L’arca di Noè tra mistero e realtà: Documenti storici ed esperienza personale di una storia senza fine
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Recensioni su L’arca di Noè tra mistero e realtà
1 valutazione1 recensione
- Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Un medico, un esploratore, ma, soprattutto, un uomo al servizio della Verità. C’è tutta la vita dell’autore in questo saggio unico al mondo. Ci sono le sue fatiche e la costante ricerca di fatti e certezze. C’è, oggi, un’opera documentale scritta come un percorso che è anche interiore ed intimistico. C’è un libro dal titolo L’Arca di Noè tra mistero e realtà… pubblicato lo scorso 18 febbraio dalla casa editrice Tau.
In quest’opera, l’autore racconta delle esplorazioni effettuate tra i ghiacci perenni di un monte leggendario: l’Ararat. Lì, da migliaia di anni, sarebbe sepolto il più grande reperto archeologico di tutti i tempi: l’Arca costruita da Noè all’epoca del Diluvio Universale. La narrazione prende spunto dalla passione dell’autore e da una curiosità per l’ignoto nata fin da quando era bambino.
Questa profonda curiosità si legge proprio tra le righe del saggio, corredato da una dettagliata bibliografia e da accurate fonti scientifiche. Per redigerlo, l’autore ha affrontato ben 5 diverse spedizioni ai confini della realtà, sfidando temperature polari, ghiacciai eterni, stanchezza, notti insonni e rischiose arrampicate tra pareti rocciose vecchie di millenni.
Le sue scoperte e osservazioni sono adesso racchiuse in un’opera arricchita non solo da notizie apparse sulla stampa, ma anche da immagini satellitari che immortalano, assieme alle parole, i momenti salienti di questa affascinante avventura.
L’Arca di Noè tra mistero e realtà… cerca di fare luce su un evento da sempre controverso: l’esistenza di un’enorme imbarcazione in legno, che, durante i terribili giorni del Diluvio, secondo il racconto della Bibbia, avrebbe salvato uomini e animali dall’estinzione. Storia, leggenda, invenzione? Queste le domande a cui il saggio cerca di dare una risposta corroborata da certezze. La questione dell’esistenza dell’Arca è da sempre stata oggetto di scontro tra uomini di fede e negazionisti.
Ma l’analisi del libro va oltre tutto questo, superando le barriere della religione e dello scontro ideologico, per soffermarsi su fatti e su “indizi” spesso trascurati anche dalla Storia. Il testo è, dunque, un libro di archeologia e scienza, di fede e religione, dove non esiste scontro o contrapposizione, ma apertura al mondo e alla vita. Il racconto, a volte, assume toni nostalgici, ma non è frutto di un lavoro solitario.
E’, piuttosto, il brillante risultato di un gioco di squadra. Illustri scienziati e ricercatori hanno accompagnato l’autore in questa lunghissima esplorazione. Lui stesso ne parla, quasi a voler ricordare un cameratismo e una socialità che in quest’epoca di pandemia sembrano solo un lontano ricordo.
Il fuoco nell’accampamento, per riscaldarsi assieme a colleghi ed amici, lo sguardo rivolto verso il cielo, l’emozione e la commozione di fronte a un reperto che s’intravede tra una coltre di ghiaccio, sono il simbolo di un mondo che non c’è più.
Cercare le prove dell’esistenza dell’Arca di Noè significa quindi riappropriarsi di certezze perdute. In un pianeta che vive come se Dio non esistesse, cercarLo e trovarLo aiuta a sentirsi meno soli e isolati. La Verità di cui parla questo medico coraggioso diventa così un dovere da perseguire e difendere con le unghie e con i denti. Attraverso il suo libro, l’autore si avvicina e ci avvicina alla presenza di Dio.
Contemplare l’Arca davanti ai nostri occhi, renderla visibile al mondo, potrà darci finalmente la prova che Dio esiste ed è esistito in ogni attimo della Storia. Anche nel tempo più buio ed ostile. Perché avere la certezza di trovare qualcosa che Gli appartiene, rende Dio molto più vicino di quanto si pensi. E in un’epoca di “solitudini” come la Nostra, questa Presenza non è affatto trascurabile.
Anteprima del libro
L’arca di Noè tra mistero e realtà - Francesco Sepioni
L’Arca di Noè
Tra mistero e realtà
Francesco Sepioni
Aracne editriceCopyright © 2021 by Aracne editrice
All rights reserved.
No part of this book may be reproduced in any form or by any electronic or mechanical means, including information storage and retrieval systems, without written permission from the author, except for the use of brief quotations in a book review.
ISBN 979-12-5994-635-5
Indice
Introduzione
1. L’arca di Noè
2. L’acqua e la nuova terra
3. L’Ararat, mito e realtà
4. Io e l’Ararat
Appendice
Postfazione
Bibliografia
Notes
«Raccontare le storie di Dio significa glorificarlo»
Dedicato a tutti coloro che ricercano la verità,
che non si accontentano della conoscenza tramandata,
ma loro stessi sono ricercatori e scopritori.
