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I due gentiluomini di Verona
I due gentiluomini di Verona
I due gentiluomini di Verona
E-book160 pagine1 ora

I due gentiluomini di Verona

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Info su questo ebook

Valentino e Proteo sono due gentiluomini originari di Verona. La vicenda ha inizio quando Valentino lascia la città per trasferirsi a Milano, dove ben presto di innamora della bella Silvia, dama aristocratica che ricambia con ardore i suoi sentimenti. Giunto a Milano per trovare l'amico, anche Proteo si innamora di Silvia, dando inizio al più tradizionale dei triangoli amorosi. Le cose sono destinate inevitabilmente a complicarsi quando Giulia, fidanzata veronese di Proteo, stanca di aspettarlo decide di recarsi in città sotto falso nome, travestendosi da uomo.-
LinguaItaliano
Data di uscita10 set 2021
ISBN9788726900613
I due gentiluomini di Verona
Autore

William Shakespeare

William Shakespeare is the world's greatest ever playwright. Born in 1564, he split his time between Stratford-upon-Avon and London, where he worked as a playwright, poet and actor. In 1582 he married Anne Hathaway. Shakespeare died in 1616 at the age of fifty-two, leaving three children—Susanna, Hamnet and Judith. The rest is silence.

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    Anteprima del libro

    I due gentiluomini di Verona - William Shakespeare

    I due gentiluomini di Verona

    Translated by Diego Angeli

    Original title: The Two Gentlemen of Verona

    Original language: English

    Immagine di copertina: Shutterstock

    Copyright © 1697, 2021 SAGA Egmont

    All rights reserved

    ISBN: 9788726900613

    1st ebook edition

    Format: EPUB 3.0

    No part of this publication may be reproduced, stored in a retrievial system, or transmitted, in any form or by any means without the prior written permission of the publisher, nor, be otherwise circulated in any form of binding or cover other than in which it is published and without a similar condition being imposed on the subsequent purchaser.

    This work is republished as a historical document. It contains contemporary use of language.

    www.sagaegmont.com

    Saga Egmont - a part of Egmont, www.egmont.com

    DRAMATIS PERSONAE.

    IL DUCA DI MILANO, padre di Silvia.

    VALENTINO i due gentiluomini.

    PROTEO i due gentiluomini.

    ANTONIO, padre di Proteo.

    TURIO, rivale pazzesco di Valentino.

    EGLAMOR, agente di Silvia che l’aiuta nella fuga.

    L’OSTE, dove alloggia Giulia.

    FUORUSCITI con Valentino.

    SPEED, clown, servo di Valertino.

    LANCIA, clown, servo di Proteo.

    PÀNTINO, servo di Antonio.

    GIULIA, amante di Proteo.

    SILVIA, amante di Valentino.

    LUCETTA, fantesca di Giulia.

    Servi, musicanti.

    La scena è a Verona, a Milano e sulle frontiers di Mantova.

    ATTO PRIMO.

    SCENA PRIMA.

    Verona. Una piazza.

    Valentino.

    Non tentar di convincermi, o diletto

    Proteo: gioventù cresciuta in casa

    avrà saggezza casalinga. Quando

    non fosse pur l’amore che incatena

    i tuoi teneri giorni ai dolci sguardi

    di onorevole amante, io ti vorrei

    persuadere a farmi compagnia

    per andare a veder le meraviglie

    del mondo tutto, e non restare a casa

    in cupa infingardaggine, sciupando

    la giovinezza nostra, in una mesta

    pigrizia. Ma poiché sei innamorato

    continua ad amar, cercando intanto

    di trovartene bene, come io stesso

    farei, quando a mia volta mi dovessi

    innamorare.

    Proteo.

    E vuoi partire? O dolce

    Valentino, addio dunque! E pensa al tuo

    Pròteo, quando tu felicemente

    vedrai nei tuoi viaggi un qualche raro

    oggetto degno d’essere notato.

    Desiderami allor qual tuo compagno

    di piacere, allorchè t’imbatterai

    nella buona fortuna, e raccomanda

    le tue pene alle mie preci divote

    nelle ore del periglio, se il periglio

    pur ti debba incontrare, poichè certo.

    o Valentino, sarò il tuo fedele

    intercessore.

    Valentino.

    E pregherai pe ’l mio

    buon successo in un tuo libro d’amore?

    Proteo.

    Pregherò per te, dentro un certo libro

    ch’io amo.

    Valentino.

