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Il coraggio di restare
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E-book223 pagine3 ore

Il coraggio di restare

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Info su questo ebook

Latina ha appena iniziato il liceo e, come tutti gli adolescenti, vive tutto con estremo trasporto, per lei ogni cosa è o bianca o nera e difficilmente prende in considerazione le sfumature. Proprio nel corso di una lezione, s’imbatte negli occhi di Linez e vive un vero colpo di fulmine. Tra loro nasce presto una storia non-storia, che dura il tempo di un bacio ma che segnerà Latina per gli anni a venire. Sempre combattuta tra essere e apparire, tra volere e avere bisogno, tra amore e amicizia, Latina riuscirà a comprendere se stessa e gli altri e, soprattutto, che persona vuole diventare?

Giuliana Inturrisi ha scritto questo libro all’età di diciassette anni, dopo la morte della nonna. Ha passato i suoi tre mesi estivi scrivendo quasi tutti i giorni perché, quando si prefigge un obiettivo, tutto il resto passa in secondo piano. Lei ha sempre scritto per sé, per svuotare il suo cuore e la sua mente da emozioni e sentimenti che l’ansia non le permette di esprimere. Da allora però, come se la nonna avesse portato via anche quello, il suo modo di scrivere non l’ha più convinta particolarmente, così Il coraggio di restare è rimasto per ben otto anni solo un file nel suo computer.
Essendo una ragazza curiosa e a cui piace mettere in discussione stereotipi e norme sociali, a diciotto anni si è trasferita in Spagna per studiare Criminologia. 
Dopo la laurea, ha conseguito il master in Crimini internazionali in Olanda e una tesi sull’interpretazione delle donne nigeriane vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale in Sicilia. La sua passione è parlare con persone di culture e background sociali diversi per imparare dagli altri e aprire i propri orizzonti. 
Viaggiare non la stanca mai e, nel 2022, le sue valigie si sono dirette verso un altro continente. Il Kenya l’ha accolta con i suoi colori e profumi spumeggianti e qui sta lavorando tra Nairobi e il campo di rifugiati di Kakuma (a nord del Kenya al confine con il Sud Sudan) come Coordinatrice di Protezione con donne e bambini vittime di violenza di genere.
LinguaItaliano
Data di uscita31 mag 2023
ISBN9788830684164
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    Il coraggio di restare - Giuliana Inturrisi

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    Giuliana Inturrisi

    Il coraggio di restare

    © 2023 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma

    www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com

    ISBN 978-88-306-7852-1

    I edizione maggio 2023

    Finito di stampare nel mese di maggio 2023

    presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)

    Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa

    Il coraggio di restare

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di Lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    PROLOGO

    Guardala. Guardala adesso. Dopo tutto quello che ha passato, dopo tutti gli sforzi fatti: Latina si trova da sola ai piedi di un’immensa scalinata senza riuscire a salire neanche un gradino.

    Come sono arrivata fin qui?

    Come ho fatto a ridurmi in questo stato?

    Non lo sa, è successo tutto così velocemente che non sa dare una risposta ai suoi mille interrogativi. Giorno dopo giorno è cambiata e adesso si rende conto di non essere più la protagonista della sua vita, ad un tratto è solo una spettatrice passiva che guarda da lontano tutto ciò che le è accaduto, con indifferenza, senza avere più né voglia né tempo per cambiare le cose. Non reagisce. È diventata quella che si era ripromessa di non essere mai: una donna esausta, che non sa più stupirsi del mondo che la circonda. Una donna che non riesce più a cambiare gli eventi, ma si fa cambiare e trascinare da questi. Non è neanche più in grado di combattere per i suoi diritti e per le ingiustizie che ha sempre odiato. Negli ultimi anni si è trasformata in una paziente in stato vegetativo: è rimasta impotente davanti a tutto ciò che ha contribuito alla disgregazione della sua vita. Senza accorgersene e senza fare nulla per migliorare la situazione, ha perso amici, parenti, sogni, ideali, speranze e pure sé stessa. Non si riconosce più.

    Fino ad allora non era mai stata completamente da sola. Ogni volta che ne sentiva la necessità, si voltava e al suo fianco trovava sempre Persia, la sua migliore amica, pronta a sostenerla e guardarla con quello sguardo giusto. Quello sguardo che faceva riemergere Latina da quel mondo soffocante, riportandola a far parte della realtà. Capitava che si perdesse, ma poi ritrovava gli occhi di Persia fissi nei suoi e sapeva esattamente dov’era, chi era, chi avrebbe dovuto essere e cosa avrebbe dovuto fare. Persia faceva riemergere i sogni dell’amica dall’abisso, riportava in vita i suoi ideali, le dava la spinta per volare e la persuadeva a credere ancora nelle favole. Il più delle volte era stata Latina a dover stare in silenzio e imparare dall’amica, nonostante Persia fosse più piccola.

