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All'ufficio dell'amor perduto
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E-book134 pagine1 ora

All'ufficio dell'amor perduto

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Info su questo ebook

Cosa succede quando una donna, dopo aver conosciuto il Vero Amore, si ritrova di nuovo sola? Con il cuore a pezzi e la testa piena di domande non le rimane che andare all'Ufficio dell'Amor Perduto, sperando che gli Angeli Esperti le diano la formula giusta per convincere il suo cuore a innamorarsi ancora. Così la protagonista, obbligata dall'Ufficio a compilare alcuni moduli, si ritrova a dover riflettere su se stessa e sul suo rapporto finito. Confrontandosi con amici e amiche, che non esiteranno a darle tanti consigli, scoprirà le storie degli altri, accorgendosi per la prima volta che l'amore ha tante, troppe facce.
LinguaItaliano
EditoreCaminito
Data di uscita1 set 2014
ISBN9788896794135
All'ufficio dell'amor perduto

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    Anteprima del libro

    All'ufficio dell'amor perduto - Monica Marelli

    1 – Biondo, nudo e antipatico

    Finalmente sono arrivata.

    La reception è laggiù.

    Me la immaginavo come un imponente bancone di legno scuro, con il vetro separatore interrotto da un oblò doppio, macchiato dalle goccioline del respiro degli utenti.

    Invece è così trasparente e luminoso che potrebbe essere di cristallo, non ci sono divisori e le pareti sono quasi invisibili, sembra di essere in cielo.

    Beh, in un certo senso lo sono: l’ascensore ha viaggiato per circa cinque minuti.

    E adesso cosa faccio?

    Non c’è nessuno ad accogliermi.

    Mi guardo attorno, cammino lentamente perché il pavimento è lucidissimo: non ho mai visto una superficie così liscia e con le mie nuove scarpe zeppate rischio di scivolare.

    Strano, fuori ci sono almeno trenta gradi all’ombra e qui sembra di essere all’aria aperta. E non c’è traccia di condizionatori da nessuna parte.

    Alzo la testa per esplorare il soffitto, che è punteggiato di cristalli luccicanti su un fondo nero, sembra quasi una notte illuminata da miliardi di stelle troppo vicine. All’improvviso una voce proveniente dalla reception richiama la mia attenzione:

    – Dica! –

    Oh – mio – Dio: è… è un uomo completamente nudo.

    Mi stupisco e invece dovevo aspettarmelo.

    Scommetto che sulla schiena ha la faretra piena di frecce dorate e un paio di candide, piumose alucce.

    Però da qui non vedo nulla. Sulla testa sfoggia una specie di cesto di riccioli biondi perfettamente scolpiti e luminosi che neanche Lady Gaga nei suoi peggiori look avrebbe osato.

    Ok, ora mi avvicino al rettangolone di cristallo, se mi concentro molto magari riesco a parlargli senza sbirciare nei suoi paesi bassi.

    Si sa che l’occhio cade rimbalza là.

    – Ehm, s-salve… sì… mmmh… io sono qui per…–

    – Sì lo so, venite qui tutti per lo stesso motivo. Quindi dica! –

    Biondo, nudo e antipatico. Col busto perfettamente depilato, che orrore. Beh, magari la mancanza di peli è genetica. Ora che ci penso: non si è mai visto un angelo peloso. No, non riesco ad avere una conversazione seria con questo tizio, me ne vado.

    – Beh, ehm…mi sa che torno un’altra volta…–

    – Stia qui, per favore. Siete tutti uguali. Che cosa si aspettava allo sportello dell’Amor Perduto, mi scusi? Avrei dovuto darle la benvenuta in giacca e cravatta, come un bancario? –

    – Mmmh, no… io… cioè non volevo… Oh senta, è difficile per me, ok? – rispondo un po’ piccata, sforzandomi di guardarlo negli occhi.

    – Vuole che ci vediamo più tardi? Guardi che nell’ora di punta la fila può arrivare a più di cento persone. –

    – Ah. Allora rimango. –

    Non so cosa mi prende ma sto male, lo stomaco si annoda come un nodo da marinai.

    Vorrei scappare, ma so che poi me ne pentirei. Perché ho bisogno di fare domande e trovare delle risposte.

    Questo depilato ammasso di simpatia si accorge che i miei occhi sono umidi e mi rimprovera:

    – Per favore se ha intenzione di piangere stia molto attenta a non macchiare di lacrime il pavimento: è di una lega speciale e a contatto con la soluzione salina sviluppata dai suoi dotti secretori, formerebbe una patina davvero scivolosa e difficile da togliere. Grazie per la sua collaborazione. A dopo. –

    Non ho neanche fatto in tempo a ribattere.

    Fisso il su e giù delle sue chiappe che si allontanano.

    Lo odio. Sulla schiena non c’è alcuna faretra ma un morbido, soffice paio di ali d’ordinanza. Che stronzo e supponente.

    Ho sbirciato, per una frazione di secondo ho posato lo sguardo sulla sala giochi e… non ha niente. Liscio come Ken. Allora è vero che gli angeli sono asessuati.

    Ed ecco spiegato il motivo della sua antipatia, come direbbe il mio amico Jack: senza sesso io mi stresso.

