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Tasso e puzzola
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E-book110 pagine1 ora

Tasso e puzzola

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Info su questo ebook

NESSUNO VUOLE UNA PUZZOLA IN CASA.

UN GIORNO TASSO si ritrova davanti alla porta d’ingresso una puzzola con una valigia e un enorme sorriso: «Sono il tuo nuovo coinquilino!».
Com’è possibile che Tasso non ne sappia niente? Nessuno l’ha avvertito. In ogni caso, non se ne parla proprio, lui è troppo occupato con il suo Importante Lavoro con i Sassi.
Indispettito, fa di tutto per liberarsene, ma l’esplosivo Puzzola non si lascia intimidire, entra come un tornado in casa e nella vita di Tasso, e sconvolge tutte le sue abitudini. Nessuno dei due immagina che questo sarà l’inizio di una strampalata, improbabile e bellissima amicizia!

Dall’autrice vincitrice della prestigiosa Newbery Honor, il primo episodio di una serie che è già un classico moderno, perfetto da leggere e rileggere ad alta voce.

Un gioiello di libro impreziosito dalle tavole di Jon Klassen.
LinguaItaliano
Data di uscita20 mag 2021
ISBN9788830531185
Tasso e puzzola

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    Anteprima del libro

    Tasso e puzzola - Amy Timberlake

    Phil

    Martello

    CAPITOLO UNO

    QUANDO TASSO VIDE PUZZOLA PER LA PRIMA VOLTA, pensò: Gracilino, e chiuse la porta.

    Di solito non chiudeva la porta in faccia agli animali che bussavano a casa sua. Ma questo in particolare aveva le strisce troppo unte, la coda troppo vaporosa. E poi aveva sorriso in quel modo, e aveva allungato la zampa come se volesse incontrare Tasso da molto, molto tempo.

    Ma Tasso sapeva come comportarsi. Chiuse l’uscio prima che al tizio venissero strane idee. «Non. Compro. Niente» disse attraverso il buco della serratura.

    E visto che l’altro continuava a bussare, aggiunse: «Mai».

    Poi tirò il chiavistello.

    Serrò anche il secondo chiavistello.

    Infine mise la catenella di sicurezza.

    Quarzite!, venne in mente a Tasso mentre camminava con passo felpato per tornare nella sua stanza dei sassi.

    La villetta a schiera di Zia Lula non era nata con una stanza dei sassi. Tasso aveva fatto delle migliorie. Aveva trascinato fuori il divano e le comode poltrone. Aveva inscatolato i libri e i giochi da tavolo. Aveva chiuso il camino. A quel punto aveva portato dentro il tavolo dei sassi, lo sgabello, e aveva posizionato la lampada da lavoro. Sopra il camino aveva appeso i suoi martelli da roccia e le seghe. Il tamburo rotante aveva trovato posto sul davanzale. La libreria era perfetta per contenere le scatole di rocce e minerali. Li aveva riposti in ordine alfabetico, gli esemplari più delicati avvolti nella carta velina. Dentro il camino, Tasso aveva impilato i geodi a forma di piramide. (Artistico!) Infine aveva spalancato le porte a scomparsa aprendo un passaggio verso la cucina per mangiare una zampata di cereali a secco, e aveva dichiarato completa la sua stanza dei sassi.

    Avvicinò lo sgabello al tavolo dei sassi, sistemò la lampada da lavoro, prese una lente di ingrandimento con una zampa e la quarzite con l’altra.

    Toc-toc. Toc-toc-toc.

    Il rumore veniva dall’ingresso. Tasso si fermò. Era di nuovo quel tipo.

    Posò la lente di ingrandimento e la quarzite, e consultò il calendario. Non aveva appuntamenti. Non doveva venire nessun animale aggiustatutto. La Pecora da Giardino aveva brucato il prato sabato. In realtà, la casella di quel giorno sul calendario conteneva una X. La X significava IMPORTANTE LAVORO CON I SASSI.

    Certo, visto che quella era casa di Zia Lula, lei poteva passare quando le pareva. Ma non avrebbe bussato: Zia Lula aveva le chiavi.

    Tasso ripensò a come l’aveva aiutato Zia Lula. Tre anni prima era uno scienziato che studiava i sassi, senza un lavoro saldo come una roccia o una bella tana in cui abitare. La situazione era andata peggiorando finché un giorno Zia Lula gli aveva proposto di vivere nella sua villetta a schiera.

    «Finquandotirimettiinpiedi» gli aveva detto Zia Lula, che era una martora e parlava sempre velocissimo.

