Senza coscienza
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Info su questo ebook
Non particolarmente convinto, il giovane decide di assecondare comunque la richiesta, iniziando il suo viaggio dalla Colombia, dove si ritrova a conoscere due meravigliose sorelle…
Non può certo immaginare che proprio questo incontro sarà l’inizio di un’avventura incredibile, qualcosa di molto più strano e pericoloso di qualunque cosa avrebbe mai potuto immaginare…
Elena Della Corte è una ragazza di venticinque anni. Lavora attualmente come tata e governante da quattro anni per una famiglia benestante e di grandi principi morali del sud Italia. Usa uno pseudonimo per tenere la sfera privata lontana da sguardi indiscreti. Ci tiene molto alla sua serena quotidianità, anche perché è quel clima che la ispira a creare sulla carta. All’età di diciannove anni, subito dopo il diploma di liceo classico-linguistico, parte per due anni per la Germania, dove studia la lingua e lavora in un Ice-cafè. Decide di rientrare in Italia perché le mancavano gli affetti, la sua Terra e il modo di guidare selvaggio italiano. Prima di arrivare a fare la tata, ha lavorato anche come cameriera in ristoranti e pizzerie e, infine, come consulente commerciale. Inizia a scrivere l’opera Senza Coscienza ad agosto 2019, prima dello scoppio della pandemia che ha segnato profondamente l’anno successivo. Con l’incoraggiamento delle sue persone care ha dato vita a questo suo primo libro.
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Anteprima del libro
Senza coscienza - Elena Della Corte
Elena della Corte
Senza Coscienza
© 2021 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma
www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com
ISBN 978-88-306-3021-5
I edizione gennaio 2021
Finito di stampare nel mese di gennaio 2021
presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)
Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa
Senza Coscienza
Prefazione di Barbara Alberti
Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.
È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.
Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi
Non esiste un vascello come un libro
per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina
di poesia che s’impenna.
Questa traversata la può fare anche un povero,
tanto è frugale il carro dell’anima
(Trad. Ginevra Bompiani).
A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.
Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.
Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.
Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterly. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov
.
Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.
Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.
Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.
CAPITOLO PRIMO
Esiste una nuova specie di esseri umani. Si riconoscono solo da un fattore: non vengono punti dalle zanzare. Si possono trovare in un campo d’erba, in piena estate, in mezzo a milioni di zanzare tigri, di quelle proprio assatanate, ma vengono ignorati. Anzi, le poche coraggiose che provano a pungerli muoiono inesorabilmente. Fortuna non da poco, credetemi.
Di queste persone, per il momento, sappiamo ben poco. La CSEU (Corporazione-Salvaguardia-Esseri-Umani) mi manda ad indagare su di loro. In realtà è un’organizzazione segreta i cui membri si limitano a me e mia sorella. Lo so che come inizio è abbastanza assurdo, ma vi assicuro che tutto deriva dall’accurato studio della camera da letto di mia sorella Annalisa. Un po’ lo stile del laboratorio di Dexter
ma nel sud d’Italia, esattamente a Lecce in Salento, la terra del sole, del mare, del vento e dei terroni, come ci hanno nominato da decenni i nostri amati compatrioti nordici.
In realtà il significato iniziale era diverso da quello attuale, ma certo non voglio annoiarvi con queste spiegazioni. È stata mia sorella a notare che le zanzare mi scansano. I nostri genitori non ne sanno nulla, ovviamente. Loro sono in giro per il mondo per lavoro e noi stiamo comodamente a casa a vivere la nostra vita come meglio crediamo.
Tranquilli, non si tratta di una di quelle solite storie in cui i protagonisti hanno un passato toccante e una situazione familiare da pazzi. Non capisco perché, per gli italiani, una persona è degna di essere presa in considerazione se ha una vita commovente. Perché non ascoltare storie di persone normali che hanno una vita abbastanza serena siccome accettano i cambiamenti con serenità?
Ed è questo che ci hanno sempre insegnato i nostri cari genitori: a vivere tranquillamente e lasciarci andare positivamente dal flusso energetico della vita. Solo facendo così ci apriamo alla bellezza e alle sorprese positive che ci sono state riservate dall’amore.
In famiglia abbiamo quest’altro credo, il Dio chiamato in diversi modi e con diverse storie in giro per il mondo, noi lo chiamiamo di comune accordo amore. Perché con questo messaggio si è sempre cercato di influenzare il maggior numero di persone possibili. Ma, come dimostrano chiaramente tanti libri, nero su bianco, il male peggiore si fa usando l’amore come mezzo. Vi faccio un esempio: quale amore più grande esiste di quello che si prova per il proprio figlio? Ok, quando si divorzia la prima minaccia che incombe è che bisogna avere orari per vederli. Ovviamente fa male, e a volte l’ex-moglie sfrutta qualcosa che sa che amiamo contro di noi. Per esempio non fanno vedere il figlio ai propri ex-mariti se non le accontentano. Oppure quando siamo bambini e amiamo, per esempio, andare al parco giochi, i genitori usano quello che ci piace per costringerci a fare qualcosa che non ci piace, ad esempio la doccia, che è comunque un bene superiore. Insomma, il discorso di come riconoscere quello che è giusto o sbagliato non è facile, a volte le cose vanno viste nella prospettiva del tempo e altre volte no.
Fatto sta che noi in famiglia abbiamo questo modo di vedere la vita e la difendiamo se serve. E per mia sorella vale la pena perdere tempo ed energia costruttiva ad analizzare il suo amato fratello come una cavia da laboratorio. Lei ha una teoria: questi esseri umani speciali si riconoscono tra loro, e perciò mi manda in missione
a trovare gente come me.
Annalisa mi aveva accennato alcune sue ipotesi di Stati che ci distruggono e pensano alla loro egemonia globale, ma vi confesso che non ne ho capito molto. Cosa ci guadagno io? Ha preso in ostaggio il mio dolce cane per analizzarlo. Per poterlo liberare devo viaggiare per il mondo e devo annotare tutto quello che mi capita. Penserete, ma che sorella ha questo povero soggetto? Eh già, ma in questo momento ha lei il coltello dalla parte del manico e le riconosco un po’ di lungimiranza in quello che fa. Ammiro molto Annalisa, poiché porta avanti quello in cui crede, non si fa demoralizzare da altri che le danno della pazza. È determinata ed