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I segreti tecnologici delle antiche civiltà
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I segreti tecnologici delle antiche civiltà
E-book204 pagine1 ora

I segreti tecnologici delle antiche civiltà

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Info su questo ebook

Le straordinarie invenzioni che hanno cambiato il mondo

All’uomo moderno piace pensare di essere particolarmente intelligente. Le scoperte scientifiche si susseguono ogni giorno, i viaggi nello spazio non sembrano più impossibili e ci stiamo persino abituando all’idea di un’auto con il pilota automatico. La verità, però, è che non siamo più intelligenti dei nostri antenati, abbiamo solo accumulato secoli di conoscenza rispetto a loro. Questo libro ci racconta alcune delle scoperte più incredibili fatte nell’antichità. Alcune anticipano in modo straordinario le conoscenze attuali, dimenticate per intere epoche. Dalla neurochirurgia dell’età della pietra, ai fiammiferi cinesi del vii secolo a.C., passando per l’acciaio di Damasco (uno dei metalli più resistenti al mondo, che purtroppo non sappiamo più produrre), questo libro racchiude le storie di numerose scoperte e invenzioni provenienti da tutto il mondo, in un affascinante viaggio che rivela come gli antichi fossero tecnologicamente molto più avanzati di quanto possiamo immaginare.

Un viaggio straordinario alla scoperta di alcune delle invenzioni più incredibili del mondo antico

Tra le scoperte più straordinarie:
• La sveglia ad acqua di Platone
• La gomma da masticare
• Le posate
• L’ombrello
• La mongolfiera
• Il fuoco greco
• La chirurgia plastica
• I primi tatuaggi
• La camera oscura
• Il sismoscopio

James M. Russell
vive a Londra. Si è laureato a Cambridge in Filosofia e ha insegnato all’Open University nel Regno Unito. È autore di diversi saggi e I segreti tecnologici delle antiche civiltà è il primo pubblicato dalla Newton Compton.
LinguaItaliano
Data di uscita14 mar 2019
ISBN9788822729224
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    Anteprima del libro

    I segreti tecnologici delle antiche civiltà - James M. Russell

    621

    Titolo originale: Plato’s Alarm Clock

    Copyright © 2018 Michael O'Mara Books Limited

    All rights reserved

    Traduzione dall’inglese di Mariafelicia Maione

    Prima edizione ebook: aprile 2019

    © 2019 Newton Compton editori s.r.l., Roma

    ISBN 978-88-227-2922-4

    www.newtoncompton.com

    Realizzazione a cura di Librofficina

    James M. Russell

    I segreti tecnologici

    delle antiche civiltà

    Indice

    Introduzione

    Capitolo 1 - Vita quotidiana

    Il calendario

    La sveglia ad acqua di Platone

    L'apicultura

    L’orologio meccanico

    Il cioccolato mesoamericano

    L'ombrello

    Breve storia del gabinetto

    Letti e materassi

    Chiavi e serrature

    La parrucca

    I segreti della distillazione

    Il trucco

    I vigili del fuoco

    Gli utensili d'osso

    Le posate

    La refrigerazione

    I rasoi

    La gomma da masticare

    Breve storia del sesso e degli afrodisiaci

    L'alfabeto

    Le carte da gioco

    La colla

    Il denaro

    Antichi fiammiferi

    La gomma

    La seta

    I primi giochi

    I primi sciatori

    Capitolo 2 - Tecnologia meccanica e industriale

    Lo straordinario motore a vapore di Erone di Alessandria

    Il faro di Alessandria il primo al mondo

    Brevissima storia della lavorazione dei metalli

    Tecnologia greca

    La ruota raggiata

    Le invenzioni preistoriche

    La mongolfiera

    La gru

    La vite

    Tunnel e miniere

    Pozzi petroliferi e di trivellazione

    La lavorazione del vetro

    I caratteri mobili

    Le quattro grandi invenzioni

    Il mulino a vento

    Immersioni subacquee

    Capitolo 3 - I misteri degli antichi

    La nanotecnologia nell'antichità

    L'acciaio Damasco

    La coppa di Licurgo

    Il blu dei Maya

    La batteria di Baghdad

    Il vetro infrangibile

    Il cemento romano

    Le lenti assire di Nimrud

    La pietra del sole norrena

    La macchina di Anticitera

    Capitolo 4 - Invenzioni militari

    Il raggio ustorio di Archimede

    La mitragliatrice antica

    Brevissima storia delle prime armi

    La balestra

    La catapulta

    La nave da guerra

    Il fuoco greco

    A un passo da...

