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Il mistero di Palazzo Ducale: Un avvincente libro giallo per ragazzi. Un’incredibile avventura tra mistero e colpi di scena
Il mistero di Palazzo Ducale: Un avvincente libro giallo per ragazzi. Un’incredibile avventura tra mistero e colpi di scena
Il mistero di Palazzo Ducale: Un avvincente libro giallo per ragazzi. Un’incredibile avventura tra mistero e colpi di scena
E-book87 pagine1 ora

Il mistero di Palazzo Ducale: Un avvincente libro giallo per ragazzi. Un’incredibile avventura tra mistero e colpi di scena

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Info su questo ebook

In fin dei conti quella sembrava un'inaugurazione nella norma: la piazza colma di spettatori, il direttore di Palazzo Ducale che teneva il suo discorso dal palco e un piccolo rinfresco che attendeva già i partecipanti.

Ma, improvvisamente, un forte allarme interrompe le parole del direttore. Le porte della sala sono chiuse a chiave, le finestre sono sbarrate e nessuno è ancora entrato all'interno dell'edificio… qualcosa non va.

Questo è il mistero di Palazzo Ducale!

Un'avventura dai ritmi serratissimi che si districa tra indizi e colpi di scena, perché la verità, come sempre, è quella che nessuno si aspetta…

LinguaItaliano
Data di uscita14 lug 2022
ISBN9798886277609
Il mistero di Palazzo Ducale: Un avvincente libro giallo per ragazzi. Un’incredibile avventura tra mistero e colpi di scena

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    Anteprima del libro

    Il mistero di Palazzo Ducale - Cristiano Girard

    Capitolo uno:

    La mostra a Palazzo Ducale

    L a posta, monsieur Porrini.

    Merci, Ambrogio.

    Ercole Porrini era un ometto buffo, nato in Corsica, ma cresciuto e vissuto a Genova e, per questo, usava spesso parole francesi nei suoi discorsi. Era alto poco più di un metro e sessanta, con una pancetta prominente, baffi sempre perfetti ed un abbigliamento che sembrava uscito dal catalogo di una sartoria.

    Viveva in un complesso di appartamenti nel quartiere genovese di Albaro assieme ad Ambrogio, suo domestico, maggiordomo e tutto-fare.

    Duccio Perani ed Ercole Porrini si erano conosciuti poco tempo prima. Cinzia, un’alunna della scuola media Leonardo da Vinci di Genova, era scomparsa misteriosamente e Duccio aveva avuto la brillante idea di rivolgersi all’investigatore privato Porrini per occuparsi della sparizione. Il ragazzo aveva giocato un ruolo fondamentale per la risoluzione del caso e Porrini era rimasto molto colpito dalle sue capacità mentali, assolutamente inconsuete per un giovane tredicenne. Da quel giorno, Duccio aveva cominciato quindi a frequentare la casa dell’investigatore.

    Nell’attesa di un nuovo caso su cui concentrarsi, Duccio, il cui vero nome era Riccardo ma da sempre preferiva il soprannome che gli aveva dato la sua cara nonna, passava i suoi pomeriggi presso la residenza di Porrini.

    Lì si allenava con giochi enigmistici, enigmi e altre simili attività per migliorare le sue abilità deduttive. Quel pomeriggio si stavano dilettando con un quesito di natura logica comparso su una rivista enigmistica.

    Oh! Guarda, mio buon amico. disse Porrini a Duccio prendendo in mano un volantino pubblicitario plastificato che risaltava rispetto al resto della corrispondenza per la dimensione più ampia e per il colore, un giallo carico. Il Direttore di Palazzo Ducale Giovanni Pulvirenti è lieto di invitare la Signoria Vostra all’inaugurazione della mostra sui pittori olandesi, che si terrà questo sabato alle undici a Palazzo Ducale. Pezzo forte della mostra il quadro L’Adorazione dei Magi di Rembrandt, messo gentilmente a disposizione dal collezionista privato Gioacchino Lenza. Cosa ne pensa, Duccio? Potrebbe essere un’occasione per arricchire un po’ la nostra cultura in tema di dipinti...

