Tecnologia: La Usi O Ti Fai Usare?
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Anteprima del libro
Tecnologia - Giacinto Risola e Mino Casola
PREFAZIONE
Ti sei mai domandato cosa faresti se una mattina, appena alzato dal letto, mentre vai a cercare, brancolando nel buio, il tuo smartphone lo trovassi spento o, peggio, scarico e non trovassi subito una presa per ricaricarlo e peggio ancora, dramma su dramma (ma perché la sorte si accanisce su di me ) non riuscissi a trovare neanche una batteria portatile (anche a forma di supposta)? O ancora quando vai ad aprire l’armadio e devi decidere cosa indossare, accendi il tuo smartphone e scopri che il tuo influencer ha la febbre e non potrà postare per tre giorni dicendoti cosa devi indossare? O ancora quando la mattina il tuo garage si apre con il dito touch, corri dalla tua Supercar, l’accendi con il tuo Face ID ma scopri che il monitor auto non funziona e la macchina non ti parla e non ti dice come uscire dal parcheggio e ti lascia brancolare nel buio perché non riesce a indicarti (o meglio, ordinare) che strada devi seguire per andare al lavoro?... Panico infinito e paura ... e poi pensi: ma il caro vecchio stradario esisterà ancora nella mia Supercar?
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I nostri due cari autori con tanta ironia e un pochino di sarcasmo cercheranno di dirti che la vita va avanti ed è sempre andata avanti anche con un po’ di tecnologia in meno. Non è la IA, INTELLIGENZA ARTIFICIALE, IL CENTRO DELLA NOSTRA VITA MA SIAMO NOI AL CENTRO DEL MONDO, un certo Leonardo lo pensava.
Ringrazio gli autori per la loro profonda e vera amicizia.
Dott. Marco GABBRINI
INTRODUZIONE
Siamo Giacinto e Mino, persone comuni con vite altrettanto comuni. Abbiamo una differenza di età di circa venti anni, pertanto, ci caratterizzano esperienze di vita differenti in periodi storici diversi. La sola esperienza in comune è stata quella lavorativa, per un certo periodo, nonché un’amicizia improntata sui valori di lealtà e di fiducia senza condizionamento alcuno. Grazie ai suddetti presupposti, alle numerose mangiate in compagnia, chiacchierate ed osservazioni dell’ambito umano che ci circonda, abbiamo deciso, all’unanimità e con la spensieratezza di sempre, di mettere nero su bianco il risultato della nostra indole di osservatori. Osservare, da spettatori, la realtà che (bella o brutta, buona o cattiva) ci circonda, senza volontà di moralizzare e non voler tenere per noi stessi le considerazioni ma renderle pubbliche per chi ha la curiosità di leggere i pensieri di due comuni soggetti. La semplice trattazione di argomenti ovvi, ma non scontati, inscenata su chiacchiere da bar (effettivamente avvenute per la maggiore dalla formidabile Nico) e su avventure realmente accadute con un pizzico di ironia (che fa sempre bene), vuole evidenziare come il rapporto umano con la tecnologia, su tutti i fronti, porti a spersonalizzare sempre più l’essere umano (ormai ingobbito e con il pollice a scatto).
LA TELEVISIONE
Il 22 marzo 1935 viene messo in onda dalla Germania nazista il primo programma televisivo regolare del mondo, costituito da quattro ore e mezzo di trasmissioni settimanali. Era la Germania nazista di Hitler e qui potremmo concludere il libro, perché con questo è detto tutto. A buon intenditore...va da sé...
Ma no, continuiamo, andiamo a farci 2 risate con quel poco di cultura che non ho, andando ad analizzare grossolanamente il mondo della tecnologia. Vi chiederete: ma perché sto tizio non inizia dalla radio, che è stata inventata prima?
Beh, che dire, il libro lo scrivo io con un Caro Amico complice, di conseguenza, decidiamo noi da dove iniziarlo e bom!!! Come? Dite che siete voi a leggerlo e lo avete pure pagato?
Appunto per questo decidiamo io e il mio complice, altrimenti potevate scriverlo da soli.
In Italia, il servizio regolare cominciò soltanto dal 3 gennaio 1954, a cura della RAI, in bianco e nero.