Introduzione
La ricerca della Verità, in tutti gli aspetti della nostra vita si configura come un obbligo per l’essere umano. Ricercare ci permette di far progredire la scienza, di onorare il sapere, rendendo così l’uomo cosciente dell’evoluzione degli eventi che coinvolgono il suo essere e di conseguenza gli permettono di scegliere il meglio per il futuro della sua specie. Questo libro è un invito alla riflessione, l’obiettivo è condurre il lettore a porsi delle domande in merito alle certezze che la cultura moderna ci insegna, ponendo il focus argomentativo su una questione spesso poco trattata e lasciata all’ambito mitologico e fideistico: il Diluvio Universale e l’esistenza dell’Arca di Noè. Questi argomenti, descritti nella Bibbia, e più precisamente nella Genesi, sono stati definiti, dalla maggior parte della gente, delle leggende mitologiche; uno scontro tra l’evoluzionismo darwiniano e il creazionismo narrato dalla Bibbia. Le innumerevoli evidenze scientifiche e storiche presenti in questo libro, tutte abbastanza simili tra loro, hanno l’intento di legittimare i racconti e la scienza, il tutto conduce alla verità più volte nascosta. Racconti extra biblici, inoppugnabili prove geologiche, racconti dei testimoni oculari, resti ritrovati, foto satellitari: la leggenda così diviene realtà. L’arca si trova sul monte Ararat ed è ricoperta dai ghiacci perenni, il più importante reperto archeologico di tutti i tempi finalmente ha una sua localizzazione.
L’arca di Noè
1. Storia di un antico mistero
L’arca di Noè ha attirato molti esploratori sull’Ararat, montagna della Turchia orientale, questi hanno sfidato pendii ripidi e instabili, ricoperti di roccia vulcanica, ghiacciai, crepacci profondi mascherati dalla neve, venti fortissimi, temperature che raggiungono in inverno i 40 gradi sottozero, valanghe, animali feroci e perfino terroristi negli anni ‘90. Tutto questo per un unico obbiettivo: la Verità.
Il mito dell’Arca ha sollecitato l’attenzione anche della Cia e del Kgb, tuttavia, resta ancora uno dei misteri più intriganti e affascinanti del passato ancora irrisolti. La particolarità di questa ricerca sta nel fatto che tutte le fotografie dell’oggetto misterioso, scattate dai privati, sono scomparse. Addirittura, uno dei possessori di questo materiale fotografico, è stato ucciso; molti altri esploratori sono invece morti da tempo, portandosi nella tomba ciò che documenta questo mistero antico.
In questo lavoro da me proposto, si cercherà di capire in maniera scientifica se l’Arca esiste e dov’è localizzata.
Per capire l’importanza che riveste questa struttura misteriosa nel mondo odierno è opportuno citare quanto affermato dall’ex direttore del National Geographic: «Sarebbe la più grande scoperta archeologica della storia dell’uomo e l’evento più significativo dai tempi della resurrezione di Cristo. Sarebbe in grado di alterare le correnti del pensiero scientifico» ¹.
Per intraprendere il viaggio alla scoperta dell’Arca è fondamentale partire da questo assioma: «se vuoi apprendere la matematica devi conoscere i numeri», allo stesso modo, se vuoi comprendere il mistero dell’imbarcazione di Noè devi conoscere, sotto un punto di vista scientifico, la Bibbia, in particolare la parte riguardante la Genesi dove viene descritto il Diluvio Universale. Ed inoltre è importante aver chiaro cosa si intende per Arca di Noè dal punto di vista strutturale, evidenziando alcune sue Caratteristiche specifiche Il Nostro viaggio inizia alla scoperta dell’Incredibile mistero
.
2. Il giudizio Universale e le civiltà al tempo di Noè
Il Diluvio Universale fu un diluvio catastrofico che sommerse tutti i continenti. Sopravvissero solamente un uomo e la sua famiglia, insieme a coppie di numerosi animali, grazie all’Arca che Dio aveva comandato di costruire. Nelle varie culture, le narrazioni riguardanti il Diluvio differiscono di poco tra loro. Nella Genesi capitolo sesto, si descrive come il Signore sterminò
l’uomo e il suo bestiame a causa della violenza sulla terra a quel tempo. Al tempo di Noè gli uomini erano intelligenti e progrediti, sia nel campo della matematica che nell’astronomia, ma nel loro animo era presente una cattiveria inimmaginabile. Dalla cronaca di scritti greci ed ebraici, si evince che quella era una società dove regnavano corruzione e violenza, al contempo però si evidenzia la caratteristica di una civiltà progredita, a dimostrazione di ciò vi è la presenza delle gigantesche pietre di Stonehenge, delle piramidi Egizie e dell’elevata civiltà Maya che era in grado di determinare l’anno solare; inoltre vi sono innumerevoli ritrovamenti archeologici di strumenti metallici tra i quali spade e martelli che richiedono un’elevata maestria nell’ambito dell’ingegneria metallurgica e dunque nell’abilità di forgiare materiali. A questo punto si può ragionevolmente supporre che Noè avesse tutti gli strumenti e la tecnologia necessaria per costruire un’imbarcazione di quelle dimensioni. Ragioniamo anche sul fatto che queste antiche civiltà seppur così progredite, scomparvero inspiegabilmente venendo spazzate via, probabilmente dal Diluvio Universale.
