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QUID
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E-book436 pagine6 ore

QUID

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Info su questo ebook

Una fredda notte, il flebile vociare e la curiosità che divampa. Così ha inizio la storia di Alexander Falk. Entrato a far parte di un'organizzazione che studia l'occulto, il ragazzo originario di Torino sarà protagonista insieme a Lidia, la sua coinquilina, e ai nuovi amici dell'organizzazione, di una storia che si sviluppa a Roma, nella città eterna, dove nulla è ciò che sembra al di là della sua incommensurabile bellezza. Investigazione, enigmi, testi storici, ma anche un racconto di sentimenti, emozioni e dubbi esistenziali. Tutto questo porterà alla scoperta della celata realtà, di un mondo nascosto, di un'esistenza interrotta e fatta ricominciare dalle Essenze, dove il solo assaggio di poteri che vanno oltre la genialità umana, sarà il preludio a tutto quello che li aspetta, un futuro che preannuncia una guerra tra forze sovrannaturali finora rimasta silente. Tra citazioni leggendarie e personalità fuori dall'ordinario, non resta quindi che seguire le vicende di Alexander Falk e il gruppo degli Osservatori ribelli alla ricerca di Rĕvēlo, il quid che permetterà loro di "vedere".
LinguaItaliano
Data di uscita27 giu 2022
ISBN9791221414738
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    Anteprima del libro

    QUID - Il De Montis

    I. FRAMMENTI IGNOTI

    In principio vi erano Sei Essenze.

    In un tempo indefinito, prima che il tempo stesso esistesse, le Essenze vivevano e si contemplavano l’una con l’altra, ammirandosi, enunciando i loro poteri. Disquisivano su cosa avrebbero potuto fare con tali abilità fino a quel momento inutilizzate, assopite dentro di loro. Esse si diversificavano secondo le loro capacità, alcune erano in grado di generare, altre di plasmare a loro piacimento e perfino di distruggere. Le Essenze pertanto decisero che doveva nascere qualcosa, il nulla andava interrotto. Il loro eccelso intelletto partorì un’idea, una scelta comune, condivisa da tutti: creare, dare origine. Esse decisero che avrebbero presto usato il loro incommensurabile potere per far sì che il nulla diventasse vita, che sorgesse dunque la prima esistenza dopo di loro. Avrebbero generato esseri pensanti in grado di amarli, servirli, tramandare il loro volere. Così pensarono ad un alter ego che potesse vivere nel nuovo mondo, un essere di forma fisica. Gli avrebbero concesso un immenso dono, quello di procreare, affinché potessero originare un domino vitale, una progenie che poteva arrestarsi solo su decisione delle Essenze stesse. Gli alter ego creati, avrebbero potuto moltiplicarsi e tramandare il nome della loro creatrice di generazione in generazione affinché le Essenze potessero essere riconosciute in modo perpetuo fino a che il principio divenisse fine. Questo generò delle controversie tra di loro, perché non tutte le Essenze erano d’accordo su come dovesse essere l’alter ego. Così nacque tra loro antipatia, diffidenza. La diatriba stava per diventare scontro, così una delle Essenze prese una decisione, ovvero distaccarsi dal gruppo e generare un mondo personale ed esclusivo per il suo alter ego. Questa Essenza decise che il suo alter ego lo avrebbe chiamato Dio, onorandolo e pregandolo come unico creatore sopra ogni cosa. Con il suo potere tracciò una linea di confine e salì al di sopra di essa, lasciando le altre Essenze al di sotto. Creò il suo mondo, partendo dal firmamento e dall’asciutto inizialmente deserto e tenebroso. Creò la luce e la separò dalle tenebre, dando loro un nome, giorno e notte. Chiamò il firmamento cielo e l’asciutto terra. Creò le acque, chiamandole mare. E proseguì secondo il suo volere, così che la terra germogliasse. In seguito, creò i primi esseri viventi, bestie che vivessero il cielo, il mare e tutta la terra, affinché si moltiplicassero e generassero le leggi della natura.

    Infine, creò il suo alter ego e lo chiamò Uomo, diede lui la possibilità di scegliere la migliore strada nella vita, donò lui la libertà di parola e di arbitrio così che scegliesse di tramandare il suo credo, la religione di Dio, o viceversa non credere all’esistenza di un trascendente sopra di lui. Le altre Essenze rimasero meravigliate dalla strepitosa creazione di colui che si faceva chiamare Dio, ma una delle Essenze nutrì dentro di sé un odio così profondo che mutò uno dei primi umani nati sulla Terra, per inciso il primo essere vivente che avrebbe tradito ed ucciso un suo simile. L’Essenza pertanto celandosi a Dio, lo mutò in gran segreto, generando il suo alter ego e dimorando all’interno del suo corpo per sempre. Intanto le altre quattro Essenze guardarono quel mondo popolarsi e vivere secondo il tempo e le regole descritte in precedenza. Osservarono increduli la venuta di Dio sulla sua Terra, la decisione di assumere le sembianze di un Uomo, profetizzare la sua volontà, mostrare i suoi poteri, poi farsi crocifiggere e risorgere, così da dimostrare la sua esistenza, la sua grandezza, ma soprattutto la sua immortalità, al contrario della sua creazione, l’Uomo, generato come mortale.

