Agincourt: dentro la battaglia
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Con questo testo entrerete nei ranghi delle due armate, seguirete le azioni in presa diretta e scoprirete tutti i dettagli della giornata dei Santi Crispino e Crispiano insieme ai suoi protagonisti.
Contiene un’ampia bibliografia ragionata.
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Anteprima del libro
Agincourt - Giovanni Melappioni
Giovanni Melappioni
Agincourt
dentro la battaglia
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Indice dei contenuti
ANTEFATTO
IL GIORNO DELLA BATTAGLIA
Bibliografia ragionata
Agincourt © Giovanni Melappioni 2019
Grafica di copertina, editing e impaginazione Scriptorama Agenzia Letteraria - www.scriptorama.it
For he to-day that
Sheds his blood with me
Shall be my brother
Enrico V, atto IV, scena III.
W. Shakespeare
Alessandro Magno, Annibale, Marlborough, Napoleone. Le loro decisioni segnarono i destini di intere nazioni e di interi popoli e a loro i cronisti hanno dedicato ogni attenzione, portandoci a conoscenza non solo delle imprese ma anche dei dettagli della loro vita, mostrandoli nelle molteplici sfaccettature delle loro personalità. Studiando la storia militare è un dato di fatto che nel discendere la piramide del comando verso il basso, l’attenzione, generale e di categoria, viene meno di fronte ai sacrifici e al dolore dei soldati, ben oltre quanto un’analisi oggettiva dovrebbe invece fare. Eppure ho sempre trovato affascinante il soldato semplice
, l’uomo costretto, in parte o totalmente, a essere pedina nella scacchiera della storia, nelle mani dei Grandi. Nel corso degli anni, affascinato dagli anonimi, mi sono ritrovato a studiare con viva curiosità e vera fatica – a causa della scarsità di fonti – gli sconosciuti, i singoli che costituirono la massa e contribuirono a fare la Storia. Con tale spirito, di curiosità e ricerca, è nato questo esperimento divulgativo che racchiude in sé la Storia più tecnica e le emozioni più plausibili – ciononostante in parte romanzate – dei senza nome. Ho voluto raccontare la battaglia di Agincourt e mi sono fatto aiutare da quattro di loro, scelti tra le migliaia di soldati che vi presero parte quel lontano 25 ottobre di seicento anni fa.
ANTEFATTO
La battaglia combattuta nei pressi dell’allora Agincourt (il nome del toponimo è cambiato nel XVI secolo in Azincourt) si inserisce nel contesto più ampio della cosiddetta Guerra dei Cento Anni, che vide contrapposti i regnanti di Inghilterra e Francia e i loro sudditi – è infatti prematuro parlare di guerra fra nazioni –, per questioni dinastiche e territoriali, dal 1337 al 1453; anche se, a onor del vero, si dovrebbe a ragione utilizzare la data del 1066 come inizio.
In quell’anno infatti Guglielmo il Bastardo, Duca di Normandia e vassallo del re di Francia, conquistò l’Inghilterra sassone proclamandosene re, creando quella situazione ambigua in cui sia lui che i suoi discendenti diretti e i successivi monarchi di diverse dinastie inglesi si ritrovarono: re nell’isola e sudditi del re dei Franchi per quanto riguardava i territori oltre la Manica. A complicare la situazione si aggiunse il capostipite della dinastia dei Plantageneti, il cui insediamento come regnante d’Inghilterra, il 19 dicembre 1154, portò all’esasperazione le complicate questioni dinastiche e amministrative relative ai territori soggetti alla corona inglese su suolo francese. La questione precipitò nel 1328, quando Edoardo III d’Inghilterra e Filippo VI, entrambi nipoti del defunto Filippo IV, si ritrovarono a essere candidati al trono di Francia, rimasto vuoto con la morte di Carlo VI, l’ultimo dei Capetingi. Appoggiato dai grandi nobili del regno, Filippo si proclamò re e confiscò subito alcune proprietà inglesi su suolo francese. Edoardo non accettò il fatto compiuto; nel 1337, anno al quale si fa corrispondere l’inizio ufficiale delle ostilità, diede inizio a una lunga campagna militare.
La prima fase della guerra culminò nel 1346 con il trionfo di Edoardo a Crecy. Successo poi replicato dal figlio, Edoardo di Woodstock, detto il Principe Nero, dieci anni dopo a Poitiers. Nulla di duraturo, però, perché ben presto le sorti cambiarono e i territori acquisiti dai due vennero persi o ceduti dai loro successori nel corso del conflitto, senza che mai si giungesse a una soluzione definitiva.
All’inizio del XV secolo si era in un momento di tregua relativa quando, nel 1413, Enrico V succedette al padre Enrico IV.
Enrico V
Figlio di un assassino e usurpatore, sin da subito si preoccupò di portare legittimità – e gloria – alla sua dinastia, quella dei Lancaster. Unitamente a ciò, da sovrano di fine intelletto quale si dimostrò, non sottovalutò l’assoluta importanza di convogliare i sempre riottosi baroni contro un nemico esterno comune. Tale nemico era ovviamente il regno di