    Gas velenosi

    Armature e carri armati

    Il paracadute

    Capitolo 5 - Conoscenze mediche

    La chirurgia

    La chirurgia plastica

    Brevissima storia dell'anatomia

    L'assistenza medica

    La dentiera

    Gli anestetici

    Brevissima storia dell'odontoiatria

    Le protesi

    I primi tatuaggi

    Capitolo 6 - Scoperte scientifiche

    Il magnetismo

    I pigmenti

    L'algebra

    L'atomo

    Far di conto

    Il sismoscopio di Zhang

    Zhang Heng, il Leonardo da Vinci cinese

    La mappa dei cieli

    La cartografia

    I pesticidi

    Il razzo

    La camera oscura

    Il numero zero

    La rifrazione e gli strumenti ottici

    Breve storia della comunicazione a distanza

    Postfazione

    Ringraziamenti

    Introduzione

    Nel mondo moderno ci piace pensare di essere gente in gamba e dimostrarlo con l’esistenza di internet, le conoscenze mediche eccezionali, i voli nello spazio e le automobili che si guidano da sole. E tuttavia, se domani naufragassimo su un’isola deserta, la maggior parte di noi non saprebbe come accendere un fuoco o catturare un pesce, figuriamoci poi riprodurre tutta la tecnologia straordinaria su cui facciamo affidamento ogni giorno.

    Non è detto che siamo più intelligenti dei nostri progenitori, abbiamo solo accumulato secoli di progressi tecnologici su cui appoggiarci. Molti popoli antichi erano più avanzati di quanto pensiamo. Alcune invenzioni recenti in realtà erano già state ideate e poi dimenticate. Una fetta enorme dei macchinari e delle attrezzature di oggi fa affidamento su scoperte del passato, come la carta, le leve e la ruota dentata, e molti oggetti che usiamo quotidianamente sono più antichi di quanto crediamo: gli aztechi avevano la gomma da masticare, nell’Età della pietra si praticavano interventi al cervello e sono millenni che i cinesi hanno abiti di seta, fiammiferi, carta igienica e whisky.

    Per non parlare di quegli elementi della tecnologia antica che non riusciamo più a comprendere o che sorpassano le nostre conoscenze: non sappiamo forgiare l’acciaio damasco, che una volta era il metallo più resistente al mondo; non conosciamo la ricetta dei maya per i loro pigmenti che resistevano alle intemperie. E ignoriamo il segreto del fuoco greco, una misteriosa arma chimica bizantina assai temuta, che bruciava nell’acqua.

    Questo libro raccoglie le storie di svariati strumenti, invenzioni e scoperte dell’antichità provenienti da diverse parti del mondo ed epoche. Dal primo telescopio all’invenzione della balestra e dalle dentiere etrusche ai primi orologi meccanici cinesi, offre uno sguardo intrigante nei secoli passati, molto più complessi e progrediti dal punto di vista tecnologico di quanto siamo portati a credere di solito.

    Capitolo 1

    Vita quotidiana

    Il calendario

    Prima apparizione: Scozia

    Anno: 8000 a.C.

    Sin dagli albori della storia, l’umanità ha subìto il fascino del cielo e dei suoi due abitanti principali: il Sole e la Luna. Era naturale che cominciassimo a tracciare i movimenti oscillanti di questi due oggetti celesti. Il passaggio dal giorno alla notte è un intervallo evidente, come anche il ciclo che inizia con la luna nuova e finisce con la luna piena, per poi ripetersi. Per i cacciatori-raccoglitori e i primi agricoltori era fondamentale comprendere l’alternarsi delle stagioni nel corso dell’anno.

    Era un compito non facile organizzare tutte queste misurazioni. Per esempio, non c’è un numero esatto di mesi lunari nell’anno solare. Dodici mesi lunari durano circa 354 giorni e quindi bisogna trovare un sistema per aggiungere i giorni che avanzano al totale, oppure accettare un graduale slittamento nella relazione tra gli anni e le stagioni. E questo ancor prima di prendere in considerazione il problema degli anni bisestili…

    Ben prima dell’Età del bronzo erano in uso calendari di varia natura: abbiamo documenti scritti che testimoniano sistemi di datazione presso i sumeri, gli egizi e gli assiri circa 5000 anni fa. Tuttavia, una recente scoperta archeologica in un campo della Scozia, vicino Crathes Castle, nella contea di Aberdeen, suggerisce l’uso dei calendari in epoca ancora più recente.

