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Il segreto di Santa Croce del Sentinum: II edizione
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Il segreto di Santa Croce del Sentinum: II edizione
E-book341 pagine3 ore

Il segreto di Santa Croce del Sentinum: II edizione

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Info su questo ebook

Cosa hanno in comune una chiesa medievale, un cavaliere templare e un drago alato di pietra con l’energia della terra?
Una domanda apparentemente bizzarra ma dalla risposta ancor più inaspettata, dato che esiste un filo conduttore tra tutti questi elementi.
Recenti studi sulla simbologia di chiese e cattedrali medievali hanno infatti permesso di decodificare numerosi segni e simboli dal significato a prima vista inaccessibile.
Non resta dunque che intraprendere insieme l’affascinante percorso iniziatico che, partendo dallo studio di simboli provenienti da civiltà antiche, ci condurrà in un ben definito spazio geografico e temporale, dove i segreti di un ciclo di chiese, così come la storia dei loro misteriosi fondatori, attendono di essere svelati, perché… 
“in una chiesa medievale nulla è ciò che sembra!”.

“Il segreto di Santa Croce del Sentinum non esiste al singolare ma al plurale, come l’autore stesso cerca di dimostrare.
Iommetti approfondisce ogni singolo elemento architettonico, indaga sul nesso con famiglie nobiliari, sull’enigma riguardante l’identità dei sepolti, sul ruolo della chiesa per i templari ma più di tutto come questa potrebbe essere coinvolta nelle dinamiche politiche del ritorno dei Crociati dalla Terrasanta.”

Véronique Angeletti, “Corriere Adriatico”

Riccardo Iommetti nasce a Recanati il 16 marzo 1978. Frequenta il liceo classico e si laurea in Economia nel 2006 a Siena. La sua formazione umanistico-economica assieme alla passione per la musica gli consentono di vivere con i piedi per terra e la testa tra le nuvole. Oggi è sposato, vive a Milano, ed è un impiegato bancario alla ricerca di simboli esoterici.
Per lui la musica è stata ricerca, come oggi lo è la storia. Ogni singolo aspetto della vita è ricerca. La vita stessa è una ricerca. Il suo motto è: vivi ogni giorno come se fosse il penultimo!
LinguaItaliano
Data di uscita18 ago 2022
ISBN9788830670600
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    Anteprima del libro

    Il segreto di Santa Croce del Sentinum - Riccardo Iommetti

    Capitolo I

    1.1 Chiese medievali costruite sopra preesistenti templi pagani ed energie telluriche

    I Romani chiamavano "Genius Loci lo spirito di un luogo, quel punto del terreno che emanava una forte energia tellurica dai poteri misteriosi. Ancora prima di loro, i druidi - i sacerdoti celtici che popolavano gli attuali territori di Inghilterra e Irlanda – lo chiamavano wouivre".

    Gli straordinari siti di Stonehenge in Inghilterra e del Newgrange in Irlanda, due costruzioni di culto dell’era del Neolitico (che, in Europa, grossomodo va dal 7000 al 4000 a.C.), testimoniano quanto fossero avanzate le conoscenze astronomiche dell’epoca, ed essendo anche luoghi in cui si registrano picchi di energia tellurica elevatissimi, deduciamo che l’uomo primitivo fosse in grado di riconoscere tali luoghi elevati.

    Lo intuiamo poi dal posizionamento dei titanici menhir, gli imponenti monoliti che potevano raggiungere anche i venti metri di altezza come suggerisce l’etimologia della parola stessa, dal bretone men e hir, lunga pietra, o dai dolmen, tombe megalitiche costituite da due o più piedritti verticali che sorreggono uno o più lastroni orizzontali, ma anche dai cerchi di pietre, o dai pozzi druidici che contrassegnavano, sempre a partire dal Neolitico, le aree di terra da cui scaturiva questa energia elettromagnetica.

