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Sincronicità: Capire e utilizzare le coincidenze significative
Sincronicità: Capire e utilizzare le coincidenze significative
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E-book370 pagine5 ore

Sincronicità: Capire e utilizzare le coincidenze significative

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Info su questo ebook

Gli eventi sincronistici riflettono l’intera gamma della nostra attività mentale, anche quella che normalmente resta fuori dalla consapevolezza conscia. Sono una finestra nell’inconscio e nel transpersonale. Il dott. Surprise descrive i nostri processi cerebrali, combinando fisica moderna e antica mistica, rivelando capacità che abbiamo sempre posseduto, ma di cui non siamo mai stati pienamente consapevoli.
L’esperienza delle coincidenze significative è universale. Ve ne sono testimonianze in tutti i periodi storici, da persone di ogni cultura e appartenenti a ogni sistema di pensiero. Sincronicità esamina le prove concernenti l’influsso umano sul significato degli eventi.
In quest’opera affascinante:
- imparerete a utilizzare la vostra straordinaria capacità di generare eventi sincronistici
- scoprirete il modo in cui la vostra mente crea la realtà che sperimentate
- sbloccherete le enormi risorse di connettività e creatività del vostro cervello
- passerete da un’esistenza come esseri separati a una vita come parti di un tutto unico
LinguaItaliano
Data di uscita16 dic 2013
ISBN9788827224618
Sincronicità: Capire e utilizzare le coincidenze significative
Autore

Kirby Surprise

Kirby Surprise ha conseguito il dottorato in Psicoterapia all’Institute for Integral Studies. Lavora in un avanzato programma ambulatoriale per lo Stato della California ove accerta, diagnostica e cura pazienti con disturbi psicotici e maniacali. Vive nell’area della Baia di San Francisco.

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    Anteprima del libro

    Sincronicità - Kirby Surprise

    COPERTINA

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    Sincronicità

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    Capire e utilizzare le coincidenze significative

    Kirby Surprise

    Prefazione di Allan Combs,

    professore presso il California Institute of Integral Studies

    Traduzione di Pasquale Faccia

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    Copyright

    Sincronicità - Capire e utilizzare le coincidenze significative

    di Kirby Surprise

    Prefazione di Allan Combs,

    professore presso il California Institute of Integral Studies

    Traduzione di Pasquale Faccia

    Titolo originale dell’opera: SYNCHRONICITY

    © Copyright 2011 by Dr. Kirby Surprise

    Original english language edition published by Career Press, 220 West Parkway, Unit 12, Pompton Plains, NJ 07444 USA - All rights reserved

    ISBN 978-88-272-2461-8

    Per l’edizione italiana: © Copyright 2013 by Edizioni Mediterranee

    Via Flaminia, 109 - 00196 Roma

    www.edizionimediterranee.net

    Prima edizione digitale 2013

    Versione digitale realizzata da Volume Edizioni srl - Roma

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    Dedica e ringraziamenti

    Questo libro è dedicato ad Allan Combs. Allan è una di quelle rare persone che fa tendere gli allievi verso ciò che è possibile. Straordinario educatore, nella sua volontà di aiutare la nascita di questo libro ha dimostrato anche profonda umanità, sincerità e gentilezza. Soprattutto, il suo incoraggiamento e la generosità d’animo sono stati un faro nel corso della creazione di questo libro.

    Vorrei ringraziare anche Linda Watanabe McFerrin, straordinaria insegnante di scrittura. Questo libro è stato reso possibile dalla sua sapienza di tecnica dell’arte dello scrivere. Possiede il raro dono di capire come alimentare il talento di uno scrittore, spiegando allo stesso tempo, gentilmente e con finissima arguzia, ciò che è necessario se si vuole creare un’opera vendibile. La sua pazienza, l’abilità e la competenza tanto nell’arte di scrivere quanto nel business editoriale sono state impareggiabili.

