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Candele: Rituali per realizzare i propri desideri
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Candele: Rituali per realizzare i propri desideri
E-book113 pagine1 ora

Candele: Rituali per realizzare i propri desideri

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Info su questo ebook

Simbolo di luce, calore, protezione e amore, la fiamma esile ed elegante della candela pare danzare al soffio di arcane presenze. Usate in tutto il mondo per conservare e accendere il fuoco, illuminare l’esistenza, trasmettere conoscenza e suggellare fratellanze, oltre che nei riti magici pagani o nelle cerimonie religiose, le candele ci accompagnano in molti momenti della nostra esistenza con il loro chiarore discreto, stabiliscono un’atmosfera accogliente, rilassata e magica. Questo volume traccia una storia dell’uso della candela fin dai tempi più antichi, riscopre il suo utilizzo nella religione e nella magia, indica il tipo di candele da usare a seconda del risultato che si desidera ottenere. Corredano il volume numerose ricette di rituali da usare per ottenere amicizia, denaro, amore e in generale la realizzazione dei propri desideri.
LinguaItaliano
Data di uscita12 nov 2013
ISBN9788879383363
Candele: Rituali per realizzare i propri desideri
Autore

Elena Bortolini

Nata a Kabul, vive a Roma. Scrittrice, traduttrice, insegnante di scrittura creativa, studiosa di antropologia culturale e fitochimica, ha pubblicato sotto pseudonimo molti libri horror e noir. Per Hermes Edizioni ha scritto tra l’altro Il peperoncino e Curarsi con l’aglio.

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    Candele - Elena Bortolini

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    Candele

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    Magie e rituali

    Elena Bortolini

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    HERMES EDIZIONI - ROMA

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    Copyright

    Candele - Magie e rituali

    di Elena Bortolini

    Illustrazioni di Angela Anna D’Alessandro

    ISBN 978-88-7938-336-3

    I edizione digitale

    © Copyright 2013 by Hermes Edizioni

    Via Flaminia, 109 - 00196 Roma

    www.edizionimediterranee.net

    Versione digitale realizzata da Volume Edizioni srl - Roma

    Dedica

    A mia madre, sempre nel mio cuore

    1. Chi possiede il fuoco possiede la vita

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    Nella gelida e cupa notte senza luna, solo il chiarore di un fuoco acceso scalda l’uomo accovacciato accanto al falò, proteggendolo e rassicurandolo.

    Mentre tutti dormono, qualcuno veglia per non far spegnere un’esile fiamma.

    Nella landa desolata, un uomo porta il fuoco in un contenitore, per farlo arrivare fino alla sua tribù.

    Sono alcune scene de La guerra del fuoco, di Jean-Jacques Annaud (1981), il film realizzato con la consulenza dell’antropologo Desmond Morris, che ripercorre l’odissea umana alla ricerca e alla conquista del fuoco, elemento senza il quale la sopravvivenza della razza umana sulla Terra potrebbe non essere garantita. Ottantamila anni fa, l’uomo preistorico sapeva conservare il fuoco offerto casualmente dalla natura, folgori, eruzioni vulcaniche, ma non sapeva crearlo artificialmente. E ancora: In quell’epoca selvaggia, il fuoco assicurava la sopravvivenza della nostra specie, dice la didascalia di apertura del film, e conclude: Chi lo possedeva, possedeva la vita.

    Ecco il segreto del fuoco, fattore di vita e anche di potenza. Probabilmente fu per questo che Prometeo suscitò le ire di Giove a tal punto da farsi condannare a una punizione eterna: ormai nemmeno ci accorgiamo più di quanto sia fondamentale questo elemento, eppure il nostro linguaggio rispecchia ampiamente la sua importanza basilare, con frasi come accendere una scintilla di speranza, riaccendere la vita, o una scintilla di vita, il fuoco dell’amore, innescare la scintilla – o accendere la fiamma – dell’amore, della passione.