    Mi sento un’idiota. Arrivare fin qui per prendere un appuntamento con il dio dell’Amore è stata una grande cavolata. Voglio andarmene. Però se scappo, non risolvo il problema. Ho bisogno di scoprire se sono una donna in grado di amare ancora una volta. O se il mio cuore è stato distrutto, polverizzato, teletrasportato sul pianeta degli Aridi per sempre. Sono quasi quattro anni (per essere precisi: 3 anni, 9 mesi, 2 settimane e 3 giorni) che Daniel mi ha lasciata e io sono convinta che non riuscirò mai più ad amare nessun altro.

    Abbiamo vissuto dodici anni meravigliosi, in cui abbiamo condivisi momenti fantastici e momenti orrendi.

    In quelli fantastici ci divertivamo insieme, in quelli brutti eravamo uno il sostegno dell’altro. Mai un dubbio, un’incertezza.

    Per questo Daniel mi manca. Perché non era uno stronzo.

    Mi amava e mi faceva sentire la donna più bella del mondo (lo so che non è vero ma questa è una di quelle piccole bugie che fanno tanto bene: da bambini si crede a Babbo Natale, da grandi a queste cose).

    Quando mi lasciò, la mia disperazione era oltre ogni limite.

    Ho maledetto il bel carattere di Daniel.

    Perché dopo che hai assaggiato il dolce più buono del mondo, è come se ti dicessero che sei diventata improvvisamente diabetica e quindi te lo devi scordare.

    Se con lui avessi vissuto un rapporto mortificante, lasciarci sarebbe stato liberatorio: avrei sperato di trovare un uomo migliore, qualcuno di speciale che mi avrebbe fatta sentire finalmente felice.

    Ma quando a lasciarci sono persone speciali, le cose si complicano.

    Di cosa mi sono liberata? Del grande amore. Di quell’amore che dici sento che è per sempre.

    A parte che ho dimostrato di avere l’intuito di un lombrico ubriaco, è una cosa senza senso.

    Si può sperare ancora di incontrare qualcuno di speciale?

    Il grande amore è l’unico che ti lascia un tatuaggio sull’anima che neanche il chirurgo più bravo del mondo può cancellare. Mi chiedo spesso dove vada a finire l’amore che lega due persone: Ti amo, sei la mia vita, senza di te non posso vivere, voglio invecchiare con te e poi? E poi niente, come se le parole si rivelassero alla fine per quelle che sono: solo aria in movimento. Ma quell’aria, accidenti, incide l’anima più del bisturi sulla carne. Le emozioni nascono, crescono e poi si dissolvono diventando solo fumo irritante in cui i ricordi soffocano. Ma il ricordo di un amore rimane lì. Incastonato fra i pensieri, come i pigmenti di un tatuaggio rimangono incastrati sottopelle. Non ho voglia di innamorarmi, non riesco a immaginare un futuro con un altro uomo che non sia Daniel. Che non sia suo lo sguardo che incrocio al mattino quando mi sveglio, che non sia sua la voce che mi dice ti amo. Non riesco neanche ad immaginare quel lungo percorso in cui mi racconto di nuovo, in cui scopro le mie debolezze sperando di non far scappare il nuovo innamorato. Sono come congelata. E qui all’Ufficio dell’Amor Perduto dicono di essere capaci di risolvere la paralisi emotiva solo se il paziente lo vuole davvero. Troppo facile dire: mi voglio innamorare di nuovo!, bisogna desiderarlo, predisporsi, accogliere l’altro come la terra accoglie la pioggia. E poi che cosa è l’amore vero? Credo sia quello che scorre tra gli amanti dopo i giorni dello stordimento da endorfine, quegli ormoni che fanno surf nel nostro sangue imitando alla perfezione gli effetti eccitanti degli stupefacenti. L’amore vero non è l’eccitazione sessuale che infiamma i nostri paesi bassi al solo pensiero di lui o di lei. L’amore vero è quello che ci fa dire ti amo quando ormai abbiamo svelato le carte. È la caduta degli dei: l’oggetto d’amore passa da Essere Perfetto a Essere Umano. E nonostante questo, decidiamo di restare e di continuare insieme. Io credo che non riuscirò mai più a vivere una cosa del genere. Ho quarantaquattro anni. Non vedo più il mondo come anni fa. Molte cose sono cambiate e ho la sensazione che a una certa età l’amore non sia più quella dolce caramella da scartare e assaggiare senza pensarci troppo. Diventa un cellulare da valutare prima l’acquisto: ha tutte le funzioni a posto?

    2 – Firmi qui, per il rischio

    Riusciranno gli operatori dell’Ufficio dell’Amor Perduto a farmi cambiare idea? Per ora sono molto, molto scettica. Faccio un bel respiro, sento le lacrime che si stanno arrampicando. Eccole, si sono affacciate e ora sbirciano il mondo dalla mia palpebra inferiore. Che cavolo aveva detto riguardo le lacrime, il simpaticone alato? Ah, già, il pavimento si macchia e bla-bla-bla. Oh insomma, cosa me ne frega del loro stupido pavimento lucido. Da qualche parte devo avere un fazzolettino di carta. Accidenti a questa borsa, non trovo mai niente. Ah, eccolo. Benissimo, ora avrò anche una bella riga di mascara nero che mi sottolinea lo sguardo da cuore infranto. Contento stronzetto glabro, non ho macchiato il tuo prezioso pavimento. Non vedo l’ora di uscire da qui. Quindi, prima mi sbrigo, meglio sarà. Un bel respiro e avanti. Ho superato prove ben peggiori: come quella di vedere Daniel sull’uscio di casa mentre trascinava la valigia rossa dei nostri viaggi. Prima conteneva il nostro futuro, in quel momento tutto il suo passato che usciva dalla nostra vita. Come

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