    Prefazione

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    La sincronicità fa riferimento a quelle coincidenze casuali, e tuttavia apparentemente significative, che arricchiscono la nostra esistenza, a volte sorprendendoci, a volte turbandoci o anche deliziandoci. In occasioni del genere sembra che il cosmo abbia orchestrato questo o quell’evento solo perché noi lo vedessimo. In quel momento sembra di essere irrevocabilmente abbracciati da un universo molto più grande del nostro. Non importa che tale evento sia banale o profondo, perché in quell’istante esso diventa personale, enigmaticamente significativo e cosmico.

    Forse non sorprende che fin dagli albori della storia l’umanità abbia cercato un significato più profondo della propria relazione con il mondo circostante. Tra le più antiche vestigia dell’antica civiltà cinese, risalenti a più di cinquemila anni fa, vi sono ossa di pecora, di cinghiale, di cervo, nonché gusci di tartaruga, a cui si dava fuoco per causare sulla loro superficie delle screpolature schematiche e apparentemente casuali che si credeva presagissero l’aspetto degli eventi futuri. Molto tempo dopo, i taoisti cinesi avrebbero creato un metodo semplice e profondo per percepire il quadro più grande della realtà gettando un gruppo di bastoncini di millefoglie e, utilizzando il libro di interpretazioni intitolato I:Ching, o Libro dei Mutamenti, interpretando i modi in cui essi cadevano. Qui l’idea è che ogni evento che ci circonda, specialmente quelli che potrebbero sembrare casuali, riflettono la più grande realtà nella quale viviamo.

    Torna alla mente la storia taoista del mago della pioggia, condotto in un villaggio nella speranza che ponesse termine a una grave siccità. Con grande sconcerto degli abitanti egli non fece assolutamente nulla, limitandosi a entrare nella sua nuova casa e a cominciare a vivervi tranquillamente. Ciò nonostante, alla fine cominciò a piovere! Quando la gente gli chiese come aveva fatto, il mago della pioggia disse che entrando nel villaggio aveva subito percepito una mancanza di armonia, quindi si era sistemato e aveva iniziato a vivere un’esistenza pacifica ed equilibrata. Alla fine la sua armonia aveva cominciato a diffondersi, e dato che la pioggia è parte dell’ordine naturale e armonioso delle cose ben presto era iniziato a piovere.

    L’Occidente possiede poche tradizioni di tipo unitivo come il Taoismo, e tuttavia molti individui hanno percepito questa più grande unità, divenendo consapevoli della sua presenza. L’uso dei Tarocchi riflette tale consapevolezza. È una controparte dei bastoncini di millefoglie orientali.

    Ben prima dell’I:Ching o dei Tarocchi, però, le mitologie di praticamente tutte le culture primitive presentavano entità che si trastullavano maliziosamente con le amarezze del destino umano. Alcune di esse furono ben sviluppate in personalità complesse che svolgevano i rispettivi ruoli in sistemi altrettanto complessi, mentre altre erano semplici e lineari. Alcune erano amichevoli, altre no. Tra gli esempi vi sono il Coyote dei Nativi americani, Anansi, il ragno trickster dell’Africa occidentale e dei Caraibi, gli spiriti volpe giapponesi e il Coniglio Br’er del Sud degli Stati Uniti. Creavano tutti dei guai! Nel quadro più ampio, però, essi facevano del bene alle culture di appartenenza, poiché smuovevano le cose e costringevano le persone a cercare modi nuovi e creativi di tener loro testa¹.

    Uno dei trickster più elaborati in Occidente fu il dio greco Hermes, considerato il più amichevole nei confronti degli esseri umani. Svolgeva parecchi ruoli: era messaggero di Zeus e signore delle transizioni, di qualsiasi tipo. Ad esempio, nell’Iliade appare come guida invisibile del vecchio re Priamo nell’attraversamento delle linee di combattimento per recuperare il cadavere del figlio morto, Ettore. Nell’Odissea aiuta Odisseo (Ulisse) a passare incolume per l’isola di Eea per soccorrere il suo equipaggio, i cui componenti erano stati mutati in porci da Circe. In maniera analoga svolge il ruolo di psicopompo, guida delle anime dei defunti verso la loro destinazione nell’oltretomba.