    Tale flusso energetico della terra si riscontra in particolar modo in corrispondenza di corsi d’acqua sotterranei o in presenza di faglie e fratture nella crosta terrestre sottostante per cui tipi diverse di roccia si ritrovano incastonate tra loro¹. Tant’è che al di sotto dei su menzionati cerchi di pietra e dei menhir si trovano sovente resti di sinuose vene d’acqua, come è stato dimostrato anche per il sito megalitico di Stonehenge.

    Analogo discorso vale per le chiese costruite su preesistenti luoghi di culto.

    Le pietre megalitiche, così come le strutture sacre, dovevano assolvere infatti la funzione di cassa di risonanza di questa energia sotterranea che può variare a seconda dei cicli lunari².

    Non deve pertanto sorprenderci il fatto che luoghi come Santiago di Compostela in Spagna, o Chartres in Francia, solo per citare qualche esempio noto, fossero già meta di pellegrinaggio ben prima della nascita di Cristo, e che le sorgenti d’acqua che fuoriuscivano all’interno o in prossimità di tali genii loci hanno da sempre dispensato i loro doni taumaturgici, almeno a giudicare dalle moltitudini di persone che sono giunte sino a loro in ogni epoca.

    La collina su cui è stata edificata la cattedrale di Chartres, una delle chiese medievali più importanti della Francia, nonché una chiesa gotica tra le più mirabili al mondo, era luogo di pellegrinaggio nel Medioevo, lo era prima dell’avvento del Cristianesimo e lo era persino prima dell’arrivo dei druidi³.

    All’interno della cripta di Chartres, nella sua parte più antica, esiste una fonte a cui i fedeli attribuiscono qualità curative⁴ e recenti studi dimostrano che nel sottosuolo della cattedrale scorre un canale composto da 14 corsi d’acqua uniti tra loro a ventaglio. Ci riferiamo ai lavori di Blanche Mertz, una geobiologa Svizzera, che ha indagato a lungo sulle energie cosmo-telluriche e la loro influenza sull’uomo.

    La storia del luogo dice che già i pellegrini in epoca pre-celtica si raccoglievano in preghiera in una grotta a venerare una statua, la Vergine Nera che chiamavano Iside, proprio come la divinità egizia. Tale culto perdurò anche in era celtica ma in altre forme. Inoltre, l’originaria Madonna Nera scolpita dai druidi pagani su un tronco di pero andò bruciata nel 1793 durante la Rivoluzione Francese.

    Successivamente, ma non sappiamo con esattezza quando, attorno alla grotta fu costruito un tempio pagano romano, e soltanto nel corso del IX sec. d.C., sulle rovine del tempio stesso, iniziarono i lavori di edificazione della cattedrale di Notre-Dame Sous Terre su iniziativa del vescovo Fulberto di Chartres.

    I doni taumaturgici di Chartres sopracitati si spiegherebbero proprio grazie al fenomeno naturale del Genius Loci (o "wouivre"), termine con cui i Galli chiamavano lo Spirito di Dio.

    La letteratura sul tema ci offre un’ampia gamma di riferimenti sugli effetti salutari derivanti dal contatto con acqua, pietre, o più semplicemente dal soffermarsi in tali luoghi elevati. La fenomenologia descritta ha un range molto ampio e va dalla guarigione di piccoli malanni o patologie croniche, quali cefalee e dolori scheletrico-posturali, fino agli effetti decisamente più sensazionali dell’espansione eterica, ossia un autentico stato di grazia⁵.

    Nel secolo scorso si è anche tentato di quantificare l’energia tellurica in relazione agli effetti sulla salute umana.

    Secondo Bovis, uno studioso francese degli inizi del Novecento e inventore dell’omonima scala - che va da 0 a 18.000 unità - un luogo è considerato benefico per l’uomo quando l’unità di misura dell’energia rilevata è compresa tra i 6.500 e i 9.000 Bovis. Al di sotto dei 3.000 sarebbe nociva, mentre al di sopra dei 14.000 si entrerebbe nel cosiddetto settore spirituale dove le vibrazioni sono massime.