    Vale a dire in qualche vana

    storia di amor profondo: come il giovine

    Leandro ha traversato l’Ellesponto.

    Proteo.

    È una profonda storia, di un amore

    più profondo, però ch’era Leandro

    immerso nell’amore oltre i calzari.

    Valentino.

    Questo è vero, poiché voi siete immerso

    oltre i calzari nell’amore; e pure

    non traversaste a nuoto l’Ellesponto.

    Proteo.

    Oltre i calzari? Via lasciamo stare

    questi calzari.

    Valentino.

    No, non voglio farlo,

    che non ti calza bene.

    Proteo.

    Che?

    Valentino.

    L’amore

    dove sia necessario d’acquistar coi lamenti

    il disprezzo, e le più timide occhiate

    con sospiri che il cuor fondono; il gaudio

    dell’ istante che passa con ben venti

    notti di veglia, di dolor, di pena,

    e poi se vincitor, può la vittoria

    riuscirvi funesta, e vinto solo

    una crudel fatica guadagnate

    e dovunque si volga la fortuna

    l’unico risultato è una follìa

    vinta con la saggezza, o una saggezza

    con la follìa conquisa!

    Proteo.

    Così dunque

    secondo voi, son pazzo.

    Valentino.

    Se dobbiamo

    credere a voi, temo che lo dobbiate

    divenire.

    Proteo.

    È l’amor che criticate

    ed io non son l’amore.

    Valentino.

    È signor vostro

    l’amor, chè ben vi tiene in signoria:

    e quei che sì da un pazzo è sottomesso

    non può, mi pare, esser creduto saggio.

    Proteo.

    Ma gli scrittori dicono che è dentro

    il più fresco bocciuol che si nasconde

    il verme roditor, qual nel più eletto

    spirto, l’amore distruttor si cela.

    Valentino.

    Ma gli scrittori dicono pur anche

    che mentre è roso il bocciuol più precoce

    dal verme prima ancor d’esser dischiuso,

    anche il tenero spirto giovinetto

    dalla follìa d’amor tocco, appassisce

    quando è ancor nelle gemme, e fino dalla

    sua primavera perde ogni freschezza,

    ogni promessa di futura speme.

    Ma perchè perdo il tempo a consigliare,

    te che sei preda alle tue brame ardenti?

    Anco una volta, addio. Mio padre attende

    nel porto, ch’io m’imbarchi.

    Proteo.

    Ed io ti voglio

    accompagnar fin là, buon Valentino.

    Valentino.

    Mio dolce Proteo, no: dobbiam lasciarci.

    Fammi saper, scrivendomi a Milano,

    di te, dei tuoi trionfi nell’amore

    e di ogni evento che accadrà durante

    l’assenza dell’amico: e per mio conto

    ai tuoi scritti faran visita i miei.

    Proteo.

    Che ogni felicità su te discenda

    a Milano!

    Valentino.

    Ed a te, quivi, altrettanto!

    Ed ora addio!

    Exit.

    Proteo.

    Va’ in traccia dell’onore,

    io dell’amore: egli abbandona i suoi

    amici per renderli ancor più fieri

    di lui: gli amici io lascio ed anche lascio

    me stesso ed ogni cosa per l’amore.

    Sei tu, Giulia, che mi hai sì trasformato

    che abbandonar mi fa gli studî e perdere

    il tempo, ed avversare ogni consiglio

    buono, e stimare il mondo un nulla, tu

    sei, che il mio spirto indebolisci tutto

    coi sogni, e fai febbricitante il cuore

    con inquiete cure!

    Entra Speed .

    Speed.

    Messer Proteo,

    Dio vi guardi! Vedeste il padron mio?

    Proteo.

    Or ora se ne è andato, ad imbarcarsi

    per Milano.

    Speed.

    Si può scometter venti

    contro uno, allora, ch’egli è già imbarcato:

    e, perdendolo, ho fatto la figura

    d’un pecorone.

    Proteo.

    E infatti, di frequente,

    manca il montone, se il pastore è assente.

    Speed.

    Dal che voi concludereste che il mio padrone è un pastore e che io sono il becco.

    Proteo.

    Infatti.

    Speed.

    E allora vuol dire che le mie corna son le sue: ch’io vegli o dorma.

    Proteo.

    Risposta sciocca, quale si addice a una pecora.

    Speed.

    Una prova di più che sono un montone.

    Proteo.

    Già: e tuo padrone un pastore.

    Speed.

    Posso negare

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