    ̴

    Il mondo creato da Dio proseguiva oramai da solo, senza che nessuno sapesse che un altro alter ego si stava moltiplicando alle spalle di tutti. Così una terza Essenza, in collera per la maligna creazione avvenuta dalla seconda, decise di muoversi. Svelò a Dio cosa fosse accaduto e chiese la sua autorizzazione a fare lo stesso, per generare il suo alter ego come nemico della progenie della seconda Essenza che diventava di nascosto sempre più numerosa. Dio acconsentì alla richiesta della terza Essenza, a patto che i poteri donati al suo alter ego personale non fossero utilizzati per dare forza al male. Esso avrebbe dovuto generare una nuova razza per dare equilibrio al suo mondo. E così fu deciso, nacque il terzo alter ego. Le altre tre Essenze rimaste silenti e finora non protagoniste, decisero che era arrivato il momento di fare il loro passo. Due di loro, le più invidiose, scesero sulla Terra senza il benestare di Dio e mutarono due umani, unendosi anch’essi ai loro corpi. Grazie al loro sconfinato potere nascosero la loro venuta non solo ai mortali di Dio, ma anche agli alter ego della seconda e terza Essenza. I capostipiti di questi due nuovi alter ego dunque mantennero il segreto, generando altri di loro nel silenzio totale. L’ultima Essenza, tradita da tutte le altre, osservò con saggezza quello che era accaduto, covando tuttavia del rancore. Rimasta sola e non controllata dalle altre Essenze, decise, con il suo immenso potere, d’inferire una maledizione sulla Terra così da portare il pianeta alla devastazione totale. Essa, infatti, non dimenticò mai il tradimento accaduto, la scelta in principio di dividersi. Ricordò l’atteggiamento avuto da tutte le altre Essenze e i loro comportamenti la resero eternamente delusa. Così fu. Una volta sferrato il colpo, attese. Presto la linea dell’esistenza che fino a quel momento aveva corso senza curvare mai, avrebbe sferzato inesorabilmente. Quello che sarebbe successo dopo, avrebbe modificato totalmente lo stato delle cose.

    ̴

    Da un po’ di tempo la terra aveva cominciato a tremare.

    Le cause ufficiali erano ignote, tuttavia gli scienziati teorizzavano spiegazioni certe, mentre uomini definiti religiosi ne proponevano di apocalittiche. Questo non faceva altro che alzare il livello di apprensione delle persone, scatenare panico, paura. Parecchi erano per il mea culpa, accusavano l’uomo per il suo comportamento poco raccomandabile nei confronti di madre natura. Altri invece ipotizzavano la fine del mondo o di un’era, profetizzando il verbo dei libri sacri tramandati nel tempo. La verità era sotto gli occhi di tutti, disastri e catastrofi naturali stavano sconvolgendo il modus vivendi dell’umanità. Numero record di uragani, inondazioni senza precedenti, terremoti, eruzioni vulcaniche, tsunami. Il mondo viveva un disastro dopo l’altro. Di fatto non c'era mai stato un momento della storia recente in cui si erano verificate così tante catastrofi, compresse in un così breve periodo di tempo. Il clima cambiava in continuazione, chissà se realmente causato dall'uomo. Un grave colpo venne poi inflitto alla popolazione europea dall’ennesima epidemia, diffusasi dapprima in Italia. Il batterio in poco tempo camminò verso il Nord, colpendo l’Austria, la Francia, la Germania, la Repubblica Ceca, diramandosi ad Est e ad Ovest, senza fermarsi, senza una cura che potesse interrompere il suo viaggio mortale. La scienza e la medicina provavano ad intralciare il cammino del virus, a soffocarlo, ma i farmaci forniti, nonostante la loro aggressività, non davano i risultati desiderati. Venne somministrato infine un apposito vaccino, ma si scoprì che il batterio era capace di alterarsi geneticamente e in poco tempo la resistenza del batterio, portò ad un tasso altissimo di mortalità. Il male che stava avvelenando il mondo era l'antrace, un'infezione causata dal batterio Bacillus Anthracis. Generalmente si manifestava negli animali erbivori selvatici o domestici, ma questa volta si era sviluppato nell'uomo. La forma diffusa era la più pericolosa, quella da inalazione atta a colpire i polmoni. I sintomi erano inizialmente simili ad una normale influenza, stato febbrile, tosse, spossatezza e dolore osseo. La malattia degenerava tre giorni dopo, disegnando un quadro clinico molto più grave, caratterizzato da difficoltà respiratorie, shock e perdita di conoscenza. In una settimana il morbo era letale e l’umanità venne velocemente prosciugata.