L'impatto fu gigantesco, nei paesi e nelle città le famiglie si radunavano, la sera, a casa dei pochi utenti che avevano il privilegio di possedere un televisore, oppure, nei pochi bar in cui questo nuovo elettrodomestico veniva esposto a beneficio degli avventori. Gli spettatori dovevano portarsi le sedie da casa propria per poter godere uno spettacolo o trasmissione, insomma, per un'ora di svago si faceva un trasloco.
E da quel periodo partì, tecnologicamente, la grande manipolazione popolare. I televisori si diffusero a macchia d'olio, con essi arrivavano le notizie dal mondo e dal proprio paese nonché la pubblicità!! Ma tanto quanto, le notizie erano ancora corrette, non dominava esclusivamente un pensiero unico avendo la possibilità di discernere, a proprio giudizio, il vero dal falso o capire quanto un argomento venisse o meno ‘gonfiato’ (‘pettinato’ si dice in gergo).
Naturalmente, non mancavano negli anni 50/60/70 programmi molto utili per combattere l'analfabetismo, all’epoca ancora ampiamente diffuso nel nostro Paese. La programmazione di Rai 1 iniziava in tarda mattinata invece su RAI 2 verso metà pomeriggio, cosicché, le persone, al mattino, potevano andare a fare la spesa, incontrarsi per chiacchierare con amici e conoscenti, nei negozi, al mercato o per le vie del paese, rilassatamente, tornare a casa, preparare pranzo assolvendo, senza stress e perdite di tempo inutili, le loro incombenze quotidiane senza il patema d’animo di perdersi il loro programma televisivo preferito (oso troppo se asserisco che le persone all'epoca avevano ancora spazio e libertà decisionale per viversi la vita?).
Croce e delizia degli infanti dell'epoca era la ‘Tv dei ragazzi’, alle ore 17.00 andava in onda questo programma di svago per i piccoli, così, dopo la merenda ci si trovava davanti allo schermo ad ammirare le gesta dei beniamini, gli stessi supereroi che il giorno dopo a scuola venivano emulati (con conseguente nota sul diario per il cattivo comportamento) e poi naturalmente a casa la punizione era: oggi niente tv dei ragazzi
. Alla protesta del piccolo Zorro o Tarzan che fosse, da un giorno si passava subito ad un aumento della pena di una settimana. Ridotta poi a tre giorni per buona condotta e collaborazione con l'ordine costituito, cioè la mamma.
La tv era una grande scatola con due tasti, uno dei quali serviva per l’accensione e spegnimento e l’altro per cambiare il canale, in più vi erano due manopole, una per modificare la frequenza di ricezione dei canali e l’altra per la regolazione del volume. Per interagire con la tv era necessario alzarsi dal divano sia per accendere o spegnere l’apparecchio, sia per cambiare i canali che, in quel periodo, erano due. Non era ancora il tempo del politicamente corretto e del buonismo sbandierato ai quattro venti, quindi, i programmi non erano intrisi di parolacce e squallidi argomenti, era tutto impostato sulle buone maniere e il buon gusto. I telegiornali erano tre: il primo all'ora di pranzo, il secondo alle 16, ora di merenda e l'ultimo alle 20 ora di cena, per fortuna all'epoca non lo trasmettevano alle 7 del mattino durante la prima colazione, la giornata non iniziava con delle ansie indotte e il primo pasto veniva consumato serenamente, con gioia dei giornalai che al mattino vendevano più copie di quotidiani cartacei. Di sera, dopo il telegiornale delle 20.00, veniva mandato in onda il Carosello, il secondo spazio pubblicitario della giornata, il primo durava circa 5 minuti e trasmesso prima della ‘Tv dei ragazzi’ delle 17.00 e il secondo era il Carosello. Terminato il Carosello trasmettevano l'intervallo durante il quale mandavano in onda immagini fotografiche del nostro Bel Paese, una musichetta rilassante per sottofondo, affinché i genitori avessero tutto il tempo di accompagnare i loro pargoletti a dormire e tornare in tempo per godersi il film o programma della prima serata. Torniamo un attimo al Carosello: era costituito da alcuni sketch interpretati da attori comici o brevi cartoni animati che