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La droga delle vergini
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La droga delle vergini
E-book138 pagine1 ora

La droga delle vergini

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Info su questo ebook

Mario è un uomo brutto, con una figlia adolescente che sembra un “sorcio” in sovrappeso. Inizia così la ricerca della bellezza, una ricerca che può diventare l’ossessione di tutta una vita. Ma a volte basta poco, una scelta affrettata, per finire nel beauty center sbagliato e trasformare il sogno della bellezza nell’incubo dell’anoressia. Ed è così che la sua bambina, giorno dopo giorno, arriva a non avere più la forza di alzarsi dal letto della sua cameretta. Sua figlia rischia di morire e lui non sa come salvarla.
Tutto cambia solo quando Mario comprende che si tratta di anoressia indotta, causata da qualcuno che vive nel mondo sfrenato della bellezza. Ma sono anni che vive  rintanato nel suo mondo di uomo brutto. Eppure sa che, per salvare la sua bambina, dovrà trovare il coraggio di scendere nelle pieghe più insidiose del mondo della cosmesi, dove si nascondono perversi ipnotisti e spietati assassini.

Romanzo thriller autoconclusivo.
LinguaItaliano
Data di uscita27 apr 2023
ISBN9798835249541
La droga delle vergini

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    Anteprima del libro

    La droga delle vergini - Pino Perriello

    Titolo

    Pino Perriello

    LA DROGA DELLE VERGINI

    Copyright

    LA DROGA DELLE VERGINI

    Copyright © Edizione originale 2022 di Giuseppe Perriello

    ISBN: 9798835249541

    Disclaimer

    Questo romanzo è un’opera di fantasia. Personaggi e luoghi citati sono invenzioni dell’autore e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia, somiglianza e/o omonimia con fatti, luoghi e/o persone, vive e/o scomparse, è assolutamente casuale.

    Il libro

    Il Libro

    Mario è un uomo brutto, con una figlia adolescente che sembra un sorcio in sovrappeso. Inizia così la ricerca della bellezza, una ricerca che può diventare l’ossessione di tutta una vita. Ma a volte basta poco, una scelta affrettata, per finire nel beauty center sbagliato e trasformare il sogno della bellezza nell’incubo dell’anoressia. Ed è così che la sua bambina, giorno dopo giorno, arriva a non avere più la forza di alzarsi dal letto della sua cameretta. Sua figlia rischia di morire e lui non sa come salvarla.

    Tutto cambia solo quando Mario comprende che si tratta di anoressia indotta, causata da qualcuno che vive nel mondo sfrenato della bellezza. Ma sono anni che vive rintanato nel suo mondo di uomo brutto. Eppure sa che, per salvare la sua bambina, dovrà trovare il coraggio di scendere nelle pieghe più insidiose del mondo della cosmesi, dove si nascondono perversi ipnotisti e spietati assassini.

    Romanzo thriller autoconclusivo.

    L'autore

    L’autore

    Pino Perriello è nato in provincia di Roma nel 1962, dove attualmente vive e lavora. Scrittore, editor coach e giornalista, ha pubblicato una ventina di titoli fra romanzi, racconti e saggi. In qualità di giornalista ha lavorato per riviste specializzate, emittenti radiofoniche e quotidiani nazionali. Come autore di narrativa è stato premiato nel 1987 in uno dei primi e più importanti concorsi a risonanza nazionale: il Premio letterario Inedito-L’Espresso che aveva in giuria Leonardo Sciascia, Alberto Moravia, Ferdinando Adornato e altri grandi autori italiani.

    Nel 2008 è stato inserito nella cinquina dei vincitori del concorso letterario di Edizioni Centocinquantalibri. E nel 2009 è stato inserito tra i finalisti del concorso 8x8 di Fandango Libri/Minimun Fax.

    Dal 2010 ha viaggiato a lungo in Asia svolgendo anche incarichi delicati per il consolato italiano in India. Per un decennio si è dedicato alla saggistica pubblicando Il genio inconscio, Il talento del nemico, Meditazione Integrale, Risveglia i tuoi talenti, Guarirai, se cambierai, Psicomorfosi e Lo yoga delle emozioni.

    Nel 2021 è tornato alla narrativa pubblicando il thriller psicologico Tre omicidi a carnevale.

    La droga delle vergini è il suo secondo romanzo thriller.

    Citazione

    Bellezza? Per me è una parola senza senso...

    Pablo Picasso

    Dedica

    A Maria

    che arriva

    ultima

    e vince

    00. Sì, dottore

    Prologo

    Chissà perché questa ragazzina mi arrapa così tanto. Se non sbaglio si chiama Ginevra. Ma sti cazzi del nome. E comunque sì, il suo nome è sicuramente Ginevra.

    È esausta, ha bisogno di riposare, meglio se la lascio ancora un po’ così, sdraiata tranquilla, immersa nella sua trance ipnotica più profonda. L’ho fatta lavorare un mese intero per ottenere questo corpo perfetto, queste labbra scarnificate, questi zigomi aguzzi. E adesso la pelle grigia le casca sullo scheletro come un lenzuolo bagnato. Sono fiero di essere riuscito a farle perdere i suoi ventidue chili di troppo. Le ho restituito l’onore.

    «Sei leggera e bellissima.»

    Sta per tradirmi anche lei, lo so. Perché è quello che fanno le ragazze: ci tradiscono, ci lasciano soli, ci abbandonano. Se ne vanno e non tornano mai più. Ma noi uomini non possiamo fare a meno di amarle lo stesso. Amarle nel nostro modo tutto speciale.

