I due gentiluomini di Verona
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William Shakespeare
William Shakespeare is the world's greatest ever playwright. Born in 1564, he split his time between Stratford-upon-Avon and London, where he worked as a playwright, poet and actor. In 1582 he married Anne Hathaway. Shakespeare died in 1616 at the age of fifty-two, leaving three children—Susanna, Hamnet and Judith. The rest is silence.
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Anteprima del libro
I due gentiluomini di Verona - William Shakespeare
I due gentiluomini di Verona
Translated by Diego Angeli
Original title: The Two Gentlemen of Verona
Original language: English
Immagine di copertina: Shutterstock
Copyright © 1697, 2021 SAGA Egmont
All rights reserved
ISBN: 9788726900613
1st ebook edition
Format: EPUB 3.0
No part of this publication may be reproduced, stored in a retrievial system, or transmitted, in any form or by any means without the prior written permission of the publisher, nor, be otherwise circulated in any form of binding or cover other than in which it is published and without a similar condition being imposed on the subsequent purchaser.
This work is republished as a historical document. It contains contemporary use of language.
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DRAMATIS PERSONAE.
IL DUCA DI MILANO, padre di Silvia.
VALENTINO i due gentiluomini.
PROTEO i due gentiluomini.
ANTONIO, padre di Proteo.
TURIO, rivale pazzesco di Valentino.
EGLAMOR, agente di Silvia che l’aiuta nella fuga.
L’OSTE, dove alloggia Giulia.
FUORUSCITI con Valentino.
SPEED, clown, servo di Valertino.
LANCIA, clown, servo di Proteo.
PÀNTINO, servo di Antonio.
GIULIA, amante di Proteo.
SILVIA, amante di Valentino.
LUCETTA, fantesca di Giulia.
Servi, musicanti.
La scena è a Verona, a Milano e sulle frontiers di Mantova.
ATTO PRIMO.
SCENA PRIMA.
Verona. Una piazza.
Valentino.
Non tentar di convincermi, o diletto
Proteo: gioventù cresciuta in casa
avrà saggezza casalinga. Quando
non fosse pur l’amore che incatena
i tuoi teneri giorni ai dolci sguardi
di onorevole amante, io ti vorrei
persuadere a farmi compagnia
per andare a veder le meraviglie
del mondo tutto, e non restare a casa
in cupa infingardaggine, sciupando
la giovinezza nostra, in una mesta
pigrizia. Ma poiché sei innamorato
continua ad amar, cercando intanto
di trovartene bene, come io stesso
farei, quando a mia volta mi dovessi
innamorare.
Proteo.
E vuoi partire? O dolce
Valentino, addio dunque! E pensa al tuo
Pròteo, quando tu felicemente
vedrai nei tuoi viaggi un qualche raro
oggetto degno d’essere notato.
Desiderami allor qual tuo compagno
di piacere, allorchè t’imbatterai
nella buona fortuna, e raccomanda
le tue pene alle mie preci divote
nelle ore del periglio, se il periglio
pur ti debba incontrare, poichè certo.
o Valentino, sarò il tuo fedele
intercessore.
Valentino.
E pregherai pe ’l mio
buon successo in un tuo libro d’amore?
Proteo.
Pregherò per te, dentro un certo libro
ch’io amo.
Valentino.
Vale a dire in qualche vana
storia di amor profondo: come il giovine
Leandro ha traversato l’Ellesponto.
Proteo.
È una profonda storia, di un amore
più profondo, però ch’era Leandro
immerso nell’amore oltre i calzari.
Valentino.
Questo è vero, poiché voi siete immerso
oltre i calzari nell’amore; e pure
non traversaste a nuoto l’Ellesponto.
Proteo.
Oltre i calzari? Via lasciamo stare
questi calzari.
Valentino.
No, non voglio farlo,
che non ti calza bene.
Proteo.
Che?
Valentino.
L’amore
dove sia necessario d’acquistar coi lamenti
il disprezzo, e le più timide occhiate
con sospiri che il cuor fondono; il gaudio
dell’ istante che passa con ben venti
notti di veglia, di dolor, di pena,
e poi se vincitor, può la vittoria
riuscirvi funesta, e vinto solo
una crudel fatica guadagnate
e dovunque si volga la fortuna
l’unico risultato è una follìa
vinta con la saggezza, o una saggezza
con la follìa conquisa!
Proteo.
Così dunque
secondo voi, son pazzo.
Valentino.
Se dobbiamo
credere a voi, temo che lo dobbiate
divenire.
Proteo.
È l’amor che criticate
ed io non son l’amore.
Valentino.
È signor vostro
l’amor, chè ben vi tiene in signoria:
e quei che sì da un pazzo è sottomesso
non può, mi pare, esser creduto saggio.
Proteo.
Ma gli scrittori dicono che è dentro
il più fresco bocciuol che si nasconde
il verme roditor, qual nel più eletto
spirto, l’amore distruttor si cela.
Valentino.
Ma gli scrittori dicono pur anche
che mentre è roso il bocciuol più precoce
dal verme prima ancor d’esser dischiuso,
anche il tenero spirto giovinetto
dalla follìa d’amor tocco, appassisce
quando è ancor nelle gemme, e fino dalla
sua primavera perde ogni freschezza,
ogni promessa di futura speme.
Ma perchè perdo il tempo a consigliare,
te che sei preda alle tue brame ardenti?
Anco una volta, addio. Mio padre attende
nel porto, ch’io m’imbarchi.
Proteo.
Ed io ti voglio
accompagnar fin là, buon Valentino.
Valentino.
Mio dolce Proteo, no: dobbiam lasciarci.
Fammi saper, scrivendomi a Milano,
di te, dei tuoi trionfi nell’amore
e di ogni evento che accadrà durante
l’assenza dell’amico: e per mio conto
ai tuoi scritti faran visita i miei.
Proteo.
Che ogni felicità su te discenda
a Milano!
Valentino.
Ed a te, quivi, altrettanto!
Ed ora addio!
Exit.
Proteo.
Va’ in traccia dell’onore,
io dell’amore: egli abbandona i suoi
amici per renderli ancor più fieri
di lui: gli amici io lascio ed anche lascio
me stesso ed ogni cosa per l’amore.
Sei tu, Giulia, che mi hai sì trasformato
che abbandonar mi fa gli studî e perdere
il tempo, ed avversare ogni consiglio
buono, e stimare il mondo un nulla, tu
sei, che il mio spirto indebolisci tutto
coi sogni, e fai febbricitante il cuore
con inquiete cure!
Entra Speed .
Speed.
Messer Proteo,
Dio vi guardi! Vedeste il padron mio?
Proteo.
Or ora se ne è andato, ad imbarcarsi
per Milano.
Speed.
Si può scometter venti
contro uno, allora, ch’egli è già imbarcato:
e, perdendolo, ho fatto la figura
d’un pecorone.
Proteo.
E infatti, di frequente,
manca il montone, se il pastore è assente.
Speed.
Dal che voi concludereste che il mio padrone è un pastore e che io sono il becco.
Proteo.
Infatti.
Speed.
E allora vuol dire che le mie corna son le sue: ch’io vegli o dorma.
Proteo.
Risposta sciocca, quale si addice a una pecora.
Speed.
Una prova di più che sono un montone.
Proteo.
Già: e tuo padrone un pastore.
Speed.
Posso negare