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Curarsi con l'aglio: uso terapeutico e gastronomico
Curarsi con l'aglio: uso terapeutico e gastronomico
Curarsi con l'aglio: uso terapeutico e gastronomico
E-book213 pagine1 ora

Curarsi con l'aglio: uso terapeutico e gastronomico

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Info su questo ebook

L'aglio è una piccola pianta umile, dai fiori graziosi, che si è diffusa in tutto il mondo grazie al suo sapore piccante e al particolarissimo aroma che conferisce ai cibi. Ma, al di là del suo uso culinario, negli ultimi anni, le sue proprietà terapeutiche sono state lentamente riconosciute anche dalla Medicina ufficiale.
In questo libro l'autrice ha raccolto una vera e propria piccola enciclopedia dell'aglio, partendo dalla storia di questa pianta miracolosa, panacea per molti mali, passando attraverso leggende, folklore, e arrivando a dimostrare, basandosi sulle ricerche scientifiche, le sue reali virtù terapeutiche. Si tratta di un'opera unica e insostituibile che, oltre alle indicazioni terapeutiche, raccoglie la descrizione delle patologie e una vastissima e rigorosa bibliografia scientifica. Un libro prezioso per chi abbia scelto di affidare il proprio corpo alle cure di Madre Natura.
LinguaItaliano
Data di uscita25 nov 2014
ISBN9788879383615
Curarsi con l'aglio: uso terapeutico e gastronomico
Autore

Elena Bortolini

Nata a Kabul, vive a Roma. Scrittrice, traduttrice, insegnante di scrittura creativa, studiosa di antropologia culturale e fitochimica, ha pubblicato sotto pseudonimo molti libri horror e noir. Per Hermes Edizioni ha scritto tra l’altro Il peperoncino e Curarsi con l’aglio.

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    Curarsi con l'aglio - Elena Bortolini

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    Curarsi con l’aglio

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    Uso terapeutico e gastronomico

    Elena Bortolini

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    HERMES EDIZIONI - ROMA

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    Copyright

    Curarsi con l’aglio - Uso terapeutico e gastronomico

    di Elena Bortolini

    ISBN 978-88-7938-361-5

    I edizione digitale

    © Copyright 2014 by Hermes Edizioni

    Via Flaminia, 109 - 00196 Roma

    www.edizionimediterranee.net

    Versione digitale realizzata da Volume Edizioni srl - Roma

    Ringraziamenti

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    Desidero ringraziare per i loro preziosi consigli e la consulenza sul piano chimico-farmaceutico: il dottor Massimo Angeli, il dottor Marcello Ferlini, il dottor Antonio Olivieri, la dottoressa Francesca Tenuta, la dottoressa Patrizia Tosi, il dottor Antonio Zambrini. Ringrazio Alda Teodorani, per la pazienza, la sua vicinanza e per la revisione dei testi. Ringrazio inoltre Paola Canonico grazie alla quale questo libro ha visto la luce e Luca Della Bianca per l’assistenza redazionale.

