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L’estate va di fretta
L’estate va di fretta
L’estate va di fretta
E-book101 pagine1 ora

L’estate va di fretta

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Info su questo ebook

L’estate dopo la prima ondata pandemica sembra portare una parvenza di spensieratezza, nonostante tutto, ed è in questo clima di ritorno alla vita che, da un incontro casuale, nasce una profonda e tenera amicizia tra Melissa e Alice. Un’empatia immediata le porterà a far entrare in contatto i loro mondi, i loro figli e l’impellente necessità di emanciparsi, seppure in modo diverso, da un ruolo non sempre scelto consapevolmente ma spesso accettato come un prezzo da pagare per raggiungere una “normalità” che tuttavia non sarà mai il loro pianeta. Essere donne ed essere madri, più forti e al tempo stesso più vulnerabili. Un passato oscurato dall’ombra della violenza, l’amore come uno tzunami, le trasgressioni non sempre lasciate alle spalle, il Messico e l’India, la spiritualità e i cliché di una quotidianità sentimentale affaticata per passare poi agli antipodi: la confusione e la felicità del primo amore, il colpo di fulmine che si è abbattuto su Ambra la prima volta che ha visto Leo. Intanto l’estate corre, nei campi si miete il grano e può capitare che una rondine entri dalla finestra lasciando nell’aria la voglia di seguirla.
LinguaItaliano
Data di uscita30 apr 2023
ISBN9788830682320
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    L’estate va di fretta - Alice Del Toro

    diNataleLQ.jpg

    Alice Del Toro

    L’estate va di fretta

    © 2022 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma

    www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com

    ISBN 978-88-306-7765-4

    I edizione aprile 2023

    Finito di stampare nel mese di aprile 2023

    presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)

    Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa

    L’estate va di fretta

    Cicale, sorelle nel sole

    con voi mi nascondo

    nel folto dei pioppi

    e aspetto le stelle.

    ( Estate, Salvatore Quasimodo)

    ad A.

    a M.

    Con tutto l’amore che sanno

    Nuove Voci

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    LABIRINTI

    La prima volta che Melissa ha visto Alice è stato nel parcheggio di un centro commerciale.

    Era giugno, era andata là con i bimbi per usare dei buoni sconto di un grande magazzino di abbigliamento.

    - Questi parcheggi sono dei veri labirinti sapete bimbi? Ah io li odio! Va bene mettiamoci qui, anzi no là così siamo più vicini al negozio. Noo! Il marciapiede … merda spero di non aver rotto la macchina… dai scendete!

    Massimo aveva spostato praticamente a calci il sedile anteriore facendolo sbattere, mentre Ambra, in tutta fretta, cercava di recuperare il contenuto del suo inseparabile zainetto che si era rovesciato sotto i sedili. Non era un’operazione di poco conto, data la gran quantità di oggetti, tra cui il libro che stava leggendo al momento, pietre di spiaggia, un biglietto di auguri di tre anni prima, gusci di noci, penna e taccuino, una boccetta con dentro acqua e petali di fiori. Massimo si è subito preso la briga di tranquillizzare la madre sulle condizioni della vecchia tre porte.

    –Guarda mami è tutto a posto menomale!

    – E sì menomale…

    Mentre si stavano dirigendo verso l’entrata del negozio, Melissa aveva visto una donna che teneva una mano sotto al naso del figlio e con l’altra frugava nella borsa, erano cadute alcune gocce di sangue per terra, la donna aveva imprecato mentre cercava dei fazzoletti. Melissa si era avvicinata porgendole un pacchetto ancora sigillato. Lei aveva allargato gli occhi insieme ad un sorriso che aveva portato una luce diversa perfino nello squallore di quel piazzale sterminato.

    –Grazie! Ce l’ho di sicuro i fazzoletti ma prima che li trovo in questa cavolo di borsa… guarda che macello… tieni Leo schiaccia bene! - premeva il fazzoletto sulla narice del bambino mentre i figli di Melissa guardavano silenziosi.

    Ambra leggendo nel pensiero della madre aveva detto: –A me è appena sanguinato in macchina, mi succede tantissime volte, deve essere lo sbalzo di temperatura…

    La donna la guardava come incantata.

    - Ma che meraviglia di fatina sei… come ti chiami? -aveva nella voce una tenerezza sincera.

    –Ambra –la ragazzina le aveva risposto, compiaciuta del complimento ma arrossendo un po’.

    –E tu bel pirata? - Massimo aveva pronunciato il suo nome concedendo alla sconosciuta uno sguardo di considerazione, per aver notato la t-shirt tenebrosa con teschio e spade di cui lui andava tanto fiero.

    –Io mi chiamo Alice e lui è Leo.

    Il ragazzino aveva detto un ciao che gli era uscito buffo per via del tampone improvvisato. Ad Ambra e Massimo era scappata una risata e anche Leo aveva riso.

    –Ti ringrazio tanto… -dice Alice porgendo la mano.

    –Melissa, ma grazie di che, figurati di nulla, soprattutto speriamo che questi nasi ci lascino un

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