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Dietro la porta
Dietro la porta
Dietro la porta
E-book122 pagine1 ora

Dietro la porta

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Nell’attesissimo seguito di “Oltre la porta”, Michele Rovito racconta le sue nuove avventure e le emozioni che la vita gli ha riservato, ma… è tutto reale oppure ancora una volta sta fantasticando?
di Andrea Ansevini
Le storie non finiscono mai; se non ci fosse un “prima”, nessuno mai potrebbe scrivere, amare, vivere con tutta la forza che contraddistingue l’amore e la passione.
Mentre assaporavo i colori, le sfumature del cielo, gustavo gli attimi che si erano susseguiti nella mia vita e intanto vivevo, guardavo avanti con un sogno stretto nel cuore e gli occhi sgranati, determinato a non voler mai più pensare al passato…
Michele Rovito ci racconta le sue nuove avventure e le emozioni che la vita gli ha riservato, ma… è tutto reale oppure ancora una volta sta fantasticando?
Sta al lettore andare “dietro la porta” per sapere che cosa lo aspetta nell’attesissimo seguito di “Oltre la porta”.
LinguaItaliano
Data di uscita9 ago 2021
ISBN9788833285832
Dietro la porta

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    Anteprima del libro

    Dietro la porta - Andrea Ansevini

    Prefazione

    Bentornato, caro lettore. Questo che hai tra le mani è il mio nuovo libro, Dietro la porta.

    Tu non mi vedi, ma sono vicino a te; io ti vedo, ma tu non vedi me. Ti chiederai, dove sono?

    Sono qui, in queste parole che stai leggendo e in quelle in cui potrai tuffarti alla fine di questa introduzione, ma attento, ricorda che quando avrai iniziato ti sarà difficile staccarti dalle pagine.

    Sei ancora qui? Che cosa aspetti a iniziare la lettura?

    Ah già, è vero, ti sto tenendo in ostaggio, ma non per molto ancora.

    Prendi un bel respiro e lasciati andare.

    Buona lettura

    Andrea Ansevini

    Introduzione

    Che vita è la mia?

    Che senso ha la mia vita non lo so, me lo chiedo da tanto, troppo tempo; anche ora, mentre scrivo nuove storie.

    Sto scrivendo e all’improvviso rabbrividisco, ho la sensazione che le lame fredde di moltissimi coltelli vengano piantate nella mia schiena e il sangue abbandoni il mio corpo, al punto che non sento più alcun calore né la nuova ferita che lacera la mia pelle.

    Solo se tu continuerai a leggere sentirò meno freddo e forse mi accorgerò di essere ancora vivo.

    Sulla pelle sento la carezza della brezza di un mare azzurro e limpido, cristallino e terso come gli occhi blu di una donna, gli stessi occhi che sono penetrati nel mio cuore lacerato e confinato nel buio.

    Ti prego, continua a leggere, non fermarti!

    Una volta la Vita mi venne incontro; era lì, davanti a me, mi attendeva con le braccia aperte e un grandissimo e bellissimo sorriso. Forse erano state le mie difficoltà, oppure erano stati quegli occhi blu, che intanto erano divenuti tristi e colmi di lacrime, a destare la sua attenzione. Fatto sta che la Vita mi strinse forte a sé e mi sussurrò di non piangere, di non cedere al desiderio di porre fine alla mia esistenza maledicendo il giorno della mia nascita, di pensare che la vita deve essere vissuta e di trovare il coraggio di andare sempre avanti, qualsiasi cosa accada, per goderne il più possibile, poiché la fine viene sempre e comunque e con essa muoiono tutte le nostre gioie e i nostri sentimenti.

    Nel tepore del suo tenero abbraccio, risposi: «Io voglio vivere!»

    Si, voglio vivere con la speranza che le mie emozioni, i miei sentimenti e il mio amore possano non finire mai, che possano durare in eterno, anche dopo la morte…

    Ti prego, continua a leggere, non fermarti!

    Non fermarti perché nelle storie che leggerai ci sarai dentro, e ora siamo soltanto all’inizio.

