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La via dell'armonia: La pratica del Karate Wado Ryu come disciplina per lo sviluppo personale e sociale
La via dell'armonia: La pratica del Karate Wado Ryu come disciplina per lo sviluppo personale e sociale
La via dell'armonia: La pratica del Karate Wado Ryu come disciplina per lo sviluppo personale e sociale
E-book134 pagine1 ora

La via dell'armonia: La pratica del Karate Wado Ryu come disciplina per lo sviluppo personale e sociale

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Info su questo ebook

Gli episodi di cronaca hanno presentato certi individui autori di fatti criminosi come «praticanti di arti marziali». Tali eventi hanno stimolato la realizzazione di questo libro, che era già stato concepito per dare un contributo alla presentazione del Karate Wado Ryu come disciplina di sviluppo personale e sociale, centrata sul recupero del “concept” etico ed educativo delle arti marziali.
Il libro presenta innanzitutto gli scopi della pratica, le caratteristiche spirituali/psicologiche collegate e la sua contestualizzazione nella società giapponese. Sono poi illustrati i criteri dell’apprendimento del Karate Wado Ryu e il modello di ricerca dell’alta prestazione.
Vengono infine svolte una serie di valutazioni che consentono di utilizzare questa pratica come una vera disciplina per lo sviluppo personale e sociale, sottolineandone il valore nei sempre più necessari processi educativi di qualità. Il testo si conclude con due contributi relativi alla storia e alla tecnica del Karate Wado Ryu.
LinguaItaliano
Data di uscita17 mar 2021
ISBN9788832761856
La via dell'armonia: La pratica del Karate Wado Ryu come disciplina per lo sviluppo personale e sociale

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    Anteprima del libro

    La via dell'armonia - Flavio Sangalli

    Biffi

    INTRODUZIONE

    Come è mia abitudine nella stesura dei libri di management e di organizzazione che ormai scrivo da alcuni decenni, avevo preparato nei mesi scorsi lo schema dell’introduzione con le motivazioni della stesura del testo, i suoi scopi e le parti redazionali da cui sarebbe stato composto. Tuttavia, recentemente è avvenuto un tragico fatto di cronaca dove un branco di delinquenti ha aggredito un ragazzo indifeso colpendolo con calci e pugni fino a privarlo della vita. Al dolore si è aggiunta l’indignazione quando attraverso i social sono apparse le immagini di questi individui che si sono qualificati come praticanti di arti marziali, esibendo la propria forza bruta.

    Hanno colpito in quattro contro uno, non per difendersi ma per aggredire e non dando nessun valore al rispetto dell’altro e alla propria dignità. Tutto il contrario della pratica delle arti marziali, quelle vere.

    Si pone la necessità di impedire la classificazione di arte marziale a forme di lotta e il bisogno di abilitare gli insegnanti degli sport di combattimento.

    Il triste evento mi ha confermato la possibile utilità di scrivere questo testo, con il contributo dei miei amici e allievi storici Riccardo Biffi e Michele Sfratta, proprio per illustrare le caratteristiche, gli scopi, i valori e le modalità di pratica del Karate Wado Ryu che io pratico da oltre quarant’anni e loro da oltre trenta, vivendolo soprattutto come disciplina di sviluppo personale e sociale.

    In questo approccio la pratica del karate come arte marziale è innanzitutto un’esperienza di comunità, nel senso che genera e presta grande attenzione alla costruzione di un capitale relazionale fondato su corretti rapporti interpersonali con il maestro e tra gli allievi, come vedremo ispirati ai valori del Bushido (il codice dei samurai) fondati su dignità, onore e rispetto tra le persone. Come spesso succede nei gruppi combattenti si creano anche amicizie sincere e durature e ne è un esempio l’amicizia con Riccardo, Michele e anche Giuseppe Cuscinà, che non ha potuto partecipare alla redazione del testo, ma fa parte anche lui della nostra squadra pluridecennale.

    Da questa esperienza comune è nata anche una solidarietà e condivisione della pratica del karate, visto che anche loro sono diventati maestri da tanti anni e ancora non rinunciano ai miei insegnamenti di aggiornamento, nel vero spirito del miglioramento continuo, a cui non mi sottraggo neppure io con una pratica quotidiana.

    Ed è proprio dalla lunga amicizia e dalla comune pratica di maestri che è nato subito il consenso alla mia proposta di raccogliere le nostre esperienze, le nostre conoscenze e le nostre convinzioni in una pubblicazione per dare un contributo alla corretta interpretazione del karate come disciplina di sviluppo personale e sociale.

    Si tratta di uno scritto che ha solo l’ambizione di dare un contributo informativo a chi è lontano da questo mondo, viene magari condizionato nel suo giudizio da fatti come quello citato e se vuole iniziare la pratica potrà trarre vantaggio da una giusta impostazione di questa attività. Soprattutto il testo dovrebbe sollecitare tra i praticanti e soprattutto tra gli insegnanti la consapevolezza e la necessità di ridisegnare la pratica, la percezione e il valore delle arti marziali nella loro dimensione più genuina e produttiva.

    Il libro è rivolto anche agli educatori e a quanti sono interessati ai processi di apprendimento che potrebbero considerare nuove pratiche di formazione.

    La preparazione del testo è stata anche un’ottima occasione per incrementare la nostra consapevolezza dell’attività che svolgiamo. E questa è una dote esistenziale in tutti momenti di vita per aumentarne la qualità e la pienezza.

    Come risulta dal titolo della pubblicazione, la nostra opzione è per una pratica del Karate Wado Ryu come disciplina per lo sviluppo personale e sociale di chi segue, come allievo o maestro, questo approccio.

