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Arcanave Flying - Il Testo: Arcanave Flying 3
Arcanave Flying - Il Testo: Arcanave Flying 3
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E-book255 pagine2 ore

Arcanave Flying - Il Testo: Arcanave Flying 3

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Info su questo ebook

ROMANZO (135 pagine) - FANTASCIENZA - Una ricerca archeologica svelerà il mistero dell'Arcanave aprendo le porte alla coscienza del passato dell'umanità.

Midori, ambiziosa e giovane matricola che fin da piccola ha creduto nella leggenda della Flying, è sulle tracce di un oggetto complesso che potrebbe svelare il mistero dell'Arcanave. Grazie all'appoggio scientifico del Professor Leonardis e al sostegno morale dell'amica Nichelle, Midori diverrà protagonista di una ricerca archeologica senza precedenti, che tra intuizioni e deduzioni svelerà il mistero dell'Arcanave aprendo le porte alla coscienza del passato dell'umanità. L'ultimo emozionante capitolo della Saga dedicata alla Flying, l'Arcanave che ha salvato la Terra.

Simone Messeri è nato a Firenze, laureato in architettura, sposato e padre di due figli. Attratto dalla scrittura e dal disegno si diletta a progettare astronavi e a scrivere racconti di fantascienza, genere per il quale ha sempre provato ammirazione.Appassionato di concept Art ammira artisti come Probert, Eaves e Robertson. Predilige il disegno tradizionale ma con un occhio alle tecniche digitali.Ha esposto il"Progetto Flying" a Lucca Comics 2006 e ai Galaxy Days 2010.Ha pubblicato diversi racconti sulle antologie "Il magazzino dei mondi" e "365 racconti sulla fine del mondo" entrambi editi da Delos Books; "Into the Galaxy" volume 1 e 2 e pubblicate con Lulu.com; "Scritture aliene" albi 2, 6 e 9 edite da EDS.All'attivo ha il volume "Spaceships" che raggruppa concept e bluprint di astronavi di sua concezione.Per Sogno Edizioni ha illustrato l'opera "Alice nella pancia delle meraviglie" e la graphic novel"Andromeda" ispirate entrambe ai racconti dell'autore Diego Bortolozzo. Quest'ultima è stata presentata in occasione della Cartoomics 2012 a Milano.
LinguaItaliano
Data di uscita8 set 2016
ISBN9788865307939
Arcanave Flying - Il Testo: Arcanave Flying 3

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    Anteprima del libro

    Arcanave Flying - Il Testo - Simone Messeri

    a cura di Diego Bortolozzo

    Simone Messeri

    Arcanave Flying

    Il Testo

    Romanzo

    Prima edizione settembre 2016

    ISBN 9788865307939

    © 2016 Simone Messeri

    Copertina: Simone Messeri

    Edizione ebook © 2016 Delos Digital srl

    Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano

    Versione: 1.0

    TUTTI I DIRITTI RISERVATI

    Sono vietate la copia e la diffusione non autorizzate.

    Informazioni sulla politica di Delos Books contro la pirateria

    Indice

    Il libro

    L'autore

    Arcanave Flying - Il Testo

    Il Testo: L’ibernazione – paragrafi 7-12

    Neoflores 2524 – Università degli studi

     Il Testo: Il risveglio – paragrafi 13-19

    Neoflores 2524 – Capitale della cultura galattica

    Il Testo: La solitudine – paragrafi 20-22

    Neoflores 2524 Università degli studi

    Il Testo: Il ritorno – Paragrafi 23-29

    Neoflores 2524 Dipartimento di Storia

    Il Testo: L’atterraggio – Paragrafi 30-40

    Neoflores 2524 Università degli studi

    Neoflores 2526 Stazione aerospaziale

    Chirfa 2526 Le porte del deserto

    Chirfa 2526 La scoperta del portale

    Chirfa 2526 Altrove, dove il tempo nasconde lo spazio

    Delos Digital e il DRM

    In questa collana

    Tutti gli ebook Bus Stop

    Il libro

    Una ricerca archeologica svelerà il mistero dell’Arcanave aprendo le porte alla coscienza del passato dell’umanità.