    Solo in epoca moderna sono stati fatti sforzi sistematici per comprendere le coincidenze secondo una prospettiva oggettiva e propriamente scientifica. Alcune tra le più approfondite ricerche di questo tipo furono compiute circa un secolo fa dal brillante ed eccentrico biologo austriaco Paul Kammerer. Il suo studio in The Law of Seriality prendeva le mosse dalle ripetizioni nel tempo e nello spazio di eventi, fatti, numeri e nomi. Cercando tali sequenze, passò ore e ore in luoghi pubblici osservando il passaggio delle persone e annotando le ricorrenze di cappelli, articoli di abbigliamento, pacchi particolari, e così via. Analizzò i dati in dettaglio, raggruppandoli secondo categorie di primo, secondo, terzo tipo e di tipo superiore. In aggiunta, elaborò un complesso sistema di classificazione che poneva in evidenza le relazioni strutturali in ciascuna coincidenza: omologa, analoga e così via. Nel 1971 il brillante autore europeo Arthur Koestler² raccontò uno dei suoi casi, ancora non tradotti direttamente in inglese:

    Un certo signor Deschamps, di Orléans, quand’era ragazzo ricevette dal signor de Fortgibu, in visita ai suoi genitori, una fetta di plum pudding che gli rimase impresso per sempre. Da giovane, qualche anno dopo, mentre cenava in un ristorante di Parigi, vide plum pudding scritto sul menu, e subito l’ordinò. Ma era troppo tardi, perché l’ultima porzione era stata appena consumata da un gentiluomo che il cameriere, con discrezione, gli aveva additato – il signor de Fortgibu, che Deschamps non aveva più visto dal primo incontro. Trascorsero altri anni, e il signor Deschamps fu invitato a una cena dove l’ospite gli aveva promesso che avrebbe preparato quel raro dolce, il plum pudding. Tutto ciò di cui ora avremmo bisogno per essere pienamente soddisfatti è il signor de Fortgibu. In quel momento la porta si aprì e un gentiluomo molto anziano, fragile e sconvolto entrò, prorompendo in scuse miste a sconcerto: il signor de Fortgibu era stato invitato a un’altra cena, ma era giunto all’indirizzo sbagliato³.

    Carl Jung è stato il primo teorico moderno a esplorare il significato delle coincidenze nei termini dell’intima vita psicologica delle persone che le sperimentano. Egli introdusse ufficialmente il termine sincronicità nel 1952, in un libretto intitolato Sincronicità come Principio di Nessi Acausali⁴, benché avesse introdotto questo termine già nella sua Introduzione alla traduzione dell’I:Ching curata da Richard Wilhelm. Jung si accorse che la caduta dei bastoncini di millefoglie, e quindi la lettura data dall’I:Ching, sono un esempio di sincronicità, e riflette la relazione tra il più ampio campo d’azione in cui il lettore o la lettrice sono immersi e le dinamiche interne dei loro processi profondamente inconsci. Le sue idee si svilupparono, in parte, attraverso l’amicizia con il fisico quantistico Wolfgang Pauli, la cui esistenza fu un vero e proprio torrente di incredibili coincidenze⁵.

    I moderni interpreti della sincronicità prendono spesso le mosse dall’opera classica di Jung, senza però limitarsi alla sua teoria dell’inconscio. Altri hanno una visione metafisica o persino spirituale della sincronicità, mentre alcuni pretendono che è possibile controllare, se non creare eventi apparentemente coincidenti della realtà quotidiana operando le corrette modifiche mentali. La maggior parte dei lettori che approdano a questo libro avrà già un parere su idee del genere.

    Qui non dirò di più, ma se state cercando risposte al profondo enigma del significato e della natura delle coincidenze significative nella vostra vita personale, risposte che diano una consapevolezza psicologica e una comprensione spirituale, siete giunti al posto giusto. Il professor Surprise ci ha dato il libro più bello di questo tipo: un resoconto chiaro e piacevolmente leggibile della natura della possibilità nelle vite degli individui ordinari; e ha insaporito la sua offerta con una salsa perfetta di esempi deliziosi.