    Un’altra interessante teoria elaborata negli anni Cinquanta è quella della rete di Hartmann, che viene considerato il fondatore della moderna geobiologia. Hartmann ipotizza che la terra sia costituita da microzone neutre, rigeneranti per la salute dell’uomo, all’interno di una rete rettangolare spessa circa 21 centimetri di due metri per due metri e trenta/cinquanta e orientata secondo i poli magnetici nord-sud ed est-ovest. Gli incroci di questa rete, detti nodi, all’opposto delle zone neutre al loro interno, sarebbero patogeni per l’uomo. La presenza di corsi d’acqua sotterranei può amplificare tali effetti, benefici o patogeni, a seconda che ci si trovi in una zona neutra o lungo un nodo.

    Gli effetti benefici del Genius Loci varierebbero da soggetto a soggetto e, per tale ragione, è lecito domandarsi se il fenomeno possa essere in qualche modo misurabile e poggiare su base scientifica.

    Tant’è che pratiche antiche come la radioestesia e la rabdomanzia che mirano a trovare oggetti o corsi d’acqua nascosti nel sottosuolo, allo stesso modo della scala di Bovis o della rete di Hartmann che aspirano alla misurazione e alla quantificazione delle energie sottili, prevedono sistemi troppo arbitrari - come l’utilizzo di un bastone biforcuto piuttosto che di un pendolo – che non possono avere alcun fondamento scientifico.

    Tuttavia anche la geobiologia si è evoluta, e oggi sappiamo che il campo magnetico di un luogo è misurabile mediante l’utilizzo di diversi strumenti. Uno di questi è il geo magnetometro, che misura le anomalie del campo magnetico terrestre statico, ma un apparecchio ancora più efficace è il contatore Geiger (o Radalert), con cui l’energia tellurica viene misurata in raggi ionizzanti alfa, beta, e gamma presenti nel terreno, nelle rocce, nei graniti, ed anche nel tufo.

    Il dott. Mazzocchi, medico di professione e autore di un volume dedicato alla chiesetta templare di San Filippo De’ Plano a Osimo, ha effettuato un interessante esperimento servendosi di un Radalert, che utilizza come unità di misura l’emissione di particelle alfa e beta per minuto (cpm), per quantificare l’energia sottile presente all’interno della struttura. L’esito di questo esperimento è degno di nota, dato che è stato rilevato pari a 34.53 cpm in 17 punti differenti all’interno della chiesa, un livello molto elevato se si pensa che all’esterno la media si è attestata sui 27.9 cpm, e nei campi circostanti soltanto sui 18.24 cpm⁶.

    Seppur con i metodi antichi e poco scientifici della radioestesia, Hartmann era arrivato ad una conclusione notevole riguardo le costruzioni sacre medievali: esse sarebbero state costruite in modo tale che i nodi, destabilizzanti per il corpo umano, rimanessero fuori dei muri perimetrali, così che al loro interno si concentrasse la zona neutra pervasa da energia benefica⁷.

    Il percorso del flusso energetico legato al Genius Loci ricopriva infatti un ruolo di primaria importanza, e i committenti, per lo più appartenenti ad ordini cavallereschi e le loro maestranze, lo avevano ben presente.

    La mission del Maestro d’Opera medievale si concretizzava infatti nel tentativo di riprodurre l’armonia del creato attraverso le costruzioni sacre, in cui l’energia tellurica veniva catalizzata e proiettata verso l’alto. Anche la dott.ssa Maria Grazia Leopardi, nota ricercatrice e assidua studiosa di simbolismo sacro e storia medievale, definisce infatti tali costruzioni come un ponte tra terra e cielo⁸.

    In una cattedrale gotica o in una abbazia romanica, nulla, ma proprio nulla, era lasciato al caso: a cominciare dal punto esatto su cui su cui erano state edificate, passando per l’orientamento dell’abside, la pianta della struttura, le altezze, le lunghezze, le proporzioni, e così via fino al calcolo dei giochi di luce al loro interno, aspetti che, a loro volta, implicavano una profonda conoscenza dei movimenti astrali.