    ̴

    L'antrace è stata una delle più importanti malattie infettive dell'antichità e secondo diversi storici alcune delle piaghe d'Egitto descritte nella Bibbia, avevano avuto come origine epidemie d'antrace. Fonti non ufficiali ma rispettate anche dai più scettici, rivelavano che l'antrace era stato impiegato negli attacchi terroristici del 2001-2002 negli Stati Uniti, che il batterio era da classificare come arma batteriologica. C’è chi sostiene che ci sia un rapporto dettagliato della Central Intelligence Agency (CIA) che punta il dito sull'Iraq, paese che avrebbe tentato più volte di ottenere spore di antrace. Effettivamente è un'efficace arma batteriologica se trattata in modo da poter essere inalata. Più volte, dopo l’attacco alle Torri Gemelle del 2001, i terroristi avevano utilizzato strumenti mortali di questo tipo. L’antrace aveva generato la morte in maniera subdola. Lettere con tracce del batterio erano state recapitate a senatori del partito democratico USA e alle redazioni giornalistiche. Alcune persone avevano perso la vita ed un altro numero indefinito si erano ammalate, ma fortunatamente la forma del virus era stata sedata ed eliminata. Questa volta però era diverso. Il male strisciava e non accennava a fermarsi, modificando per sempre lo status fisico – mentale delle persone, scatenando ansia, agitazione, frenetica paura, caos totale. Gli altri continenti avevano osservato in silenzio lo spaventoso scenario che si stava consumando in Europa. Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso. Le popolazioni colpite dal morbo, non più in grado di avere una coscienza, senza lucidità né intelligenza, si unirono e colpirono coloro che erano stati a guardare. In pochi mesi il mondo intero osservava la sua fine, il verificarsi della Terza Guerra Mondiale, una guerra nucleare. Milioni di vite venivano spezzate, trattati di pace non venivano stipulati, la situazione era irrimediabile, insostenibile. Una guerra atomica o nucleare genera fisicamente e scientificamente degli effetti deleteri per l’umanità. L'intensità della luce emessa è così grande da riuscire ad accecare una persona che la guardi direttamente anche a chilometri di distanza. Al momento dell’esplosione la temperatura può raggiungere milioni di gradi Celsius e il calore può spazzare via qualsiasi forma di vita nel raggio di diversi chilometri. Il vento poi raggiunge velocità altissime. Questi ultimi due fenomeni naturali rappresentano gli elementi che più di ogni altro causano la distruzione e la morte degli esseri viventi nei primi istanti della detonazione. In seguito, agisce l’emissione radioattiva che può avere un decorso di migliaia di anni e può creare un inquinamento radioattivo a volte letale. Le esplosioni, dunque, generavano un'aria bollente e ad alta velocità che continuava a causare disastri di vaste proporzioni. La gravità del nucleare e le smisurate proporzioni utilizzate dalle suddette armi davano spazio ad un impulso elettromagnetico tale da causare un crash totale delle apparecchiature elettroniche rimaste intatte o solo parzialmente colpite. Il periodo di blocco tecnologico non cessava, intere città erano state distrutte, l’umanità era caduta in ginocchio, avvelenata da un’epidemia e auto colpitasi a causa di odio e vendetta, sentimenti ingovernabili. L'impatto della guerra era stato pesantissimo, la maggior parte della Terra era stata spazzata via ed i paesi non investiti direttamente dai vari ordigni, pagavano lo stesso un prezzo elevatissimo perché la radioattività recava danni alla biosfera e le specie viventi sul pianeta si estinguevano velocemente, spezzando la normale catena naturale della vita.