    Gli aveva permesso di vivere lì gratis. «Seilamiafamiglia! Mionipote!»

    Finanziamento alla ricerca! Una residenza a lungo termine! Una concessione di tempo e spazio!, aveva pensato Tasso.

    Comunque Zia Lula non passava quasi mai a trovarlo. Scriveva delle lettere. Gli balenò nella mente l’immagine del cestino in cui le metteva, sulla scrivania della sua stanza. Conteneva due, forse anche tre lettere di Zia Lula ancora chiuse.

    Devo proprio leggerle, pensò Tasso.

    Toc-toc-toc. Toc.

    Tasso si accigliò. Quel tipo non vorrà continuare a bussare?

    Toc. Toc. Toc.

    Tasso decise che avrebbe ignorato i colpi alla porta. Quel tipo sarebbe stato costretto ad andarsene. Ruotò la quarzite, tenne la lente di ingrandimento fissa su un cristallo promettente e si avvicinò.

    «Tasso?» La voce veniva dal buco della serratura.

    Tasso non mosse un muscolo.

    «Tasso? Sei in casa?» si sentì di nuovo.

    Tasso fece cadere la quarzite, che si frantumò.

    «Melma e poltiglia!»

    «Tasso?» Toc-toc-toc.

    Tasso fissò i frammenti di quarzite. Quindi guardò verso la porta d’ingresso. Posò la lente di ingrandimento, si alzò e andò al tamburo rotante. Accese l’interruttore. L’acqua dentro il tamburo prese a sciabordare. Si sentiva la sabbia che veniva macinata. Le pietre stock-stock schioccavano e il motore gemeva mentre il tamburo rrrruotava sottosopra… e rrrruotava di nuovo… e rrrruotava ancora una volta.

    Tasso sospirò. Abbassò le spalle. Spazzò via la quarzite sparsa in giro e scelse un’altra pietra. Si accomodò al tavolo dei sassi, prese la lente di ingrandimento e sollevò la pietra.

    Concentrati, si disse quando percepì un movimento alla finestra dietro di lui.

    Tasso rimase concentrato per uno (mille e uno), due (mille e uno), tre (mille e uno) secondi, quindi pensò: Come fa a sapere il mio nome? Sulla targhetta della casella della posta c’era scritto LULA P. MARTOR.

    Un altro pensiero seguì il primo: E se fosse Qualcuno di Importante?

    Tasso corse verso l’ingresso, tirò i chiavistelli, tolse la catenella e spalancò la porta.

    Non c’era nessuno.

    «Ehi? C’è qualcuno?» chiamò Tasso.

    Un uccello cinguettò. Passò un refolo di vento. L’aria profumava di miele.

    Uscì sui gradini. La casella della posta e il vaso dei fiori erano vuoti. Non trovò nulla appeso alla porta. Si rabbuiò. Se fosse stato Qualcuno di Importante avrebbe lasciato un biglietto.

    Giù lungo il marciapiede, una gallina con macchioline bianche e grigie si fermò. Guardò Tasso, prima con l’occhio sinistro, poi con quello destro.

    Una gallina? A North Twist? Tasso non le aveva mai viste.

    «Co-co» fece la gallina. Aveva allungato il collo e fissava Tasso, destro-sinistro, destro-sinistro.

    Tasso aveva la stranissima sensazione di dover dire qualcosa. A una gallina?

    «Co?» disse la gallina.

    «Sciò! Sciò!» Visto che la gallina non si muoveva, Tasso gesticolò con le zampe. «Vai, su, sciò!»

    «Co!» La gallina svolazzò via oltrepassando una valigetta rossa chiusa con lo spago. Si trovava ai piedi della scalinata della casa di Tasso.

    Tasso gemette. Presto, dentro!

    Ma in quel momento il tipo girò l’angolo, sollevò la valigetta e corse su per i gradini. Prima che Tasso se ne rendesse conto, gli stava dando una vigorosa stretta di zampa.

    «Tasso, sono Puzzola! Ho sentito tanto parlare di te. Sono così felice di conoscerti, finalmente!» Il sorriso di Puzzola era così grande e la stretta di zampa così piena di energia, che qualcosa dentro Tasso si sciolse.

    «Oh» disse arrossendo.

    In quel mentre, Puzzola si intrufolò superando Tasso ed entrò in casa.

    Così all’improvviso!, pensò Tasso.

    Chiuse la porta e capì che non avrebbe potuto fermare la strategia di Puzzola. La valigetta rossa sarebbe stata aperta per rivelare qualcosa che di sicuro avrebbe cambiato il mondo. Quindi sarebbero arrivate le

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