il Suo Panda - Zoey Gong

    1

    T i ho trovato! urlò una delle bambine quando intravide lo sguardo di Lihua.

    Lihua scoppiò a ridere quando si alzò dal suo nascondiglio e si mise a cercare gli altri suoi amici. Trovò con facilità altre due bambine che non riuscivano a smettere di ridere. Saltarono su e si misero a bisticciare in modo scherzoso su chi sarebbe stata sotto. La ragazzina che aveva trovato Lihua venne coinvolta nella mischia, e poco dopo le quattro amiche ridevano e si azzuffavano allo stesso tempo.

    Mi sa che siamo tutti sotto! esclamò Lihua. Ci fu una breve pausa e poi tutti i bambini scoppiarono a gridare e a correre in diverse direzioni attraverso la foresta per cercare chi ancora mancava.

    Poco dopo, Lihua si fermò per prendere fiato e si trovò completamente da sola. Si voltò e scorse gli alti alberi di bambù che scricchiolavano mentre ondeggiavano lentamente nella brezza. La foresta di bambù era così fitta che lì dentro era quasi buio, nonostante fosse solo metà pomeriggio.

    Sentì un fruscio alla sua sinistra. Si avvicinò con cautela.

    C'è qualcuno? chiese ad alta voce. Chi sei? Non ti farò del male. Sperava fosse un panda.

    Aveva sempre vissuto al limitare di una foresta di bambù, ad ovest delle montagne di Dayong nella parte orientale della regione di Bashu (oggi conosciuta come Sichuan). Sua nonna le aveva raccontato un sacco di storie a proposito di quegli orsi paffuti e morbidosi che girovagavano per le montagne quando era una ragazzina, ma Lihua non ne aveva mai visto uno.

    Sua nonna li chiamava i fantasmi dai piedi neri della foresta. Si diceva che andassero a zonzo per i boschi, mangiando tutto ciò che riuscivano a trovare, persino pentole di ferro e bacchette di bambù. Se qualcosa spariva, era di sicuro colpa di un panda. Si diceva che le loro pellicce fossero di rara bellezza e portassero persino fortuna. Quindi, qualora un panda venisse avvistato, la gente lo avrebbe ucciso e usato la sua pelliccia, le sue ossa e la sua bile come medicinali. Negli ultimi anni, i condottieri hanno preso a cacciarli in gran numero, vendendo le loro pelli alle persone ricche in Cina orientale o persino agli stranieri.

    Quando ero piccola, sua nonna disse mi sedevo in camera mia, al secondo piano della nostra casa e guardavo dalla finestra i panda spuntare fuori dalla foresta e fare capolino nel villaggio per rubare i nostri vestiti o il nostro cibo. Insomma, qualsiasi cosa che riuscivano ad acchialappare con le loro perfide zampe.

    Ma Lihua non aveva paura. Aveva dodici anni e poche cose la spaventavano.

    Vieni fuori, disse mentre si avvicinava a qualunque cosa fosse bloccata nella boscaglia.

    Sussultò e poi sospirò delusa mentre una scimmia saltò da terra, si arrampicò su un albero e si unì ai suoi innumerevoli amici sopra di lei. Lihua avrebbe dovuto capirlo che non si trattava affatto di un panda.

    Lihua! La voce di sua madre risuonò attraverso la foresta, quella voce stridula e fastidiosa a lei tanto familiare.

    Arrivo! rispose. Rivolse un ultimo sguardo alla foresta e pregò di intravedere un panda almeno di sfuggita, ma gli incessanti richiami della madre non diedero spazio a ulteriori indugi. Alla fine si voltò e ritornò correndo al villaggio.

    Lihua! sua madre la sgridò appena tornò a casa. Dov’eri finita, sfaticata?

    Era l’ora del riposino, ma non ero stanca spiegò Lihua. Io e gli altri bambini

    Gli altri bambini? la interruppe sua madre. Tutte pesti perditempo. Tutti così viziati. Non danno mai una mano quando serve.

    Ora sono qui, mamma, disse Lihua mentre si allacciava il grembiule. Si mise subito all’opera attizzando il fuoco sotto il pentolone di brood piccante che usavano come base per quasi tutti i noodle che servivano nel loro piccolo ristorante.

    Lascia in pace tua figlia, Shushu, la rimproverò la nonna di Lihua mentre entrava nella stanza zoppicando sul suo bastone. Prese una sedia e si sedette, con una smorfia. Poi spolliciò il braccialetto di semi di bodhi che indossava sempre mentre borbottava tra sé e sé.

