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Amelia e Amos devono fare la nanna: Le storie per i più piccoli
Amelia e Amos devono fare la nanna: Le storie per i più piccoli
Amelia e Amos devono fare la nanna: Le storie per i più piccoli
E-book55 pagine32 minuti

Amelia e Amos devono fare la nanna: Le storie per i più piccoli

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Info su questo ebook

Il picolo Amos dorme per alcuni giorni a casa dellla cuginetta Amelie, perchè sua madre è in viaggio di lavoro. In coppia è ancora più difficile addormentarsi, che da soli: succede sempre qualcosa di eccitante!  Incontrano una fata, un Mordinaso, e il criceto di Amos scompare! Inoltre fanno piani segreti, si intrufolano di nascosto dai genitori, giocano al buio e molto altro.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita4 mag 2021
ISBN9781071599136
Amelia e Amos devono fare la nanna: Le storie per i più piccoli

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    Anteprima del libro

    Amelia e Amos devono fare la nanna - Eva Markert

    Tanti baci della buona notte

    «Buona notte, dormite bene», dicono la mamma e il papà di Amelia.

    Ma Amos e Amelia non riescono a dormire! Sono troppo agitati: Amos, insieme al suo criceto Tobia, resterà infatti quindici giorni da sua cugina Amelia, sua zia Martina e suo zio Vanni, perché la sua mamma si trova in un’altra città. Deve studiare tutto il giorno; l’azienda per cui lavora, l’ha spedita lì. E’ così lontana che la sera non può tornare a casa. La notte dorme in un hotel.

    Amelia è contenta che Amos rimanga così a lungo da lei.

    Anche Amos, in fondo, è contento, ma gli manca la mamma. Ora che si trova a letto, ne sente particolarmente la nostalgia. Desidera tanto, che lei venga ad augurargli la buona notte e gli dia un bacio!

    Amelia ha di nuovo voglia di contare. È uno dei suoi passatempi preferiti. Per farlo, le servono sempre le dita delle mani e dei piedi; sa arrivare già fino a venti, e vuole assolutamente far capire ad Amos, come si fa, ad arrivare fino a venti!

    «Non ne ho voglia», dice Amos; è troppo triste, per contare qualsiasi cosa.

    «Non hai abbastanza fiducia in te stesso, perché sai, che non ci riuscirai».

    Questo dice sempre Amelia, quando Amos non fa ciò che vuole lei.

    «Ce la faccio benissimo!» si difende Amos. «E poi, se sono grande come te, so contare anch’io».

    Amelia, infatti, ha un anno più di lui.

    «Quando uno è tonto, è tonto sempre», afferma Amelia.

    Ora che Amelia è così pungente con lui, Amos desidera ancor di più, che la sua mamma sia lì. Sente il bisogno di piangere, e affonda la faccia nel cuscino, sperando che Amelia non se ne accorga.

    Ma lei lo nota «Ehi tu», dice, e da ad Amos il dudù, che era caduto a terra, «se vuoi, possiamo anche fare un altro gioco».

    Amos non vuole giocare, cerca di smettere di piangere, ma non ci riesce.

    Finalmente Amelia va a prendere sua mamma, e viene anche il papà.

    Amos non ha bisogno di dare spiegazioni, entrambi sanno già, perché piange.

    «Domani puoi fare di nuovo una lunghissima telefonata con la tua mamma», cerca di consolarlo zia Martina.

    «Ma io voglio un bacio della buona notte!», scoppia Amos.

    «Ma possiamo esaudire benissimo questo desiderio!» interviene zio Vanni, «e non riceverai solo un bacio della buona notte, ma ne avrai tantissimi! Comincia zia Martina».

    Zia Martina lo bacia prima su una guancia, poi sull’altra, e infine sulla fronte.

    Amelia conta «Un, due, tre ...»

    Amos può smettere di singhiozzare.

    «Ora è il mio turno!» dice zio Vanni, e bacia Amos su un orecchio, poi sull’altro, concludendo sul mento.

    «Quattro, cinque,

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