    Aglio: storia e leggende

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    La pianta dell’aglio è originaria dell’Asia centrale, più in particolare, pare sia nata nella regione del Mar Caspio, e si è propagata in tutte le zone dell’Asia, prima allo stato selvatico e poi come pianta coltivata. Il segreto della diffusione dell’aglio in tutto il mondo è dovuto alla sua facilità di coltivazione e alla sua resistenza, ragioni per cui è stato portato dai popoli nomadi in tutta l’Asia e in Medio Oriente (è citato in molte delle loro leggende), poi nelle zone del Mediterraneo. Quindi, il cammino dell’aglio si può tracciare in questi termini: prima dal Mar Caspio a Grecia, Italia, Egitto, Est asiatico, Cina, Afghanistan, India. E in seguito verso gli altri paesi, come vedremo poi. È stato conosciuto e coltivato fin dall’antichità sia per le sue virtù terapeutiche che per il caratteristico sapore che dà alle pietanze. Le prime iscrizioni cuneiformi che citano l’aglio sono della civiltà Sumera, e risalgono al 2400 a.C. circa. Ma l’uso dell’aglio risale a epoche molto più antiche: resti d’aglio vecchi di 10.000 anni sono stati trovati in caverne preistoriche. I cinesi ne illustravano le virtù tramite pitture su stuoia, era usatissimo nella cucina cinese già dai tempi più antichi e lo si usava per conservare la carne. I cinesi hanno scoperto le virtù terapeutiche dell’aglio nel XIII secolo - sia per problemi digestivi che per depurare il fegato, oltre che per abbassare la pressione. In Tibet, negli antichi monasteri, sono state ritrovate alcune ricette di pozioni medicamentose a base d’aglio. Si narra inoltre che nell’antico Egitto (dove l’aglio era venerato come una pianta sacra) venisse distribuito agli schiavi che costruivano le piramidi per aumentarne la resistenza fisica alla fatica, per prevenire malattie e migliorarne il rendimento sul lavoro, si dice che addirittura, in un periodo di mancanza dell’aglio, gli operai avrebbero rifiutato di lavorare. Di fatto, tracce d’aglio sono state rinvenute nei reperti archeologici della piramide di Cheope e sempre qui sono state trovate le iscrizioni che raccontano la distribuzione dell’aglio ai costruttori delle Piramidi; questi episodi sono riportati anche dallo storico greco Erodoto, che narra come le piramidi egiziane siano state costruite da schiavi nutriti con un pezzo di pane, uno spicchio d’aglio ed una mezza cipolla. Sempre l’aglio viene raffigurato in molti degli antichi geroglifici: pianta sacra, fu considerato a lungo come il simbolo stesso dell’universo; le pellicole sarebbero da associare agli ostacoli che l’uomo deve superare per arrivare alla verità, alla Comprensione per se stesso e per il Cosmo, mentre gli spicchi venivano associati ai diversi pianeti che ruotano attorno al perno comune, il nocciolo che rappresenta l’origine di ogni cosa. L’aglio è anche citato nel Papiro di Ebers (risalente al 1550 a.C.) per le sue proprietà antivirali, di tonico sul sistema circolatorio e per un’altra ventina di malattie; veniva usato anche per le imbalsamazioni. Dagli egiziani agli ebrei: la Torah narra del malinconico rimpianto degli ebrei esiliati per carne e pesce, cocomeri, meloni, cipolle ma anche per l’aglio. Ma gli Ebrei, in realtà, hanno sempre portato con loro l’aglio durante le peregrinazioni che caratterizzano la storia di questo popolo: era per loro un alimento di base e attribuivano molti poteri all’aglio, tra cui quello di attivare la forza vitale del corpo, restituire potenza sessuale ma anche capacità di aumentare la fecondità, e ancora pensavano che potesse curare la peste e molte infezioni - usavano curare le piaghe e le ferite con aglio.

    Una romantica leggenda indiana del 300 a.C. circa, narra la nascita dell’aglio: Rahu, re degli Asura rubò l’elisir di vita e il dio Visnù si vendicò tagliandogli la testa: per terra, nel punto in cui si era sparso il sangue di Rahu, nacque la prima pianta d’aglio.

    Per gli arabi l’aglio ha un’origine diabolica: secondo la leggenda musulmana sarebbe nato dalle impronte dei piedi del diavolo, appena arrivato sulla terra dopo che era stato cacciato via dal Paradiso da Maometto. Proibito quindi mangiare aglio prima di recarsi a pregare. E ancora, l’aglio è presente nell’antica Grecia dove è citato da Omero, Aristotele e Ippocrate, che lo consiglia come antidolorifico e ne raccomanda l’uso alimentare nella dieta quotidiana. Ma per i greci l’aglio era un alimento essenziale, un rinvigorente da assumere prima delle competizioni sportive, nelle quali erano quasi sempre vincitori, non si sa per le loro doti sportive o semplicemente per gli effluvi che sprigionavano...

    Nella Roma imperiale veniva consigliato da Galeno come antidoto contro intossicazioni e avvelenamenti e da Dioscoride contro i vermi.

    Plauto e Plinio lo citano, così pure Virgilio, che nelle bucoliche consiglia ai pastori di farne una bevanda insieme al timo contro i morsi dei serpenti. I medici della celebre Scuola Salernitana ne raccomandavano l’uso ai viaggiatori per lo stesso motivo, ma anche per neutralizzare i possibili effetti tossici dell’acqua stagnante bevuta per strada. Sempre dalla scuola salernitana proviene la convinzione che l’aglio renda i mariti più focosi, gentili e carezzevoli verso le mogli. Presso i romani l’aglio veniva dato ai gladiatori prima dei combattimenti che avevano luogo nel Colosseo, e lo propinavano anche ai galli da combattimento insieme ai mangimi perché si rafforzassero, ne facevano largo uso eppure a chi ne aveva mangiato era proibito l’accesso ai luoghi sacri; furono proprio loro a chiamarlo con l’appellativo che diverrà in epoca moderna il suo nome scientifico: Allium Sativum.