    Una concezione disciplinare che può essere estesa alla pratica sportiva, se questa è espressione di impegno serio e duraturo, di dedizione e di corretta esecuzione.

    Lo scorso anno ho avuto occasione di conoscere personalmente Sara Cardin che ha scritto la prefazione al mio ultimo libro (ALTA PRESTAZIONE pubblicato da Mursia Editore, 2020).

    Sara è un grande esempio della dimensione sportiva del karate praticata come disciplina con intensi allenamenti quotidiani che sono diventati una priorità di vita, eseguiti da tanti anni con rigore e impegno, e con il risultato di diventare campionessa del mondo, quattro volte campionessa d’Europa e venti volte campionessa d’Italia.

    Ma il karate non si esaurisce nella dimensione sportiva, anzi realizza il suo maggior valore aggiunto per la grande maggioranza dei praticanti, a nostro parere, se mira allo sviluppo personale e sociale vedendo l’attività fisica in un approccio olistico associato alla dimensione intellettiva, psicologica, emotiva e relazionale.

    Ne consegue che l’arte marziale, nel nostro caso il Karate Wado Ryu, va considerata come una disciplina globale che affronta i vari livelli del vissuto delle persone, e naturalmente ciò è possibile grazie a una corretta impostazione della pratica e a un insegnamento di valore. Pertanto, la pratica del karate si caratterizza come un longlife learning che consente miglioramento e soddisfazione per tutta la vita, se praticato in modalità adeguate nelle varie stagioni dell’esistenza.

    Per raggiungere gli scopi indicati, almeno nel limite delle nostre capacità, il testo è stato diviso in tre parti, dopo quanto esposto in questa introduzione, e per la stesura abbiamo fatto un lavoro di squadra che ha sottolineato il nostro legame comune e permesso di socializzare le reciproche conoscenze.

    L’approccio disciplinare del karate viene illustrato nel libro che ho scritto raccogliendo le mie esperienze, conoscenze e considerazioni di oltre quarant’anni di pratica e di insegnamento di questa disciplina.

    Il materiale potrà anche essere utile, se si vorrà, per approfondire gli aspetti disciplinari che aiutano a trasformare la frequentazione del Karate Wado Ryu in una modalità di sviluppo personale e sociale, dando così spazio e concretezza alla realizzazione di una finalità originaria dell’arte marziale.

    Dopo una serie di considerazioni sui contributi di Michele Sfratta e Riccardo Biffi per contestualizzarli nell’approccio disciplinare, viene descritta una classificazione degli scopi che portano alla pratica del karate, al fine di rendere consapevoli le motivazioni che allievi istruttori e maestri possono avere.

    Una particolare attenzione viene assegnata alla dimensione spirituale delle arti marziali con un utile riferimento al lavoro di Peter Payne, che negli anni Ottanta pubblicò un testo con un approccio originale rispetto alla letteratura esistente.

    Gli aspetti disciplinari del karate possono essere compresi se vengono contestualizzati nella cultura generale del Paese che ha dato maggiore sviluppo a questa pratica e cioè il Giappone.

    Nell’ottica comportamentale vengono quindi svolte delle aggiuntive considerazioni sulla pratica fisica del Karate Wado Ryu, che ne costituisce una parte essenziale anche per lo sviluppo spirituale e psicologico.

    Dopo queste fasi introduttive formulerò un primo grading nel processo di apprendimento del karate sintetizzato in una sequenza di 4 C: conoscenza, comportamento, comprensione e continuità.

    Altro aspetto fondamentale della dimensione disciplinare del Karate Wado Ryu sarà la presentazione del modello S.C.E.R.P.A. per il raggiungimento dell’alta prestazione.

    Seguirà un approfondimento dei temi specifici inerenti al Karate Wado Ryu per lo sviluppo personale e delle relazioni sociali.

    Proprio nell’ottica della pratica dell’arte marziale come disciplina verranno poi svolte considerazioni sulla pratica longlife, com’era nella tradizione migliore.

    Il testo si conclude con una non consueta correlazione tra approccio al Karate Wado Ryu e sistemi manageriali e organizzativi, non a caso di origine giapponese, che ho praticato come manager e che ora insegno all’università e ho spiegato in una serie di libri.

    Ho poi voluto concludere la parte del testo che mi sono assegnata rendicontando gli elementi principali emersi da una conversazione con Riccardo, Michele e Giuseppe nella certa convinzione che il contributo collettivo è migliore di quello individuale perché, dice un proverbio nipponico, "nessuno di noi da solo è meglio di tutti noi insieme".

    Il testo comprende poi due contributi importanti.

    L’illustrazione della dimensione storica del Karate Wado Ryu è stata affidata a Michele Sfratta che ha raccolto le informazioni storiche sulle arti marziali in generale con e senza armi, sula nascita dello stile, sulle sue caratteristiche e sulla pratica. Viene anche spiegato il significato del simbolo del nostro stile che ben sottolinea con il pugno racchiuso da una colomba la ricerca della pace e dell’armonia grazie alla pratica marziale. Altrettanto utile è il riferimento all’etichetta da tenere nel luogo di pratica, a cominciare dalle varie fasi del saluto intese a sottolineare le positività valoriali e relazionali nel rapporto col maestro e tra i praticanti.

    Infine vengono sottolineati gli aspetti disciplinari formali da tenersi, che non sono mera ritualità ma l’esplicitazione dello spirito delle arti marziali e, per noi, del Karate Wado Ryu.

    La stesura del secondo contributo, dedicato alla presentazione della dimensione fisica del Karate Wado Ryu, è stata affidata a Riccardo Biffi che

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