    Trascorrendo sempre più tempo con Persia, Latina si rendeva conto di sentirsi nel posto giusto nell’esatto momento in cui avrebbe dovuto trovarsi lì, come se non dovesse più attendere nulla: aveva trovato tutto ciò di cui aveva bisogno. Per la prima volta non sentiva alcuna smania di ricerca, stava bene con sé stessa perché con Persia non doveva nascondersi. Quando stava con lei non era più costantemente nervosa e quell’impressione di sentirsi come un ateo in una Chiesa svaniva. Era una sensazione terribilmente imbarazzante che la perseguitava ovunque andasse. Come se non fosse mai abbastanza e mai all’altezza della situazione e delle persone attorno a lei, ma con Persia era diverso. Le bastava vedere il sorriso dell’amica ed improvvisamente tornava anche il suo seguito da un senso di serenità.

    Aveva capito che Persia sarebbe stata la sua migliore amica quando la sentì ridere per la prima volta: avevano la stessa risata, senza contegno. Era così contagiosa che quando stavano insieme, anche se pioveva, sembrava sempre che il sole fosse alto in cielo. Quando si entrava in una stanza si notava subito la loro presenza, si percepiva nell’aria. Non c’era bisogno di alcuna spiegazione logica per captare un’atmosfera diversa, che faceva sorridere tutti coloro che si trovavano intorno, contaminati da un sentimento così puro.

    Ma, sono davvero questa?

    Si era ripromessa di non dipendere mai da nessuno.

    Allora cos’è successo?

    Si è lasciata andare ed è caduta.

    SEI ANNI PRIMA

    Latina si trova sugli scalini della sua veranda a fissare il vuoto. Il caldo è torrido, vorrebbe andare al mare, ma il pensiero che tra meno di una settimana vivrà il suo primo giorno da liceale spazza via qualsiasi altra eccitazione. Pensa a tutto e a niente contemporaneamente. I suoi coetanei nella sua stessa condizione avrebbero un solo chiodo fisso: cosa indossare il primo giorno di scuola. Lei, però, non riesce a soffermarsi su un pensiero così semplicista. Iniziando un nuovo ciclo della sua vita, sente crescere delle responsabilità dentro di sé, più grandi della sua età, e sa che entrerà in quella scuola da bambina e ne uscirà da donna. Immagina il suo percorso personale e educativo e ha paura di affrontarlo perché sarà sola.

    Spesso Latina si stupisce dei suoi stessi pensieri perché si rende conto che i suoi amici sono concentrati su cose più futili e banali. Non ha ancora imparato ad accettare il fatto che non c’è nulla di male nell’essere diversa dagli altri. A volte è stata considerata una bambina strana.

    Alla fine decide di lasciare quei pensieri in veranda e, entrando in casa, prova a fare quello che i suoi coetanei farebbero: posizionarsi per ore davanti all’armadio. Ha sempre odiato il fatto che il metro di giudizio tra i ragazzi sia diventato il rispetto della moda del momento. Così adesso nessuno ha più un modo di vestire proprio perché la società e gli adolescenti in particolare si sono omologati a ciò che è trendy. Sente che sta sprecando il suo tempo cercando nell’armadio qualcosa che gli estranei che conoscerà tra qualche giorno possano trovare sobrio e raffinato. Come se scegliere l’abito giusto da indossare il primo giorno di scuola determinasse quello che i suoi futuri compagni di classe penseranno di lei per i prossimi cinque anni. Le piacerebbe tanto mettersi nei loro panni e controllare il giudizio che formuleranno su di lei.

    Niente magliette troppo scollate. Che idea potrebbero farsi i professori?

    La prima impressione è la più importante, non deve sbagliare nulla, altrimenti è fatta. È questione di tutto o niente. Sente che avrà un marchio con il quale dovrà convivere per un bel po’ di tempo e, anche se dice che ciò che gli altri pensano di lei non le importa, far cambiare idea a qualcuno non è un lavoro facile. Al liceo ognuno ha il suo posto come nella savana e questo dipende dalla reputazione che hai. Rispettare il ruolo che ti sei creato e gli altri ti hanno dato è fondamentale se vuoi sopravvivere. Un po’ come il leone e la gazzella, ognuno fa la sua parte.

    Allora chi voglio essere?