    Come stai, Nainai? chiese Lihua a sua nonna.

    Ora che sei qui sto meglio, Tesoro, esclamò Nainai, ma Lihua non riusciva a smettere di vedere il dolore impresso in eterno dietro gli occhi di sua nonna.

    Quando Nainai era una ragazzina, i suoi piedi erano stati fasciati, com’era tradizione in molte famiglie. I piedi erano prima rotti, poi modellati nella forma a loto desiderata, e poi curati ormai nella loro forma sfigurata, rendendo così le ragazze impossibilitate a camminare da sole per molto tempo. Ma dopo la morte dell’imperatrice del Manciù, molte persone -soprattutto condottieri- chiesero di mettere fine ad alcune vecchie tradizioni. I piedi di Nainai erano stati slegati, ma il danno era ormai fatto. I suoi piedi erano del tutto piatti, e le dita ancora arricciate.

    Aveva raccontato una volta a Lihua che slegare i suoi piedi era stato più doloroso di legarli all’inizio. Quando e se camminava, aveva ancora un’andatura zoppicante.

    Lihua, disse sua madre, sempre con il suo tipico linguaggio tagliente, ma con una voce più bassa dato che sua suocera era presente. Vai a controllare il pepe del Suichan e portal qui se è pronto.

    Va bene, mamma disse Lihua e salì le scale fino al tetto. La famiglia viveva in due stanze sopra il negozio di noodle, e usavano il tetto per immagazzinare o seccare varia frutta, carni e verdure da loro usate. Quel giorno stavano seccando il raccolto più recente di huajiao – il pepe fiorito del Sichuan, i grani di pepe piccanti nativi di quella zona e che conferivano al cibo un gusto unico.

    L’huajiao era stato sparpagliato su una larga tela bianca per farlo seccare al sole. Lihua ne prese un po’ e lo fece scorrere tra le dita. Il guscio si spaccò con facilità, rivelando un seme dal gusto deciso al suo interno. Si ficcò l’huajiao in bocca e lo polverizzò tra I suoi denti, lasciando che le spezie conferissero una sensazione di formicolio e paralizzante sulla sua lingua e giù per la cola. Molte persone, soprattutto chi non era originario di Bashu, non riuscivano a sopportare il gusto dell’huajiao, ma Lihua lo adorava. Era considerata una ragazza speZiale, un vezzeggiativo che indicava le ragazze di Bashu che avevano sviluppato un’immunità al sapore che poteva anche mettere al tappeto il più virile degli uomini, che avrebbe supplicato di ricevere un bicchier d’acqua.

    Lihua prese una canna di bambù e la fece scorrere sull’huajiao seccato. Poi tiro’ su la lastra e verso’ l’huajiao in un cesto di elegante tessuto. Fece un passo fino al limitare del tetto e scosse il cestino, di modo che la pula (ovvero gli scarti) venissero separati dai grani di pepe e venisse sparsa dal vento. Poi mise i grani di pepe in un barattolo e torno’ al piano di sopra.

    Senza aver bisogno di farselo ripetere due volte, aggiunse altre acqua nella pentola del brodo, oltre ad aglio, zenzero, sale e alcuni dei grani di pepe appena rotti. Sorseggio’ il brodo e aggiunse un pizzico di sale in più finché il sapore era quello giusto. Non era abbastanza piccante per i suoi gusti. Se fosse stato per lei, avrebbe aggiunto un’altro pugno di grani di pepe, ma l’esperienza le aveva insegnato che farlo troppo piccante sarebbe costato alla famiglia l’insoddisfazione dei clienti. E i clienti scontenti non pagano. E i clienti che non pagano rendono la mamma triste. E Lihua non voleva proprio vedere sua madre triste.

    Ma a Lihua sua mamma sembrava sempre scontenta. Era vecchia, molto più vecchia delle madri di tutti i suoi amici. Era magra e pallida. Ma lavorava sodo. Lavorava sempre. Si svegliava prima dell’alba e spesso era l’ultima ad andare a dormire. Si preoccupava di continuo. Si preoccupava dei soldi. Si preoccupava del ristorante. Si preoccupava dei condottieri. Si preoccupava del futuro.