Grazie ai riferimenti forniti da Noè nella Genesi e grazie alle analisi astronomiche computerizzate, l’inizio della costruzione dell’Arca è presumibilmente collocabile intorno al 2465 a.C., la pioggia arrivò intorno al 2345 a.C.
3. L’Arca: architettura e caratteristiche strutturali
Il racconto storico della Genesi 6, 14-16 mette in evidenza le istruzioni fornite da Dio per la costruzione dell’imbarcazione: «Fatti un Arca di legno di cipresso, dividerai l’Arca in scompartimenti e la spalmerai di bitume dentro e fuori».
Noè dopo aver ascoltato il comandamento di Dio, costruì questa immensa Arca, con un «legno d’albero resinoso» (lett. alberi di Gofer
). L’albero in questione era il cipresso, un albero molto longevo, estremamente resistente che in quella parte del mondo abbondava; era preferito in particolare per la costruzione delle navi da parte dei Fenici, da Alessandro Magno e lo è tuttora perché resiste molto bene all’acqua e non marcisce. In base al tipo di legno utilizzato e la presenza di questo a quel tempo in certe aree della terra, si pensa che la zona dove venne costruita la struttura fosse la Mesopotamia, l’attuale Iraq. Inoltre, a Noè non fu ordinato solo di calafatare le travi ma di «coprire l’Arca di catrame dentro e fuori», evidentemente dopo che la struttura era stata costruita, fu fatto questo per impedire che l’acqua potesse filtrare nell’Arca. La pece si trova in diverse zone del Medio Oriente e la si poteva vedere galleggiare sul Mar Morto durante il periodo dei Romani, raccolta in piccoli agglomerati. Le dimensioni dell’imbarcazione sono presumibilmente di 150 metri di lunghezza, 25 metri di larghezza e 15 metri di altezza, una nave enorme, simile ad una scatola di scarpe, coperta da una pece simile alla gommalacca, di colore marrone scuro. Questa immagine corrisponde perfettamente alla descrizione data dalla maggior parte dei testimoni. La struttura all’interno poteva contare 1.5 milioni di metri cubi, con una capacità di trasporto tale da contenere 170 vagoni, si ebbe bisogno di circa 10000 assi per costruirla, pesava intorno alle 4000 tonnellate.
Inoltre, il Guinness dei primati afferma che l’Arca fu la più grande nave di legno mai costruita; si trattava di un vascello imponente, costruito per resistere alla forza violenta della più grande catastrofe mai abbattuta sulla terra ². Fig. 1 ³.
Contrariamente all’immagine comune di una imbarcazione tradizionale, l’Arca biblica è essenzialmente a forma di parallelepipedo rettangolo; non avendo bisogno di essere governata, doveva semplicemente galleggiare. Sul tetto, in base alle più recenti scoperte, vi è un lucernaio centrale (Tsohar) che aveva la duplice funzione: illuminare e aerare.
Un accurato studio ⁴ ha permesso di stabilire che la fonte di luce diurna presente nell’Arca, avente un’apertura posta al centro del tetto, sarebbe stata in grado d’illuminare ben il 70% del suo interno. Al contrario, un’apertura lungo il suo perimetro esterno avrebbe permesso di ricevere luce solo in una quantità ridotta, circa il 30%, e solo il ponte superiore ne avrebbe beneficiato. I ponti inferiori sarebbero rimasti al buio, e l’aerazione non avrebbe avuto luogo. Solo un afflusso ed un deflusso centralizzato avrebbe permesso il costante ricambio di ossigeno necessario per tutte le creature viventi. Questa caratteristica sarà fondamentale per arrivare alla Verità se l’Arca esiste o è solo una leggenda… Più avanti lo scopriremo insieme!
4. Navigazione
I costruttori navali, dopo accurati rilievi, sostengono che il rapporto fra lunghezza e larghezza (di 6 a 1) avrebbe reso l’Arca un’imbarcazione lenta ma tra le più stabili mai costruite. Queste proporzioni permettono inoltre di dedurre una grande capienza e un’elevata sicurezza durante la navigazione. Il dott. Henry Morris, docente di ingegneria e idraulica,