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La battaglia di Aljubarrota
La battaglia di Aljubarrota
La battaglia di Aljubarrota
E-book52 pagine32 minuti

La battaglia di Aljubarrota

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Aljubarrota è una battaglia fondamentale per gli equilibri della penisola Iberica e per un paese, il Portogallo, che voleva mantenere la sua indipendenza dal vicino e più forte Regno di Castiglia.

Due re dallo stesso nome si affrontano come Davide contro Golia. I Castigliani dispongono di un possente esercito di 31.000 uomini, zeppo di mercenari francesi e italiani, con un'arma micidiale: la cavalleria. I Portoghesi sono solo in 6.000, non hanno cavalleria e l'unico alleato, l'Inghilterra, ha inviato 600 arcieri.

Chi attacca sembra avere vita facile, ma chi difende le proprie case ha una motivazione più forte e gioca in casa, conoscendo bene il territorio. Nel campo di battaglia si assisterà ai migliori esempi di tattica militare, ingegno e valore individuale, ma anche presunzione e superficialità.

Aljubarrota è una delle ultime battaglia medioevali nelle quali la terribile carica della cavalleria era considerata incontenibile e in quel frangente la fanteria era destinata a soccombere.

Ma andrà davvero così?
LinguaItaliano
Data di uscita20 apr 2021
ISBN9791220335133
La battaglia di Aljubarrota

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    Anteprima del libro

    La battaglia di Aljubarrota - Fabrizio Trainito

    Indice

    Prefazione: una battaglia importante per il futuro

    Aljubarrota

    Un periodo storico critico

    I Portoghesi alle armi

    In marcia tra le montagne verso la vittoria

    La posizione migliore

    La prima scaramuccia

    Vittoria senza festeggiamenti

    La carica della cavalleria francese

    Lo scontro finale

    Ramingo tra i boschi senza una meta e un futuro

    Una nuova casa

    Di ritorno

    Straniero al castello di Trancoso

    Una decisione importante

    La visita del sovrano

    Epilogo

    L’autore e le altre pubblicazioni

    Come ho deciso di scrivere storie…

    Dello stesso autore sono in vendita altre raccolte

    Mobile Digital Art

    Aljubarrota

    Alcuni anni fa, durante una vacanza in Portogallo, mi capitò di visitare il Centro di Interpretazione della battaglia di Aljubarrota vicino Leiria. È stata una esperienza importante per comprendere quei tempi nel Medioevo, quando i Portoghesi lottarono per la loro indipendenza.

    Aljubarrota è una battaglia fondamentale per gli equilibri della penisola Iberica e per un paese, il Portogallo, che voleva mantenere la sua indipendenza dal vicino e più forte Regno di Castiglia.

    Due re dallo stesso nome si affrontano come Davide contro Golia. I Castigliani dispongono di un possente esercito di 31.000 uomini, zeppo di mercenari francesi e italiani, con un’arma micidiale: la cavalleria. I Portoghesi sono solo in 6.000, non hanno cavalleria e l’unico alleato, l’Inghilterra, ha inviato 600 arcieri.

    Chi attacca sembra avere vita facile, ma chi difende le proprie case ha una motivazione più forte e gioca in casa, conoscendo bene il territorio. Nel campo di battaglia si assisterà ai migliori esempi di tattica militare, ingegno e valore individuale, ma anche presunzione e superficialità.

    Aljubarrota e una delle ultime battaglia medioevali nelle quali la terribile carica della cavalleria era considerata incontenibile e in quel frangente la fanteria era destinata a soccombere.

    Tuttavia, la gestione arguta del territorio dello scontro attribuisce un vantaggio incredibile a chi ne sa far buon uso. Quale sarà l’esito dello scontro?

    Nel racconto romanzato ho voluto seguire il punto di vista di ognuno dei due schieramenti, alternando due protagonisti. Ho parteggiato per i Portoghesi, per i quali ho scelto un arciere, mentre dal lato Castigliano ho scelto un mercenario italiano, che è poi diventato il mio protagonista principale.

    A voi il piacere di una lettura che spero appassionante.

    Fabrizio Trainito

    Roma, marzo 2021

    Un periodo storico critico

    Verso la fine del quattordicesimo secolo si viveva un’epoca importante per il futuro dei popoli della penisola Iberica, che la Reconquista aveva restituito quasi interamente ai popoli occidentali. La cacciata degli Arabi in Africa, tranne per la sola Granada, aveva lasciato un territorio sul quale costruire un’identità nazionale

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