Lo yoga delle emozioni
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Anteprima del libro
Lo yoga delle emozioni - Pino Perriello
Pino Perriello
LO YOGA DELLE EMOZIONI
© 2014 Pino Perriello
Lo yoga delle emozioni
Prima edizione: Marzo 2014
ISBN: 978-1-312-00454-2
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INTRODUZIONE - Lo yoga sutra delle emozioni
Quando si comincia lo studio dello yoga, in genere si parte dagli aforismi (sutra) di Patanjali, filosofo indiano vissuto circa duemila anni fa. Patanjali mise per iscritto quelli che fino ad allora erano insegnamenti orali, in parte eredità di una disciplina precedente chiamata Samkhya, che egli arricchì per adeguarli a quella filosofia nascente che tutti cominciavano a chiamare yoga. Al centro degli yoga sutra di Patanjali ci sono otto precetti, passati alla storia come l’ottuplice sentiero dello yoga. A riguardo di queste otto regole sono state fatte, nel corso dei secoli, varie interpretazioni, tutte molto simili e mai effettivamente discordanti. In nessuna di queste interpretazioni, però, si analizza l’ottuplice sentiero di Patanjali in chiave squisitamente emozionale. Le otto norme dell’ottuplice sentiero dello yoga di Patanjiali, sono:
Yama
Niyama
Asana
Pranayama
Pratyahara
Dharana
Dhyana
Samadhi
Le spiegazioni dettagliate di queste otto sentieri ce le fornisce lo stesso Patanjali all’interno degli aforismi, che troverete in modo completo alla fine di questo libro. Gli aforismi sono densi di riferimenti alle emozioni, sin dai primissimi versi; se infatti escludiamo il primo verso di presentazione, che recita Ora la disciplina dello Yoga
, il secondo verso è in realtà il primo, perché entra direttamente nel vivo della disciplina yoga, affermando:
Yoga è l’arresto delle modificazioni mentali.
Poco più avanti Patanjali spiega esattamente come superare le modificazioni mentali:
L’arresto delle modificazioni mentali si raggiunge con una pratica continua e con il distacco dalle passioni.
Eccole, dunque, le passioni umane, un altro modo di chiamare le emozioni, quali impedimenti di una mente distratta
, o come nel sutra 31:
I sintomi di questi fattori di distrazione sono: angoscia, disperazione, instabilità e irregolarità del respiro.
Fortunatamente, nei sutra immediatamente successivi, Patanjali si affretta ad indicare le emozioni anche quali preziose fonti di pacificazione della mente, come nel sutra 33:
La mente diviene quieta coltivando un atteggiamento di amicizia, di compassione per i sofferenti, di equanimità verso felicità e dolore, virtù e vizio.
Questo ci fa comprendere quanto sia importante il concetto di discriminazione che Patanjali introduce, in uno dei primi aforismi, dove afferma che è possibile conseguire il samadhi, lo stato di beatitudine suprema, mediante la fede, lo sforzo, il raccoglimento, la concentrazione e la capacità di discriminare.
Le emozioni sono una costante variabile all’interno del nostro essere, e il tentativo di controllarle può rivelarsi dannoso, quando non altamente controproducente al nostro equilibrio intrinseco. Ecco perché Patanjali introduce il concetto di viveka (discernimento, discriminazione, saggezza) proprio tra i primi suoi insegnamenti. Quale miglior relazione, dunque, dobbiamo avere con le nostre emozioni, se non quello caratterizzato dal discernimento? Per poter discernere quali sono le emozioni che nutrono il nostro benessere e quali quelle che ce lo rubano, non c’è altro da fare che studiare le emozioni, per comprendere in che modo esse vivono e agiscono in noi. Nei sutra di Patanjali ci sono tantissimi riferimenti alle emozioni, talmente tanti da far pensare che lo stesso Patanjali avesse intenzione di chiamare questo suo testo fondamentale proprio Lo yoga delle emozioni
. Ma questi continui riferimenti alle emozioni sono giustificati dal fatto che lo yoga è la filosofia nata per disciplinare la mente e i suoi pensieri. E infatti, come vedremo, dove c’è un pensiero c’è un’emozione. Perché le emozioni sono l’energia che alimentano la nostra attività mentale e la forza propulsiva dei nostri pensieri.
L’ENERGIA DEL PENSIERO
La nostra mente è come un motore che produce pensieri. Come ogni altro motore, anche la mente umana ha bisogno di carburante per funzionare. E il carburante che serve a far funzionare il nostro cervello, e per produrre pensieri, sono le emozioni. L’emozione è l’energia dei nostri pensieri. Pensateci: se provate a formulare un pensiero senza emozione, vi accorgerete presto che state tentando di formulare un pensiero difficile da percepire, l’abbozzo di un'idea inafferrabile, che il nostro sistema neuronale non riuscirà ad attribuirgli l’importanza sufficiente per tenerla in vita. E in una frazione di secondo quel pensiero privo di sostegno emozionale si dissolverà. Il che è come dire che, per portare a termine un compito noioso, abbiamo bisogno di una motivazione. E più è noioso il compito e più sarà forte la motivazione di cui avremo bisogno. Per i nostri pensieri le emozioni rappresentano motivazioni essenziali, linfa vitale, l’autentica energia che li fa funzionare.
L’assioma yogico L’energia segue il pensiero
ci insegna che, là dove concentriamo il pensiero, là tende a condensarsi l’energia. Se pensiamo intensamente a come risolvere un problema, tutto il nostro sistema cognitivo attrae grandi quantità di energia psichica, fino a quando riusciremo ad individuare la soluzione. Alla stessa maniera, se siamo sopraffatti da un dolore, tutte le nostre attività cognitive attrarranno enormi quantità di energia. Per questa ragione quando siamo sopraffatti da un dolore (fisico, psichico o morale) e non riusciamo a smettere di pensarci, invece di passare o attenuarsi, il dolore si farà più veemente e acuto. Questa energia psichica non è né buona né cattiva, non è né positiva né negativa. Si tratta di una forza molto potente, di una energia superiore a disposizione di tutti noi, ma la sua natura resta essenzialmente neutra e impersonale.
Nello yoga per energia si intende una forza attentiva, immateriale e inorganica, in grado di modificare la realtà nella quale viviamo. Questa energia è altamente duttile, che conferisce alla persona che impara ad incanalarla dentro di sé, un infinito potere di trasformazione spirituale. Una energia che poche persone, in realtà, possono dire di aver imparato a conoscere del tutto, a governare con saggezza e rettitudine. Tuttavia, lo yoga è forse l’unica disciplina che lavora direttamente con questa energia di natura superiore e divina, alla quale attribuisce il potere di plasmare la realtà stessa. Potenziare la natura umana, fino a realizzare l’unione con questa energia superiore, è lo scopo dello yoga. Sapendo che l’energia segue il pensiero, e che le emozioni sono l’energia del pensiero, sarà più semplice comprendere quanto la qualità dei nostri pensieri influisca sulla realtà, su di noi e sul mondo in cui viviamo. E poiché senza emozioni non ci sarebbero pensieri, diviene altrettanto semplice dedurre quanto sia importante, anzi fondamentale, conoscere tutto sulle nostre emozioni e, al contrario, quanto sia sbagliato ignorare le nostre emozioni, lasciarle in balia della nostra ignoranza e non viverne la loro piena essenza. La vita umana così come noi la conosciamo, deve la sua straordinaria capacità evolutiva alla qualità dei nostri pensieri, e l’energia segue il pensiero perché ne è attratta come da una potente forza magnetica. Viviamo perché siamo capaci di