Un San Valentino Molto Scontroso: Wolf Valley: A Very Grumpy Holiday, #1
Di Shaw Hart
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Info su questo ebook
Questo ex ranger dell'esercito ha trovato la sua dolce metà...
Mira:
Lasciare la casa dei miei genitori doveva essere un'occasione per spiegare le mie ali.
Invece, a quanto pare mi sono trovata un nuovo babysitter.
Townes Monroe è scontroso e autoritario.
Ogni volta che mi giro, lui è lì.
Quest'uomo sembra sapere esattamente come toccare le mie corde.
Solo che non sono sicura sia una cosa positiva o meno.
Townes:
Non ho mai voluto essere legato a qualcuno.
Fino a quando non ho visto Mira Lane.
È evidente che ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lei, e quella persona sarò io.
Devo solo convincerla ad accettare questa mia proposta.
Ora che San Valentino si sta avvicinando, ho l'occasione per conquistare la mia ragazza e farla finalmente mia.
Spero solo che il mio piano sia abbastanza buono.
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Anteprima del libro
Un San Valentino Molto Scontroso - Shaw Hart
UNO
Mira
Grazie per essere rimasta fino a tardi,
dice Saffron, tirando su con il naso.
Non c'è problema,
la rassicuro. Spero che ti senta presto meglio. Ora vai a riposarti.
Sorride debolmente, raccoglie le sue cose e si avvia verso la porta. Una volta che se n'è andata, mi volto verso la libreria e mi guardo intorno per vedere cosa mi resta da fare stasera.
La libreria Shelf Indulgence è deserta a quest'ora della notte. A dire il vero, la maggior parte dei negozi della Wolf Valley ormai sono chiusi, quindi non c'è un vero motivo per cui la gente sia ancora in giro. L'unico altro negozio aperto è quello in cui lavoro, il negozio di giocattoli per adulti Wet and Wild.
Prendo le salviette Clorox e inizio a pulire ogni superficie che Saffron ha toccato oggi.
Disinfettare in questo modo è come una seconda natura per me. Da bambina e da adolescente ero spesso malata e ricordo che mia madre puliva ogni superficie di casa nostra quasi ogni giorno. È difficile dire se mia madre lo facesse perché fosse preoccupata che qualcun altro si ammalasse o se fosse il suo disturbo ossessivo compulsivo a farglielo fare.
Crescere in casa mia è stato piuttosto difficile. Mia madre era germofobica,con un disturbo ossessivo compulsivo non curato, che aveva paura di tutto. Non voleva mai uscire di casa e odiava che io invece lo facessi. Tornavo a casa da scuola e dovevo immediatamente fare una doccia e cambiarmi i vestiti. Dovevo lavarmi le mani così spesso che mi diventavano rosse e screpolate.
In quella casa ero isolata. L'unica persona con cui potevo parlare era mia madre e, come potete immaginare, non era molto divertente.
Quando sono diventata un po' più grande e ho imparato a guidare, ho cercato di ottenere un po' più di libertà e indipendenza. Non è andata bene.
A scuola ero la ragazza strana, e per questo non avevo molti amici. Ma anche se li avessi avuti, non avrei potuto uscire o fare cose con loro. Non avrei nemmeno potuto invitarli a casa mia.
A diciassette anni iniziai a pensare di risparmiare più soldi possibile e di andarmene da lì.
Lavorai in un negozio di alimentari per tutto il liceo e risparmiai fino all'ultimo centesimo. Non avevo nient'altro per cui spendere i soldi, visto che non potevo quasi uscire di casa.
Una volta compiuti vent'anni, cercai di convincere mia madre ad andare in terapia per farsi aiutare. Avevo già sollevato quell'idea in passato, ma sempre in modo piuttosto vago, e lei mi aveva sempre ignorato. Quella volta, però, fu diverso. Invece di ignorare me o il mio suggerrimento, si arrabbiò, dicendomi che non c'era nulla che non andasse in lei e insistendo sul fatto che non avesse bisogno di terapia o di alcun aiuto.
Alla fine, me andai di casa il giorno dopo e da allora non sono più tornata. Neanche adesso ho intenzione di tornare. Sono passati due anni e non l'ho sentita nemmeno una volta.
Cerco di non pensare a mia madre perché mi fa troppo male. Voglio concentrarmi sugli aspetti positivi, cioè sul fatto che me ne sono andata, che mi mantengo da sola, che ho degli amici e la mia libertà. Sto ancora cercando di trovare me stessa e di capire cosa mi piace. Tuttavia, di tanto in tanto, mi chiedo cosa stia facendo mia madre e se le manco.
Metto da parte questi pensieri e finisco di aprire lo scatolone dell'ultimo carico di libri. È quasi ora di chiusura, quindi li metto sul bancone per accedere al sistema e metterli sugli scaffali domani. Lascio un biglietto per Saffron accanto ai libri, nel caso in cui domani si senta meglio e decida di venire al lavoro. Poi raccolgo le mie cose e mi preparo a chiudere.
Mentre chiudo la porta e metto in tasca le chiavi, non mi sorprende vedere Townes appoggiato al muori al lato della libreria.
L’emozione e l'eccitazione mi ribollono dentro, così cerco di costringermi a tenerle sotto controllo. Townes è sexy, ma è anche opprimente e un po' scontroso. Cerca sempre di fare le cose per me e io lo amo e lo odio allo stesso tempo. In ogni caso, da quando mi sono trasferita a Wolf Valley cinque mesi fa, sembra che mi sia trovata un nuovo babysitter.
All'inizio, le sue attenzioni mi piacevano. Trovarmi in una nuova città tutta sola mi faceva un po' paura, ma con lui mi sono sempre sentita al sicuro. Poi ha iniziato a fare le cose al posto mio. Faceva la spesa prima che potessi farla io, portava le scatole in libreria quando stavo facendo l'inventario, apriva le bottiglie d'acqua per me e, in generale, lo avevo sempre intorno.
Mira,
dice Townes con la sua voce profonda.
Ombra,
rispondo, usando il soprannome che gli ho dato da quando ha iniziato a starmi intorno.
Com'è andata al lavoro?
mi chiede, ignorando il soprannome.
Bene.
Non pensavo che chiudessi tu stasera,
dice, e io lo guardo di traverso.
Come fai a sapere i miei turni?
Hai lo stesso orario ogni settimana,
mi fa notare.
Saffron non si sentiva bene,
gli dico, e lui si acciglia.
E tu?
mi chiede, allungando la mano per toccarmi la fronte con il dorso della mano.
Ho un flashback di mia madre che me lo faceva e mi ritraggo da lui.
Sto bene.
"Sembri stanca. Vieni, ti compro una zuppa alla tavola