    Midori, ambiziosa e giovane matricola che fin da piccola ha creduto nella leggenda della Flying, è sulle tracce di un oggetto complesso che potrebbe svelare il mistero dell’Arcanave. Grazie all’appoggio scientifico del Professor Leonardis e al sostegno morale dell’amica Nichelle, Midori diverrà protagonista di una ricerca archeologica senza precedenti, che tra intuizioni e deduzioni svelerà il mistero dell’Arcanave aprendo le porte alla coscienza del passato dell’umanità.

    L’ultimo emozionante capitolo della Saga dedicata alla Flying, l’Arcanave che ha salvato la Terra.

    L'autore

    Simone Messeri è nato a Firenze, laureato in architettura, sposato e padre di due figli. Attratto dalla scrittura e dal disegno si diletta a progettare astronavi e a scrivere racconti di fantascienza, genere per il quale ha sempre provato ammirazione.Appassionato di concept Art ammira artisti come Probert, Eaves e Robertson. Predilige il disegno tradizionale ma con un occhio alle tecniche digitali.Ha esposto ilProgetto Flying a Lucca Comics 2006 e ai Galaxy Days 2010.Ha pubblicato diversi racconti sulle antologie Il magazzino dei mondi e 365 racconti sulla fine del mondo entrambi editi da Delos Books; Into the Galaxy volume 1 e 2 e pubblicate con Lulu.com; Scritture aliene albi 2, 6 e 9 edite da EDS.All’attivo ha il volume Spaceships che raggruppa concept e bluprint di astronavi di sua concezione.Per Sogno Edizioni ha illustrato l’opera Alice nella pancia delle meraviglie e la graphic novelAndromeda ispirate entrambe ai racconti dell’autore Diego Bortolozzo. Quest’ultima è stata presentata in occasione della Cartoomics 2012 a Milano.

    Dello stesso autore

    Simone Messeri, Arcanave Flying - In principio Imperium ISBN: 9788865307922 Simone Messeri, Arcanave Flying - Neoflores Imperium ISBN: 9788865307946 Simone Messeri, Arte Extremis Imperium ISBN: 9788865307953 Simone Messeri, Dictatorshop Imperium ISBN: 9788865308004

    Il Testo: L’ibernazione – paragrafi 7-12

    a cura del professor Pierre Leonardis

    Edizioni Neoflores Stampe, 2524

    7 – Sonno siderale

    Viaggiavamo nel silenzio dello spazio. Estraniati dalla coscienza per un tempo interminabile di novantadue anni. Nonostante quella condizione di letargo forzato, sognavo. I ricordi di tutta la vita sgorgavano fluidi nella mia mente. Perfettamente nitidi e reali al punto di viverli una seconda volta.

    L'universo, secondo la teoria del Big bang, diventa sempre più diluito e le varie galassie si allontanano allo stesso modo di un pallone che si espande.

    L'anno luce corrisponde a novemilacinquecento miliardi di chilometri e misura lo spazio che la luce percorre in un anno alla velocità di trecentomila chilometri al secondo.

    Questi concetti elementari li appresi durante l’adolescenza, quando lo spazio era ancora un sogno lontano e irraggiungibile. Pochi anni dopo la mia attenzione era rivolta soltanto verso studi, ricerche sulla conformazione e fragilità dell'ambiente terrestre. Apprendere il concetto di biodiversità, definire lo scenario delle risorse energetiche, escogitare una soluzione per bonificare i numerosi siti inquinati erano obiettivi ai quali mi dedicavo ogni giorno. La Terra viveva una situazione ecologica drammatica e l'Homo Sapiens Sapiens, responsabile diretto di questo stato di cose, continuava a dominare sulle altre forme di vita del pianeta con la solita arroganza che lo contraddistingue.