    Non a caso l’architettura medievale viene definita geometria sacra, alla stregua del Demiurgo, che veniva rappresentato col compasso in mano, anticamente chiamato sesto, nell’atto della creazione dell’universo in una famosa miniatura all’interno di una Bibbia del XII sec.

    Colui che volse il sesto

    Allo stremo del mondo, e dentro ad esso

    Distinse tanto occulto e manifesto

    Non potèo suo valor sì fare impresso

    In tutto l’universo, che’l suo verbo

    Non rimanesse in infinito eccesso.

    Per un maestro d’opera del Medioevo l’armonia del creato si esprimeva appunto attraverso precisi criteri matematici e geometrici, in buona parte riassunti nell’opera di Vitruvio scritta intorno al 15 a.C., il De architectura.

    La cattedrale di Chartres sorge ad esempio sul parallelo geografico a 48°26’53’’, la cui lunghezza di un grado è pari a 74 chilometri. Tutto il resto riconduce a quest’ultimo numero: l’orientamento dell’abside è pari a 47°, che è il numero 74 letto al contrario, la lunghezza della navata della chiesa è di 74 metri, il coro è lungo 37 metri e alto 37 metri (la cui somma è sempre 74), e il pozzo all’interno della cripta è profondo esattamente 37 metri!¹⁰

    Inoltre, lungo la navata occidentale del transetto a sud c’è un blocco di pietra di colore più chiaro posizionato su un’asse diversa rispetto agli altri e ogni 21 giugno, in corrispondenza del solstizio d’estate, un raggio di sole filtra attraverso un piccolo foro ricavato nella vetrata dedicata a Sant’Apollinaire colpendo con precisione un piccolo intarsio dorato inciso nella pietra stessa¹¹.

    Sostanzialmente vediamo replicato a Chartres lo stesso fenomeno che è possibile ammirare nel Newgrange in Irlanda. Tale necropoli, costruita nei pressi di Kork intorno al 3250 a.C., è considerata l’orologio solare più antico e più grande al mondo. La sua struttura è orientata in modo tale che all’alba del giorno più breve dell’anno, il solstizio d’inverno, il 21 dicembre, un raggio di sole penetri attraverso una piccola cavità sopra l’ingresso della struttura, attraversi un corridoio lungo più di 18 metri e cada al centro di una camera tombale di fronte all’ingresso, andando ad illuminare anche le due camere tombali poste ai suoi lati. Questo fenomeno non si verifica in nessun altro giorno dell’anno ed è presumibile che la necropoli fosse utilizzata anche per definire la cadenza di ogni anno.

    Come già detto, moltissime cattedrali gotiche e chiese o abbazie romaniche di epoca medievale sono state edificate sopra templi pagani, o sulle rovine degli stessi, con lo scopo di sostituire il culto preesistente con quello cristiano.

    Un caso molto interessante è quello della basilica di San Clemente a Roma. Ripercorrendo i suoi vari livelli, dalla superficie al sottosuolo, è possibile stratificarne le varie epoche e associare il tipo di culto. Dalle sue linee medievali risalenti al XII secolo, scendendo di un livello, si accede all’antica basilica paleocristiana del IV sec. d.C., nella quale secondo alcuni studiosi avvennero le prime riunioni del culto cristiano. Al di sotto di quest’ultima, attraverso un angusto passaggio di 80 cm, è possibile accedere ad una serie di strutture romane, un edificio a base rettangolare del I secolo databile 64 d.C., e una domus di due piani risalente alla metà del II sec. d.C. Uno degli ambienti della domus venne trasformato in un tempio dedicato al culto di Mitra durante il secondo quarto del III secolo.

    Oltre a San Clemente, potremmo citare un’infinità di casi in cui chiese medievali furono costruite sopra luoghi di culto precristiani, da Notre-Dame de Montserrat in Francia, al battistero di San Giovanni ad Ascoli Piceno, o al santuario della Beata Vergine della Consolazione di Montovolo (BO), solo per citarne alcuni, a testimonianza di come nel Medioevo la Chiesa abbia completato l’opera di cristianizzazione di ciò che restava dei culti pagani.