    ̴

    Dio interruppe il correre dell’esistenza e convocò le atre cinque Essenze per discutere dell’accaduto. Della Terra non era rimasto niente, era un enorme involucro che non conteneva più nulla. Esse si riunirono per parlare riguardo la tragica situazione. Fu allora che la Sesta Essenza decise, prima dell’ipotetico dibattito, di raccontare tutto con vigore. Dimostrò loro che l’atteggiamento avuto era stato sciocco, insensato. Che l’orgoglio mostrato non era stata la migliore espressione che più poteva dipingere splendide scintille di vita come loro. Le invitò a ragionare e cercare di usare un po’ di senno ed intelligenza. Tutte mostrarono per una volta interesse comune. Fu così che ogni segreto venne scoperto, tutte seppero della creazione degli alter ego, di come si erano nascosti alle spalle degli altri. Dopo una lunga e intensa diatriba riuscirono a trovare una soluzione che fosse la più idonea per tutti e l’epilogo non fu per niente scontato. Optarono per creare un numero indefinito di mondi, universi paralleli, galassie lontane, Terra compresa, dove diedero vita ai loro alter ego. Sarebbero dovuti servire come test per decidere chi potesse essere meritevole del mondo finale, dell’esistenza definitiva, quella che li avrebbe portati all’immortalità, ad una vita accanto a loro una volta esalato l’ultimo respiro. Le Essenze infine annullarono ciò che era successo sulla Terra per farla ripartire dalla notte dei tempi, in modo da essere alla pari con gli altri mondi. Il corso degli eventi pertanto ricominciò. Esse guardarono nuovamente la nascita di diverse religioni, diverse civiltà, diversi usi, costumi. Osservarono l’evoluzione dei loro alter ego di generazione in generazione, osservarono la scienza in contrasto con la fede, le battaglie di uomini definiti capi, grandi strateghi, talvolta eroi. Ed ancora una volta notarono l’irresistibile desiderio di tutti gli esseri viventi di assoggettare coloro che erano definiti i più deboli. Questo accadde non solo sulla Terra, ma su tutte le galassie, universi e mondi. Nacquero nuovamente figure nascoste, personaggi potenti in grado di rendere altri delle pedine, schiavi, cavie da laboratorio, sempre per desiderio di egemonia. E come nell’esistenza precedente, diversi umani innocenti sulla Terra rimasero ignari di tutto questo, inconsapevoli degli alter ego, vivendo il loro tempo, chi in un modo, chi in un altro, senza sapere quale fosse la verità, di chi fosse l’origine reale della vita. Effettivamente questo non si discostò così tanto dal mondo creato in origine. Nel primo corso infatti, la politica, l’economia, la Chiesa, la massoneria e gli alter ego delle Essenze avevano deciso il corso dell’esistenza alle spalle delle persone comuni. Anche questa volta gli umani vivevano senza sapere, erano gli attori di un palcoscenico gestito da qualcun altro, permettendo a chi voleva questa recita, di celarsi agli occhi dei più. Gli alter ego però modificarono inconsciamente parti o dettagli della loro esistenza precedente, pertanto gli esseri viventi, seppur usassero alcune volte l’espressione dejà vu, domandandosi come mai in alcuni frangenti sembrava loro di aver già visto o vissuto una determinata scena, o quantomeno di avvertirne una sensazione superiore alla ragione conosciuta, stavano di fatto vivendo un secondo corso differente dal primo, discorde in piccole cose che però celavano enormità. Questa seconda possibilità era la punta visibile di un iceberg al di sopra della superficie, ben poco in confronto alla montagna di ghiaccio nascosta sotto il livello dell’acqua. Un posto del mondo in particolare aveva subito un’influenza determinante riguardo agli alter ego delle Essenze: l’Italia.

    II. ALEX

    Il sole splendeva sulla città eterna.

    Il centro storico era come sempre caotico e trafficato. Il Lungotevere era gremito di gente. Macchine, autobus, ciclomotori e mezzi di ogni tipo lo riempivano per tutto il suo cammino. I turisti rendevano ancor più bella ed affascinante la Capitale, migliaia di loro esibivano piantine della metropoli nelle loro mani per cercare d’individuare ogni minimo vicolo dell’urbanistica romana. Si potevano scorgere presenze di tutte le etnie, gruppi di persone in tour organizzato, visitatori fai da te, fotografi instancabili, scolaretti eccitati in viaggio d’istruzione, tutti richiamati dall’eco memorabile di una delle più grandi e meravigliose città del mondo.

    Roma, culla della civiltà, una città dai mille volti.

    Roma, ovvero storia, religione, arte, cultura, letteratura, architettura, filosofia, costume, tutto racchiuso in un piccolo grande nome degno della più grande civiltà antica mai esistita, padrona di un popolo accogliente, gioioso e buono, ma sempre attento alla minima parola offensiva per la sua regina. Non basta una vita per conoscere Roma. È la città italiana che richiama ogni anno il maggior numero di turisti o pellegrini, il suo fascino e la sua magia sono ineguagliabili. Nel cuore dell’urbe sorge l’enclave di Città del Vaticano che la fa ancor più unica, non c’è altra città al mondo che ospita al suo interno uno Stato indipendente.

