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Racconti Fantastici: narrativa della fantasia
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Racconti Fantastici: narrativa della fantasia
E-book78 pagine1 ora

Racconti Fantastici: narrativa della fantasia

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Info su questo ebook

Un pizzico di magia e magari anche una secchiata di fantasia e le righe scorrono via bizzarre verso un finale inatteso o forse conseguenza diretta di tali premesse strampalate. Racconti imprevedibili, dove un artificio sconvolge le carte in gioco, rimescolando personaggi, eventi, situazioni. Segui il filo fin che puoi, qualcosa ti trasporterà dove non pensi e il finale ti rimarrà in mente, insieme alle mille ipotesi che magari hai pensato o avresti voluto immaginare.
LinguaItaliano
Data di uscita10 feb 2022
ISBN9791220383363
Racconti Fantastici: narrativa della fantasia

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    Racconti Fantastici - Fabrizio Trainito

    Un pizzico di Magia

    Un pizzico di magia e magari anche una secchiata di fantasia e le righe scorrono via bizzarre verso un finale inatteso o forse conseguenza diretta di tali premesse strampalate.

    Racconti imprevedibili, dove un artificio sconvolge le carte in gioco, rimescolando personaggi, eventi, situazioni e quando meno te l'aspetti succede qualcosa che ti lascia sbigottito e trasforma una storia normale in una fantastica o magari semplicemente bizzarra.

    Non è la scienza a poter spiegare almeno in parte gli eventi (non si tratta di fantascienza), ma poco posso argomentare sul tema in quanto anch’io, creando le trame e giungendo al finale, ne sono rimasto sorpreso e persino spiazzato.

    Perciò segui il filo fin che puoi, qualcosa ti trasporterà dove non pensi e il finale ti rimarrà in mente, insieme alle mille ipotesi che magari hai pensato o avresti voluto immaginare.

    Un momento di relax che apre la mente a nuovi itinerari o ci smarrisce in infiniti labirinti concentrici.

    A voi il piacere di una lettura, che spero porti a riflettere anche oltre gli schemi convenzionali.

    Fabrizio Trainito

    Roma, 31 dicembre 2021

    Il popolo nella spuma

    Erano tutti là,

    con la Regina altera al centro,

    il paggio al suo fianco,

    la cavalleria sul lato sinistro,

    la fanteria su quello destro,

    i ministri in seconda fila,

    tutti ritti sulle punte dei piedi per farsi notare.

    Piroettavano su se stessi, saltavano sul posto,

    facevano ogni forma di acrobazia, senza posa.

    Tutto il loro ardore mostravano

    spumando in cielo la loro allegria.

    Energia, vitalità, vivacità, vigore

    questo era ciò che mostravano al cielo e al mare,

    loro divinità creatrici.

    In bilico sulla cresta il più possibile rimanevano

    e tutto vivevano il tempo loro,

    vibrando al vento che li animava.

    Poi quando il destino chiamava

    l’onda guida che li aveva con sé

    questa si piegava alquanto,

    perdendo la sua potenza,

    e poi si lanciava a capofitto in un grande tuffo.

    Loro tutt’insieme la seguivano uniti fino alla fine,

    fieri di essere parte di un così grande prodigio

    e con essa pronti a dissolversi nel mare, loro padrone.

    La macchina sparacalzini

    Era proprio così, una maledetta spara-calzini!

    Non ci voleva credere nessuno, eppure succedeva.

    Facevi girare la ruota ed usciva sempre lo stesso numero, accadeva sempre la stessa cosa, senza mai fare cilecca.

    Ti ci potevi giocare la testa, che ad un certo punto, puff, sparivano. E nessuno ci si poteva raccapezzare. Né si capiva dove andassero.

    Azionavi la lavatrice, con tutta quella schiuma, gli abiti colorati ruotavano e, dopo il lavaggio, quando entrava in funzione la centrifuga, qualcuno dei calzini, in quella spirale impazzita, che faceva vibrare tutta la stanza, spariva. Letteralmente scompariva. E non finiva nello scarico, perché c'era un filtro che lo impediva, né si distruggeva, perché altrimenti si sarebbero notati i resti. Si dileguava, si dissolveva, svaniva, si eclissava, insomma avete capito... o forse, come me, state ancora cercando di assimilare l'informazione, dopo averla inghiottita tutta d'un fiato, indigesta com’è.

    La questione, ovviamente rimasta irrisolta dopo l'intervento della manutenzione e dopo il netto rifiuto del produttore di sostituire l'elettrodomestico oramai non più in garanzia, giunse dritta alla stampa, grazie ad un amico giornalista, e poi, con due rapide capriole all'insù, alla Sicurezza Nazionale.

    L'intervento degli agenti fu perentorio. Per non modificare la particolare situazione il congegno non fu spostato e si procedette al sequestro dell'intera abitazione… con annessa la famiglia che la abitava.

    La sorveglianza sul perimetro fu stabilita e nessuno poté più entrare o uscire, a parte gli scienziati e l'investigatore senior della sezione locale, Mr Theodore Albright, stimato detective, esperto e pignolo, in odore di promozione a capo. Tutti i membri della famiglia Anderson, proprietaria della casa e dell'elettrodomestico, furono invitati a non abbandonare la dimora, mentre venivano svolte le indagini e i test. L’Agenzia si sarebbe occupata di ogni loro necessità.

    Furono iniziati i test funzionali sulla misteriosa lavatrice Westinghouse a cestello orizzontale e i risultati furono incoraggianti. Si scoprì che l'unico indumento a scomparire erano i calzini, ma non tutti insieme o magari la maggior parte. No, solo una quantità proporzionale a quella immessa. E non era rilevante il loro colore, il materiale, se erano nuovi o vecchi, bucati o integri… Le sparizioni avvenivano con una percentuale fissa pari al 14,28571428571429%, cioè uno ogni 7. In pratica se ce n'erano meno di 7 l'evento non si verificava, se si raggiungeva la massa critica di 7 calzini a sparire era sempre uno solo, se ce n’erano di più, ma comunque meno di 14 spariva sempre solo un calzino. E così di 7 in 7 aumentavano i calzini che venivano sparati chissà dove.

    Eh sì, perché il cruccio maggiore era proprio quello di capire dove andassero a finire.

    Di ipotesi se ne erano fatte molte e alcune tanto arditamente buffe da non poter qui essere riportate senza destare sollazzo alquanto nei lettori. Ma anche quelle meno perverse non trovavano in alcun modo conferma. Il mistero si infittiva ogni giorno di più, tra esperimenti mancati e ipotesi smentite. E col passare del tempo aumentava la pressione dei capi e l’imbarazzo.

    Quel giorno Mr Theodore Albright stava sorseggiando un tè in giardino, mentre la sua signora lo assillava con le solite lamentele sul trattamento svilente al quale era sottoposta in ufficio. Per essere donna e moglie di un personaggio importante le facevano pesare la sua qualifica

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