    «Questa è la tua ultima visita.»

    Con il mio amore l’ho fatta tornare bambina.

    «Quando ti sveglierai continuerai a non nutrirti, fino alla fine. Ti sveglierai e continuerai a non mangiare, fino alla fine. Ti sentirai completamente appagata, fino alla fine.»

    Sono stato bravo a liberarla dal peso delle sue piccole illusioni.

    «Adesso conto fino a cinque. Dal due in poi comincerai a svegliarti completamente sazia, senza nessun desiderio di cibo.»

    La mia ragazza… La mia bambina. La mia principessa Ginevra.

    «Uno. Due.»

    I seni sgonfi attenuano la colpa dei suoi quindici anni.

    «Dopo il cinque ti alzerai e ti vestirai. Uscirai da questo laboratorio e non tornerai mai più.»

    L’inguine infossato mi commuove.

    «Tre.»

    Sento una fitta al cuore quando arriva questo momento, il momento di rimandarle a casa per l’ultima volta.

    «Resterai completamente sazia, per sempre. Senza nessun desiderio di cibo, per sempre. Senza mangiare, per sempre. Leggera e bellissima, per sempre.»

    Quel poco di sale sodico che le ho dato la manterrà ubbidiente e semicosciente ancora per qualche ora, il tempo di arrivare a casa e addormentarsi. E domani si risveglierà, se si risveglierà, in un mondo capovolto.

    «Quattro.»

    Ecco, apre le palpebre e fissa il soffitto, come le altre. Fissano tutte il soffitto.

    «Cinque.»

    È così mansueta. Mi fanno impazzire i gesti lenti con i quali fa scorrere le mutandine sulle cosce affilate. È davvero molto stanca, ed è così erotica. Le rimangono poche energie e arriverà a casa sfinita. Ma avrà tutto il tempo di riposare nel letto della sua cameretta. Non può sapere che è l’ultima volta che si infila un paio di pantaloni, che indossa una maglia, che si allaccia le scarpe.

    «Ce la fai da sola?»

    «S-sì, dottore.»

    Le apro la porta, la indirizzo verso le scale.

    «Aspetta.» Le porgo la mano. «Ti aiuto a salire i gradini.»

    «Grazie, dottore.»

    «Sei così leggera. E bellissima.»

    «Grazie, dottore.»

    «Attenta all’ultimo gradino. Molto bene. Fermati un attimino, riprendi fiato.»

    «Sì, dottore.»

    «Come ti senti?»

    «Leggera e bellissima.»

    «Brava. Adesso sei pronta, puoi uscire da quella porta e continuare da sola.»

    «Va bene, dottore.»

    «Addio, Ginevra.»

    «Addio, dottore.»

    01. La cameretta

    La porta della cameretta è aperta, eppure mi sento bloccato qui fuori. Sto in casa mia, cazzo! Lì dentro c’è mia figlia che muore, e io me sto nel corridoio come fossi un intruso.

    Guardo un’altra volta l’orologio appeso alla parete, stringo i pugni e riesco a fare solo un altro piccolo passo verso l’ingresso della cameretta di Ginevra. È sufficiente per intravedere l’interno, una parte del suo letto, la sua scrivania, il suo zainetto, i suoi libri di scuola. La stanza è satura del suo forte odore e mi appoggio con una mano allo stipite della porta, prima di entrare. Vorrei smettere di respirare, vorrei soffocare, pur di non sentire questo brutto odore che la mia bambina non ha mai emanato prima. Suda di continuo, eppure il suo corpo è sempre freddo, la sua pelle grigia e inaridita.

    Il dottore è in piedi accanto alla scrivania, si preme un fazzoletto sul naso con una mano e con l’altra fruga nella sua borsa di cuoio. Tira fuori un blocco di fogli bianchi, lo appoggia sulla scrivania e schiaccia con un dito la costola superiore. Prende una delle penne di Ginevra e scarabocchia la sua prescrizione.

    Assunta è seduta sul bordo del letto, tiene una mano sulle gambe di nostra figlia e lo sguardo basso.

    Mi avvicino al letto e l’odore di Ginevra mi fa venire da piangere.

    Assunta mi prende la mano. «Mario, Ginevra non ha più la forza di respirare.»

    Il dottore stacca il foglio e me lo porge. «Una bombola di ossigeno, da tenere qui accanto al letto.»

    Me lo infilo nella tasca dei pantaloni senza leggerlo.

    Lui mi indica la tasca. «Guardi che è importante.» Resta fermo a guardarmi. «Mi sta ascoltando?»

    Ma io vedo solo la mia bambina che sta morendo nel suo letto, vedo solo le sue labbra disseccate che non riescono più a coprire i denti sporgenti. Sento il sibilo del suo respiro, allargo le narici e respiro tutto il suo odore.

    Assunta mi scuote la mano. «Mario, ce la stanno ammazzando.»

    Il dottore lascia la penna sulla scrivania. «Signor Mario, mi raccomando l’ossigeno.»

    Ripone il blocco nella borsa.

    Alzo lo sguardo su di lui. «Grazie, dottor…» Dottor…? Non riesco a ricordare come si chiama. Dottor…?

    Lui mi fa un cenno con la testa, si mette la borsa sotto braccio e va verso la porta.

    «Dottore, ci stanno ammazzando la nostra bambina...»

    Le lascio la mano. «Smettila, Assunta. Nessuno ce la sta ammazzando. È anoressica.»

    Mi pento subito di averla rimproverata, e di aver pronunciato il nome così odioso di quella malattia.

    «Tu non capisci.» E adesso è lei che rimprovera me, con gli

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