    Allan Combs, coautore, insieme a Mark Holland,

    di Synchronicity: Through the Eyes of Science, Myth, and the Trickster

    Capitolo 1 - Avete una capacità straordinaria

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    Nulla determina chi diventeremo quanto le cose che scegliamo di ignorare.

    Sandor McNab

    Evento sincronicistico

    Un freddo giorno di autunno stavo seduto in macchina aspettando l’arrivo di un amico. Per passare il tempo ascoltavo la radio. Durante una pausa pubblicitaria venne trasmesso lo spot del film Carrie – Lo Sguardo di Satana. Il film parla di una teenager che scopre di avere la capacità di muovere gli oggetti a distanza. Cominciai a immaginare cosa si proverebbe a muovere gli oggetti in quel modo. Avevo visto il film; nella scena culminante Carrie utilizza il suo potere per schiacciare la casa della famiglia. Guardai al di là della strada e vidi una vecchia casetta. Concentrandomi su quella casa, mi misi a fantasticare sulla possibilità di smuovere un oggetto grande come quello. Mi venne alla mente una notizia da prima pagina sul National Inquirer, in cui si parlava di una casa che si riteneva si fosse ribaltata per effetto di una qualche forza psichica. Mi chiesi quale effetto una forza del genere avrebbe avuto su una persona, come ci si sarebbe sentiti nel muovere una casa. Mentre la fissavo, tutta la casetta vibrò violentemente, e cominciò a muoversi. Si rovesciò sul fianco. Il tetto ora era rivolto verso di me. Ero sconcertato e fui preso dal panico. Fissai la casa rovesciata e mi chiesi se davvero fossi stato io a farlo, mi chiesi se non fosse altro che un sogno, per quanto vivido. Mi resi conto che ero sveglio, e che l’evento era reale.

    OK, dissi tra me e me. Se sono stato io, allora voglio vedere la casa schiacciarsi come nel film.

    Mentre guardavo sbigottito la casa tornò a vibrare. Il tetto cominciò a crollare dall’interno, come se il centro della casa stesse lentamente implodendo. Le travi fuoriuscivano dai muri, e le finestre andavano in frantumi mentre la casa cominciava a demolirsi. Un attimo dopo, vidi un bagliore di colore giallo al di sopra della casa, e un bulldozer, il più grande che avessi mai visto, salì lentamente verso il centro della casa, riducendo la struttura in calcinacci nel giro di pochi istanti. Cominciò quindi a caricare i detriti sugli autocarri che attendevano. La casa aveva oscurato dalla vista le attrezzature per la demolizione. Con la radio accesa e i finestrini alzati, non riuscivo a udire il motore del trattore. La mia fantasia si era avverata, il mio desiderio era stato esaudito con una serie di eventi sincronicistici.

    POSSEDETE GIÀ LA CAPACITÀ DI CREARE

    EVENTI SINCRONICISTICI

    Avete una capacità straordinaria. I vostri pensieri, le vostre sensazioni,

    i ricordi e le esperienze

    si riproducono negli eventi intorno a voi come coincidenze. Questa capacità

    non riguarda solo voi, poiché appartiene a tutti. Tutti viviamo in una realtà

    in cui i nostri pensieri e le nostre emozioni si rispecchiano su di noi

    come eventi sincronicistici.

    Non è un qualche mondo di fantascienza o di fantasy, è il mondo reale che vi circonda, proprio ora. Questa capacità apparentemente magica generalmente non viene notata, né spiegata o compresa. È una capacità reale. Non è magia, ma è il nucleo di moltissimi miti che parlano di magia. Questo libro concerne il modo di orientarsi sui poteri che già utilizzate.