    Capitolo 1

    Memorie dal mare

    Domenica 5 luglio 2037

    "Il mare d’inverno,

    è solo un film in bianco e nero

    visto alla TV

    e verso l’interno

    qualche nuvola dal cielo

    che si butta giù" 1

    Il mare questa mattina è molto mosso. Stanotte c’è stata una forte e improvvisa tempesta e il vento ha spazzato via alcune delle palme piantate lungo la costa.

    Anche il mio cuore è in tempesta, e il dolore è così atroce da far stare male anche la mente, al punto che mi sembra che il mio cervello voglia esplodere. Che mi stia venendo un infarto?

    In questa giornata grigia e uggiosa le onde si infrangono con violenza sugli scogli. Che paura mi fanno! Tuttavia, vorrei essere come loro, andare a sbattere contro qualcosa e ridurmi in mille pezzi sulla spiaggia, per finire poi chissà dove.

    Forse vorrei solo arrivare di nuovo fino a te e scusarmi per il mio esistere in un mondo troppo difficile per me, troppo complicato, o forse no, non lo so.

    Vorrei anche avere vicino il mio amico Andrea, ma ormai lui è lontano e riusciamo a sentirci solo di rado.

    Sono seduto su una sdraio su una spiaggia di Punta Cana, nella parte più orientale della Repubblica Dominicana. Questo posto si chiama Dreams Punta Cana Resort e come ci sono finito, caro lettore, te lo dirò più avanti, perché, se ti ricordi, vivevo a Polverigi.

    "Il mare d’inverno,

    è un concetto che il pensiero

    non considera...

    È poco moderno,

    è qualcosa che nessuno

    mai desidera"

    Oggi il resort è chiuso e il personale ha il turno di riposo, compresa mia figlia Giorgia.

    Già, mia figlia Giorgia. Qualche anno fa ha sposato un dominicano di nome Juan e insieme sono venuti a vivere qui. Lei lavora come insegnante di fitness, lui fa il cameriere.

    Giorgia e Juan si sono conosciuti cinque anni fa, durante una vacanza che lei fece qui con delle amiche, e fin dal primo momento si innamorò di lui, al punto da dire che lo avrebbe seguito fino in capo al mondo.

    All’inizio Juan non mi piaceva, mi sembrava il classico latin lover da strapazzo, poi mi sono reso conto di essermi sbagliato sul suo conto.

    Mio figlio Diego, invece, ha avuto molte ragazze, ma non ha ancora trovato quella giusta. Oltretutto il suo lavoro da pilota fa sì che sia sempre in giro per il mondo, e questo non aiuta ad avere una relazione stabile.

    Mentre scrivevo il vento ha spazzato via le nuvole; il sole è tornato a splendere e comincia a fare caldo. Mi è anche venuta una gran voglia di caffè.

    "Sabbia bagnata,

    una lettera che il vento,

    sta portando via,

    punti invisibili rincorsi dai cani,

    stanche parabole di vecchi gabbiani,

    ed io che rimango qui solo

    a cercare un caffè"

    Ho camminato per un po’ lungo la spiaggia, ma non ho trovato alcun bar aperto. Intanto è venuta ora di pranzo, così mi sono fermato in un piccolo ristorante a mangiare qualcosa. Sulla strada le macchine che passano lasciano impronte di pneumatici sull’asfalto bagnato, che subito si asciugano al sole che scalda sempre di più. Qua e là sono appesi manifesti di eventi che ci saranno prossimamente sulle spiagge; altri invece sono vecchi e ingialliti dal tempo.

    Torna il vento, che mi investe di nuovo con tutta la sua forza e tacita i rumori attorno.

    "Alberghi chiusi,

    manifesti sbiaditi di pubblicità,

    macchine tracciano solchi su strade,

    dove la pioggia d’estate non cade

    e io che non riesco nemmeno

    a parlare con me"

    Terminato il pranzo, mi fermo di nuovo sulla spiaggia e riprendo a scrivere

    Ormai è pomeriggio inoltrato e il cielo si tinge di un

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