    Roma, la città Santa, la capitale della fede, Caput Mundi, un perfetto quadro dipinto a mano ereditato ed arricchito dai più grandi pittori vissuti in tutte le ere, capaci di mutarla e donarle evoluzioni a seconda del contesto storico, ma mai lasciando quelle pennellate di originalità, fatte di tradizioni e fascino. Roma, grande e potente civiltà del passato che a tutt’oggi permette di farne ammirare gli antichi resti. È straordinario il modo in cui queste testimonianze monumentali persistano nel tempo, quasi del tutto immutate.

    Roma, le maggiori correnti d’arte sono passate da qui ed hanno lasciato dei segni indelebili che il mondo invidia. Possis nihil Urbe Roma visere maius scrisse qualcuno tempo fa. Che tu non possa vedere nulla di più grande della città di Roma disse Orazio, grande poeta romano anche esso figlio dell’eleganza e dello stile di questa magnifica opera umana e, oseremo dire, sovrannaturale, indelebile ed immortale agli occhi, menti ed esistenze di tutti coloro che hanno anche solo una volta calcato il suo suolo imperiale o popolare.

    Ma diversi anni prima...

    ̴

    Dicembre 2002

    L’adolescente e perspicace Alexander stava trascorrendo l'inverno con la sua famiglia nella casa dei nonni paterni. Città di Torino, città esoterica, fredda come da peculiarità di stagione. Era notte fonda e tutti, o quasi, erano cullati dai sogni. Attraversando il salone con la bottiglia d’acqua presa in cucina, percepì la voce del padre provenire dallo studio del nonno. Dalla porta socchiusa fuoriusciva una debole luce ed Alex, un bambino di dieci anni curioso come era sempre stato, decise di origliare.

    È importante che venga spezzata la linea di successione della nostra famiglia all’interno del QUID. Non oso immaginare mio figlio in pericolo e, padre lo sai, ne abbiamo già parlato, non posso permetterlo. Ho già messo a rischio mia moglie e per quanto lei abbia sposato la causa nonostante sia cosciente riguardo a quanto siamo esposti, quasi me ne pento. Temo per la sua incolumità, anzi per quella di tutti. Ma mio figlio no, proprio no. Voglio che viva serenamente, che sia ignaro, che non conosca. È arrivato il momento che i Falk chiudano con l’organizzazione.

    Joseph Falk, il padre di Alexander, si stava rivolgendo al suo anziano genitore. La voce man mano che parlava, diveniva più severa, ma al tempo stesso avvilita.

    Onestamente riflettevo anche sulla linea generale dell’organizzazione. Più passa il tempo e più ci rendiamo conto di quanto sia grande la rete oscura di questa vita. Se vogliamo essere pronti e mantenere una certa solidità in questo palcoscenico, forse è arrivato il tempo di fare un passo in più, ovvero cominciare a insegnare, a rivelare, a far percepire cosa può o non può esistere. Ma tornando al punto principale, mi dispiace, ripeto, non con mio figlio. Lui deve rimanerne fuori. Lunga vita al QUID ma che non avvolga la mente di Alexander.

    Al fianco dei Falk c’era un uomo dagli occhi estremamente chiari, Alex non avrebbe mai dimenticato quello sguardo profondo, ipnotico ed estremamente potente. Indossava abiti raffinati, e l’impugnatura in argento del bastone che portava con sé, aveva fattezze romboidali. Cominciò a parlare, sembrava quasi recitare alcuni versi, la sua voce era tutt’altro che angosciante come quella del suo interlocutore.

    Siamo consapevoli delle minacce estreme mio caro Saint Germain. Coloro che vivono nell’ombra, agitano le nostre menti, sconvolgono il nostro subconscio. Attraverso loro si può vedere chi ha vissuto e come, si scopre chi ha composto la propria canzone sulla menzogna. Essi rappresentano la celata verità, raffigurano l'immensa potenza di chi muove le fila dell'esistenza. Tutto possono grazie alle loro sconfinate capacità e il QUID, come sai, nasce proprio per avvalersi di tali attitudini, come ha sempre desiderato il nostro fondatore. Finora non è stato possibile, ma gli scritti tramandati offrono una speranza, quella di divenire loro pari e non possiamo farci sfuggire questa opportunità, ne vale non solo l’esistenza dell’organizzazione. È lo scopo di ogni nostro respiro, una missione, un desiderio, un caposaldo del nostro pensiero, un raggiungimento per l’evoluzione umana. È il nuovo orizzonte. Ma non è semplice trovarli, pertanto è ardito studiarli, comprenderli. Abbiamo indizi, certo, abbiamo margini di conoscenza tali per avere un contatto, ma per ora a me è sembrato che il nostro destino sia semplicemente navigare in mari ignoti senza vederne la costa, col rischio tra l’altro di essere colpiti perché troppo curiosi. La mia domanda è: si può continuare ad esistere, in quanto effettivamente siamo, senza poter capire cosa potenzialmente potremmo davvero essere?