    Dammi un solo motivo perché io decida di seguirti in un'impresa così ambiziosa e surreale. Mi disse Noa un giorno. Fu un'affermazione carica d'affetto, che voleva soltanto esprimere il desiderio di starmi vicino. In quel momento il nostro legame sentimentale si consolidò, divenne più forte. Eravamo in simbiosi perfetta, pronti a rendere possibile qualunque cosa.

    Apprezzai il ricordo di quei bei momenti vissuti insieme. Ogni esperienza passata divenne reale. Attore di me stesso, recitavo in un contesto scenografico virtuale costruito dalla memoria sospesa ai limiti della coscienza. La Flying, in viaggio oltre il Sistema solare al di là dei pianeti conosciuti, procedeva alla velocità di quindicimila chilometri al secondo. Spesso mi sono domandato se anche Noa avesse vissuto la mia stessa esperienza durante l'ibernazione. Addirittura ho pensato che i nostri ricordi emergessero nel medesimo istante e interagissero tra loro seguendo un filo logico comune. Quei sogni metafisici ci apparivano così reali perché la condizione a cui eravamo sottoposti era alquanto insolita. Dormire con le funzioni cardio-circolatorie e respiratorie rallentate, significava sottoporre il fisico a reazioni del tutto inaspettate. Le esperienze corporee dei cinque sensi erano stravolte perciò non restava altro che lo stimolo cerebrale legato ai sogni. Ancora oggi, a distanza di anni, ricordo quell'esperienza con chiarezza come se fosse accaduta solo ieri.

    8 – Una parola al mondo

    Le mie ricerche dimostravano che il pianeta stava per raggiungere il collasso. I governi mondiali dovevano cambiare atteggiamento nei confronti dell'ambiente se volevano evitare una catastrofe ecologica di dimensioni planetarie.

    Proposi in sede ONU i risultati dei miei studi: la produzione incontrollata degli agenti inquinanti che l'uomo disperdeva sul pianeta era arrivata a livelli intollerabili. In tutto il mondo si registravano casi clinici imputabili all'inquinamento atmosferico, radioattivo, idrico e del suolo. Da sempre i governi della Terra assistevano indifferenti alle improvvise manifestazioni climatiche che sconvolgevano numerose aree geografiche. I segnali che la nostra cara Terra ci inviava da oltre cinquanta anni venivano sottovalutati, derisi, archiviati. Che cosa sarebbe dovuto accadere nel mondo per ottenere una reazione concreta dei governanti?

    Quella domanda non ricevette mai risposta. Le nazioni snobbarono la mia ricerca come l'ennesima denunciadi uno stravagante ecologista. Indagarono sulla mia autorità e con quali diritti osavo proporre certe dichiarazioni a una conferenza mondiale accusando i rappresentanti di ogni stato del mondo. Fui obbligato ad allontanarmi dal congresso senza aver modo di esporre il progetto Flying e le relative proposte di ingegneria biologica.

    Un ricordo indelebile della mia vita sul pianeta Terra. Nonostante il mio potere e i potenti mezzi a disposizione, non riuscii a realizzare il progetto. Le cariche governative del ventunesimo secolo oscurarono il mio contributo, respingendone con cieca insistenza la fattibilità. Quella sconfitta segnò il mio destino e fu solo grazie a Noa che riuscii a superarla. Condivisi con lei il Progetto Flying che fu modificato rispetto ai piani originali. Il richiamo delle stelle divenne più forte e la meta finale assunse toni chiari e tangibili quando compresi che insieme avremmo affrontato la costruzione dell'astronave.

    9 – Il richiamo

    Fluttuavo nell'aria. Sospeso a una decina di metri dal suolo, libero di muovermi in ogni direzione. Ero come posseduto da una sensazione di estremo potere, immerso nell’illusione di realizzare l'impossibile. Intorno a me scintillava la luce pulsante di miliardi di stelle. Ammiravo la volta sconfinata dell'universo mentre mi allontanavo dalla superficie.