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    Questi modi di dire sono tutte tracce dei poteri attribuiti al fuoco e alla sua accensione ed è quindi comprensibile come un gesto semplice quale accendere una candela rievochi un rituale potente, anche quando chi lo compie non se ne rende conto. Del resto, la leggenda sulla nascita del fuoco vuole che questo elemento sia stato rubato da Prometeo agli dei: non c’è magia senza la presenza degli elementi fondamentali, e quale magia più grande dell’accendere una candela, accendere la possibilità di conservare il calore e la luce del fuoco?

    La candela, il cui uso s’è tramandato nei millenni per illuminare, raccogliersi, pregare, con la sua figura graziosa, la sua utilità, la sua essenza, non ha conosciuto cambiamenti, né distinzioni sociali, e chi la possiede domina e padroneggia il fuoco.

    La fiamma tremolante della candela ci fornisce un legame con i fuochi sacri che sono stati accesi per migliaia di anni. Infatti si sa che le candele sono state utilizzate in Egitto e a Creta già nel 3000 a.C. e sono stati una caratteristica di culto in molte società pre-cristiane; le candele per il culto erano fatte soprattutto con la cera d’api, perché questi insetti erano considerati messaggeri degli dei.

    Il potere delle candele ci accompagna in tanti rituali che hanno un sapore magico: il desiderio da esprimere (come nella lampada di Aladino, non a caso) quando si spengono le candeline dei compleanni quasi fosse un’offerta a una qualche divinità dell’aria, le candele accese di fronte agli altari nelle chiese, in cambio di un’offerta, per voto o semplicemente per preghiera, le candele per i morti, sia che li accompagnino nel loro viaggio oscuro o che simboleggino la loro anima immortale.

    S’è consumato come una candela, si dice di qualcuno che ha perso la salute, e in quello spegnersi c’è la perdita della scintilla vitale. Accese nelle nostre case, le candele mantengono la loro promessa e con il loro piccolo fuoco ondeggiante portano un messaggio di vita, di speranza e di calore, donano un’atmosfera diversa e invitano l’animo inquieto a rilassarsi. La fiamma è assimilabile agli astri, al Sole, ai fulmini e non c’è da stupirsi se questa associazione di simboli ha un ruolo così importante nei rituali magici, e nemmeno che l’uomo sia tanto affascinato dal suo potere occulto, attrazione che deriva sicuramente dalla fascinazione per il fuoco, per le fiamme e il loro potere, espressa nel corso del tempo con i falò degli accampamenti – che non avevano unicamente un aspetto utilitaristico – i fuochi sulle spiagge e i giochi che li accompagnano.

    L’uso della candela, che inizialmente era un mezzo per conservare il fuoco e illuminare i luoghi oscuri, grazie al suo simbolismo di purificazione, luce e utilità, s’è evoluto nel corso del tempo e sono state realizzate candele di varie misure e con diversi materiali, di vari colori e che spesso racchiudono, fusi insieme alla cera, motivi floreali, decorazioni o parti di piante.

    La magia a volte è inconsapevole e così, mentre accendiamo una candela, ci avviciniamo e accediamo a una materia arcaica e assai potente e la sua simbologia permane, che la si conosca o no.

    Perfino accendere una candela con un’altra, propagando e condividendo il fuoco, ha un suo significato ben preciso, come hanno un significato preciso alcune usanze che sono arrivate fino a noi da tempi lontani centinaia di anni. Ancor oggi, per esempio, è viva l’usanza di invitare la persona amata a cenare a lume di candela, un inconsapevole rituale d’amore, d’accendere una candela durante un matrimonio come rito propiziatorio per la gioia dei coniugi, di accendere una candela perfino per tenere lontane le streghe o gli spiriti della notte (come succede nella notte di Ognissanti, per esempio, con la famosa zucca di Halloween), almeno finché la fiamma della candela non si spegne.

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    Perfino durante i concerti, nelle moderne arene degli stadi, nei palazzetti dello sport o dentro i locali, i momenti magici sono salutati con un accendersi di fiamme tra la gente, e d’improvviso una diversa vibrazione, una particolare atmosfera si espande nell’aria. E ancor oggi è viva l’usanza di accendere una candela nella camera d’un moribondo, per rischiarare il suo cammino verso l’aldilà, o davanti alle tombe: nonostante la luce elettrica, nei cimiteri si usa ancora oggi deporre candele, a simbolo della luce perpetua. Se poi le

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