    Nel sito è stata ritrovata una serie di dodici cavità, che sembrano non solo indicare le fasi lunari, ma anche monitorare i mesi. Risalgono a 10.000 anni fa e inoltre sono allineate con il punto in cui sorge il sole a mezz’inverno. Ciò avrebbe permesso alle comunità di cacciatori-raccoglitori che le hanno create di riorganizzare ciascun anno in maniera da allinearsi con le stagioni, il che è indicativo dell’alto livello di comprensione e raffinatezza nelle popolazioni mesolitiche di quell’area. Lo studioso Vince Gaffney, a capo delle analisi scientifiche del sito, ha affermato che esso «rappresenta un passo importante verso la costruzione formale del tempo e quindi della storia stessa».

    La sveglia ad acqua di Platone

    Prima apparizione:

    IV

    secolo a.C.

    A volte immaginiamo il passato come un tempo privo di orologi, che procedeva a un ritmo molto più calmo. Ovviamente, la vita non è così semplice e in numerose situazioni storiche le persone hanno avuto la necessità di gestire un’agenda zeppa di impegni. Per esempio, il filosofo greco Platone (427-347 a.C.) voleva trovare un modo per svegliarsi, e svegliare i suoi studenti, in tempo per le lezioni. Di conseguenza, diventò l’inventore della sveglia.

    Semplici orologi ad acqua – nei quali il gocciolio graduale in o da un recipiente scandiva il passare del tempo – esistevano a Babilonia e in Egitto sin dal

    XVI

    secolo a.C. È anche possibile che lo stesso sistema venisse utilizzato in India e in Cina ben prima, forse persino dal 4000 a.C. L’orologio ad acqua di Platone era innovativo perché fornito di sveglia. Un contenitore si riempiva gradualmente d’acqua, fino a raggiungere un’altezza precisa, che tramite un condotto fluiva in un secondo recipiente, posto più in basso. Il condotto funzionava come un sifone, ovvero, non appena l’acqua cominciava ad attraversarlo, veniva risucchiata tutta insieme e quindi riversata all’improvviso nel piano inferiore. Quest’ultimo era quasi sigillato, tranne per alcune piccole aperture progettate per fungere da fischietti quando l’aria veniva espulsa a forza – cioè, in corrispondenza della cascata d’acqua. Quindi gli studenti di Platone e il loro insegnante venivano svegliati dal fischio acuto di questa sveglia straordinaria.

    Altre forme primitive di sveglia funzionavano in modo simile. Una prevedeva un recipiente sospeso su un tavolo: si riempiva d’acqua fino a diventare abbastanza pesante da cadere con fragore. Un altro progetto usava una candela con all’interno una sfera di metallo; la candela bruciava fino a che la cera attorno alla sfera non si scioglieva del tutto e la lasciava cadere su una superficie metallica.

    apicoltura1_fmt

    Dipinto su roccia del Mesolitico raffigurante un raccoglitore di miele.

    L’apicoltura

    In termini evoluzionistici, le api sono più antiche degli uomini; nel corso della nostra storia ci siamo sempre posti il problema di come ottenere il loro miele. Un dipinto su roccia spagnolo, risalente a 8500 anni fa, mostra degli uomini che rubano dai favi delle api selvatiche. Tuttavia, la storia dell’apicoltura, con le api allevate in alveari artificiali, è molto più recente.

    Un tempio ad Abu Ghorab, in Egitto, risalente alla Quinta dinastia (2500-2400 a.C.) mostra le fasi della produzione del miele: dalla raccolta dei favi al processo di raccolta nelle giare. Era l’ingrediente chiave di molte medicine, oltre che in cucina. Gli egizi costruivano gli alveari con del fango essiccato; i greci e i romani affinarono quel metodo usando l’argilla.

    Sappiamo quanto abbondante fosse la produzione di miele nell’antico Egitto dalle testimonianze che parlano di più di trentamila giare offerte nel

    XII

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