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Fermo al semaforo in attesa di un titolo, vidi passare la donna più bella della storia dell'umanità
Fermo al semaforo in attesa di un titolo, vidi passare la donna più bella della storia dell'umanità
Fermo al semaforo in attesa di un titolo, vidi passare la donna più bella della storia dell'umanità
E-book167 pagine55 minuti

Fermo al semaforo in attesa di un titolo, vidi passare la donna più bella della storia dell'umanità

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Info su questo ebook

TERZO LIBRO e In grande CRESCITA di PUBBLICO e LETTORI
È ormai a tutti gli effetti il nuovo Guido Catalano ma che ha saputo trovare la sua strada, un suo stile e un pubblico che lo ama e lo acclama ormai ovunque. Sono centinaia e centinai che seguono i suoi reading.
Son sempre parole d’amore quelle del terzo libro di Andrew Faber, il poeta più amato dalle donne e dalle ragazze, però cariche di un’emotività interiore, intima e quotidiana che è la carica espressiva che lo contraddistingue dagli altri poeti performer di questi anni.
LinguaItaliano
Data di uscita9 lug 2018
ISBN9788833860848
Fermo al semaforo in attesa di un titolo, vidi passare la donna più bella della storia dell'umanità

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    Anteprima del libro

    Fermo al semaforo in attesa di un titolo, vidi passare la donna più bella della storia dell'umanità - Andrew faber

    Tavola dei Contenuti (TOC)

    (s)prologone

    se capisci cosa intendo

    chi se ne frega

    sei l’unica (a parte me) a saperlo fare

    la leggendaria durlindana

    dieci passi in tutto

    così diversi

    buongiorno, mi dica? vorrei denunciare la notte

    ti conviene ritornare

    e non ti trovo mai

    scacciapensieri

    138

    un altro giro e dopo scendo

    le voci della strada

    la mia caldaia è differente

    adottare soluzioni poetiche per sopravvivere

    se solo avessi un fiume

    Patrick

    diverso

    quanti anni hai?

    la mia casa è qui

    tana per me

    filastrocca miracolosa

    da maciste

    piccola ladra di me

    bombo

    ode ai baci

    we will rock you

    san lorenzo

    avevi ragione tu, mamma

    se guardi per troppo tempo nell’abisso, poi, ti tocca offrigli una birra

    a cena da un amico

    ho una scusa da regalarti

    quando l’addio

    a proposito della passione

    mutuo d’amore

    mi troverai ubriaco

    perché la notte è

    l’amore è un gatto nero

    ci vuole musica, profumo e del buon vino

    sabato

    domenica

    lunedì

    se ti dice che ti ama

    quant’eri bella

    dice che

    si può vivere di soli abbracci?

    odio i medici, ma uno no

    come perfetti sconosciuti

    ho dimenticato di dimenticarti

    arriverà

    stato sentimentale: seminterrato

    se tornassi questa notte

    se solo si potesse

    murati, ma felici

    sorridevi

    com’è bella la verità

    il solito sbadato

    come cenere sul cuore

    c’era una volta uno stronzo

    capodanno

    ti ho vista ubriaca, nuda e bagnata

    ti va una pizza?

    senza far rumore

    sono incinta

    a domani

    quante volte

    la lontananza

    questo siamo

    quante volte sei cambiata

    libero di aver paura

    fuori dalle strisce

    le donne stanche vive

    grazie Max

    ©

    2018

    Miraggi Edizioni

    via Mazzini

    46

    ,

    10123

    Torino

    www.miraggiedizioni.it

    Progetto grafico Miraggi

    In copertina: fotografia di Andrea Zorretta

    Finito di stampare a Borgoricco (PD)

    nel mese di giugno

    2018

    da Logo srl

    per conto di Miraggi Edizioni

    su Carta da Edizioni Avorio – Book Cream

    80

    gr

    Prima edizione digitale: luglio

    2018

    isbn

    978-88-3386-084-8

    Prima edizione cartacea: giugno

    2018

    isbn

    978-88-99815-81-3

    golem / poesia

    Benedetta sia la gentilezza

    benedetto lo stupore

    benedetta sia la verità, se la verità è dolore

    benedetto sia l’incanto

    benedetta l’espiazione

    benedetta la complicità che unisce le persone.

    Federico Sirianni

    Mi manca sempre l’elastico

    per tener su le mutande

    cosicché le mutande

    al momento più bello mi vanno giù.

    Lucio Dalla

    Vivere bene o cercare di vivere

    fare il meno male possibile

    e non essere il migliore

    non avere paura di perdere

    e pensare che sarà difficile

    cavarsela da questa situazione.

    Vasco Rossi

    (s)prologone

    Ti svelo un segreto.

    Sei pronto?

    Oh! Dico a te che stai leggendo questo prologo!

    Fammi una faccia pronta.

    Conto fino a tre.

    Uno.

    Due.

    Tre.

    Vai!

    Che poi ’sta cosa qui che bisogna contare sempre fino a tre.

    Per le cose importanti intendo.

    Hai mai sentito dire da qualcuno: conto fino a quattro? No.

    Perché nessuno l’ha mai detto.

    Comunque, immaginiamo per un attimo che il 3 (e mentre leggi tre sei pregato di farlo con le dita) sia il punto di arrivo.

    L’obiettivo. Il traguardo. La meta.

    Facciamo finta per un attimo di crederci.

    Bene.

    Allora questo è il mio terzo libro.

    E, in quanto tale, tracimante d’inaudita poesia.

    (Ora puoi abbassare anche le dita, grazie.)

    Di’ la verità.

    Hai pensato: con una copertina del genere, ma – soprattutto – con un titolo così, è difficile aspettarsi qualcosa di buono.

    E come darti torto?

    Nella foto, sembro appena giunto al provino per la parte di Jack Torrance nella pellicola di Shining. (Alla fine hanno preso Nicholson però.)

    Per quanto riguarda il titolo invece, be’, devi sapere che nei dintorni di casa mia sorge un magico semaforo. Nessuno lo sa.

    Ed è questo il nostro segreto.

    Io ci vado spesso.

    Quando ho bisogno di un miracolo.

    Mi metto lì.

    Me ne accendo una.

    E incomincio a pensare.

    Se penso una vaccata diventa rosso.

    Se sono sulla strada giusta, si tinge di giallo.

    Se l’idea è ganza, allora, diventa verde.

    Facile.

    E dunque ero in macchina, qualche giorno fa.

    Con il bloccone atomico di terzo livello piantato fisso nel cervello, alla ricerca del titolo perfetto.

    Primo tentativo: se dopo la terza chat non ti invia la foto del pisello, allora (forse) è quello giusto.

    Rosso.

    Secondo tentativo: vorrei dirti che se non ce la farai, io sarò lì con te a rialzarti. Ma ultimamente dormo poco e mi fa male un piede.

    Quindi se non ce la farai, io sarò lì con te. E non ce la faremo insieme. Che è sempre meglio di niente. C’infilo anche una birra. Dai.

    Rosso.

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