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Molto rumore per nulla
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E-book179 pagine1 ora

Molto rumore per nulla

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Info su questo ebook

Arrivato in visita a Messina, nella Sicilia spagnola del tardo 1500, il principe d'Aragona si innamora della figlia del governatore, la bella e gentile Ero.Tuttavia Ero è cugina di Beatrice, che da sempre ha un rapporto fatto di battibecchi e schermaglie con Benedetto di Padova, accompagnatore del principe. Brillante e misogino lui, spigliata e intelligente lei, sin dal loro primo incontro non rinunciano a prese in giro e scontri verbali, fatti di scambi arguti e taglienti. L'atmosfera certamente non è romantica, ed è proprio per questo che i loro amici organizzano un astuto stratagemma e decidono di scommettere sul loro amore: riusciranno Beatrice e Benedetto a mantenere intatto l'orgoglio o finiranno con l'arrendersi al sentimento?-
LinguaItaliano
Data di uscita10 set 2021
ISBN9788726900552
Molto rumore per nulla
Autore

William Shakespeare

William Shakespeare is widely regarded as the greatest playwright the world has seen. He produced an astonishing amount of work; 37 plays, 154 sonnets, and 5 poems. He died on 23rd April 1616, aged 52, and was buried in the Holy Trinity Church, Stratford.

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    Anteprima del libro

    Molto rumore per nulla - William Shakespeare

    Molto rumore per nulla

    Translated by Diego Angeli

    Original title: Much Ado About Nothing

    Original language: English

    Immagine di copertina: Shutterstock

    Copyright © 1595, 2021 SAGA Egmont

    All rights reserved

    ISBN: 9788726900552

    1st ebook edition

    Format: EPUB 3.0

    No part of this publication may be reproduced, stored in a retrievial system, or transmitted, in any form or by any means without the prior written permission of the publisher, nor, be otherwise circulated in any form of binding or cover other than in which it is published and without a similar condition being imposed on the subsequent purchaser.

    This work is republished as a historical document. It contains contemporary use of language.

    www.sagaegmont.com

    Saga Egmont - a part of Egmont, www.egmont.com

    DRAMATIS PERSONAE.

    DON PEDRO, principe d’Aragona.

    DON GIOVANNI, suo fratello bastardo.

    CLAUDIO, giovine signore di Firenze.

    BENEDICK, giovine gentiluomo di Padova.

    LEONATO, governatore di Messina.

    ANTONIO, suo fratello.

    BALDASSARRE, al seguito di don Pedro.

    BORRACCIO

    CORRADO} seguaci di don Giovanni.

    FRATE FRANCESCO.

    DOGBERRY

    VERGES}due ufficiali.

    UN SACRESTANO.

    UN PAGGIO.

    ERO, figlia di Leonato.

    BEATRICE, nipote di Leonato.

    MARGHERITA}gentildonne al seguito di Ero.

    ORSOLA

    Messaggeri, guardie, persone del seguito.

    La scena è a Messina.

    ATTO PRIMO.

    SCENA PRIMA.

    D’innanzi alla casa di Leonato.

    Entrano Leonato , Ero e Beatrice con Un Messo .

    Leonato .

    Sento da questa lettera che don Pedro d’Aragona giungerà stanotte a Messina.

    Il Messo.

    È vicinissimo: quando l’ho lasciato era a pena distante tre leghe.

    Leonato .

    Quanti gentiluomini avete perduto nell’azione?

    Il Messo.

    Pochi di basso ceto e nessuno di nome.

    Leonato .

    Una vittoria vale il doppio quando il duce ritorna a casa con le schiere intatte. Sento che don Pedro ha attribuito grandi onori a un giovine fiorentino chiamato Claudio.

    Il Messo.

    Altrettanto ben meritati da lui, quanto ben elargiti da don Pedro. Si è portato oltre a quello che l’età sua prometteva: compiendo azioni da leone sotto l’aspetto di un agnello. E, davvero, ha sorpassato ogni speranza, più di quel che voi possiate sperare che vi racconti di lui.

    Leonato .

    Ha, qui in Messina, uno zio che sarà lieto di tutto questo.

    Il Messo.

    Gli ho già recapitato alcune lettere e infatti se ne è mostrato molto contento. Se ne è, anzi, mostrato tanto che sarebbe mancato di modestia se non avesse manifestato qualche segno di tristezza.

    Leonato .

    Si è messo forse a piangere?

    Il Messo.

    Moltissimo.

    Leonato .

    Una gentile espansione di gentilezza. Non ci son facce più sincere di quelle lavate in tal maniera. Quanto val meglio piangere d’allegrezza che rallegrarsi al pianto altrui!

    Beatrice .

    Di grazia, il signor Montante è ritornato o no dalla guerra?

    Il Messo.

    Non conosco nessuno di questo nome, signora. Non vi era nessuno, negli eserciti, che si chiamasse così.

    Leonato .

    Chi è quello di cui v’ informate, o nipote?

    Ero .

    Mia cugina voleva dire il signor Benedick di Padova.

    Il Messo.

    Oh, sì: è tornato; e più allegro che non fosse mai.

    Beatrice .