    Gli eventi sincronicistici si verificano allorché il mondo interiore e quello esteriore sembrano specchiarsi l’uno nell’altro. Quando cominciai a osservare gli eventi sincronicistici intorno a me, mi chiedevo se fossero reali. Non avevo un quadro di riferimento per trovarmi subito al centro di quegli eventi che riguardavano i miei pensieri e le mie esperienze personali. Da bambino avevo sentito parlare di alcuni eventi sincronicistici di carattere storico, come quelli concernenti gli assassinii di Lincoln e Kennedy. Uno era stato colpito in un teatro, e l’assassino fu catturato in un magazzino. L’altro fu ucciso da un colpo proveniente da un magazzino, mentre l’assassino fu catturato in un teatro. Lincoln aveva una segretaria di nome Kennedy. Kennedy aveva una segretaria di nome Lincoln. Talvolta furono diffuse delle leggende metropolitane su ulteriori coincidenze. Sentii parlare di varie teorie della cospirazione, alcune su società segrete come i Massoni o gli Illuminati, o su enti governativi segreti. In alcuni casi si trattava di buona fantascienza. In altri era solo paranoia. Ma questi eventi sincronicistici riguardavano in generale tutta la società. Non era mai menzionata la possibilità che tali eventi, benché sembrassero ruotare intorno ad altri individui di nostra conoscenza, riguardassero personalmente noi. Di sicuro da bambini nessuno ci aveva mai detto che i nostri pensieri potevano causare eventi nel mondo – o no?

    Se rompi uno specchio avrai sette anni di guai. Se calpesti la crepa, tua madre crepa. Non aprire un ombrello in casa. Porta male camminare sotto una scala. Esprimi un desiderio alla prima stella che vedi di sera. Getta sale dietro la spalla per evitare la mala sorte. Tutti abbiamo sentito una gran quantità di superstizioni trasmesse di generazione in generazione, sia dalle fiabe sia dalla storia orale. Ogni cultura ha proprie prescrizioni e divieti che possono portare buona o cattiva sorte. Non sono questi altrettanti messaggi concernenti l’idea che i nostri pensieri e le nostre azioni hanno un effetto sugli eventi intorno a noi? Da quando avevo più o meno cinque anni i miei genitori cominciarono doverosamente ad aiutarmi a fare a meno della mentalità magica. Il sistema scolastico ci insegnava la scienza. Mi dicevano che queste credenze non erano altro che superstizioni basate sull’ignoranza e sulla paura, e che in questo mondo materiale tutte le cose avevano delle cause e degli effetti. La magia e la superstizione erano la follia degli ignoranti. Di domenica, poi, andavamo in chiesa. Osservavo i sacerdoti compiere rituali che in qualche modo influivano sulle forze soprannaturali, mettendoli in condizione di intercedere a favore dei parrocchiani. Sentivo narrare storie miracolose di sacerdoti che avevano cambiato gli eventi nelle vite di alcune persone. Fu quello un periodo di gran confusione. Ci dicevano che i miracoli, almeno quelli più piccoli, potevano accadere, solo che non ci era permesso di compierli personalmente. In molti di noi persiste la fastidiosa percezione che ci sia qualcosa di spirituale, forse di magico, che volgerebbe a nostro favore le circostanze degli eventi. Le circostanze possono essere volte a nostro favore, e si tratta di un’abilità innata in ciascuno di noi. L’abilità di creare eventi sincronicistici è inscritta nella nostra natura. Tale abilità non ha niente di sovrannaturale, ma è del tutto naturale. Non c’è alcuna religione cui dover aderire. Nessun maestro da seguire. Nessun training a cui sottoporsi. È un qualcosa che state già facendo, proprio ora. Questo libro è solo un manuale dell’utente, e, spero, un buon racconto.

    L’evento sincronicistico tende a sfidare il modo in cui solitamente pensiamo in termini di causa ed effetto. Nell’evento sincronicistico della casa che si muoveva ci fu un collegamento tra lo spettatore e l’evento, ma sembra impossibile individuarne la causa. La casa si era mossa, ma non c’era stata alcuna forza fisica esercitata dallo spettatore. Gli annunci radiofonici, i ricordi, gli schemi mentali e gli eventi fisici si erano coordinati tra loro, ma non c’era stata alcuna forza che manifestamente aveva provocato tutto ciò. Tuttavia nel succedersi degli eventi si era attuato uno schema evidente. Gli uomini hanno sempre riferito il verificarsi degli eventi sincronicistici, che costituiscono la base di molte superstizioni e di svariate credenze religiose. Facciamo ora un viaggio immaginario per capire meglio il motivo per cui gli eventi sincronicistici sono una parte innata dell’esperienza umana.