    Volavo? Molto di più! Ero in grado di librarmi nell'aria senza nessuna restrizione, libero di cambiare assetto e velocità con un dinamismo superiore a qualsiasi veicolo conosciuto. Percepivo l’attrazione gravitazionale delle stelle che stavo per raggiungere. Era un richiamo incomprensibile e altrettanto chiaro. In meno di un attimo ero proiettato a velocità impensabile in direzione di un sistema solare binario, oltre i confini conosciuti del nostro spazio cosmico. Il mio corpo si allungava come un elastico, manipolato dall'energia vibrante dei due soli, mentre la Terra svaniva nell’oscurità dello spazio.

    Il richiamo era potente e suggestivo, carico di realismo al punto di strappare parte della mia essenza ogni volta che vivevo quella proiezione onirica. Quando l'illusione finiva, rinvenivo sconcertato sul letto, con Noa al mio fianco e un amaro senso di delusione.

    Per fortuna ilsogno era ricorrente e si ripeteva come un nastro registrato quasi ogni notte. Ero giunto all’inevitabile conclusione che si trattasse di un messaggio subliminale inviatomi dalle stelle affinché scoprissi la via della salvezza.

    Dovevo nel modo più assoluto rispondere a quel richiamo perché nelle stelle era scritto il mio destino e quello dell'umanità. I miei contemporanei avevano respinto le mie deduzioni sul futuro della Terra e i conseguenti programmi di conservazione delle varie forme di vita. Dopo quel fallimento i miei pensieri rivolsero la mente al cielo. Aspirarono al firmamento cosmico, meta ambita dal progetto Flying modificato come unico strumento per il fondamento di una nuova era.

    10 – La costruzione di S

    Noa inventò e costruì un robot. Era necessario al progetto poiché esso avrebbe dovuto vegliare su di noi durante il viaggio. Lei, un'esperta di robotica con numerosi riconoscimenti internazionali, affrontò il programma con la massima dedizione. Il suo sogno, fino ad allora rimasto incompiuto per mancanza di mezzi e opportunità, conferì solidità al nostro rapporto e all’ambizioso viaggio che avevo pianificato. Il robot dalla forma umanoide fu strutturato con un’ossatura di titanio rivestita in poliammide e dotato di arti mobili per rispondere alle diverse necessità. Durante la costruzione dell'astronave fu utilizzato per la lavorazione delle lamiere, il montaggio di parti meccaniche, il trasporto di tutto il materiale.

    Concettualmente era un'estensione tattile del computer della Flying. In prima linea tra i corridoi dell'astronave, il robot eseguiva le operazioni di monitoraggio dei sistemi di guida e del supporto vitale. Questa unità informatica era in costante contatto con il computer principale.

    La Flying era gestita da un'unità informatica statica centralizzata nel ponte operativo e da un'unità robotica dinamica che vigilava secondo le disposizioni programmate.

    S.I.M. – Sistema d'Interfaccia Mobile. Noa scelse questo nome quando la creatura cibernetica era ancora un progetto. Un sogno sulla carta intriso di particolari elettronici e annotazioni informatiche complesse che non comprendevo. Quel lavoro era davvero importante per Noa e si dimostrò indispensabile per la realizzazione del progetto Flying.

    11 – Altro sogno?

    Sono seguito da una luce. Ipnotizzato dalla sua bellezza, ma altrettanto spaventato…

    Idrogeno, elio, radiazioni solari, radiazioni ionizzanti e infrarosse sono incanalate tramite delle bocche d'immissione all'interno dello scafo. Bobine di stasi e convogliatori di materia trattano gli atomi del combustibile interstellare. Canali d'innesto spingono la materia in un serbatoio molecolare, dopodiché il sistema propulsivo si attiva e provvede alla conversione della materia interstellare in energia. Alla fine, quest'ultima corre velocemente sui canali di smistamento e da qui ai propulsori di spinta che lanciano la nave verso la via del cosmo.