    Aveva fatto attaccar gli avvisi, qui in Messina, e sfidato Cupido. E quel pazzo di mio zio dopo aver letto la sfida ha preso le parti di Cupido e lo ha sfidato al tiro dell’arco. Di grazia, quanti ne ha uccisi e mangiati in questa guerra? Ma quanti ne ha uccisi, prima di tutto? Perchè di mangiare tutto ciò che avesse ucciso....

    Leonato .

    In parola, nipote, canzonate troppo il signor Benedick: ma, non ne dubito, vi saprà tener testa.

    Il Messo.

    Ha reso buoni servizî in questa guerra, signora.

    Beatrice .

    Dovevate avere molti viveri guasti e lui vi ha aiutati a mangiarli. È un eccellente mangiatore e ha uno stomaco robustissimo.

    Il Messo.

    Ed anche un buon soldato, signora.

    Beatrice .

    E anche un buon soldato con una signora: ma che cos’è con un gentiluomo?

    Il Messo.

    Gentiluomo a gentiluomo; uomo a uomo; ripieno di tutte le virtù più onorevoli.

    Beatrice .

    Proprio così: è infatti un uomo ripieno. Ma in quanto al ripieno.... via, siamo tutti mortali.

    Leonato .

    Signore, non dovete fraintendere mia nipote. C’è una specie di guerra per burla, fra lei e il signor Benedick. Non si possono incontrare senza che fra loro due non s’impegni un torneo di spirito.

    Beatrice .

    Ahimè! Non li reca nessun profitto! Nell’ultimo nostro scontro, quattro dei suoi cinque spiriti se ne son tornati malconci, sì che oramai ce ne ha uno solo per governarsi. Così che se questo li basta per tenergli caldo, lasciatelo che li serva a stabilire la differenza fra lui e il suo cavallo: perchè è tutto quel che li rimane per farsi prendere per una creatura ragionevole. Chi è il suo amico, ora? Ogni mese ha un nuovo fratello giurato!

    Il Messo.

    Ma davvero?

    Beatrice .

    Verissimo: mantiene le amicizie come porta il cappello. Lo cambia ad ogni nuovo modello esposto in vetrina.

    Il Messo.

    Vedo, signora, che quel gentiluomo non è sui vostri libri.

    Beatrice .

    No, o se ci fosse, brucerei la mia biblioteca. Ma, ti prego, chi è il suo amico? Non c’è con lui, in questo momento, un qualche giovine scapestrato pronto ad andare al diavolo insieme con lui?

    Il Messo.

    È spesso in compagnia del nobile Claudio.

    Beatrice .

    Signore! Li si appiccicherà addosso come una malattia: si prende più presto della peste e quello che lo prende diventa subito matto. Iddio protegga il nobile Claudio! Se ha preso Benedick, li ci vorranno mille sterline per curarsi.

    Il Messo.

    Farò in modo che diveniate amici.

    Beatrice .

    Fatelo pure, amico mio.

    Leonato .

    Non diverrete mai pazza, nipote?

    Beatrice .

    No, finchè non faccia caldo di gennaio.

    Il Messo.

    Ecco che viene don Pedro.

    Entrano Don Pedro , Don Giovanni , Claudio , Benedick e Baldassarre .

    Don Pedro .

    Buon signor Leonato, siete venuto a cercare le vostre seccature: l’abitudine del mondo è di scansar la pena e voi le andate incontro.

    Leonato .

    La pena non è mai entrata in casa mia sotto le sembianze di Vostra Grazia: perchè quando la noia se ne va, rimane il sollievo, ma quando ve ne andate voi, entra la tristezza, e la gioia prende congedo.

    Don Pedro .

    Prendete il vostro fardello con troppa buona grazia! Se non sbaglio, quella è vostra figlia,

    Leonato .

    Sua madre almeno me lo ha ripetuto spesso.

    Benedick .

    Ne dubitavate, per domandarglielo?

    Leonato .

    Signor Benedick, no: perchè voi allora eravate un fanciullo.

    Don Pedro .

    Avete quel che meritate, Benedick: possiamo capir da questo quel che siete ora. — È proprio suo padre! — Siate felice, signora, chè somigliate a un padre stimabile.

    Benedick .

    Se il signor Leonato è suo padre, ella non vorrebbe cambiar la testa per Messina intiera, se bene le assomigli.

    Beatrice .

    Vorrei sapere perchè continuate a parlare, signor Benedick: nessuno vi sta a sentire.

    Benedick .

    Ah, cara Monna Dispetto, siete ancora viva?

    Beatrice .

    È mai possibile che il Dispetto muoia quando ha da nutrirsi con un cibo come il signor Benedick? La Cortesia stessa si cambierà in Dispetto, se voi le venite davanti.

    Benedick .

    Vuol dire che la Cortesia è versipelle. Ma è certo che sono amato da tutte le donne eccettuata voi e, veramente, vorrei persuadermi che il mio cuore non è un cuore duro perchè io non ne amo nessuna.

    Beatrice .

    Una gran fortuna per le donne! Se no sarebbero state tormentate da un pericoloso corteggiatore. In quanto a me, grazie a Dio e al

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