    L’EVENTO SINCRONICISTICO SI È EVOLUTO

    COME UN’ABILITÀ NATURALE

    Immaginate di essere uno dei nostri antichi antenati. Vi trovate, 50.000 anni fa, ai bordi della savana africana. Fisicamente siete un essere umano moderno. A partire da questo momento, i nostri antenati hanno interrotto l’evoluzione, avendo perfezionato la loro particolare strategia di sopravvivenza. Fisicamente eravamo creature deboli; alti meno di un metro e mezzo, con un peso minore di 50 kg, senza artigli, e con i denti inutilizzabili come armi. Siamo quasi ciechi nell’oscurità, con uno scarso senso dell’olfatto. Solo una cosa ci riesce molto meglio rispetto a ogni altra creatura. Riconosciamo gli schemi. Abbiamo sacrificato moltissimo per sostenere un cervello più grande. Il tessuto neurale è costoso. Consuma fino a quattro volte il glucosio e l’ossigeno necessari al muscolo, e per mantenersi richiede sistemi biologici complessi e specializzati. Il nostro cervello ha bisogno di proteine, rendendo la caccia una necessità. La nostra prole deve nascere sottosviluppata, in modo tale che il canale del parto possa adattarsi alla dimensione della nostra testa. Se avessimo un corpo che corrispondesse alle relative dimensioni del cervello degli altri mammiferi, raggiungeremmo un peso pari a circa 900 kg. Tali accresciute dimensioni del cervello ci permettono di elaborare le informazioni più velocemente e con maggiore flessibilità. Ciò ci ha messo in condizione di diventare talmente adattabili da rendere superflua un’ulteriore evoluzione fisica probabilmente da 20.000 anni a questa parte. Abbiamo sviluppato un’abilità straordinaria non solo per ricordare grandi quantità di informazioni, ma per elaborare e collegare schemi in un ambiente complesso, variabile e incerto.

    Eccovi qui, allora, mammiferi relativamente piccoli che stanno nella savana, con l’erba che raggiunge il vostro torace. L’erba ondeggia formando figure mosse dal vento, mentre macchie di nuvole passano sopra di essa. Ora l’erba è illuminata da una brillante luce solare, ora è coperta dall’ombra. Un tappeto felpato di disegni e forme in movimento si estende dinanzi a voi, fino al lontano orizzonte. Siete nudi. Avete un’asta coronata da una punta di selce affilatissima, e avete fame. Sapete che in qualche punto del tappeto erboso ci sono animali che forniranno a voi e ai vostri cari quanto vi è necessario per la sopravvivenza. Nascosti tra l’erba ci sono anche dei predatori che sarebbero felici di ridurvi a cibo per le loro famiglie. Qui tanto il predatore quanto la preda hanno degli adattamenti che permettono loro di nascondersi e cacciare nell’erba. Anche se potete vedere con chiarezza un’antilope in lontananza, avvicinarsi a essa è pericoloso, poiché ci sono altri predatori che si aggirano intorno ai branchi per la stessa preda. Il vostro compito, servendovi di quel costoso cervello, consiste nel cercare determinati schemi nel movimento, nella trama e nei contrasti del terreno erboso circostante. Grazie alla memoria e all’esperienza dovete intuire quali schemi significano cibo, e quali significano morte. Quella linea di movimento potrebbe forse indicare un leone che aggirandosi si insinua nell’erba? È il vento a muovere l’erba presso un corso d’acqua nascosto dallo strato di vegetazione? Quel punto nero sul colore bruno dell’erba si trova lì perché c’è più acqua, o forse c’è un daino acquattato nell’erba? Come prendere una decisione?