    Si trova davanti ad una catasta assurda di magliette e nessuna attrae la sua attenzione. La sua stanza è tutta sottosopra e, guardando quel caos, si chiede cosa dovrebbe indossare per far sì che gli altri la percepiscano come una persona forte e non le mettano i piedi in testa, ma, allo stesso tempo, non dia l’impressione di essere una bambina presuntuosa e antipatica.

    Alla fine le grida della madre che la informano che il pranzo è pronto sovrastano la confusione che ha in testa. Scende al piano di sotto e si siede a tavola insieme alla sorella Germa, al padre Lorach, e alla madre Alla. Germa e Lorach si scambiano delle battute, ma Latina non li ascolta neppure. Mangia svogliatamente la pasta alla carbonara, ciò che la riempie di più sono i pensieri. Fino a quando, alzando distrattamente lo sguardo dal piatto, vede le labbra di Alla che si muovono mentre la guarda. Allora sembra come se Latina si stia svegliando da un sonno profondo.

    – Eh? Scusa, mamma, non ho capito. Puoi ripetere?

    – Che ti prende? Tu adori la pasta alla carbonara.

    – Sì, hai ragione, ma oggi non ho tanta fame.

    Latina si impegna ad ascoltare il resto delle conversazioni tra la sua famiglia, ma dopo poco si perde nuovamente nei suoi pensieri. Quando tutti hanno finito di mangiare, si alza e torna davanti all’armadio. Dopo mezz’ora, finalmente opta per un paio di jeans scuri e una maglietta rosa. Lei odia il rosa, ma sembra l’unica opzione possibile visto che in questo momento è abbronzata e quel colore le dona. Adesso si sente un po’ più sicura di sé: ha fatto un passo avanti. Zaino, diario, quaderni e portapenne nuovi sono pronti da giorni ormai, quindi non le resta più nulla da sistemare. Decide di mettere su carta le emozioni del momento, come se vedesse la scena dall’esterno.

    Brutta bestia l’adolescenza.

    LA SCOPERTA

    – Domani ti accompagno a scuola con la macchina nuova!

    Latina si sta lavando i denti prima di andare a dormire, quando Germa, la sorella maggiore, entra in bagno strillando tutta eccitata. La 500 nuova bianco perla non è niente male come prima impressione, pensa Latina, ed è sempre meglio che essere accompagnata dalla madre il primo giorno di liceo.

    Ecco arrivato finalmente il fatidico giorno. Latina si sveglia con largo margine di anticipo senza aver chiuso occhio per tutta la notte. Ha lo stomaco completamente chiuso e non fa neanche colazione. Per evitare di alzarsi troppo presto, ha lavato i capelli la sera prima, così non le rimane altro che indossare i vestiti scelti la settimana precedente, piastrare i capelli e truccarsi. Non è da lei truccarsi per andare a scuola, lei è sempre molto spontanea con le sue occhiaie e i rimasugli della notte precedente ancora sul viso, ma oggi vuole essere impeccabile, almeno per il primo giorno. Ha deciso di essere diversa e questa è la cosa più eccitante per lei: potrà essere un’altra persona, cambiare, essere l’opposto di quella che è stata fino adesso, senza preoccuparsi di nulla. Questo aspetto le rimbomba nella mente da parecchio. Finalmente abbandonerà il suo carattere soffocante e si farà spazio dentro di lei una nuova Latina. È un nuovo mondo tutto da scoprire e nessuno potrà puntarle il dito dicendo che quella non è la vera lei. Non conosce nessuno dei suoi nuovi compagni e loro non conoscono lei, quindi nessuno saprà mai se sta fingendo di essere qualcuno che non è.

    Ma chi voglio realmente essere? È davvero possibile cambiare la propria indole?

    Davanti a lei si sta aprendo un nuovo mondo: le prime serate in discoteca, i primi amori, le prime vere amicizie. Per questo vuole cambiare, vuole gioire di queste nuove avventure come tutti gli altri, senza avere costantemente un peso sul petto. Non ha intenzione di migliorare sé stessa, ha bisogno di abbandonare completamente la vecchia Latina. Vuole buttarsi alle spalle tutte le sue paranoie per diventare superficiale e incosciente come i suoi coetanei. Non vuole essere considerata strana perché sente il mondo in maniera diversa, perché percepisce e trattiene tutto in maniera più forte e più sensibile. Vuole che tutto diventi più leggero.