    12 – La costruzione dell'astronave

    Il progetto Flying proseguiva con il passar del tempo. Fremevo per qualsiasi ritardo e gioivo per ogni obiettivo superato. Stavo combattendo con la realtà per raggiungere quell'immagine che avevo sempre desiderato. Quando l'astronave assunse la configurazione finale e lo scafo fu terminato, installai i motori principali che avrebbero spinto la Flying nello sconfinato spazio siderale. Provai un senso di onnipotenza e un peccaminoso senso di superiorità verso qualsiasi ostacolo. Nessuna distrazione intralciava il progetto perché questo nasceva dalla collaborazione con la donna che amavo. Insieme eravamo l'universo, e il potere di cui disponevamo ci permise di concretizzare le idee che eruttavano dalle nostre menti in continua ebollizione.

    Durante il sonno siderale riaffiorarono nella mente le migliaia di vedute prospettiche che avevo disegnato per allestire gli interni dell'astronave. La sala pranzo, il laboratorio, la biblioteca, la sauna e tutti quei locali indispensabili a creare un piccolo mondo in miniatura.

    Quanti giorni dedicammo a quella meraviglia tecnologica! La costruzione dello scafo ci impegnò per tre anni, altri quattro ne servirono al completamento della sezione motori. Il progetto, i test di laboratorio, la costruzione dei prototipi occuparono dieci primavere della nostra vita. Eppure, guidato da uno scopo superiore, non ricordo di aver provato rimpianti per quegli anni di intensa attività compiuta sulla Terra. La bramosia di portare a compimento quell'impresa alleviava qualsiasi fatica. L'obiettivo prefissato era unico e irremovibile. La Flying avrebbe varcato i confini dello spazio per terraformare un altro pianeta. Le stelle gridavano il mio nome e io dovevo assolutamente rispondere.

    Neoflores 2524 – Università degli studi

    – Avete letto i primi capitoli del Testo? – lo studente seduto di fianco a Midori pose la domanda riversando una leggera apprensione nei lobi della ragazza. Forse temeva di fare brutta figura nel caso il Professore avesse deciso di assegnare dei test di verifica. Quest'ultima era un'ipotesi lontana, ma altrettanto probabile.

    Midori rispose con un deciso segno affermativo, poi rivolse l’attenzione ad altro. Ripensò allo strano oggetto acquistato al museo e al senso di familiarità che esso suscitava. Era certa che si trattasse di qualcosa che non fosse un semplice portafotografie. Tuttavia si rifiutava di liberare soluzioni incerte, e ciò le provocava un inevitabile senso d'insoddisfazione. I suoi lobi espansero quest'emozione investendo le persone vicine che furono coinvolte in quest'aurea d'inquietudine. Lo stesso ragazzo che aveva posto la domanda rimase toccato dall’animo inquieto generato da quei pensieri in movimento.

    – Midori, lascia perdere almeno per il momento questa fissazione, altrimenti nessuno di noi potrà concentrarsi. – Nichelle accennò una nota di rimprovero verso l'amica, erano giorni che viveva quella situazione e la cosa cominciava a essere poco piacevole oltre che stressante.

    – Hai ragione, ma il pensiero prende il sopravvento. Sono come prigioniera di un'idea che non riesce a materializzarsi.

    In quel preciso istante il professore fece il suo ingresso con il medesimo rito di entratamentre la piattaforma lo portava a livello del palcoscenico.

    – Aria e Acqua a tutti voi. Sono lieto di vedere che siete sempre così numerosi. Oggi, come vi ho annunciato la volta scorsa, discuteremo i primi capitoli del Testo. Spero che abbiate iniziato la lettura per conto vostro, altrimenti vi riuscirà difficile capire di cosa sto parlando.

    Il Professore estrasse un fascicolo da un ripiano dove era solito depositare il materiale didattico e se lo mise sottobraccio. Per un paio di minuti non pronunciò una parola. Passeggiò sul palcoscenico a testa alta, scrutando i volti degli spettatori. Sembrava in attesa di qualcosa, di una frase che introducesse l'argomento o di un pensiero che lo spingesse altrove. Ma quell'uomo era il Professor Pierre Leonardis. Chi lo conosceva sapeva bene che quell'atteggiamento era tipico del suo modo di agire. Faceva parte del suo carattere d'insegnante presentare l’argomento agli studenti con delle mosse teatrali a grande effetto.

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