    In realtà Duccio non amava molto la pittura e l’arte, lui era per le cose più concrete. Amava la matematica, la geometria, tutto ciò che avesse in sé una soluzione e dei criteri di valutazione ben definiti, ma decise comunque di accompagnare Ercole Porrini per stare vicino al suo idolo ed imparare ancora di più riguardo al suo modo di pensare.

    Ma certo, signore. Sarà divertente.

    Bon. Allora è deciso: sabato alle undici a Palazzo Ducale. 

    E così dicendo tornarono a concentrarsi sul quesito di logica che li stava divertendo fino a poco prima.

    Il sabato, Porrini andò a prendere Duccio con l’immancabile taxi e i due si recarono assieme a Palazzo Ducale. L’investigatore era vestito in maniera inappuntabile: bombetta in testa, completo doppiopetto grigio chiaro, papillon blu scuro al collo, scarpe nere lucidate di fresco e gli immancabili guanti bianchi. Porrini soffriva di un disturbo chiamato ossessivo compulsivo che lo costringeva a portare sempre i guanti per paura che qualche germe potesse attaccarlo. Questo disturbo era anche la causa della sua maniacale attenzione all’ordine, una dote che gli permetteva quei perfetti ragionamenti logico-deduttivi alla base della sua abilità nel risolvere i casi.

    Duccio, dal canto suo, non voleva sfigurare di fianco all’eleganza dell’investigatore e si era vestito nel suo standard di massima eleganza: camicia e maglioncino della domenica. La primavera era iniziata da qualche settimana e su Genova splendeva il sole, con una temperatura che si era stabilizzata intorno ai venti gradi. 

    Palazzo Ducale si trovava in una posizione strategica della città, leggermente sopraelevato rispetto alla zona del porto ed inserito nel labirinto di viuzze strette, chiamate carruggi, che compongono il centro storico cittadino, uno dei più estesi di tutta l’Europa.

    Durante il viaggio in taxi, Porrini chiese a Duccio cosa sapesse della storia del palazzo.

    So che era la casa dei Dogi di Genova.

    Esatto, mon ami, ma deve sapere che ormai di quel periodo storico non rimane moltissimo. Palazzo Ducale fu gravemente danneggiato dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Praticamente non è stato più utilizzato per quasi cinquant’anni.

    Oh, davvero? si sorprese Duccio, che da quando era nato aveva sempre sentito nominare quel palazzo. E poi cosa successe?

    Nel 1992... spiegò Porrini. Durante il cinquecentesimo anniversario della scoperta dell’America, a Genova si tenne una manifestazione dedicata a Cristoforo Colombo chiamata Colombiadi. Per l’occasione Palazzo Ducale fu restaurato e ora viene usato come location per organizzare mostre come quella che vedremo oggi.

    Ah, OK. Capito.

    Il taxi li lasciò a Piazza de Ferrari, su cui si affacciava uno dei lati di Palazzo Ducale. Era una delle costruzioni di Genova che più piacevano a Duccio. La facciata che dava su quella piazza in particolare, recentemente restaurata, gli era sempre piaciuta perché abbinava colori vivaci ad un aspetto austero e importante. 

    L’inaugurazione si sarebbe svolta nella piazza su cui si affaccia l’ingresso principale di Palazzo Ducale, Piazza Matteotti. Appena giunti lì, Duccio e Porrini trovarono già una discreta folla ad attendere l’inizio dell’evento. In un lato della piazza scorsero un volto a loro familiare...

    Bonjour, ispettore Giappi.

    Buongiorno, Porrini! E ciao, Duccio! Come state?

    Marco Raffaele Giappi, da due anni circa, era l’ispettore capo della Polizia di Genova. Quarantasei anni, più di un metro e ottanta di altezza ed un fisico che dava l’impressione di poter essere quello di un atleta, aveva legato le sue

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