    Il modello computazionale della mente

    L’informatica definisce queste tipologie di problemi di confronto degli schemi come esercizi di logica fuzzy. I problemi affrontati dai nostri antenati cacciatori nel collegare gli schemi sono irrisolvibili dai moderni computer. La quantità di informazioni è troppo grande. I problemi sono troppo complessi perché i computer possano elaborare delle decisioni. Questi problemi della vita reale sono eccessivamente complessi persino per i nostri cervelli straordinariamente evoluti, che non riescono a risolverli con certezza. Nel momento in cui il nostro biocomputer incorporato poteva essere sicuro sugli schemi da osservare, il cibo si era già spostato, o noi eravamo già il pasto di qualcun altro. I computer fanno molta fatica a gestire il forse. L’evoluzione ha dato una risposta a questo problema, sviluppando un’area altamente specializzata del cervello il cui compito è quello di congetturare. Quell’area, la cui dimensione è all’incirca pari a quella di una noce, sul lobo frontale del cervello, siete voi. È l’area che può essere riferita all’io e al mio. Può collocare se stessa in uno schema mentale del mondo circostante. I sensi, la memoria, le emozioni e i sistemi di controllo motorio sono tutti elaborati da altre aree del cervello. Le informazioni sono convogliate su fasci massicci di neuroni che trasportano i dati, fino a voi. Vivete in un universo che il cervello crea per voi. Siete l’area autoconsapevole che elabora le decisioni. Siete l’ego esecutivo.

    Ecco la vostra situazione: immaginate di stare seduti sulla sommità di un muro. Dinanzi a voi c’è la savana, il mondo esterno in cui siete costretti a sopravvivere. Questo mondo esterno si estende molto al di là dei vostri sensi. Ciò che questi ultimi vi riferiscono è di gran lunga troppo complesso da sperimentare nella sua interezza. Dietro il muro, dietro di voi, c’è il vostro mondo personale e interiore. È il cervello e la mente che sorge da esso. Anche il mondo interiore si estende ben al di là della vostra capacità di percezione. Anch’esso è troppo complesso da comprendere nella sua interezza. Il vostro compito è ascoltare le istanze del mondo interiore, prendere tutte le informazioni che esso vi fornisce e utilizzarle per ottenere ciò di cui avete bisogno dal mondo esteriore. Voi, l’ego esecutivo, siete la parte che decide nel momento in cui gli schemi nell’erba sono sufficientemente simili a un cervo e attestano la possibilità di correre fino a esso e di scagliare la lancia. Oppure quando lo schema indica che potrebbe trattarsi di un leone, e che è il momento di andare a caccia da un’altra parte. Siete la parte che decide il significato degli schemi. In ogni evento della vita, facciamo la migliore congettura possibile sulla base di informazioni incomplete. Collegate le esperienze nella memoria agli schemi del mondo esteriore. Assegnate un significato a quegli schemi e puntate sul fatto che la vostra congettura sia esatta. Cercate schemi e decidete cosa significano per voi e per i vostri bisogni. In buona parte dei casi la congettura è corretta, e avete la possibilità di trasmettere i vostri geni alla generazione successiva.

    La mente non si limita a collegare schemi e assegnare significati, ma cerca anche il modo in cui gli schemi si comportano nel tempo. Progetta e immagina ciò che vuole trovare in futuro, decide quali schemi desidera cercare. Cerca schemi che gli permettano di predire gli eventi futuri. Come il nostro cacciatore ancestrale, probabilmente avete studiato il modello delle stagioni. Conoscete gli schemi migratori che gli altri animali utilizzano in tutto l’anno. Ciò vi ha permesso di prevedere in quale area si svolgerà la caccia in una certa stagione, o in una certa ora del giorno. Avete appreso i loro schemi di fuga e di evasione, prevedendo quale metodo venatorio darà le maggiori probabilità di successo. Nell’assegnare i significati agli schemi degli eventi vi sono alcuni problemi. Lavoriamo sempre con informazioni incomplete. Nella stenografia mentale ci accorgiamo che nella traduzione molto si cancella o si perde. Molto viene aggiunto dalla memoria per compensare le informazioni non disponibili. Molte delle nostre esperienze vengono ignorate poiché sono troppo scomode da elaborare. Nei capitoli che seguono vedremo parecchie altre aggiunte e sottrazioni di questo tipo. Raramente capiamo le cause ultime degli eventi che stiamo cercando di prevedere. Se avete fame, la filosofia è un lusso.