    In ogni cosa si può trovare la verità, nulla è tangibile, ma ovunque scorgiamo i loro passi, per quanto siano talvolta invisibili. Hai altro da dirmi? Solo aver certezza che le testimonianze scritte siano vere. Ho bisogno di ulteriore conferma da te, che ti sei legato al QUID da molto più tempo. Non c’è motivo per cui tu debba temere che le testimonianze non siano vere, vorrebbe dire che stai perdendo la via. Ciò non è tollerabile. Rĕvēlo esiste. Esso ha un altro mondo nelle sue mani e non solo. Se mai un giorno riusciremo a trovarlo, sarà il giorno in cui non avremo più timore di ciò che stiamo facendo e sapremo che la strada perseguita della ricerca è vera, pura, autentica, come ha detto lui, il nostro mentore. Noi riteniamo che la segreta evoluzione di tutti gli uomini risieda in Rĕvēlo, non devi dimenticarlo mai. Ciò di cui abbiamo parlato sinora è importante, ma non è l’unica priorità. Le nostre primarie attività sono quelle della ricerca e devono essere largamente dedicate a Rĕvēlo, bisogna trovarlo e cominciare a capirlo, sfiorarlo, fino a camminare al suo interno.

    Beh, è davvero audace credere ad occhi chiusi agli scritti tramandati dal nostro fondatore, rimanere fedeli al pensiero che tutto sia accaduto davvero.

    Mai dubitare di ciò, né porsi domande sul credere o non credere. Non deludermi Saint Germain, questo mi fa pensare che tu abbia cominciato ad indietreggiare. Se sei giunto fin qui, è perché hai creduto fortemente. Ciò non deve mutare.

    Il padre di Alexander annuì, senza chiedere altre spiegazioni. L’uomo infine aggiunse alcune parole.

    Possa tu vivere a lungo Saint Germain, abbastanza da poter arrivare alla verità. Attraverso le testimonianze noi dobbiamo trovare altri indizi, che siano nelle frasi intercettabili tra la vita e la morte, parole ascoltate in manicomi o chiese, scritte nel cielo, sulla terra, nei manoscritti mai rivelati e sepolti in biblioteche segrete mai certificate. È da tempo immemore che cerchiamo, sia Rĕvēlo, sia altre prove tangibili e fino a quando non arriveremo al capolinea della corsa, la nostra missione non sarà terminata.

    I tre si apprestarono a chiudere la riunione, così sembrò ad Alex una volta che il padre strinse la mano all’uomo dallo sguardo profondo. Fece un passo indietro, delicatamente, come fosse un ladro intento a fare il colpo. Facendo attenzione ad ogni suo movimento, si calò perfettamente nel ruolo e una volta lontano dalla stanza, accelerò il passo e tornò in camera sua. Prima di sdraiarsi, bevve un grosso sorso d’acqua, attaccandosi ferocemente alla bottiglia. Divenne subito consapevole che da quella notte nulla sarebbe stato come ciò che aveva vissuto fino a qualche minuto prima. Cominciò a formularsi domande: il padre era un brillante uomo in carriera, asso dell’economia, oppure era un qualche tipo di agente segreto sotto copertura? La madre era un’infermiera, oppure con suo padre erano la copia reale di Eva e Diabolik? Il nonno, rimasto silente tutto il tempo, ma equilibrato ascoltatore, chi era veramente? E l’altro uomo? Saggio quanto incomprensibile nelle sue parole, che ruolo aveva nella vicenda? Cos’era il QUID? E Rĕvēlo? Mille domande e mille dubbi assalirono la mente del giovane Alexander. Non fu facile addormentarsi, ma quando la stanchezza prese il sopravvento, il ragazzo aveva raggiunto un accordo col proprio io. Questa storia lo aveva scosso e se fino a quel momento la sua curiosità era solo un’arte che lo contraddistingueva rispetto agli altri adolescenti della sua età, da quel momento in poi l’avrebbe utilizzata per vedere il mondo con un’ottica diversa. La mattina seguente cominciò a gettare le basi del suo piano per la conquista della verità. Ma non poteva farlo da solo. Gli venne in mente all’istante di coinvolgere i suoi amici fidati. Una volta terminate le vacanze natalizie, sarebbe tornato a scuola e li avrebbe convinti nel realizzare una confraternita segreta. Lo scopo ultimo non era così chiaro, la conquista della verità era un concetto fin troppo astratto. Ma per conoscere, bisogna sapere, Alexander lo aveva capito. Unendo curiosità e studio avrebbe trovato la via. La confraternita pertanto avrebbe avuto delle fondamenta ben precise: Intellettualismo e passione per lo studio, eccitazione per le indiscrezioni e le bizzarrie, beneficio del dubbio per i misteri del mondo. Pensieri altissimi per un adolescente, non così astrusi per Alexander Falk.