    Ma tale azione di demolizione incontrastata della Chiesa ha incontrato un limite nell’astuzia di certi costruttori di edifici sacri e dei loro nobili committenti. Questi ultimi erano custodi di antiche conoscenze e, oltre alla cognizione di certe forze telluriche della terra, erano dediti alle dottrine gnostiche.

    Il termine "gnosis, dal greco conoscenza", delinea il fine ultimo di queste dottrine secondo cui la conoscenza è salvifica. La conoscenza qui intesa non procede dall’esperienza o da qualche assunto, ma si pone come un fine che solo pochi eletti possono raggiungere tramite un percorso interiore al cui termine è assicurata la salvezza spirituale. Quindi non si tratta di una mera conoscenza nozionistica, piuttosto di una rivelazione di segreti e misteri riservati ad un numero ristretto di adepti. Così per gli gnostici cristiani, a cui si deve la diffusione di numerosi Vangeli apocrifi, la gnosi era racchiusa negli insegnamenti segreti che Gesù diede ai suoi discepoli¹².

    Ed è così che gli appartenenti a queste sette gnostiche, che annoverano al loro interno anche i cavalieri templari, seppero abilmente celare il simbolismo pagano dietro alla simbologia tipicamente cristiana, in modo che delle diverse chiese in cui prestarono la loro opera potessero servirsi indistintamente sia gli gnostici che i cristiani¹³.

    Il simbolismo gnostico occultato da quello cristiano sottintendeva un diverso livello di interpretazione e poteva essere colto solo da adepti e iniziati. Una sorta di langue verte, una lingua in codice utilizzata da maestri d’opera, eretici ed iniziati per traghettare il loro sapere, senza che la Chiesa ne fosse a conoscenza e potesse dunque avere motivo di assumere atteggiamenti repressivi¹⁴.

    Tuttavia, come spesso emerge dalla letteratura a riguardo, non tutti gli ordini cavallereschi avevano l’influenza e il potere necessari per commissionare la costruzione di questo tipo di chiese, né tutti gli ordini di monaci avevano le conoscenze per realizzarle. Una simile combinazione poteva verificarsi solo attraverso la collaborazione di famiglie appaltatrici appartenenti all’ordine dei Templari e monaci costruttori facenti parte dell’ordine dei Cistercensi.

    La figura chiave e trait d’union in questo senso è stata quella di Bernardo di Chiaravalle, che una volta aderito all’ordine dei monaci cistercensi, contribuì fortemente alla fondazione dell’ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo, nome con cui vennero originariamente fondati i Templari. Da quel momento il binomio è stato indissolubile, tanto che Cistercensi e Templari sono stati definiti come due braccia dello stesso corpo da Wallace-Murphy¹⁵, autore di diversi libri sui Templari.

    Attraverso le Crociate, secondo gli studiosi Lammer e Boudjada, i cavalieri templari europei poterono attingere alle dottrine mediorientali e attribuire alle proprie costruzioni sacre particolari caratteristiche che poi confluirono nel Cristianesimo grazie alla sapiente mano cistercense, e proprio per questo tra il XII e XIII secolo la mistica gnostica celata simbolicamente nel Cristianesimo ebbe un’impennata¹⁶.

    Entrando più nello specifico, come spiega Wallace-Murphy, è storicamente provato che i Templari, nei primi anni di permanenza in Terra Santa, vennero a contatto con l’ordine esoterico islamico dei Sufi, da cui appresero le basi tecniche e i principi architettonici propri dello stile gotico, tra cui l’arco a sesto acuto¹⁷. Di lì a poco il gotico si diffuse in Francia e nel resto d’Europa in virtù dell’opera dei monaci cistercensi che, su richiesta dei loro cugini committenti, edificarono circa 300 nuove cattedrali gotiche nel solo territorio transalpino in un breve lasso temporale compreso tra il 1112 e il 1153 circa.