    L’EVENTO SINCRONICISTICO, UN VANTAGGIO NATURALE

    Una vecchia storiella parla di due avvoltoi appollaiati su un albero. Uno si volse verso l’altro e disse: Al diavolo la pazienza, ora ucciderò qualcuno!. I nostri cacciatori ancestrali avevano sostanzialmente lo stesso cervello e la stessa potenza di calcolo che abbiamo noi. Immagino che si stancassero di sforzarsi di immaginare il modo in cui l’ambiente si sarebbe comportato. I nostri giocatori d’azzardo ancestrali avranno avuto un forte desiderio di truccare le carte a loro favore con ogni possibile vantaggio.

    Nelle grotte di Les Trois Frères, in Francia, vi sono alcune tra le più antiche pitture rupestri. Una delle immagini ritrae uno sciamano che indossa una maschera di cervo. Probabilmente è la raffigurazione di un rito magico. La tribù sperava che lo sciamano, imitando la preda, potesse far apparire il cervo nel corso della caccia. Quegli uomini probabilmente erano intelligenti quanto noi. Vivevano e morivano grazie al loro ingegno. Perché, allora, danzavano portando maschere di animali? Avevano notato un collegamento tra gli eventi della caccia e le loro esperienze interiori. Erano consapevoli dell’evento sincronicistico, e come giocatori d’azzardo che cercano di avere migliori probabilità, si sforzavano di trarre il massimo vantaggio possibile dagli schemi che riuscivano a percepire.

    Ogni qual volta lo sciamano danzava in quel modo, se un gruppo di cervi prendeva la stessa strada del cacciatore era un evento sincronicistico a verificarsi. Si voleva che ciò accadesse di proposito. A volte la superstizione nasce allorché gli individui cercano di trarre vantaggio dall’evento sincronicistico. Quando danzava come uno di loro, lo sciamano vedeva apparire i cervi, e quindi sperava che essi apparissero sempre. Il problema è che i cervi appaiono, o non appaiono, indipendentemente da ciò che fa il danzatore. Più di uno sventurato sciamano è stato spossato dai suoi compagni di tribù quando la selvaggina promessa non appariva. Considerando la complessità degli schemi fattuali, dichiarare di essere in grado di far comparire la selvaggina è quanto meno azzardato. Come vedremo nel prossimo capitolo, l’effetto umano sugli eventi può essere misurato scientificamente. In genere si riduce a pochi punti percentuali.

    Noi esercitiamo un influsso sulla realtà, non la creiamo

    Se potessimo creare la realtà, nessuno sarebbe povero o malato, e nessuno avrebbe tasse da pagare. Ogni cultura, tuttavia, possiede il suo pensiero magico concernente la caccia, il tempo e la fertilità. Per quale motivo, allora, se l’influsso umano può avere dalla sua solo pochi punti percentuali nel modificare l’evento sincronicistico, esiste tanta cultura primitiva incentrata sugli eventi sincronicistici? La risposta è insita nell’evoluzione.

    Darwin e l’evoluzione hanno resistito alla prova del tempo. L’evoluzione funziona. L’evoluzione dimostra che persino un lieve vantaggio nel susseguirsi delle generazioni determina la differenza tra coloro che trasmettono i loro tratti alle generazioni successive e coloro i cui modelli genetici finiscono nella spazzatura della storia evolutiva. Abbiamo sviluppato il nostro modo di pensare e di collegare gli schemi perché ciò ci conferisce un vantaggio evolutivo. Utilizziamo l’evento sincronicistico allo stesso modo.

    La vostra capacità naturale di adattamento consiste nel cercare degli schemi che vi diano un vantaggio. State cercando informazioni. State cercando significati. Nel fare qualcosa di semplice, come riconoscere un oggetto separandolo dal suo sfondo, compiamo vertiginose funzioni di calcolo mentale. Possiamo dargli un nome, applicare a esso una classificazione, e considerare non solo ciò per cui possa essere utilizzato, ma quale

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