    Carlo Magno, re dei franchi (747-814) , ne impose la coltivazione in tutti i suoi giardini, e gli fa grande pubblicità, al punto che l’aglio verrà poi coltivato in tutti gli orti dei monasteri. Al contrario Alfonso X, re di Castiglia, non sopportava l’odore dell’aglio e quindi imponeva a chiunque odorasse d’aglio un allontanamento di 40 giorni dalla sua corte! Ciò nonostante i contadini spagnoli possedevano enormi coltivazioni d’aglio...

    Enrico IV adorava l’aglio: normale, dal momento che, quando era stato battezzato, gli era stato passato sulle labbra uno spicchio d’aglio!

    Cristoforo Colombo ha provveduto a portarlo fino in America del Sud. Si è poi lentamente diffuso all’America del Nord soprattutto negli ultimi due secoli grazie ai messicani che ne facevano un grande uso.

    Una volta arrivato negli Stati Uniti, l’aglio ha avuto un grande successo: come si potrà vedere nel capitolo dedicato alle curiosità, in tutti gli Stati Uniti si svolgono annualmente le feste dell’aglio, e l’aglio viene usato sia come rimedio terapeutico che come ghiottoneria (anche come cibo a sé stante!)

    Come si è visto, da sempre l’aglio è stato considerato curativo; ma il suo impiego di massa più recente e memorabile è stato durante la terribile epidemia di influenza scoppiata Russia nel 1965, che colpiva soprattutto l’apparato respiratorio e il sistema nervoso centrale per via della febbre altissima che causava. In quella occasione sulla Pravda comparvero inviti alla popolazione a consumare molto aglio, derivanti dal fatto che studi condotti in quel periodo dagli scienziati russi avevano evidenziato le sue proprietà antivirali, battericide e antinfettive.

    Questa modesta piantina, la rosa che puzza, come la chiamavano i greci, ha avuto anche l’onore di essere spesso citata da grandi della letteratura. Dopo Omero si troveranno citazioni sull’aglio nei Racconti di Canterbury, in Boccaccio, Shakespeare (che ne sconsiglia l’uso ai nobili, come del resto farà, più tardi, anche Cervantes), Dumas (ne consiglia l’uso nel suo Grand dictionnaire de Cuisine, del 1873, parlando anche del suo odore sgradevole) mentre Nostradamus ci ha tramandato un elenco delle sue proprietà medicinali, solo per fare gli esempi più eclatanti.

    Con la sua diffusione in tutto il mondo, l’aglio è diventato un alimento irrinunciabile.

    Se nell’antichità l’aglio era considerata una medicina che curava mille mali, non era da meno il suo potere magico, ed era anche considerato sacro. In molte civiltà si ritrova l’aglio come potente amuleto per sconfiggere il diavolo, oppure come sistema di protezione contro il malocchio. Così, ad esempio, i soldati romani portavano al collo una testa d’aglio come amuleto contro le avversità, come facevano pure le donne dell’antica Grecia, che proteggevano anche i loro bambini piccoli con lo stesso sistema. Queste credenze erano diffuse in molti paesi, al punto da estendersi verso tutto quello che poteva essere nocivo. Nell’Odissea di Omero, Hermes aiuta Ulisse donandogli l’aglio, un amuleto che lo proteggerà dai poteri della maga Circe. Nella mitologia classica l’aglio viene associato a Marte, dio della guerra e del fuoco. Teofrasto, il filosofo greco del 300 a.C., narra che nell’antica Grecia i viaggiatori facevano offerte a Ecate, ponendo aglio sotto la sua statua che si trovava negli incroci quale guida simbolica ai viandanti.

    Ancora oggi a Cuba persiste la leggenda sull’aglio e sulla sua capacità di scacciare malattie e stregonerie: bisogna portare al collo una treccia d’aglio per 13 giorni consecutivi. La treccia in questione sarà formata da 13 bulbi d’aglio. A metà della tredicesima notte occorre buttare la treccia, lasciandola cadere dietro di sé per poi allontanarsi correndo. E non bisogna mai voltarsi indietro...

    Ma la leggenda più famosa riguardante l’aglio è sicuramente quella che lo vuole repellente contro i vampiri.

    La mitologia sui vampiri è relativamente giovane:

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