    In base a tutto quanto asserito finora sul sapere gnostico dei Templari criptato nelle sculture di pietra all’interno e all’esterno delle cattedrali dalla sapiente mano dei Cistercensi, un neofita che volesse tentare un’interpretazione, per prima cosa dovrebbe volgere lo sguardo verso l’alto e analizzare le sculture presenti sui portali, ma soprattutto quelle dei capitelli.

    Se per esempio vi foste mai trovati a visitare una chiesa medievale, romanica o gotica, quasi certamente vi sarete imbattuti in strane figure zoomorfe, oppure vegetali, o addirittura per metà umane e metà animali di dubbia interpretazione. Di primo acchito si tenderebbe ad ignorarle, poiché tali raffigurazioni appaiono del tutto decontestualizzate rispetto alla sacralità del luogo, e inoltre collocate ad un livello superiore rispetto al nostro piano visivo e spesso in punti particolarmente privi di luce. Tutto ciò ha contribuito a conferire a tali sculture un’importanza marginale, ma questo era precisamente nelle intenzioni dei costruttori, affinché potessero arrivare sane e salve fino ad oggi. Ma ad un livello più profondo, quello esoterico, esse assumono un ruolo di prim’ordine.

    1.2 I simboli legati al fenomeno del Genius Loci

    La ciclicità di determinati simboli in diverse chiese europee edificate nello stesso periodo, esaminata in relazione al sito su cui tali luoghi di culto sono stati edificati, permette di attribuire a tali figure un significato che rimanda a caratteristiche intrinseche segrete della chiesa stessa o del sito su cui sono state erette.

    Di questi simboli due in particolare devono catturare la nostra attenzione, poiché sono in stretta relazione al fenomeno del Genius Loci: il wouivre, un drago alato di origine celtica, e la melusina, una sirena dalla doppia coda.

    L’etimologia della parola drago rimanda al termine greco δράϰων, "drakon, che vuol dire serpente. Nell’immaginario comune questa mitologica figura ricorda propriamente un serpente munito di zampe e ali. Non a caso in alcune leggende è un serpente di fuoco, il cui scopo è quello di sorvegliare i tesori sotterranei, come accade nelle Argonautiche di Apollonio Rodio, in cui è proprio un drago a sorvegliare il Vello d’oro, mentre nella favola di Fedro La volpe e il drago" il mitologico animale appare per la prima volta come guardiano di tesori nascosti.

    Ma la caratteristica saliente del drago è il racchiudere in sé tutti e quattro i fondamenti della teoria degli elementi naturali (fuoco, terra, aria, acqua) elaborata da Anassimene di Mileto nel VI sec. a.C. secondo cui ogni sostanza esistente è costituita dalla combinazione di questi elementi. Il wouivre sarebbe terra, in quanto creatura terrestre e talvolta sotterranea, acqua, perché esistono draghi marini, aria, per via dei draghi volanti, e fuoco poiché i draghi, per antonomasia, sputano fuoco.

    È probabilmente per tutti questi motivi che energia tellurica e rappresentazioni di draghi nelle chiese cristiane del Medioevo siano strettamente connessi tra loro. Infatti l’acqua sorgiva e le ruote idrauliche sotterranee hanno rappresentato nel corso della storia un tesoro, il prodigio della terra che si manifestava con le sue proprietà benefiche.

    L’acqua, secondo gli antichi, era dotata di caratteri e virtù eccezionali: i pozzi sacri, architetture religiose e simboliche dedicate al culto e all’adorazione dell’acqua sorgiva, essenziale per la vita, erano mete di pellegrinaggio.

    Le sorgenti, i fiumi e i laghi erano considerati sacri e diretta emanazione della Dea Madre, portatrice di potenza e di fertilità. L’acqua aveva un ruolo fondamentale nel percorso d’iniziazione ai diversi culti, pensiamo al battesimo cristiano.

    Nel culto dedicato alla divinità pagana Mitra, così

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