    Latina dà un’occhiata all’orologio e nota che è già in ritardo nonostante si sia alzata in anticipo. Non può neanche dare la colpa a Germa, che la sta già aspettando in macchina, mentre lei si è persa, come al solito, nei suoi pensieri. Entra in macchina e trova Germa che indossa il suo miglior sorriso, stampato in quella faccia troppo piccola rispetto all’età che si porta dietro. Sa esattamente cosa sta provando la sorella, sette anni prima l’ha vissuto anche lei, ecco perché non le rimprovera nemmeno il ritardo. Conosce quella sensazione di nervosismo senza un motivo particolare. Quando il cuore comincia a martellarti nel petto e non riesci a fermarlo. Allora sorride solamente, senza proferire parola. Se Latina riuscisse a guardare la situazione dall’esterno capirebbe che è davvero una bella giornata: sua sorella maggiore le sta dedicando del tempo e la sta accompagnando in questa nuova avventura, nulla può andare storto. Il sole splende, forse picchia un po’ troppo per settembre, ma è il segno che l’estate fatica ad andarsene.

    Germa, come sempre, ha un tocco particolare e ha pensato a come rendere la situazione più leggera per far distrarre Latina. Per l’occasione ha preparato un

    cd

    con le loro canzoni, anche quelle dei cartoni animati che cantavano a squarciagola da piccole. Spostare il focus di un’adolescente dalla sua mente e tutto ciò che frulla dentro è, però, quasi impossibile. La 500 nuova sfreccia in autostrada mentre Germa spera che il volume della musica sia più alto di quello dei pensieri della sorella. Gli sforzi di sovrastare i pensieri di Latina e riportarla al momento presente sono vani, infatti sta guardando fuori dal finestrino e si chiede dove sia suo nonno.

    Chissà se sei orgoglioso di me…

    Lello era il nonno materno di Latina. Germa ha passato sette anni con lui, mentre Latina non lo ricorda nemmeno perché lei aveva solo nove mesi quando lui morì, eppure sente la sua presenza più vicina di quella delle persone in vita attorno a sé. Spesso gli parla e le sembra quasi di sentirlo rispondere. Si inventa la sua voce, le sue mani, le sue labbra, la sua risata, perché non ricorda nulla. Ha solo un’immagine fissa nella mente: suo nonno che salta ridendo sul letto con una bambina piccolissima in braccio avvolta in una coperta. Lei guarda la scena dall’esterno, quindi non sa se quella bambina sia lei. Non ne ha mai parlato con nessuno perché chiunque direbbe che è solo frutto della sua immaginazione, un sogno. Eppure spesso si aggrappa a quell’unico ricordo di suo nonno e vuole credere che sia reale.

    Chi potrebbe permettersi di dire il contrario?

    Spesso ci convinciamo così intensamente che quel qualcosa sia accaduto realmente che finiamo per confondere la realtà con l’invenzione o la fantasia. Il pensiero di Latina si sposta adesso sulla nonna materna, Charme, che spesso le dice con le lacrime agli occhi mentre la saluta uscendo da casa:

    – Sei identica a tuo nonno.

    – Nonna, non mi dire che lo ami ancora…

    – Certo, Latina.

    – Ma sono passati quattordici anni!

    – Sai cosa mi succede a volte? Quando sono giù di morale, mi guardo intorno e sento che qualcosa è caduto per terra, anche senza che io mi sia mossa. Sono qui, seduta sulla sedia del tavolo da pranzo. Allora chiudo gli occhi e lo sento. E penso: Ok, è qui, meglio che mi riprendo.

    Nei giorni peggiori Latina riflette sulle parole della nonna. Pensa alla forza di questa donna nel rimanere fedele al marito nonostante il tempo abbia iniziato a far sbiadire i ricordi e accentuare la solitudine. Charme non ha mai smesso un solo istante di amare Lello e, ogni volta che lei parla di lui, Latina si rende conto che il vero amore esiste. Non importa quante coppie al mondo si stiano tradendo in questo preciso istante, fino a quando sua nonna si emozionerà solo sentendo il nome di suo nonno, vorrà dire che l’amore non cesserà di esistere.

    Latina spesso sente una forza dentro di lei che la fa andare avanti e che rappresenta il desiderio di rendere suo nonno orgoglioso di lei. Chissà quanto la amasse senza neanche conoscerla. Perché l’amore dei nonni è un po’ come quello dei genitori: non ha fondamenta. Non amano per ricevere qualcosa in cambio, non si donano perché vorrebbero che tu fossi in un determinato modo. Loro ti amano così, incondizionatamente. Senza conoscerti, prima ancora che tu nasca. Prima di vedere i tuoi occhi, le tue manine, il tuo naso, i tuoi piedini, le fossette che ti spuntano attorno alla bocca quando sorridi. E senza che tu glielo chieda loro cominciano a difenderti, perché sei un essere così debole e piccolo che proteggerti viene naturale,

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