Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Gelo
Gelo
Gelo
E-book114 pagine

Gelo

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Il mondo, così come lo conoscevano, non esiste più, e ciò che resta dell'umanità lotta per la sopravvivenza in una terra desolata. Finn, ventitré anni, per aiutare la sorella, parte per una missione disperata alla ricerca di quelle medicine di cui lei ha assoluto bisogno. Sa bene che non può fidarsi di nessuno, ma quando uno sconosciuto lo salva da una banda di criminali, quel gesto inaspettato di gentilezza riaccende in Finn la perduta fiducia nel genere umano.

 

L'esitante amicizia con chi lo ha salvato, Spencer, si trasforma lentamente in qualcosa di più, e per la prima volta in tanti anni, Finn si concede di desiderare gioia e speranza in quell'inverno nucleare senza vita. Fino alla sparizione di Spencer.

 

Si dice che l'amore sia la forza più grande, ma servirà un miracolo per superare i pericoli che minacciano di distruggere l'unica occasione di felicità per Finn e le vite delle persone che ama.

LinguaItaliano
Data di uscita20 set 2021
ISBN9781648903847
Gelo
Autore

Isabelle Adler

A voracious reader from the age of five, Isabelle Adler has always dreamed of one day putting her own stories into writing. She loves traveling, art, and science, and finds inspiration in all of these. Her favorite genres include sci-fi, fantasy, and historical adventure. She also firmly believes in the unlimited powers of imagination and caffeine.

Autori correlati

Correlato a Gelo

Narrativa romantica contemporanea per voi

Visualizza altri

Categorie correlate

Recensioni su Gelo

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Gelo - Isabelle Adler

    A NineStar Press Publication

    www.ninestarpress.com

    Gelo

    ISBN: 978-1-64890-384-7

    © 2021 Isabelle Adler

    Cover Art © 2021 Natasha Snow

    Traduzione italiana di Marina Alessandro

    Twitter: @MarinaAlessan11

    Editing: Cristina Massaccesi

    www.cristinamassaccesi.com

    Pubblicato a settembre, 2021 da NineStar Press, New Mexico, USA.

    Questo è un lavoro di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi ed eventi sono il prodotto dell’immaginazione dell’autore o sono usati in modo fittizio. Ogni somiglianza con persone, vive o morte, aziende, eventi o locali è puramente casuale.

    Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere stampata, fotocopiata, scannerizzata o trasmessa con qualsiasi mezzo senza il consenso scritto dell’editore. Per richiedere il permesso e per ogni altra domanda, contattate NineStar Press all’indirizzo web di cui sopra o inviando una e-mail a Contact@ninestarpress.com

    AVVERTENZA:

    Questo libro contiene scene sessualmente esplicite, adatte a un pubblico adulto, e atti di violenza e pestaggio fisico

    Gelo

    Isabelle Adler

    Indice

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Capitolo 6

    Capitolo 7

    Capitolo 8

    Capitolo 9

    Epilogo

    Note biografiche

    Capitolo 1

    L’OSPEDALE ERA ENORME, e questo allo stesso tempo era sia un bene che un male. Per Finn voleva dire una superficie da coprire molto più ampia, ma anche maggiori probabilità di trovare qualsiasi cosa sfuggita ai tanti saccheggi precedenti in cerca di medicinali e attrezzature.

    I generatori di emergenza erano fuori uso ormai da tempo, ovviamente. Il gelo diffuso rendeva comunque la refrigerazione inutile e così il fatto che nessun frigorifero funzionasse in pratica non influiva sui medicinali rimasti. Il problema era piuttosto quell’oscurità costante che rendeva la ricerca difficoltosa e per questo Finn avrebbe dovuto sprecare più batterie per la torcia, che emanava una luce debole e spettrale.

    Camminò lungo il corridoio polveroso, facendo molta attenzione alle scritte sulle targhe delle porte e degli ingressi. Laggiù, superata la postazione degli infermieri, c’era un altro magazzino con tante file di cassetti con etichette sbiadite. Era evidente che fosse già stato saccheggiato, probabilmente più di una volta. La maggior parte dei cassetti svuotati si trovava sottosopra e sparsa sul pavimento. Ogni cosa era ricoperta da uno spesso strato di polvere e dai vetri rotti delle ante dell’armadietto, mentre ragnatele sottili avevano raggiunto le mensole vuote e ogni angolo della stanza.

    Finn entrò, ispezionando le etichette alla luce della torcia. Due anni prima, aveva sottratto dei libri di medicina da uno studio medico abbandonato e li aveva studiati scrupolosamente e per questo sapeva a grandi linee cosa cercare. Medicinali generici come analgesici andavano anche bene, ma erano sempre più difficili da trovare, senza contare che la gran parte delle cose che era riuscito a recuperare era scaduta da tempo. Aveva imparato per esperienza che, con le dovute cautele, i medicinali potevano ancora essere usati oltre la data di scadenza dichiarata. Un’altra storia era cosa sarebbe successo tra qualche anno, ma l’impulso alla sopravvivenza immediata rendeva la questione prettamente teorica. Se non fosse riuscito a racimolare ciò che gli serviva adesso, probabilmente non ci sarebbe stato un futuro di cui preoccuparsi.