    Lihua faceva del suo meglio per non causare problemi a sua madre, ma sapeva che non poteva fare molto poiché’ era solo sua figlia. Un giorno si sarebbe sposata e non avrebbe piu’ visto la sua famiglia. Presumeva fosse il motivo per cui sua madre e suo padre la trattavano con freddezza, come se fosse un’impiegata anziche’ una figlia. Non volevano affezionarsi troppo a lei. Conosceva altre ragazze che erano trattate con durezza dalla loro famiglia per lo stesso motivo. Tuttavia conosceva anche delle famiglie che adoravano le loro figlie e stravedevano per loro. A volte avrebbe desiderato avere una famiglia così, ma era grata del fatto che i suoi genitori non la picchiassero o trattassero con crudelta’. E poteva contare su Nainai. Nanai le scaldava il cuore ed era sempre a sua disposizione, e questo bastava a compensare l'anaffettività di mamma.

    Lihua, Nainai la chiamo’ quando ebbe finito di aromatizzare il brodo. Vieni qui.

    Fece cenno a Lihua di avvicinarsi a lei, con un candelotto di incenso tra le mani. Camminarono fino alla facciata del negozio e si inginocchiarono. Nainai diede alcuni dei suoi candelotti di incenso a Lihua e poi prese un accendino, con cui illuminò i candelotti con una scintilla e un crepitio. La fiamma si spense presto, ma i bastoncini continuavano a bruciare lentamente, rilasciando una fragranza piacevole.

    Lihua e Nainai guardarono poi verso il dio della cucina Zao Jun sull’architrave e si prostrarono tre volte. Poi tennero i loro bastoncini di incenso nelle mani mentre avevano gli occhi chiusi e pregavano.

    Lihua non sapeva per cosa Nainai stesse pregando, ma Lihua pregava come sempre di ricevere la stessa cosa: un fratellino. Anche se la sua famiglia era piuttosto povera e un neonato sarebbe stato un peso per mamma, un maschietto avrebbe alleviato molte delle preoccupazioni di mamma. Un maschio non li avrebbe mai lasciati, e avrebbe poi portato una nuora per aiutare mamma a portare avanti il negozio quando sarebbe stata anziana.

    Preghi ancora, laoma? chiese un uomo ridendo a Nainai quando entro’ nel negozio, riferendosi a lei con un termine familiare usato per indicare una donna piu’ anziana.

    Non sarebbe male se un maiale come te mostrasse un po’ di riverenza, disse Nainai mentre Lihua la aiutava ad alzarsi. Il carattere superstizioso di Nainai era visto in modo quasi leggendario nel loro villaggio. Nainai conosceva ogni rito ancestrale possibile e immaginabile e li praticava tutti.

    Con l'arrivo del primo cliente serale, era stato dato il segnale per l’afflusso segnale. Lihua aiuto’ sua nonna a salire le scale fino alla stanza che condividevano dove poteva sedersi e stare in parte mentre il resto della famiglia lavorava. Lihua poi tornò alla pentola di brodo e mise alcuni noodle a cuocere in un’altra pentola.

    Suo padre arrivò poco dopo con una pila di canne di bambù, ciascuna spessa come le braccia di un uomo. Trascorse molto tempo nella foresta, abbattendo e spaccando le canne per usarle per l’altro piatto forte della famiglia - riso cotto in canne di bambù. Suo padre mise riso, carne, huajiao e altre spezie nei tubi e li sigillo’ con foglie di banana. Li mise quindi su una griglia fuori e li lascio’ cuocere.

    Per il resto della serata, come ogni altra sera nella vita di Lihua, la famiglia servi’ ciotole di noodle e tubi di bambù di riso a svariati clienti che si erano fermati nel negozio. Alcuni di loro si trattennero fino a tarda serata, bevendo baijiu e giocando a dadi.

    La famiglia non salì su per le scale e collassò sul letto fintanto che l’ultima lanterna del villaggio non si fosse spenta.

    Lihua si accovacciò alla finestra e guardò la luna e le stelle mentre si addormentava.

    Lihua… era la voce gracchiante di sua nonna provenire dal suo giaciglio dall’altra parte della stanza.

    Lihua sospirò mentre si sedette e unì le sue mani di fronte a lei per dire un’ultima preghiera.

    Cara Guanyin, disse, invocando il nome della Dea della Pietà. Per favore, manda un figlio a mia madre.

    Era troppo stanca per elaborare o usare un linguaggio più elaborato, ma riteneva che la dea fosse abbastanza potente da poter leggere la sincerità nel suo cuore. Si sdraiò e si addormentò prima che la sua testa toccasse il cuscino.

    2

    E poi Ling ha spinto Zhuang, che è caduto in una pozza di fango! disse Lihua ridendo

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1