    ̴

    Settembre 2010

    La maggiore età è famosa per essere un momento particolarmente delicato della crescita. Detiene il primato di crisi tra i diversi stadi evolutivi insieme all'adolescenza, è un fatto appurato. Un'età problematica che diventa complessa anche a causa dell'atteggiamento educativo e relazionale con gli adulti. Un padre, una madre, non hanno piena consapevolezza dei segnali di disagio del loro figlio e quando qualcosa non quadra, non vogliono vederlo soffrire, ma non riescono a comprendere i suoi desideri, come la voglia di rimanere soli in alcune circostanze. I genitori per paura lasciano che prenda loro possesso un meccanismo di difesa, che però modificano in potere. È il potere del controllo sul proprio figlio per farlo rimanere piccolo, senza accettare la sua crescita, le sue richieste inaspettate, il bisogno di capire realmente il mondo che lo circonda, la curiosità di spingersi al cambiamento. E così i maggiorenni mutano e a volte anche estraniandosi alla quotidianità finora vissuta. Ci vuole poi tempo affinché la personalità si completi ed in questo periodo giungono alterazioni naturali, non tanto riguardanti il corpo che ha già subito variazioni in fase adolescenziale, quanto in pensieri, passioni, istinti e sensazioni. Un crogiolo di sentimenti e stati d'animo che modificano lo status quo e rendono la maggiore età un passaggio chiave per il prossimo futuro. Per Alex era arrivato questo fatidico momento. Il 2 settembre, giorno del suo compleanno, era passato da poco. Le sue novità non erano però le più blasonate, come il continuo desiderio sessuale, l'obiettivo di avere camicie firmate, l'imitazione dei propri idoli spesso mescolati con propria originalità. No. La sua primissima novità era un controsenso a tutto ciò che normalmente si ritiene essere classico per un neomaggiorenne. Era avido ed accecato dalla curiosità, una curiosità per comprendere le minacce sulla fine del mondo, la meditazione su temi filosofici di vasta profondità, l’interesse per la conoscenza. Tutto ciò era lo svolgimento di un tema che, come titolo personale, aveva le parole: famiglia, mistero, ricerca della verità. Dopo tutto, fin da bambino c'era chi aveva visto in lui caratteristiche peculiari, come spiccata intelligenza, sensibilità, mascherate da un fatale abbraccio all'incomprensione del proprio io, alla sua solitudine. Un ragazzo dalle capacità percettive eccellenti, ma da una condotta e da una morfologia collettiva insoddisfacente. Spesso gli accadeva di ricordare un momento che aveva chiuso in un cassetto, ma che tornava a martellare la sua mente. Ebbene, quello era l’istante in cui chiudeva gli occhi, abbassava la testa ed entrava nel suo vortice solitario, distaccandosi per lunghi istanti dalla realtà. In fin dei conti però era solo apparenza e Alexander in questo era molto bravo. Perché l’essere asociale o introverso era una maschera che nascondeva la sua eccitazione quando passava il tempo con i suoi fidati amici che lo avrebbero accompagnato per sempre nel viaggio alla scoperta dei segreti del mondo. Fantascienza, ovvio, lo sapeva anche lui. Ma sognare di scoprire la verità sul Santo Graal e i suoi cavalieri, l’Arca dell’Alleanza, l’astronauta di Palenque, la maschera di El Dorado, la macchina della manna e simili, era lecito per adulti in giacca e cravatta, figuriamoci per ragazzi baldanzosi di quell’età. Era una passione che risaliva fin dai tempi delle medie ed insieme ai suoi migliori amici e compagni di classe, Leandro, Biagio e Andrea, aveva fondato la segretissima Società dell’Alba. Un gruppo costituito da loro quattro che, due volte alla settimana, erano soliti incontrarsi a casa di Alexander con lo scopo di documentarsi, leggere storie, studiare, fantasticare, raccontare ciò che avrebbero potuto vedere d’insolito. Il nome, Alba, suonava loro come il principio della trascendentalità, ma era nato in realtà grazie alle iniziali dei loro nomi. Alexander convinse i suoi amici fin dalle medie. Continuarono il loro percorso di studi nelle superiori, unendo le loro passioni per le storie fantastiche, lasciando che la mente si aprisse alle contraddizioni del mondo, alla volontà di credere nelle esperienze paranormali, ad immedesimarsi nei personaggi mitologici, agli eroi della storia, a tutto ciò che potesse essere una valvola di sfogo nella loro quotidianità. Alexander sapeva che i loro incontri erano tenuti sott’occhio dai suoi genitori, sapeva che lo guardavano con interesse, che cercavano di capire cosa volesse architettare. Un giorno rivelò in gran segreto ai suoi amici cosa aveva ascoltato in quella fredda notte d’inverno e ciò non fece altro che alimentare la sete di curiosità della Società dell’Alba. Si gettarono a capofitto nella ricerca di libri e testi che snocciolassero il più possibile gli eventi misteriosi della storia, impararono come si erano costituite le organizzazioni segrete, istituirono uno statuto per la loro confraternita, assaporando l’idea che sarebbe un giorno diventata grande, un’occulta realtà nel segreto esistere che tirava i fili del mondo. Alle prime luci di un caldo mattino primaverile, Alexander ebbe modo di osservare l’alba. Il sole s’innalzava di fronte alla finestra della sua stanza. Sorrise d’istinto, pensando che la strada percorsa fino a quel momento fosse il suo destino. La scuola volgeva al termine, l’esame di maturità era alle porte e Alex cominciò a riflettere su quale percorso di studi lo avrebbe ancor più coinvolto nel suo arricchimento culturale. I suoi amici avevano già scelto la facoltà per loro più interessante, erano già andati diverse volte all’Università di Torino per cominciare a capire come funzionasse, quali fossero i lati più interessanti del mondo universitario. La felicità di quell’alba però durò poco. Suo padre bussò alla porta e i dieci minuti seguenti furono un colpo molto forte per lui, un’improvvisa deviazione sulla via intrapresa. Gli annunciò che si sarebbero trasferiti, destinazione Roma. Inutile per Alexander cercare di capirne le ragioni, l’ermetismo del suo genitore era intoccabile. Si limitò a dirgli che era dovuto a questioni lavorative e che sua madre aveva già preso contatto con un noto ospedale romano per continuare il suo cammino infermieristico. Alexander cercò di ribellarsi alla novità, che ormai era grande e poteva staccarsi dalla realtà familiare, ma le parole del padre suonarono come una dittatura, come se lui fosse il popolo e suo padre il despota che ordinava leggi dispotiche inattaccabili. Giunto a scuola, parlò al resto della Società dell’Alba che rimase sgomenta. Il fondatore della confraternita li avrebbe lasciati e non c’era rimedio. I mesi finali delle superiori furono oscuri, tristi. Alexander entrò quasi nel vortice della depressione, faticò a parlare con i suoi cari compagni e tutto ciò che era nato e cresciuto fino a quel momento, finì per insabbiarsi inesorabilmente. Il desiderio e la curiosità si spensero, ordinò a sé stesso di smettere di leggere, documentarsi, vivere di fantasia, nutrire la Società dell’Alba. Eliminò ogni pensiero rivolto alle macchinazioni del mondo, al voler scoprirne i misteri, resettò la sua mente per non pensare più alle organizzazioni segrete esistenti, ma sopra ogni cosa decise di chiudere i libri aperti sulla sua scrivania e non studiare più.