    Come temeva, il magazzino ero stato completamente svuotato. Tutto quello che aveva trovato erano alcune confezioni vuote di pillole e alcuni rotoli di garza caduti dietro uno degli scaffali. Finn li infilò nella sua sacca da postino a tracolla, perché tornavano sempre utili, specialmente se ancora chiusi nella loro plastica sterile.

    Non avendo altro da recuperare in quella stanza, si spostò nella corsia dei pazienti. Le stanze degli ospedali spesso non venivano ispezionate così a fondo come i magazzini, e questo voleva dire la possibilità di trovare ancora qualcosa, tipo oggetti personali, una scorta di medicine e un occasionale pacchetto di pillole dimenticato dai pazienti del passato. Anche cose come shampoo o tubetti di crema per le mani erano utili, ma la sua speranza era di trovare qualcosa di più sostanzioso.

    Nelle ultime due settimane Siobhan era stata male ed era solo per questo che Finn aveva deciso di rischiare andando nel cuore della città dove erano state avvistate delle bande spietate. Nulla di quello che Siobhan aveva assunto fino ad allora aveva migliorato la sua situazione. Doveva trovare qualcosa che la facesse stare meglio, che eliminasse quella tosse terribile di cui soffriva o almeno che alleviasse il dolore. La loro piccola scorta si era ridotta di parecchio (avevano esaurito lo sciroppo per la tosse Robitussin e gli rimaneva una sola confezione di ciprofloxacina) e lui doveva riuscire a rifornirsi di entrambi in qualche modo prima che lei peggiorasse.

    Il fascio di luce della torcia illuminò letti ribaltati e monitor distrutti. I materassi erano stati portati via ma i comodini c’erano ancora e Finn rovistò dentro tutti, nonostante l’odore pungente di urina e muffa di cui anche i muri sembravano essere impregnati. Mise tutto quello che trovò nella borsa, bottiglie di disinfettanti, tubetti di plastica, scatole di cerotti, con l’intenzione di controllare il bottino dopo, quando non avrebbe dovuto risparmiare le batterie.

    Scattò all’indietro alla vista di un nugolo di scarafaggi venuti fuori da uno dei cassetti in basso che aveva aperto senza pensarci. Doveva essere vero quello che si diceva su quei disgustosi insetti e la loro capacità di sopravvivere a un olocausto nucleare. Sembrava proprio che scarafaggi e altri animali simili prosperassero mentre i mammiferi faticassero a sopravvivere. Finn scosse la testa tristemente a quel pensiero e continuò la sua ricerca metodica.

    Nonostante le finestre serrate, sentiva l’ululato distante del vento giungere da fuori. Il tempo era gradualmente peggiorato da quando aveva lasciato casa. Sarebbe stato meglio rientrare prima dell’arrivo del temporale o avrebbe rischiato di rimanere bloccato lì chissà per quanto. Avrebbe controllato solo qualche altra stanza, per assicurarsi di non lasciare niente di importante.

    Mentre si sistemava la borsa e usciva dalla stanza, sentì rumore di passi rimbombare da qualche parte in fondo al corridoio. Una serie di passi.

    Si arrestò. Non era mai un buon segno. Ospedali e depositi abbandonati attiravano saccheggiatori e gente simile che non aveva nessuna intenzione di incontrare. Spense la torcia e stando vicino al muro si mosse lungo il corridoio, in direzione opposta ai suoni, tenendosi nella zona in ombra, ma il rumore dei passi era sempre più vicino. Si nascose nella stanza successiva, attento a non fare rumore, e sbirciò fuori con cautela, nascosto dietro la porta semichiusa.

    Tre grosse sagome si stavano avvicinando. Attrezzati com’erano, con grandi borse e diversi strati di vestiti, e con la luce delle torce puntata nella sua direzione non riusciva a distinguere alcun dettaglio. Dopo essersi parlati piano, i tre si divisero, camminando lungo il corridoio in entrambe le direzioni, entrando e controllando le stanze, probabilmente con la stessa idea di Finn sulla possibilità di trovare qualcosa.

    Finn imprecò dentro di sé. C’era già poco da prendere, ma a giudicare dalla grandezza delle loro sacche, con molta probabilità non ci sarebbe stato più nulla per lui dopo, anche se fosse riuscito a defilarsi senza essere visto e ritornare in seguito. In ogni caso, era chiaro che doveva lasciare quel posto. Aspettò che tutti i saccheggiatori fossero impegnati a cercare dentro le stanze per avviarsi in punta di piedi lungo il corridoio facendo meno rumore e più velocemente possibile, cercando l’uscita di emergenza. La trovò alla fine del corridoio, sotto l’insegna USCITA andata in frantumi, ma quando abbassò la maniglia questa emise un rumore secco senza però aprirsi. Fece una smorfia nel sentire quel rumore chiaramente troppo forte per uno spazio così vuoto. Merda, merda, merda. Poteva solo sperare che gli altri fossero troppo presi dal loro rovistare e stessero facendo altrettanto rumore per accorgersi del suo. Provò a spingere la porta con la spalla per aprirla ma non si mosse. Forse qualcosa la ostruiva dall’esterno. Provò ancora un paio di volte prima di decidere di lasciar stare e strisciare verso la finestra nella speranza di trovarla aperta. Attraverso i motivi di ghiaccio che si erano formati sul vetro, vide le ringhiere di una scala antincendio ricoperta di neve come una via di fuga allettante.

    Quando provò ad aprirla, il meccanismo di apertura non fece nessun rumore. Forse a causa del ghiaccio

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1