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Cambiare consapevolmente si può
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E-book121 pagine1 ora

Cambiare consapevolmente si può

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Info su questo ebook

«La vita è il nostro grande viaggio, dove noi e la nostra
stessa felicità siamo la meta.Cambiare consapevolmente si
può, ed è un nostro dovere scegliere il cambiamento che ci
fa essere la persona magnifica che meritiamo di essere.»
L’obiettivo di questo testo è analizzare quali meccanismi
si mettono in moto nel momento in cui si decide di voler
cambiare qualcosa nella propria vita e fornire strumenti
utili per agevolare questo processo.
Il nostro obiettivo è quindi di accompagnarti in un cammino
verso una nuova consapevolezza delle tue realtà e
della meraviglia delle tue potenzialità ancora inespresse.
LinguaItaliano
Data di uscita24 giu 2019
ISBN9788832299199
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    Anteprima del libro

    Cambiare consapevolmente si può - Serena Fumaria

    INTRODUZIONE

    L’UNICA COSTANTE DELL’UNIVERSO È IL CAMBIAMENTO

    In questo libro vorremmo affrontare il delicato e al contempo attualissimo tema del cambiamento.

    La scelta è stata dettata dal fatto che questo argomento è caro a ogni persona poiché la vita stessa è in movimento continuo, indipendentemente dalla nostra volontà o dalla nostra consapevolezza ed è quindi inevitabile adeguarsi a essa.

    Noi stessi ci siamo trovati a intraprendere un percorso di consapevolezza che ha portato entrambi a cambiare profondamente la percezione di noi stessi.

    L’obiettivo di questo testo è analizzare quali meccanismi si mettono in moto nel momento in cui si decide di voler cambiare qualcosa nella propria esistenza e gli strumenti utili per agevolare questo processo.

    L’esperienza personale e i vari studi effettuati, hanno sicuramente dimostrato che sostanzialmente i problemi che incontriamo nella nostra vita si possono riassumere in due categorie: quelli che ci obbligano ad un cambiamento indesiderato e quelli che ci fanno desiderare un cambiamento che non arriva.

    In questo secondo caso le possibilità sono di nuovo due: sappiamo quello che vogliamo ma non sappiamo come ottenerlo, oppure semplicemente non sappiamo quello che vogliamo.

    È molto probabile che il vero problema nasca dalla resistenza al cambiamento. Anche se non siamo soddisfatti dei risultati che otteniamo, continuiamo a fare le stesse cose, avere le stesse abitudini, frequentare gli stessi ambienti, reagire sempre allo stesso modo, permanendo in una zona di comfort alla quale non riusciamo a rinunciare. In questa maniera abbiamo un’illusione di stabilità, di sicurezza, apparentemente sembra non ci sia alcun mutamento.

    In realtà, siamo parte di un universo in continuo cambiamento per cui anche noi stiamo continuamente cambiando. Solo che in questa stasi non stiamo migliorando. Ci manteniamo fermi in un punto, mentre il resto evolve e quindi non stiamo sviluppando nuove qualità che ci permettano l’adattamento. Al contrario, più continuiamo a mettere in atto le stesse soluzioni che non funzionano, più il disagio aumenta, rendendoci sempre più bloccato e rigidi nelle vecchie posizioni col rischio di andare a fondo rallentando la nostra reale evoluzione.

    Tony Buzan, psicologo e studioso inglese, usa un esempio metaforico molto calzante per illustrare il comportamento umano di fronte al cambiamento.

    Se una rana viene messa in una pentola di acqua fredda e l’acqua viene scaldata rapidamente, la rana sente il brusco cambiamento di temperatura, avverte con chiarezza il pericolo e salta fuori immediatamente. Ma se l’acqua viene scaldata gradualmente, la rana non si accorge del cambiamento e pian piano si assopisce, rimanendo nella sua zona di comfort, perdendo l’energia necessaria a saltare fuori dall’acqua nel tentativo di mantenere la sua temperatura basale mentre l’acqua si scalda. Il risultato è che muore lentamente, lasciandosi bollire viva, non avendo realizzato il pericolo.

    In questi casi l’estrema adattabilità, che di per sé potrebbe sembrare una qualità positiva, diventa controproducente, in quanto correlata a una mancanza di reazione al cambiamento esterno. La stessa cosa succede agli esseri umani: sovente rimangono come intrappolati in un vortice negativo che li risucchia, con costanti cambiamenti negativi, ma tale è la resistenza e l’abitudine che piano piano si lasciamo morire

    Durante la nostra esistenza i cambiamenti avvengono spesso, vari studi e teorie definiscono che il cambiamento umano ha cicli di sette anni; quindi sta a noi restare svegli per capire in che direzione la vita ci sta portando e ricordarci la sottile ma fondamentale differenza tra accettazione e rassegnazione.

    È nostro compito percepire se ci avviciniamo pericolosamente al punto critico e decidere quando è il momento di saltare fuori dalla pentola per evitare di soccombere lentamente.

    Siamo consapevoli del nostro libero arbitrio e responsabili di dargli la giusta importanza.

    Purtroppo, noi esseri umani tendiamo a vivere all’interno di una zona di sicurezza che potremmo definire il nostro territorio, costituito da elementi conosciuti: convinzioni, amici, famigliari, lavoro, sport, ecc. Siamo esseri abitudinari: ogni giorno tendiamo a ripetere più o meno gli stessi pensieri e azioni del giorno precedente, in quanto questa è la nostra abitudine e la conosciamo abbastanza bene da poter abbassare il livello di attenzione nel seguirla, e questo non porta a conoscere nuove attitudini alla vita. Ecco perché è importante spezzare le abitudini.

    Pensiamo, ad esempio, a quando ci sediamo a tavola con la famiglia. Occupiamo tutti lo stesso posto, lo manteniamo per anni. Provate a pensare al leggero fastidio che provate quando, per esempio, un ospite si siede al vostro posto ignorando il vostro schema familiare, obbligandovi seppur di poco a spostare il vostro punto di vista rispetto alla normale realtà di tutti i giorni.

    Potremmo andare avanti all’infinito: che dire della strada che percorriamo per recarci al lavoro ogni giorno? La variamo ogni mattina? E la colazione? I nostri hobby? I nostri weekend?

    Questo diventa il nostro mondo, la nostra isola di sicurezza. Tutte queste abitudini ci fanno sentire protetti e a nostro agio.

    Non c’è niente di male, a patto che le abitudini che ci siamo creati ci sostengano in un continuo miglioramento e ci indirizzino verso il cambiamento evolutivo.

    Saltare significa avere il coraggio di uscire dalla propria zona di comfort per esplorare aree sconosciute. Vuol dire navigare verso il mare aperto, a volte senza una meta precisa. Vuol dire abbandonare le abitudini e

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