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    Nel 2011 Alexander si diplomò comunque col massimo dei voti nonostante la tristezza lo avesse assalito negli ultimi mesi, un’infelicità che lo aveva spento, facendolo smettere di studiare, leggere, documentarsi. Mesi in cui si chiuse in camera così da non vedere più nessuno. Da lì a poco, giunse il giorno della partenza. Non ci furono saluti strappalacrime tra lui e la Società dell’Alba, un silenzio avvolse gli ultimi istanti in cui Alexander, con lo sguardo e un minimo cenno da lontano rivolto ai suoi amici, li salutò per non rivederli più. Torino divenne un capitolo chiuso della sua vita. Provò a far cambiare idea ai suoi genitori con un ultimo tentativo. Dopo tutto era maggiorenne, avrebbe potuto decidere da solo quale strada percorrere, ma le resistenze familiari erano insormontabili. Non ottenne risposta alle sue domande riguardo al comportamento dei genitori, poi la tragedia accaduta un paio di anni dopo lo percosse profondamente nel cuore e nell’anima. Venne a sapere il tutto senza viverlo da vicino. Si trovava a Roma quando accadde, mentre i genitori erano tornati a Torino per vendere l’abitazione in cui era cresciuto. Fu quello il momento in cui tornò a pensare ai misteri della famiglia, considerazioni che aveva appositamente addormentato per dare un taglio drastico a ciò che lo aveva coinvolto da quando era adolescente.

    Improvvisamente la fase complottistica era tornata.

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    Settembre 2013

    Pochi preparativi nonna, per favore. Non voglio festeggiare né ricordare. Tanto siamo io e te, e quello che è successo da poco, soffocherà comunque questo giorno, come ovvio che sia.

    Alex era stato chirurgico nelle sue parole. Per il

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